K.W. Jeter - L'addio orizzontale

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Nella letteratura gialla, si sa, c’è stato
di Raymond Chandier, e in fantascienza
di Leigh Brackett, che in Italia è stato tradotto, purtroppo, con un altro titolo. Sono metafore suggestive, un modo laconico per attirare la nostra attenzione su avventure disperate, forse ai confini del possibile, ma non per questo meno profondamente umane. È perciò che, giocando sulle parole, abbiamo deciso di tradurre letteralmente il titolo di questo romanzo di K.W. Jeter: una storia intensa che ci ricorda i maestri del cyberpunk e dove ogni azione, ogni personaggio sembra fare il doppio gioco, in un intrigo che si risolve solo alla fine. Jeter è più che una promessa della fantascienza, e non esitiamo a raccomandare L’addio orizzontale ai nostri lettori come una storia «diversa» , forte e insolita, ma credibile e senz’altro avvincente come un romanzo hard-boiled.

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Axxter scosse il capo. — Mi sono perso da qualche parte. Tutta quella storia antica…

— Scusa. Non intendevo tenerti una lezione. È uno dei miei argomenti preferiti, tutto qua. Ogni tanto penso alla gente che si inseriva in quei dati… ce n’era così tanta, che non potevano essere tutti pagati. Qualcuno, forse la maggior parte — oh diavolo, magari tutti loro — dovevano aver creduto davvero in quella roba. Perché volevano crederci. Così non avrebbero dovuto occuparsi di tutti gli avvenimenti gravi e spaventosi che stavano davvero accadendo — Sai accese di nuovo la torcia, disegnando un cerchio sul treno con il fascio di luce. — Quindi, non potrai avere la chiave magica per entrare nei profondi segreti degli altri. Dovrai riuscire a cavartela con quello che sai già.

15

Non poté trattenersi dal ridere. Al pensiero di come erano andate le cose e davanti a quella morsa di denti intorno alla sua caviglia.

— Mi dispiace… — Axxter si asciugò gli occhi. La sua risata era riecheggiata selvaggiamente in quello spazio dal soffitto altissimo. — Mi sembra così divertente. Non solo sono seduto sulle informazioni che potrebbero salvarmi l’osso del collo, ma potrebbero anche far andare in mille pezzi tutto quello che c’è dall’altra parte. Voglio dire, roba simile avrebbe l’effetto di una bomba tra l’egemonia dell’Amalgama. Ho tutto chiaro in testa, ma non ho modo di usare queste informazioni. Alla fine, il loro megassassino mi scoverà, mi distruggerà e quella sarà la fine di tutto. Avrei anche potuto non trovare niente e evitare di scoprire cosa stava succedendo.

— È stato così male?

Axxter lo fissò. — Stai scherzando? Non posso chiamare la Folla Devastante e dirglielo, non è vero? Se li chiamassi, il megassassino dell’Amalgama mi localizzerebbe, mi piomberebbe addosso e sarebbe la mia fine… forse avrei il tempo per spiattellare ogni cosa, il che farebbe molto piacere alla Folla, ma a che cazzo mi servirebbe? Se invece salissi su questo mezzo e mi dirigessi direttamente dall’altra parte, senza rivelare alla Folla quello di cui sono venuto a conoscenza, sarebbe il loro megassassino a distruggermi. In qualunque caso, io sono un uomo morto.

— Quello di cui hai bisogno è un modo diverso per chiamare la Folla. Invece della linea telefonica.

Axxter grugnì. — Già, peccato che sia l’unico mezzo di comunicazione.

Una nota ironica nella voce di Sai. — Ne sei certo?

Tutte quelle allusioni lo innervosivano. — Sì, ne sono certo. Il satellite della Piccola Luna non passa da questa parte dell’edificio; staziona solo sulla zona del giorno. Altrimenti avrei potuto trasmettere dei segnali e farli rimbalzare, raggiungendo la Folla in questo modo. Ma siccome la Piccola Luna non orbita da questa parte, non si può fare.

— Cosa ne dici di usare qualcos’altro invece della Piccola Luna per far rimbalzare i segnali?

Axxter sospirò. — Mi stai tirando pazzo… non c’è niente altro.

— Forza, ragazzo… devi pensare alle formiche.

Forse non era lui quello che stava diventando pazzo. — Formiche? Di che cavolo stai parlando?

— Come nelle storie… se tu aiuti le formiche, loro poi ricambiano il favore. Forza, pensa ; a chi, una volta che sei riuscito a superare l’egoistico interesse solo per te stesso, hai mai fatto un favore? Eh?

Gli ci volle un attimo per ricordare. — Vuoi dire… l’angelo di gas? È a lei che ti riferisci? A che diavolo potrebbe servirmi?

