Samuel Delany - Il tempo considerato come una spirale di pietre semipreziose

Здесь есть возможность читать онлайн «Samuel Delany - Il tempo considerato come una spirale di pietre semipreziose» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Город: Milano, Год выпуска: 1978, Издательство: Nord, Жанр: Фантастика и фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Il tempo considerato come una spirale di pietre semipreziose: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Il tempo considerato come una spirale di pietre semipreziose»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Il tempo considerato come una spirale di pietre semipreziose — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Il tempo considerato come una spirale di pietre semipreziose», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

— Può depositarle senza pericolo…

— Perché pensa che Maud mi stia dietro?

Cinque. Sei.

— Benissimo — dissi io.

— Mi lascia anche la valigetta? — chiese Arty.

— Chieda un sacchetto di carta ad Alex. Se vuole, posso mandarglieli…

— Dia qui.

Il ronzio si stava facendo più vicino.

Alzai la valigetta aperta. Arty vi pescò con tutt’e due le mani. Si cacciò la roba nelle tasche della giacca, nelle tasche dei calzoni: la stoffa grigia sporgeva ad angoli rigonfi. Si guardò a sinistra e a destra. — Grazie — disse. — Grazie. — Poi si voltò, e si affrettò a scendere dal pendio, con le tasche piene di una quantità di cose che adesso non erano sue.

Guardai su, tra il fogliame, per vedere la sorgente di quel rumore, ma non scorsi niente.

Mi chinai e aprii la valigetta. Aprii il compartimento dove tenevo le cose che appartenevano a me, e frugai in fretta.

Alex stava offrendo un altro scotch a Occhi Gonfi, e questi diceva: — Qualcuno ha visto Mrs. Silem? Cos’è quel ronzio…? — quando un donnone avviluppato in un velo di stoffa-che-sbiadisce arrivò vacillante e urlante tra le rocce.

Si copriva con le mani il volto velato.

Alex si spruzzò un po’ di soda sulla manica e l’uomo disse: — O mio Dio! Chi è quella?

— No! — strillò la donna. — Oh, no! Aiutatemi! — E agitava le dita grinzose, scintillanti di anelli.

— Non la riconosce? — Era Hawk che bisbigliava confidenzialmente a qualcun altro: — È Henrietta, la contessa di Effingham.

E Alex, che l’aveva sentito, si precipitò ad aiutarla. La contessa, però, si infilò fra due cactus, e sparì tra l’erba alta. Ma tutti gli invitati la seguirono. Stavano frugando invano tra i cespugli quando un gentiluomo quasi calvo, in smoking nero, cravatta a farfalla e fascia, tossì e disse, in tono molto preoccupato: — Mi scusi, Mr. Spinnel.

Alex si voltò di scatto.

— Mr. Spinnel, mia madre…

— Chi è lei ? — Quell’interruzione aveva sconvolto terribilmente Alex.

Il gentiluomo s’impettì e annunciò: — L’onorevole Clement Effingham. — E i suoi pantaloni vibrarono, come se lui si accingesse a sbattere i tacchi. Ma non riusciva a parlare. L’espressione si dileguava dal suo volto. — Oh, io… mia madre, Mr. Spinnel. Eravamo giù, all’altra sua festa, quando mia madre è apparsa all’improvviso molto turbata. È corsa qui… oh, le ho detto di non farlo! Sapevo che a lei sarebbe dispiaciuto. Ma deve aiutarmi! — E poi guardò in su.

Guardarono in su anche gli altri.

L’elicottero oscurava la luna, sotto gli indistinti parasoli gemelli.

— Oh, per favore… — disse il gentiluomo. — Andate a vedere! Forse mia madre è tornata giù. Devo — guardando rapidamente di qua e di là — ritrovarla. — Si precipitò in una direzione, mentre tutti gli altri si precipitarono altrove.

Il ronzio venne improvvisamente sincopato da uno schianto. Un ruggito, mentre i frammenti della plastica del tetto trasparente piovevano tra i rami, tintinnavano sulle rocce…

Riuscii a infilarmi in un ascensore: avevo già premuto il pollice sul bordo della mia valigetta, quando Hawk si lanciò in tuffo tra gli sportelli. La cellula fotoelettrica cominciò a riaprirli. Battei il pugno sul pulsante CHIUSURA PORTA.

Il ragazzo barcollò, sbatté con le spalle contro due pareti, poi recuperò il fiato e l’equilibrio. — Ehi, dall’elicottero scendono i poliziotti!

— Scelti personalmente da Maud Hinkle, senza dubbio. — Mi strappai dalla tempia l’altro ciuffetto di capelli bianchi. Lo misi nella valigia, sopra i guanti di plastiderma (grosse vene azzurre grinzose, lunghe unghie color corniola) che erano state le mani di Henrietta, e che stavano ripiegati sul sari di chiffon.

