Kim Robinson - La Costa dei Barbari

Здесь есть возможность читать онлайн «Kim Robinson - La Costa dei Barbari» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Город: Milano, Год выпуска: 1990, ISBN: 1990, Издательство: Interno Giallo, Жанр: Фантастика и фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

La Costa dei Barbari: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «La Costa dei Barbari»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

2047: l’America soffre le conseguenze di un attacco nucleare portato a termine in maniera insospettabile da esecutori di nazioni diverse. Da quasi sessant’anni la più grande potenza mondiale è regredita a un’economia di pura sussistenza, e le comunità vivono un’esistenza separata, ristretta ognuna ai propri confini. Lo stato subisce una quarantena mantenuta con ferrea disciplina dalle squadre di sorveglianza militare giapponese e avallata dalle Nazioni Unite.
È in questo scenario apocalittico che si svolge la vicenda di Henry Fletcher, un giovane della comunità californiana di San Onofre, che per il suo sostentamento dipende interamente dalla pesca e dai raduni di baratto che si svolgono periodicamente nella valle. Dopo l’arrivo di alcuni viaggiatori di San Diego che hanno osato sfidare la vigilanza dei guardiani giapponesi. Henry viene gradualmente a conoscenza del nuovo mondo e delle sue insidie. La sua guida spirituale è Tom, l’uomo più anziano della valle, sopravvissuto alla catastrofe tristemente nota come II Giorno.
La scoperta di un mondo da cui gli americani vengono ingiustamente esclusi, il contatto con gli “stranieri” che vivono a pochi chilometri di distanza, le testimonianze di chi è riuscito a sfuggire alla prigionia in patria trascinano il giovane in un’avventura che segna la fine dell’adolescenza e la transizione verso la maturità, a cui si accompagna la speranza della redenzione per il popolo americano.

La Costa dei Barbari — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «La Costa dei Barbari», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

«È già andato ai campi degli sciacalli. Ha detto che sarebbe rimasto un paio d’ore in quello di Mission Viejo.»

«Ah» commentai, ingozzandomi. «Come mai non sei con lui?»

«Be’, Hanker, sai com’è. Prima di tutto, dovevo aiutare a cucinare. Ma anche se avessi potuto andarci, non posso stare insieme a Steve per tutta la notte. Sai cosa significa. Voglio dire, potrei farlo, ma non sarebbe divertente. E poi, mi sa che preferisca stare lontano da me, qui al raduno.»

«No.»

Si strinse nelle spalle. «Fra un po’ vado a cercarlo.»

«Com’è andato il baratto di sementi?»

«Benissimo. Non come a primavera, ma ho avuto un bel pacchetto di semi d’orzo. Gran colpo… tutti erano interessati a quest’orzo, visti i buoni risultati di Talega, per cui la trattativa scottava, ma il nostro buon elote l’ha spuntata. La prossima settimana semino tutto il campo alto, per vedere come va. Se non è troppo tardi.»

«Il tuo gruppo avrà da fare.»

«Hanno sempre da fare.»

«Vero.» Terminai lo stufalo. «Vado a cercare Steve.»

«Lo troverai facilmente» rise. «Dritto dove c’è più casino. Ci vediamo lì.»

Fra i campi del nuovo paese, sul lato sud del parco, c’era buio e silenzio, a parte i versi acuti e lugubri dei pavoni di Trabuco che protestavano nelle gabbie. Qua e là piccoli fuochi facevano tremolare e danzare di luce riflessa gli alberi; dalle sagome scure che schermavano le fiammelle provenivano voci. Inciampai in una radice.

Nella metà nord del parco era tutto diverso. Nelle radure ruggivano grandi falò che facevano agitare i tendoni colorati distesi fra i rami. Dagli alberi pendevano lanterne che mandavano una debole luce biancastra. Imboccai il viale e fui spinto alle spalle da una donna robusta, vestita d’arancione. «Scusa, ragazzo» mi disse. Andai al campo Mission Viejo. Un barattolo mi volò vicino, spargendo il contenuto, e s’infranse contro un albero. I colori brillanti degli abiti tremolavano alla luce dei fuochi; ogni sciacallo, uomo, donna, ragazzo, aveva tirato fuori la propria collezione di paccottiglia: tutti portavano collane d’oro e d’argento, orecchini, anelli al naso, catenelle alle caviglie, alla cintura, ai polsi; ogni ornamento era tempestato di pietre preziose che mandavano bagliori rossi, azzurri, verdi. Uno spettacolo magnifico.

Nel campo di Mission Viejo c’erano tavoli accostati l’uno all’altro in lunghe file, affiancati da panche piene di gente che beveva, discuteva, ascoltava il gruppo jazz all’estremità del campo. Per un poco mi fermai a guardare, ma non vidi nessuno di mia conoscenza. Poi Steve mi urtò il braccio, sogghignando. «Andiamo a rompere le palle al vecchio» disse. «È laggiù, con Doc e gli altri matusa.»

Tom era a capotavola, fra altri sopravvissuti dei vecchi tempi: Doc Costa, Leonard Sarowitz di Hemet, George vattelapesca di Cristianitos. I quattro erano personaggi fissi di tutti i raduni, spesso in compagnia di Roger lo Strambo e altri sopravvissuti abbastanza anziani da ricordare i vecchi tempi. Tom era di gran lunga il più vecchio del gruppo. Ci vide e ci fece posto accanto a lui sulla panca. Bevemmo un sorso dalla fiasca di Leonard; il liquore mi andò di traverso e me ne versai metà sulla camicia. I matusa morirono dal ridere. Le gengive del vecchio Leonard erano sdentate come quelle di un neonato.

