«Vuoi un altro po’ di tè?» gli chiese Delanna, aggrottando la fronte.
«S-sembra che non riesca proprio a riscaldarmi,» si scusò Sonny.
Delanna pensò a cosa avrebbe potuto aiutarlo. «Non hai dell’alcol?»
«Ho un po’ di ambrosia,» rispose Sonny. «Andrò a prenderla.» Si tolse di dosso le coperte e si avviò verso la porta a piedi nudi.
«Non vorrai uscire di nuovo fuori?» gli chiese Delanna, terrorizzata da quell’eventualità. Iniziò ad alzarsi per andare a impedirglielo.
«No. Rimani lì,» replicò Sonny e poi si inginocchiò accanto al tappeto tessuto a mano appena dietro la porta. Lo sollevò, rivelando una botola, che aprì. Sotto di essa c’erano numerose file di bottiglie di ceramica verde. Sonny ne prese una, richiuse la botola, prese una tazza dalla credenza e tornò vicino al fuoco.
Si sedette accanto a Delanna, tolse il tappo della bottiglia e riempì la tazza di ambrosia, poi la tese verso Delanna.
«No, grazie,» rispose lei, pensando al sorso di ambrosia che aveva assaggiato nel saloon di Maggie. Poteva ancora sentirne il sapore. «È troppo amara per me.»
«Non la mia ambrosia,» replicò Sonny. Gliela offrì di nuovo, ma Delanna scosse la testa, e così la prese lui, bevendola a grandi sorsi, come aveva fatto con il tè. Delanna si chiese come facesse a sopportarne il gusto.
Sonny versò un altro po’ di liquido chiaro nella tazza. «L’ambrosia è servita,» commentò bevendo un altro sorso, ed era vero: la mano aveva smesso di tremare, i denti avevano smesso di battere. «Sei sicura di non volerne un po’? Questa è ambrosia di Milleflores.»
«Ne sono sicura,» rispose Delanna.
«Non è amara,» le assicurò Sonny. «È la mia ricetta speciale. Dolce come il miele.» Sollevò la tazza in un brindisi in onore di Ragazzone, che si era mosso di nuovo e adesso era sdraiato esattamente davanti al fuoco, con Cleo appollaiata al suo fianco. «Ecco perché ho un debole per le scimmie incendiarie: sono state loro a farmela scoprire.»
Bevve un altro sorso. «Il grande problema dell’ambrosia è sempre stato il suo sapore. Altrimenti sarebbe un prodotto perfetto per essere esportato su altri pianeti: occupa una massa e un volume molto minori delle palle di cannone e permette di ricavare un profitto maggiore. I lanzye potrebbero smettere di tirare avanti a stento, se fossero in grado di vendere un prodotto come l’ambrosia. Ma nessuno dei commercianti provenienti da altri pianeti è disposto a trattarla, per colpa del suo gusto amaro.»
Bevve un altro sorso di ambrosia. «E l’ambrosia è il liquore perfetto: non provoca nessuno dei danni al fegato causati dal whisky, non esistono i postumi della sbronza ed è impossibile ubriacarsi sul serio, qualsiasi quantità se ne beva. E poi viene metabolizzata molto rapidamente; due ore dopo averla bevuta, è possibile mettersi a lavorare con una scavatrice.» Bevve un altro sorso. «E non ha alcun effetto collaterale.»
Be’, forse uno ce l’ha , rifletté Delanna, osservandolo. L’ambrosia forse non era in grado di fare ubriacare una persona, ma di sicuro rendeva loquace Sonny. Aveva detto più parole negli ultimi cinque minuti di quante ne avesse pronunciate durante l’intero viaggio attraverso le Pianure di sale.
«Molti abitanti dei lanzye pensano che le scimmie incendiarie dovrebbero essere sterminate perché hanno l’abitudine di appiccare incendi. Be’, tre anni fa ne appiccarono uno nel mio fienile.» Scolò il fondo della tazza. «Tutti hanno una teoria su come eliminare il gusto amaro dell’ambrosia: bisognerebbe aggiungere miele, oppure erbe, distillarla, filtrarla, aggiungere la corteccia. Io pensavo che noi la pestassimo troppo presto dopo averla raccolta e così, tre anni fa, conservai alcune palle di cannone e le misi su una stuoia a maturare per un po’.»
«E le scimmie incendiarie diedero fuoco alla stuoia,» indovinò Delanna.
