Quella era una minuscola pistola di acciaio verdastro che la ragazza aveva portato sotto al secondo pacco. — Oh, capisco… voi sarete la nostra guardia del corpo. — No, no — disse in fretta la ragazza sollevando la piccola arma dall’aspetto minaccioso. — Io camminerò dietro di voi, signor mio, e se lascerete cadere quell’uovo di Pasqua, magari perché qualcuno starà cercando di tagliarvi la gola, io vi sparerò alla nuca, proprio in mezzo al midollo allungato. Non vi innervosite, comunque, non sentirete niente.
— Oh, d’accordo, d’accordo — brontolò Gaspard, cominciando a muoversi. — Ma dov’è la signorina Bishop?
— Questo — disse la ragazza — è ciò che dovrete scoprire, per progressione logica, mentre starete attento alle bucce di banana.
Le corde sono oggetti antichi, ma eternamente utili. Ora due di esse, in incroci pittoreschi, tenevano legati alle loro sedie i soci Flaxman e Cullingham, dietro la doppia scrivania ad arco di Cupido, in mezzo ai fogli sparsi provenienti dagli scaffali saccheggiati e ai mucchi ribollenti di schiuma da estintore.
Gaspard, che aveva appena varcato la soglia, smise di osservare lo spettacolo e spostò delicatamente il suo fardello, che ora gli sembrava di piombo massiccio, da un braccio dolorante all’altro. Durante il tragitto si era convinto che la sua unica funzione, nella vita, era coccolare quell’ovoide avvolto in oro e porpora. La ragazza non gli aveva ancora sparato, ma una volta, quando lui aveva incespicato un po’, gli aveva bruciacchiato il suolo vicino ai piedi.
Cullingham, che aveva le guance pallide striate di rosso, sorrideva con un paziente sorriso da martire, a labbra strette. Anche Flaxman taceva, ma era chiaro che taceva soltanto perché la signorina Blushes, ritta dietro di lui, gli teneva fermamente contro la bocca la parte piatta d’una chela rosea.
La robicchia della censura stava recitando con voce mielata: — Possa una potenza superiore consegnare all’eterno tormento tutti gli scribacchini che commisero incesto con la madre. Essi abusarono perversamente dei loro odorosi tegumenti. Cancellato, cancellato, cancellato, cancellato. Ecco, così va molto meglio, signor Flaxman. E, almeno per quel tanto che ho potuto riformulare, è anche molto più espressivo.
La signorina Bishop fece scomparire sotto la gonna la piccola, terribile pistola verde, estrasse da chissà dove un paio di pinze da elettricista e cominciò a tagliare i legami di Flaxman.
Zane Gort depose con cautela il suo pacco verde e rosso sul pavimento, poi attirò in disparte la signorina Blushes e disse: — Dovete scusare questa robicchia, signor Flaxman, se ha interferito con la vostra libertà di parola. La passione dominante, la censura nel suo caso, è molto forte in noi gente di metallo. Le tempeste elettroniche, come quella che ha subito la sua mente, valgono solo a intensificarla. Suvvia, suvvia, signorina B., non sto cercando di toccare le sue prese o di aprirle gli sportelli!
— Gaspard! Chi cancellato-cancellato è mai Nodo Scorsoio? — domandò Flaxman, dopo avere mosso un paio di volte le labbra e dopo aver deglutito. — Chi o cosa sono i Vendicatori dei mulini-a-parole? Quella strega della Ibsen stava per ordinare ai suoi scagnozzi di spaccarmi la testa, quando io non glielo ho saputo dire.
— Oh! — osservò Gaspard. — È qualcosa che ho inventato sul momento per aiutare voi e per spaventare la Ibsen. È una specie di mafia degli editori.
— Gli scrittori non devono avere capacità di immaginazione! — ruggì Flaxman. — Per poco non ci avete fatti uccidere! Gli scagnozzi di quella donna giocano pesante… due autori di serie B con i maglioni a strisce, che sembravano due scrittori del genere “le confessioni d’un criminale”.
— E Homer Hemingway? — chiese Gaspard.
