Torwald fu il primo a ritrovare la voce. — Adesso siamo dentro di lui — mormorò.
All’esterno, la fiamma splendeva con sempre maggiore intensità, ed essi cominciarono a condividere le sensazioni di Sfera allo stesso livello telepatico mediante il quale soleva comunicare con loro.
Un senso di enorme esaltazione accompagnò la rigenerazione dell’entità divina. Nuova forza, nuova potenza la permearono e ben presto sarebbe stata in grado di lottare ad armi pari col suo avversario. Il tempo cessò di avere un senso per gli “spettatori”, come quando avevano rivissuto la storia delle Menti Stellari. Poi, d’ un tratto, l’esultanza di Sfera cessò.
— Il Guardiano è qui — annunciò Omero.
Ed ebbe inizio la battaglia.
Le due entità si aggredirono su diversi livelli contemporaneamente: lotte mentali, scontri di energia su innumerevoli stadi di realtà di cui solo pochi accessibili alla mente umana. Schermaglie psichiche si verificarono a livelli tali che gli Umani non potevano concepire né tantomeno tradurre in parole.
All’improvviso l’equipaggio dell’Angel si ritrovò al di fuori della Stella Nucleo, su un piano simile alla loro dimensione della realtà, nel fitto agglomerato di stelle del Centro. A tratti una stella divampava trasformandosi in una nova abbacinante, e ciò accadeva quando uno dei due esseri l’attirava per cercare sostegno. Gli Umani si rendevano conto che non era possibile — sebbene le stelle fossero così fitte — che ne esplodessero tante simultaneamente; ma in quella nuova dimensione della realtà tempo e velocità della luce erano diversi da come li conoscevano. Le nebulose si squarciavano come ragnatele nella violenza della battaglia. A quel livello le Menti non erano visibili, ma stavano compiendo una distruzione al centro della Galassia che sarebbe stata riscontrabile sulla Terra solo fra centomila anni. Un momentaneo slittamento del piano rivelò un “posto” dove i combattenti erano visibili sotto forma di due mostruose masse di colori che si urtavano senza fondersi.
Lo scontro divenne caotico, incomprensibile. Nell’esperienza collettiva dell’equipaggio della Angel si verificò un nuovo sviluppo: cominciarono ad apparire immagini tratte dalla loro mente inconscia. Per fare sì che lo svolgimento della battaglia risultasse sia pure marginalmente comprensibile, il loro inconscio le tradusse in immagini tratte dal mitico passato della Terra.
Su un’enorme pianura priva di caratteristiche come un pavimento di vetro, un essere in armatura combatteva a cavallo contro un drago le cui squame erano gemme e il cui alito era una fetida nebbia velenosa. Il collo del drago s’inarcò, le immani mascelle si spalancarono per azzannare il cavaliere, ma una lancia s’infilò tra le mascelle, e...
Un’altra pianura, ma coperta questa volta di ghiaccio e circondata da alte montagne. Si scorgeva di lontano una grande costruzione di legno e un arcobaleno s’inarcava come un ponte verso l’infinito. Sul ghiaccio c’era un uomo, un gigante barbuto con un occhio solo e l’elmo d’oro, che combatteva contro un lupo bavoso. Le nari del lupo sputavano fiamme e i suol occhi erano carboni ardenti. Nei punti dove la saliva gocciolante dalle sue zanne finiva sul ghiaccio si levavano nuvole di puzzolente vapore. Uomo e lupo continuavano a combattere, la lotta si trascinava all’infinito, perché l’armatura dell’uomo era incorruttibile e il corpo del lupo invulnerabile. Ma 1 uomo cominciò a stancarsi, scivolò, cadde all’indietro e il lupo gli fu sopra, con le zanne fiammeggianti come...
In una foresta di montagna c’era un orrendo dèmone, con la parte inferiore del corpo simile a quella di un bufalo d’acqua, e quella superiore umana. Aveva faccia di scimmia, con zanne e orecchie d’elefante e corna dì caprone. Reggeva scudo e lancia, e davanti a lui c’era una bellissima giovane che cavalcava un leone. La fanciulla aveva una corona in testa e dal torso le spuntavano dieci braccia: due reggevano spada e scudo, due tiravano l’arco, una brandiva un affilato disco d’acciaio, un’altra una frusta da elefanti, un’altra una campana, un’altra ancora una ciotola, un’altra una mazza e, l’ultima, una ruota da preghiera. Continuarono a combattere finché il dèmone non si accovacciò per spiccare l’ultimo...
