Frammenti di materia cominciarono a coagularsi, i più grandi attrassero i più piccoli, Gran parte del materiale d’origine era ormai ridotto a una sottile polvere che precipitò verso potenti centri di gravità. Polvere e frammenti di materia indifferenziata cominciarono ad assumere forme rozza-mente sferoidali. Corpi più piccoli entrarono in orbita di altri più grandi. I sistemi così formatisi si disposero in gruppi di milioni, e centinaia di milioni, miliardi e trilioni intorno a un centro di gravità ancora maggiore. Questi super-raggruppamenti si evolsero in lente e in ampie spirali, ma tutto era ancora avvolto in una nube di materia disintegrata.
Poi ebbe luogo la trasformazione decisiva. Le masse di materia cozzarono l’una contro l’altra con incredibile pressione, mentre la materia cercava con cieca intensità di raggiungere il centro di gravità. Le molecole si distrussero frantumandosi, anche gli atomi si compressero in modo tale che perfino le unità fondamentali non poterono più sopportare lo sforzo. E mentre avvenivano le reazioni, le masse più grandi, una per una, esplosero in un alone di fuoco. Adesso erano diventate stelle. Il primo alito di vento solare soffiò via le nuvole di polvere dai nuovi sistemi stellari. Comparve la luce del Cosmo, e invece della materia informe vi furono stelle e galassie, ancora vibranti sotto l’impeto dell’ immane esplosione che aveva creato l’Universo.
Al centro delle nuove galassie stavano avvenendo nuovi fenomeni che non obbedivano alle leggi del resto dello Spazio e che avevano avuto inizio quando la Massa Originale era esplosa.
Questi fenomeni erano le Stelle Nucleo.
Nell’esplosione originale, non tutta la materia fondamentale era esplosa in polvere e gas. Qualche concrezione della massa originaria era rimasta relativamente intatta generando i nuclei gravitazionali intorno a cui si erano formate le galassie. I nuclei esistevano nello spazio reale pur essendone estranei, e le loro leggi e i loro processi erano estranei a essi come quelli della Massa Originale. Erano troppo grandi, troppo massicci per poter esistere nello spazio reale. Limitazioni come massa, energia, tempo non si adattavano a quelle super-stelle. Nei loro caotici vortici, fra particelle in continuo movimento, cominciò a formarsi un altro e unico fattore: l’Intelligenza.
Nel cuore di una galassia gigantesca nacque una grande mente, inevitabile risultato di un adattamento ordinato di onde e particelle, una definitiva coerenza fra gli schemi fortuiti del resto del creato. L’immensa Stella Nucleo prese coscienza di sé, e poco dopo divenne consapevole dell’esistenza di un altro essere come lei.
Le grandi intelligenze delle Stelle Nucleo si conobbero fra loro. Le norme fondamentali dell’Universo erano loro palesi, ma se ne occuparono poco. Tutto quello che in seguito le specie inferiori nate dall’esplosione primordiale avrebbero chiamato conoscenza e cultura era già noto alle Stelle Nucleo. Ma anche così fra esse ce n’ era qualcuna che non si accontentava ancora, voleva di più, simile ai membri psicopatici di società future meno evolute.
Il Guardiano era uno di questi esseri. Già Stella Nucleo, luminosissima fra le menti luminose al centro di grandi galassie, bramava il potere, che le Stelle Nucleo non prendevano in considerazione dato che erano tutte dotate di potenza divina. Ma questo non bastava a quella che diventò Guardiano, perché ambiva a dominare le intelligenze sue simili.
Cercando di conquistare questo potere commise dei delitti, incomprensibili all’intelligenza umana, e gli altri furono costretti ad agire. Si combatté una battaglia di tali proporzioni e in condizioni così estranee al pensiero umano che basti dire una sola cosa: combatterono, altro gli uomini non potrebbero capire.
Il Guardiano, vinto e mutilato, fuggì.
La mente di una Stella Nucleo ebbe l’incarico di inseguirlo: era l’essere che un giorno sarebbe stato chiamato Sfera. Erano passati eoni da quando le menti stellari avevano imparato a distaccarsi dalle loro Stelle Nucleo e muoversi liberamente fra le galassie e in regni di altre dimensioni. Massa, energia, tempo erano cose su cui gli esseri stellari esercitavano un controllo quasi assoluto.