— Potresti usarla per inviare un messaggio.

— Ah, già, certo; funzionerebbe benissimo. Facciamo fare il postino a un angelo; devi essere fuori di testa. Quanto credi che ci impiegherebbe per muoversi contro le correnti di vento da qui fino all’accampamento della Folla? Non ho tutto quel tempo: il megassassino è sulle mie tracce in questo momento. E poi me la immagino a entrare in quell’accampamento — se mai riuscissi a trovare un modo per farle capire dove si trova — con una mia lettera in mano; sono certo che non riceverebbe una grande accoglienza da quei ragazzi — Axxter scosse il capo disgustato. — Se questa è la tua idea per aiutarmi, puoi scordartela subito.

— Eccoci di nuovo: non stai pensando; non è affatto quello che intendevo. Dimostra un po’ d’immaginazione. Potresti usare l’angelo nello stesso modo in cui useresti la Piccola Luna: come un satellite, qualcosa su cui far riflettere i tuoi segnali per inviarli dove vuoi. Riflettici: la Piccola Luna non è altro che una superficie di metallo riflettente, sospesa nell’atmosfera. L’angelo è la stessa cosa, adesso che le hai innestato il biofoglio; certo, lei non ha tutte le attrezzature per la decodificazione che possiede la Picola Luna, ma il principio è identico. Tutto quello che devi fare è chiederle di stare ferma al posto giusto e sarai in grado di superare la curva dell’edificio e lanciare segnali che la Folla Devastante potrà ricevere. È semplice.

— Sì, è semplice! È roba da ingenui. Ti stai dimenticando di un piccolo particolare. I segnali che vengono trasmessi dalla Piccola Luna sono cifrati, in modo che raggiungano la persona con cui tu vuoi parlare. Non ci si può limitare a lanciare un segnale nell’aria e sperare che il tuo destinatario lo riceva.

Sai parlò lentamente, con pazienza. — Ma tu non devi fare questo. C’è un altro modo per comunicare con la Folla Devastante. Ricordi il lavoro che hai fatto per loro… tu ne controlli il segnale d’animazione, almeno fino a quando qualcuno come l’Atroce Amalgama non vi si sovrapporrà. E questa non è certo una delle loro preoccupazioni in questo momento. Tutto quello che devi fare è modificare il segnale d’animazione per incorporare, trasmettere e far riflettere sull’angelo il tuo messaggio che s’imprimerà sulle incisioni che hai fatto all’accampamento della Folla. Saranno in grado di leggerlo sul biofoglio; diavolo, potresti addirittura includere qualcuno dei filmati che hai trovato. Chiunque stia indossando il biofoglio su cui hai lavorato, verrà trasformato in uno schermo ricevente.

Axxter restò senza parole per un attimo. — È il piano più assurdo che abbia mai sentito in tutta la mia vita. Ci sono circa una dozzina di ragioni per cui potrebbe non funzionare. Devo dipendere da un angelo che dovrà restare immobile nella giusta posizione, sospeso nell’aria; la Folla potrebbe aver già sostituito il lavoro che ho fatto per loro — non ne erano rimasti propriamente entusiasti, ricordi? — quindi, anche nel caso in cui io riuscissi a trasmettere il messaggio, potrebbe non esserci nulla di adatto a riceverlo.

— Certo… — Sai non sembrava affatto turbato dalle sue obiezioni. — Non vuoi tentare, d’accordo. Non ti stavo offrendo un piano infallibile. Quello che ti sto dicendo è che si tratta dell’unica opportunità che hai. Certo, diversa dal restare rannicchiato e aspettare che il megassassino ti trovi.

— Sai, sono davvero stufo di gente che mi dice che non ho altra scelta. Mi sembra di averlo già sentito abbastanza.

— Hai un’idea più brillante? Sentiamola, allora.

Non ne aveva. La sua rabbia era che non ne aveva mai una migliore.

Sai aspettò che Axxter parlasse, mentre i secondi passavano lentamente, poi annuì. — D’accordo, ascolta… se davvero vuoi provare, devi muoverti in fretta: il megassassino ha delle grosse difficoltà a individuarti finché stiamo qui dentro, ma sulla superficie ti sarà addosso in un baleno. I suoi sensori sono programmati per questo. Quando usciremo, il messaggio dovrà già essere preparato e pronto a partire, così lo invierai non appena l’angelo sarà nella posizione giusta. Quindi siediti e comincia a elaborarlo immediatamente… sarà il tuo trampolino per la vita. Dev’essere sintetico, ma completo, e includere tutte le prove che hai trovato su quei nastri. Tu occupati di questo e io andrò a controllare il territorio tra qui e la superficie, in modo che non ci sia alcun contrattempo. — Accese la torcia e si allontanò. — Ci vediamo tra un po’.

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