Una scala gigantesca larga chilometri che si stendeva sopra e sotto l’infinito. Al centro della scala d’oro si vedevano due figure. Quella che sta più in basso è una creatura ripugnante, di forma instabile, difficile a distinguersi ma ciò nondimeno repellente. Quella più in alto, di aspetto umano, riveste un’armatura così brillante che abbacina la vista. Dalle sue spalle spuntano enormi e bellissime ali con le piume iridescenti. Il volto di questa creatura è umano, ma di una bellezza sovrumana; non è maschio né femmina, maestosa come la verità, fredda come la giustizia. Regge con ambo le mani una spada titanica con la lama di fuoco abbagliante. L’essere oscuro geme e si rattrappisce e scende. Invano tenta di risollevarsi, di risalire, ma viene sempre respinto, e si fa di attimo in attimo sempre meno minaccioso, s’indebolisce, si ritira più in fretta, vola, e infine...
Kelly tornò in sé con un sussulto. Stava seduto sul ponte dell’osservatorio, la schiena appoggiata al depolarizzatore. Si guardò intorno e vide che gli altri si scambiavano occhiate, perplessi e sbigottiti. I Viver ripresero il controllo dei loro corpi, ma erano diventati stranamente sottomessi. Solo Omero sembrava immutato, ma con un essere di quella fatta non si poteva mai dire.
— ÉE finita — disse la comandante. — Sfera ha vinto.
— Allah è grande — salmodiò Achmed ancora sbalordito. — Allah è Unico.
— E adesso? — chiese Torwald, con una voce così sommessa che Kelly stentò a riconoscerla.
Adesso io continuerò il mio compito.
— Ma hai vinto.
Solo questa piccola scaramuccia. La lotta continuerà ancora a lungo.
— Non l’hai ucciso?
Una Mente Stellare non può essere uccisa. Noi siamo immortali.
— Quindi, il tuo obiettivo non consiste nella distruzione del Guardiano.
Per niente.
— Qual è allora?
Devo riuscire ad assumere il controllo per un certo tempo, e poi lo dovrò curare.
— Sei uno psichiatra?
Sì, questa è la definizione umana più valida. Sono un guaritore. L’essere chiamato Guardiano è difettoso, come tutti quelli della sua specie. Si tratta di un problema ancora irrisolto. Tuttavia crediamo che si possa ottenere una guarigione definitiva. Un giorno lo catturerò e tornerà ad essere un’entità stabile.
— E noi? — chiese la comandante col suo solito senso pratico.
Voi siete il mio ultimo compito. Come già vi ho spiegato una volta, sono soltanto una piccolissima funzione della mente di Sfera, incaricata di mantenere i rapporti con voi. L’entità Sfera ignora tuttora la vostra esistenza. Ma la sua caratteristica principale è la giustizia. Voi l’avete aiutata, perciò io regolerò i conti con voi prima di lasciare questa sgradevole forma e riunirmi alla grande mente di Sfera.
Quando c’incontrammo, voi stavate raccogliendo i cristalli che mi racchiudevano. Tornerete a casa coi vostri cristalli. Avete impiegato qualche tempo per aiutarmi in questa missione, ma credo che i manufatti e le informazioni raccolte nel viaggio al centro della Galassia vi compenseranno del disturbo.
Infine, la cosa più importante di tutte. Questa: voi ora sapete che al centro della Galassia si trova una Stella Nucleo composta della materia primordiale dell’Universo. Il controllo di questa materia rende tutto possibile. Passeranno eoni prima che la vostra specie possa imparare a utilizzare la Stella Nucleo, ma quando avrete imparato, vi saranno aperte tutte le possibilità. Potrete sperare perfino di diventare esseri come me. Ora vi restituisco al vostro posto e al vostro tempo, perché il tempo non ha alcun valore nel Nucleo. Addio.
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