«Facendole bruciare completamente,» confermò Sonny. «Fino alla polpa. Io tentai di tagliare via le parti carbonizzate, ma anche l’interno era bruciato. Ricordo che ero così arrabbiato!»
«Non ne avevi altre da mettere a maturare?»
Sonny scosse la testa. «Avrei dovuto vendere l’intero raccolto ai commercianti solo per avere abbastanza denaro per…»
Si bloccò, ma Delanna sapeva cosa fosse stato sul punto dire, abbastanza denaro per pagare la retta della tua scuola.
«Be’, in ogni caso stavo per gettare via tutta quella roba,» proseguì Sonny, «ma poi immaginai che l’ambrosia che ne avrei ricavato sarebbe andata abbastanza bene per l’uso casalingo, se l’avessi distillata, invece di limitarmi a farla bollire, e così tagliai le parti bruciate e preparai un po’ di ambrosia. Era molto meno amara di quanto fosse di solito. Lo attribuii al fatto che le palle di cannone erano più mature, ma, il giorno seguente, quando vidi le scimmie incendiarie andarsene furtivamente…» Sorrise. «Ti confesso che provai la tentazione di mettermi a sbraitare contro di loro. Quando le vidi, mi chiesi se invece non fosse stato il calore a rendere meno amara l’ambrosia e così la preparai usando le parti che avevo buttato via ed ecco il risultato!» Sollevò la tazza di ceramica. «Dolce come miele. Mi bastò berne un solo sorso per convincermi a iniziare a risparmiare ogni centesimo per comprare un vero distillatore.»
E ti ci sono voluti tre anni per risparmiare i soldi per comprarlo , pensò Delanna, perché ogni centesimo veniva speso per le mie rette scolastiche, le mie feste e le mie scarpe con i tacchi alti. Si chiese se Sonny avesse rivelato a Serena la sua intenzione. Non era ancora arrivata a quel punto del diario della madre e non pensava che le avrebbe fatto piacere leggere le sue annotazioni. Poteva benissimo immaginare cosa aveva detto sua madre.
Sonny stava dicendo, «Ecco perché, quando quel giorno ti ho trovato nella macchia di arbusti reddsie, non ho voluto dare l’allarme e rischiare che una della scimmie venisse uccisa. Io devo loro molto.»
Rivolse un sorriso a Delanna. «Non dimenticherò mai lo spettacolo di te, circondata insieme a Cleo da quella banda di scimmie, che riuscivi a tenerle a distanza, anche se non sapevi che erano innocue. Volevano solo toccare i tuoi capelli. Erano così luminosi che sembravano essere fatti di fuoco. E io potevo capire come si sentivano.»
Tese la sua mano per sfiorarle i capelli, ma poi la lasciò cadere. «E così ho comprato il distillatore poco prima che tua madre morisse, ecco perché non avevo neppure un soldo quando sei venuta qui.»
«E perché ti trovavi a Grassedge,» commentò Delanna.
Sonny non rispose, Delanna si chiese se l’ambrosia avesse fatto effetto.
«Eri venuto a Grassedge per ritirare il distillatore, vero?» affermò.
Sonny abbassò lo sguardo verso la tazza. «Sì. In effetti, è stata una fortuna che tu sia arrivata con la navetta proprio quando Sakawa era pronto a consegnarmi il distillatore. Non avevo raccontato a nessuno dell’ambrosia bruciata o dell’ordinazione del distillatore, ma su Keramos mantenere un segreto è praticamente impossibile.»
«Lo so,» affermò Delanna: lo aveva imparato a proprie spese.
«Ma erano tutti così impegnati a spettegolare su di te che nessuno ha notato il distillatore.»
«Sono felice che il mio bagno nel sale sia servito a qualcosa,» commentò Delanna in tono secco. «E così distillerai l’ambrosia dal raccolto di quest’anno e la venderai ai commercianti provenienti da altri pianeti?»
«Il distillatore è troppo piccolo per distillare l’intero raccolto e la maggior parte di esso serve per fare andare avanti il lanzye e pagare i debiti contratti da tua…» Si interruppe. «Dopo che B.T. e io saremo riusciti a piantare il frutteto all’estremità settentrionale delle nostre terre, le cose diventeranno più facili e potrò prendere in considerazione l’idea di utilizzare una parte del raccolto per distillare l’ambrosia.»
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