Sfera cercò, ma aveva una debolezza comune a tutte le menti stellari: lontana dalla sua Stella Nucleo si indeboliva. Lentamente, ma inevitabilmente, i suoi poteri diminuivano. C’era però un modo per rigenerare questi poteri. Sebbene solo nelle galassie più grandi le Stelle Nucleo avessero sviluppato l’intelligenza, quelle più piccole ritenevano nel loro nucleo blocchi di materia primordiale. Non avevano sopportato le tensioni enormi grazie a cui erano nate le Menti Somme, ma possedevano energia sufficiente per rigenerare una Mente Vagante.
Quando Sfera si sentì indebolire in modo critico dovette immergersi nella Stella Nucleo di una piccola galassia. Tuttavia Sfera una volta sbagliò i calcoli e finì in una Stella Nucleo già occupata dal Guardiano.
Fra i due si scatenò una lotta titanica. Sfera, allo stremo delle forze, non riuscì a prevalere, e dovette fuggire. Così, da inseguito, il Guardiano diventò inseguitore.
La battaglia durò eoni, secondo il computo umano, e la fuga altri eoni ancora. Finalmente, piuttosto che correre il rischio di essere distrutta se avesse incontrato troppo presto l’avversario, Sfera si nascose in un pianeta insignificante, dotato però dei materiali necessari.
Sfera si compresse fino a raggiungere la forma più pratica, e quindi s’incuneò in una lastra della sostanza più dura che riuscì a creare coi materiali a disposizione. Dopo molti miliardi di anni, la forza di gravità avrebbe inevitabilmente attratto il pianeta e la sua stella verso il centro. Ma si verificò un imprevisto: minuscoli esseri dotati di un piccolissimo barlume d’intelligenza trovarono Sfera: la sua attesa era finita.
— Incredibile! — esclamò Bert. — Una stella che pensa. Un essere capace di avvolgere intorno a sé un pianeta come se fosse una coperta e dormire per cento miliardi di anni.
Scrollò la testa stordito dalle incredibili implicazioni del fantastico racconto.
Del resto, tutti erano rimasti sbalorditi. Pareva che fossero passati eoni, invece non era trascorso un attimo. Mentre erano perduti nella visione avevano percepito il passare del tempo come lo concepiva Sfera: una percezione che rendeva alla dimensione temporale tutta la relativa esiguità del proprio valore.
— Bene — commentò Torwald. — Adesso cominciamo a capire.
Voi non siete in grado di capire, ma solo di afferrare un fugace barlume della nostra esistenza. Voi capite solo quello che è in grado di capire la mente umana.
— E adesso? — chiese la comandante.
La flotta è stata trasportata sul lato opposto a noi della Stella Nucleo. lo nutro la speranza che terrà occupato abbastanza a lungo il Guardiano da consentirmi di raggiungere la Stella così, quando mi troverà, avrò riacquistato energie sufficienti per combatterlo.
La comandante non era convinta. — E se non lo tenesse occupato abbastanza a lungo? Se non cadesse nel tranello?
In tal caso sarei condannato.
— E anche noi, incidentalmente, vero?
Certo.
— Quando si comincia?
Stiamo già accelerando verso la Stella, e la flotta ha già dato inizio all’attacco.
— E quando conosceremo l’esito?
Se vincerà il Guardiano, sarà come se non foste mai esistiti.
Mentre guardavano dalla cupola osservatorio, sebbene non ci fossero vibrazioni o rumori, né alcuna sensazione di movimento, la Stella Nucleo cresceva a vista d’ occhio. Il silenzio fu bruscamente rotto da un’esclamazione di Nancy:
— Che fine ha fatto Sfera?
Gli altri si voltarono per guardare verso il punto dove avevano visto Sfera per l’ultima volta e videro una nuvola fosca di fiamma multicolore che andava rapidamente espandendosi, finché non occupò tutto il compartimento, dando l’impressione di attraversare anche i corpi, senza alcun effetto o sensazione. Quando la nebbia svanì, la videro all’esterno, che circondava la nave e continuava a crescere.
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