— C’era anche lui, ma si comportava come se fosse confuso. Vestiva la sua famosa divisa da capitano, come se andasse a farsi fotografare per la copertina di una avventura marinaresca, ma aveva il didietro stranamente gonfio. Strano, dovrebbe essere un diavolo per tenersi in allenamento… Immagino che stia andando tutto a rotoli. Quando la Ibsen ha ordinato di usare le brutte maniere, è sembrato che questo lo sconvolgesse. Ma si è divertito a legarci e ha fatto la sua parte nel mettere a soqquadro l’ufficio… per fortuna che in questi scaffali non tengo nessuna informazione importante.
— Avreste dovuto insistere con quella mia frottola sui Vendicatori — disse Gaspard. — Avreste potuto aumentare la paura.
— La paura di chi? Mi avrebbero spaccato la testa. Sentite, de la Nuit, la Ibsen dice che da anni voi siete una spia degli editori. Ora, non me ne importa se vi siete vantato con quella donna di essere un tirapiedi…
— Non mi sono mai vantato… Non sono mai stato…
— Non fate vibrare quell’uovo! — latrò la signorina Bishop rivolta a Gaspard, mentre liberava Cullingham. — Avete una voce raschiante!
— … Voglio farvi capire che non vi sarà alcun compenso retroattivo per la vostra attività di tirapiedi, specialmente per uno spionaggio immaginario nel Sindacato Scrittori!
— Ascoltatemi bene, Flaxman, io non ho mai…
— Non lo fate vibrare, ho detto! Qua, datelo a me, mostro!
— Prendetevelo e grazie mille! — le disse Gaspard. — Che cosa voleva Heloise, comunque, signor Flaxman?
— Ha continuato ad accusarci di avere il mezzo di produrre opere di narrativa senza i mulini-a-parole, ma dopo aver parlato con voi al telefono, ha cominciato a chiedere “Chi è Nodo Scorsoio?”. Gaspard, non mi inventate più altre mafie. Sono pericolose. La Ibsen mi avrebbe conciato veramente male se non avesse preferito rivolgere la sua attenzione al povero Cully, qui.
Gaspard alzò le spalle.
— A me sembra che siano stati i miei Vendicatori a distogliere la sua attenzione dalla pista buona.
— Non voglio più discutere con voi, — gli disse Flaxman, ripescando il telefono in mezzo a un groviglio di nastri, sul pavimento. — Devo trovare qualcuno che ripulisca questo posto e badi alle nostre difese. Non voglio altre donne pazze che fanno irruzione qui dentro soltanto perché la porta non si chiude a chiave.
Gaspard si avvicinò a Cullingham, che si strofinava gli arti appena liberati.
— Così Heloise ha usato le maniere dure anche con voi? Il direttore editoriale annuì, accigliandosi.
— In modo assolutamente privo di senso — disse. — Si è limitata a guardarmi dopo che i suoi scagnozzi mi avevano legato e poi, senza farmi una sola domanda, ha cominciato a schiaffeggiarmi… diritto, rovescio, diritto.
Gaspard scosse il capo.
— È molto grave — disse.
— Perché… oltre al dolore e all’offesa, naturalmente? — volle sapere Cullingham. — Portava una collana molto macabra di teschi d’argento.
— È anche peggio — gli disse Gaspard. — Conoscete quella stereografia che c’è sulla copertina dei suoi libri… Heloise che posa con sei o sette tizi? “Heloise Ibsen e i suoi uomini” c’è scritto, di solito.
Cullingham annuì.
— C’è in pratica su tutti i libri della Ibsen pubblicati dall’Editoriale Protone. Gli uomini cambiano sempre.
— Ebbene — spiegò Gaspard — il fatto che vi abbia schiaffeggiato mentre portava la sua collana da caccia, come la definisce lei in modo significativo, dimostra che prova per voi un interesse definitivo. Intende aggiungervi al suo harem di maschi. Devo avvertirvi però che, come nuovo arrivato, ve la passerete male per un po’.
Cullingham impallidì.
— Flaxie — disse al socio, che stava telefonando — spero che tu faccia sistemare veramente quella serratura elettrica. Gaspard, una vera mafia degli editori non sarebbe poi una cattiva idea. Senza dubbio avremo bisogno di una protezione con denti da mastino.
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