Poi ci fu il sussulto della fermata. L’onorevole Clement era ancora per metà sulla mia faccia quando la porta si aprì.

Grigio e grigio, con un’espressione assolutamente avvilita sul volto, The Hawk s’infilò tra gli sportelli. Dietro di lui, gli invitati ballavano in un padiglione ornato con magnificenza orientale (e sul soffitto c’era un mandala dalle sfumature mutevoli). Arty mi batté e premette CHIUSURA PORTA. Poi mi diede un’occhiata strana.

Mi limitai a sospirare e finii di togliermi Clem dalla faccia.

— Su ci sono i poliziotti? — chiese The Hawk.

— Arty — dissi io, affibbiandomi i calzoni — sembra proprio di sì. — La cabina acquistò velocità. — Mi sembra sconvolto quanto Alex. — Mi sfilai la giacca dello smoking, rivoltando le maniche, liberai un polso e strappai via lo sparato bianco inamidato con la cravatta nera a farfalla e lo cacciai nella valigetta insieme al resto; rivoltai la giacca, e mi infilai nello spinato grigio di Howard Calvin Evingston. Howard (come Hank) ha i capelli rossi (ma meno ricciuti).

The Hawk inarcò le sopracciglia pelate, quando mi tolsi la calvizie di Clement e scossi i capelli.

— Ho notato che non porta più nelle tasche quella roba ingombrante.

— Oh, è già stata sistemata — disse lui, burberamente. — È tutto a posto.

— Arty — dissi io, adattando la voce al tono baritonale, ingenuo di Howard, fatto apposta per destare fiducia — deve essere la mia inveterata presunzione a farmi credere che quei poliziotti del Servizio Regolare sono venuti qui apposta per me…

The Hawk ringhiò. — Non avrebbero pianto se avessero pescato anche me.

E dal suo angolo, Hawk domandò: — Hai il Servizio di Sicurezza qui con te, vero, Arty?

— E con questo?

— C’è un solo modo perché tu possa venirne fuori — mi sibilò Hawk.

Il giubbotto si era aperto per metà, sul suo petto devastato. — Se Arty ti porta fuori insieme a lui.

— Idea geniale — conclusi io. — Vuole che le renda un paio di tavolette da mille in cambio del servigio?

L’idea non lo divertiva. — Non voglio niente da lei. — Si rivolse a Hawk. — Voglio qualcosa da te, figliolo. Non da lui. Vedi, non ero preparato ad affrontare Maud. Se vuoi che tiri fuori il tuo amico, devi fare qualcosa per me.

Il ragazzo lo guardò confuso.

Mi parve di vedere soddisfazione sul volto di Arty, ma l’espressione divenne preoccupata. — Devi trovare un modo per riempire l’atrio di gente, e in fretta.

Stavo per chiedere perché, ma non conoscevo l’entità del Servizio di Sicurezza di Arty. Stavo per chiedere come, ma il pavimento mi premette contro i piedi e le porte si aprirono. — Se non ci riesci — ringhiò The Hawk a Hawk — nessuno di noi uscirà di qui. Nessuno di noi!

Non avevo idea di quello che avrebbe fatto il ragazzo, ma quando accennai a seguirlo nell’atrio, The Hawk mi abbrancò il braccio e sibilò: — Resti qui, idiota!

Tornai indietro. Arty teneva premuto il pulsante APERTURA PORTA.

Hawk corse verso la vasca. Si buttò dentro, diguazzando.

Raggiunse i bracieri sui tripodi alti quattro metri e cominciò ad arrampicarsi.

— Si farà del male! — bisbigliò The Hawk.

— Già — dissi io, ma non credo che lui afferrasse il mio cinismo. Sotto la grande conca di fuoco, Hawk stava armeggiando. Poi qualcosa si staccò. Qualcosa d’altro fece Clang ! E qualcosa d’altro ancora fiottò attraverso l’acqua. Il fuoco corse e arrivò alla vasca, turbinando e ruggendo come l’inferno.

Una freccia nera con la testa d’oro: Hawk si tuffò.

Mi morsi l’interno delle guance, mentre suonava l’allarme. Quattro individui accorsero attraverso il tappeto azzurro. Un altro gruppo arrivava dall’altra direzione, vide le fiamme, e una delle donne urlò. Esalai il fiato, pensando che il tappeto e le pareti e il soffitto dovevano essere incombustibili. Ma continuavo a dimenticare quell’idea, davanti a quei venti metri infernali.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Il tempo considerato come una spirale di pietre semipreziose»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Il tempo considerato come una spirale di pietre semipreziose» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «Il tempo considerato come una spirale di pietre semipreziose»

Обсуждение, отзывы о книге «Il tempo considerato come una spirale di pietre semipreziose» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x