«C’è Fergie?» chiese Doc a George, riprendendo la conversazione.

George scosse la testa. «È andato a ovest.»

«Ah. Peccato.»

«Sai quant’è veloce questo ragazzo?» disse Tom, rifilandomi una manata sulla schiena. Leonard scosse la testa, si accigliò. «Una volta gli ho fatto un lancio e lui con la risposta di dritto mi ha sfiorato l’orecchio… mi sono girato e ho visto la palla colpirlo nel culo mentre lui scivolava in seconda base.»

Gli altri risero, ma Leonard scosse di nuovo la testa. «Non distrarmi! Cerchi solo di distrarmi!»

«Come sarebbe a dire?»

«Il punto è… glielo stavo dicendo, ragazzi, e anche voi dovreste ascoltare… il punto è che, se Eliot avesse reagito da americano, adesso non ci troveremmo in questa condizione.»

«Quale condizione?» chiese Tom. «Per conto mio, mi trovo benissimo.»

«Non farmi ridere» intervenne Doc, acido.

«Di nuovo la stessa storia, a quanto vedo» osservò Steve, alzando gli occhi al cielo e allungando la mano verso la fiasca.

«Sono sicuro che torneremo a essere la nazione più potente del mondo, perdio» continuò Leonard.

«Un momento» disse Tom. «Non ci sono abbastanza americani vivi da formare anche solo una nazione, altro che la più potente del mondo. E che vantaggio ne avremmo, se a furia di bombe avessimo ridotto ogni altro paese nelle stesse nostre condizioni?»

Doc si sentì offeso, tanto da intervenire al posto di Leonard.«Che vantaggio ne avremmo?» ripeté. «Non ci sarebbero maledette navi cinesi lungo la costa, a tenerci d’occhio ogni momento e a bombardarci appena tentiamo di ricostruire! Ecco il vantaggio. Quel vigliacco di Eliot ha affossato l’America per sempre. Adesso siamo l’ultima ruota del carro, Tom Barnard. Siamo orsi nella fossa.»

«Grrrrr» ringhiò Steve e bevve un altro sorso. A me toccò quello dopo.

«Eravamo spacciati, una volta esplose le bombe» disse Tom. «Non fa differenza quel che è accaduto al resto del mondo. Se Eliot avesse deciso di premere il pulsante, avrebbe solo ucciso altra gente e distrutto altre nazioni. Per noi non sarebbe cambiato niente. E poi, non sono stati né i russi né i cinesi, a piazzare le bombe…»

«Parli a vanvera» disse Doc.

«Sai che è così! Sono stati i maledetti sudafricani. Pensavano che avremmo messo il becco nel loro mercato di schiavi.»

«I francesi!» gridò George. «Sono stati i francesi!»

«I vietnamiti» disse Leonard.

«No, loro no» replicò Tom. «Quei poveracci non avevano più neppure un petardo, quando siamo andati via dal loro paese. E probabilmente non è stato nemmeno Eliot a decidere di non fare rappresaglie. Pure lui, come tutti, sarà morto all’inizio del Giorno. La decisione l’avrà presa un generale a bordo di un aereo, ti ci puoi giocare i denti di legno. E sarà stata una gran sorpresa, anche per lui. Soprattutto per lui. Sarei curioso di sapere chi era.»

«Chiunque sia stato» disse Doc «era un vigliacco e un traditore.»

«Era un essere umano onesto» disse Tom. «Se avessimo colpito la Russia e la Cina, saremmo criminali e assassini. E poi, in questo caso i russi avrebbero scaricato su di noi tutto il loro arsenale: oggi non ci vivrebbe nemmeno una maledetta formica, in tutto il Nord America.»

«Le formiche sarebbero ancora vive» disse George. Steve e io chinammo la testa sul tavolo; ridacchiavamo e ci scambiavamo ditate nel fianco… “premendo il pulsante”, come dicevano i vecchi. Strano che premere un pulsante potesse scatenare una guerra. Tom ci guardava storto, allora ci raddrizzammo e bevemmo un altro goccio per calmarci.

«… più di cinquemila esplosioni nucleari e siamo sopravvissuti» diceva Doc. A ogni raduno, il numero di esplosioni cresceva. «Ne avremmo sopportata anche qualcuna in più. Ma i nostri nemici ne meritavano una dose pure loro, ecco cosa voglio dire.» Dalla voce gli era sparito il tono canzonatorio. Facevano la stessa discussione ogni volta che si riunivano con gli altri anziani, quasi sempre; ma Doc continuava ad arrabbiarsi con Tom. In tono amaro esclamò: «Se Eliot avesse premuto il pulsante, saremmo tutti nella stessa barca e allora avremmo la possibilità di ricostruire. Ma loro non ci permettono di farlo, che Dio li maledica!»

«Cominciamo già a ricostruire, Ernest» disse Tom, in tono gioviale, nel tentativo dì alleggerire la tensione. Con un ampio gesto indicò la scena tutt’intorno.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «La Costa dei Barbari»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «La Costa dei Barbari» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Kim Robinson - New York 2140
Kim Robinson
Kim Robinson - Flucht aus Katmandu
Kim Robinson
Kim Robinson - Blauer Mars
Kim Robinson
Kim Robinson - Roter Mars
Kim Robinson
Kim Robinson - The Gold Coast
Kim Robinson
Kim Robinson - Shaman
Kim Robinson
Kim Robinson - Błękitny Mars
Kim Robinson
Kim Robinson - Marte azul
Kim Robinson
Отзывы о книге «La Costa dei Barbari»

Обсуждение, отзывы о книге «La Costa dei Barbari» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x