Devan era felice di riconoscere che la causa di questo mutamento andava ricercata in Betty, che aveva chiesto di occuparsi di persona di Sudduth avendo compreso che il vecchio aveva bisogno di un po’ di affetto. Così lo andava sempre a trovare, portandogli buone cose da mangiare. Ai primi di novembre, Sudduth stava già decisamente meglio e spesso trascorreva ore e ore nella veranda, sulla sedia a sdraio, con un buon sigaro in bocca, contento di parlare con tutti quelli che lo andavano a trovare.
Ma la seconda settimana di novembre, a detta di Betty, le cose cambiarono.
— Eric guarda di traverso la gente — raccontò Betty a Devan — di notte non dorme bene, me lo ha detto l’infermiera.
La terza settimana dichiarò che voleva tornare dalla sua gente. Betty pregò Devan di andare da lui e di parlargli.
Devan lo trovò seduto nella veranda con un’aria preoccupata.
— È il mio dovere — spiegò a Devan, dopo che questi gli ebbe parlato in proposito. — Dio vuole che torni dalla mia gente.
— Ma quella vita non fa per voi — rispose Devan. — Non siete ancora guarito completamente.
— Non sono mai stato così in gamba — disse Sudduth, percuotendosi il petto, il che però, con suo visibile imbarazzo, lo fece tossire. — Comunque, ho deciso di andarmene.
— Fuori sta venendo l’inverno e, per giunta, un inverno molto rigido. Siete sicuro di desiderare veramente di andarvene?
— Quello che io desidero non ha importanza. Devo fare il mio dovere. Questo è tutto. — Guardò fuori dalle finestre le foglie che cadevano e: — Dio mi darà la forza.
— Ne avrete bisogno.
— Domani parto. Fatelo sapere per favore ai dottori e alle infermiere.
Il giorno dopo Devan gli portò all’ospedale una scatola di sigari e gli disse che lo avrebbe accompagnato fino all’uscita della città.
Quando furono fuori dall’ospedale, un vento gelato li accolse e furono obbligati a stringere bene i mantelli addosso.
Giunti al cancello, Sudduth porse a Devan il suo mantello e Devan fu sbalordito di vedere che sotto era completamente nudo.
— Non fate lo sciocco! — gli urlò. — Morirete di freddo!
— Non voglio che la mia gente si lamenti di una simile ingiustizia!
Quindi si allontanò, grottesca figura con una scatola di sigari sotto il braccio, procedendo a piedi nudi sul terreno.
Devan sapeva che non si sarebbe allontanato di molto. Infatti dopo un po’ lo vide ritornare. Era paonazzo per il freddo.
— Non sono più abituato a camminare — disse — ritenterò un’altra volta.
Devan gli tese il mantello e insieme ritornarono all’ospedale, dove Devan si affrettò a fargli bere qualcosa.
Per un po’ l’uomo fu scosso dai brividi, poi sollevando un braccio: — La mia scatola, per favore — disse, indicando la scatola di sigari — ho bisogno di un sigaro.
I tre bambini si rincorrevano in riva al mare, tra gli spruzzi d’acqua sollevati dai loro piedi nudi. La bambina stava davanti e i due maschietti dietro. Ridevano e correvano lasciando le loro impronte sulla spiaggia.
Infine, stanchi, si diressero verso il prato e vi si abbandonarono ansimando, senza però smettere di ridere.
— Ho corso troppo — disse Don. — Avresti dovuto lasciarti prendere, Sally, e non avresti dovuto farci correre in questo modo.
— Vorrei che Don e io si potesse volare — disse Ralph — allora sì che ti avremmo preso, non è vero, Don?
— Però non è entrata nell’acqua. Le ragazze non sanno nuotare bene.
— Ma io sì — ribatté Sally — potrei farvelo vedere subito.
— Non farti sorprendere da papà, Sally — disse Ralph.
— Certamente — disse Don — ne sono convinto.
— Donny Tooksberry e tu, Ralph, smettetela ora e vi racconterò una storia.
— Che razza di storia?
— Una che parla di cosa c’è là dietro? — e il braccio di Don indicava l’orizzonte.
— Voglio sentire qualcosa di nuovo. Sally. So già tutto dell’Ago e di quando papà incontrò mamma e come…
— Lascia che racconti…
— Non volevo parlarvi di questo — disse Sally.
— A ogni modo non è vero. È una fiaba.
Sally si volse verso Ralph e lo fissò. — Ralph, come osi dire queste cose? Sai benissimo che è vero! Vuoi che papà e mamma ci dicano bugie?
— Senti — disse Don — nemmeno io ci credo molto. Come fai a credere quello che dicono delle costruzioni?
— Ma mio padre è “ingegnere” — disse Sally — e per diventare ingegnere si studia anni e anni, dopo uno è capace di fare delle costruzioni come quella che papà fa ora o… o come quell’Ago che sta fabbricando.
— Ho sentito mamma raccontare a Sally tutte queste cose, Donny.
Don piegò le labbra: — Avete mai visto una costruzione come quella di cui parlano?
— Non è necessario — disse Sally. — E allora cosa dire delle automobili, della televisione, dei fonografi e dei gelati? Abbiamo solo visto alcuni quadri con queste cose, al museo d’arte.
— Io le ho imparate a scuola quelle cose lì.
— Hai anche imparato altre cose, Don?
— Stavo scherzando — Don sorrise.
Sally stava distesa sull’erba, e guardava lontano verso l’orizzonte. — Noi siamo venuti da là — disse.
— Cosa non darei per vedere un aeroplano — disse Don — uno piccolo piccolo, ma vero.
— Cosa ne diresti di uno a reazione? — chiese Ralph, emettendo un sibilo e muovendo le mani come se fossero aeroplani.
— Oh, un giorno o l’altro, anche noi avremo tutte queste cose — rispose Don.
— Quando torniamo?
— Torneremo, dice il mio papà — fece eco Ralph.
Tutti e tre guardarono la grande distesa d’acqua.
— Staremo sempre insieme, da qualunque parte si vada, vero? — chiese Don.
— Certo. Io voglio provare ad andare in aeroplano. Uno a reazione; forse riuscirò a volarci.
— Mi chiedo — disse Sally, tenendosi il mento tra le mani — come sarà “là”.
Don si alzò e mise le mani a visiera sugli occhi.
— Che fai? — gli chiese Sally.
— Guardo.
Anche Sally guardò, ma non vide niente.
— Là — disse Don, indicando un punto sull’acqua.
— Cos’è?
— Andiamo giù a vedere?
— No — urlò Ralph — non andiamo laggiù.
— Avanti, vieni — gli disse Don — ti terremo d’occhio noi.
Scesero verso la spiaggia e arrivarono in riva all’acqua, dove galleggiava una piccola cosa pelosa. Don si avvicinò e la sollevò dall’acqua.
— È un coniglio — disse Ralph.
— Già — disse Don.
— Un momento — Sally esaminò più attentamente la bestiola. — Non vedete niente di strano in questo coniglio?
Don guardò, poi disse: — Qualcuno gli deve aver tagliato la coda.
— Un buffo coniglio — disse Ralph — senza coda.
Gli azzurri occhi di Sally erano pieni di curiosità. — No, non è che gli abbiano tagliato la coda. Sembra che, invece della solita lunga coda dei conigli, questo qui abbia solo questa cosa rotonda in fondo.
— E come mai?
— Ma, non lo so.
— Be’, andiamocene a casa — disse Ralph. I tre si allontanarono dando un’ultima occhiata al coniglio.
— I bambini sono a casa? — chiese Devan, entrando. Quindi posò il foglio delle “Notizie” della Nuova Chicago su un tavolo e si avvicinò a Betty per darle un bacio. Si sedette poi nella sua poltrona e accese una sigaretta.
— Credevo che fossero loro che stavano rientrando — disse Betty, dando un’occhiata fuori dalla finestra. — Sono stati via quasi tutto il pomeriggio con Don Tooksberry, giù alla spiaggia. Che notizie ci sono?
Devan diede una rapida scorsa ai titoli del giornale e concluse: — Niente di sensazionale. Ho avuto molto da fare oggi.
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