— Un milione di dollari. Ma è un sacco di soldi. Di che esperimento si tratta?
— Non lo so.
— Non lo sapete? Ma non c’eravate?
La faccia di Beatrice Treat era tormentata. — Questo è il grave della faccenda, signor Traylor. Mi hanno chiesto solamente se avevate lasciato la città. Il verbale della seduta è stato successivamente stilato dalla signorina Faversgam.
— Chi ha chiesto se avevo lasciato la città?
— Il signor Orcutt.
— Le cose stanno così, dunque. Prima di tutto si assicurano che io sia via e poi indicono la riunione, facendo in modo però che voi non siate presente per non darvi la possibilità di riferirmi l’accaduto. Ma se non eravate là, come avete fatto a sapere quello che hanno detto?
— Be’…
Devan non insistette. Sapeva che sarebbe stato un er rore indagare sui suoi informatori. — A ogni modo, la faccenda si va facendo ogni minuto più interessante. Che cosa avete scoperto ancora?
— La riunione si è tenuta lunedì. Da quanto ho saputo, l’intera faccenda è segreta. Non so che altro sia successo, ma so che hanno approvato la spesa. Si interruppe un momento per bere un sorso di cognac. A Devan sembrò che le facesse molto piacere potergli dire quelle cose. Il cognac aveva su di lei un effetto energico: la rianimava e le ridava sicurezza. Devan la osservò con calma, lasciò che i lineamenti del suo volto si distendessero ulteriormente, cosciente che sarebbe stato inutile e inopportuno sollecitarla oltre misura.
— Ah. dimenticavo di dire che c’era anche Sam Otto.
— Così, eh? — Devan si batté la fronte. — Sam Otto! Quel dannato imbroglione! Non ditemi che hanno accettato uno dei suoi progetti!
— Non lo posso dire con certezza, ma so che spenderanno un milione di dollari e che Sam Otto era con loro.
— La situazione è più grave di quanto pensassi, Beatrice. Lasciar fare a un truffatore cóme Sam! — Accese una sigaretta mentre i suoi muscoli erano tutti tesi in una specie di dolorosa ribellione al solo pensiero di Sam Otto. Aveva messo il suo visto su una dozzina di progetti di Sam Otto, il piccolo Sam Otto dalla rotonda faccia innocente e dal sigaro sempre spento tra le labbra. Sam aveva di solito una provvigione del cinque per cento sull’affare concluso. Ciò significava che in quell’occasione avrebbe guadagnato cinquantamila dollari!
— Già, signor Traylor. Sam Otto era là prima del tempo.
— Non perde nessuna occasione, lui.
— Con Sam Otto c’era un certo dottor Costigan, lo scienziato cui andrà il denaro.
— Non parlate con tanta sicurezza, signorina Treat! Nessuno avrà il denaro. Abbiamo i nostri uomini e il nostro laboratorio. Orcutt deve essere impazzito! Mi domando persino se questo dottor Costigan esiste!
— Vi ho appena detto che era là.
— Lo so. Ma scommetto che è un qualunque Sam che Orcutt ha scovato chi sa dove, e a cui ha pagato una sommetta per la sua prestazione.
— Aveva un’aria per bene.
Devan sorrise. — Non conoscete Sam Otto e i suoi maneggi. Gli devo dar credito, sia che abbia aspettato fino a che io fossi fuori città o che abbia fatto aspettare Orcutt. È tutto quanto avete da dire?
La segretaria finì il cognac. Devan osservò con piacere che i suoi occhi grigi erano più luminosi del solito e le sue guance colorite.
— Non proprio — rispose. — In ufficio si mormora che questo dottor Costigan stia lavorando in una costruzione a sud del Loop. Dicono che si lamenti che i nostri laboratori non siano abbastanza grandi.
— Naturalmente. Per questo esperimento sballato possono spendere tutto quel denaro e togliersi di mezzo dalla “Inland”. Costigan… — Per un momento il nome gli restò sospeso nella mente. Dopo tutto ci poteva esser un dottor Costigan, ma non gli riusciva di ricordarlo nel campo della fisica elettronica.
— Che razza di esperimento si pensa che stiano organizzando?
Beatrice Treat guardò nel suo bicchiere vuoto. — A me sembra uno scherzo, ma ho sentito dire che prima ci fu una lunga discussione tecnica e quindi aprirono un disegno che sembra raffigurasse un’astronave.
— Un’astronave? E che cosa vuol farne la “Inland Electronic” di un’astronave?
— È quello che mi continuo a chiedere.
— Perché mai non mi avete parlato di queste cose al telefono?
— L’avrei voluto, signor Traylor, credetemi. Ma proprio non potevo parlare di quella astronave. È così sciocco. E per di più, non so se è vero.
— Del milione di dollari almeno potevate parlare.
— Ma voi mi avreste certamente chiesto a che cosa sarebbe servito e sarei stata costretta a parlarvi di astronavi. No, proprio non potevo farlo.
— Ho capito. — Si passò una mano fra i capelli. Stava cercando di vedere come si potesse dare un aspetto concreto alla questione, separando ciò che era realtà dall’invenzione.
— Che cosa farete?
— Non lo so. — La cosa era solamente arrivata al Comitato esecutivo. Si rallegrava di ciò. Certamente gli altri non avrebbero perso tempo per indire una riunione del Consiglio; e lui era arrivato giusto in tempo per questo. Non sapeva quale risultato potesse avere un suo ricorso scritto contro la decisione del Comitato esecutivo, anche se ne era membro. Ci sarebbe voluto un avvocato per spiegarlo. A ogni modo bisognava fare “qualcosa”. Doveva assolutamente assicurarsi che Sam Otto non venisse in possesso del denaro.
— Può darsi — disse — che faccia scoppiare una bomba in ufficio.
Lei lo guardò con aria così visibilmente preoccupata che Devan fu costretto a sorridere.
— Be’, non proprio. In fondo non penso che vogliano spendere un milione di dollari per un’astronave, non credete?
— Lo credo anch’io.
— E poi, per la costruzione di un’astronave ci vorrebbe anche più di un milione di dollari. È una faccenda sballata, signorina Treat. Domattina, per prima cosa, abborderò Orcutt.
Devan aveva appena chiuso dietro di sé la pesante porta del suo ufficio quando gli apparve il volto di Edmund Orcutt.
A Orcutt non sfuggiva quasi mai niente e Devan ebbe quindi la certezza che fosse già informato della sua presenza. Se lo vide venire incontro con un sorriso sincero sul viso amichevole e per nulla stupito, almeno apparentemente, di vederlo lì.
— Benone, Devan — esclamò il vecchio con calore, lasciandosi alle spalle il corridoio che portava ai vari uffici esecutivi e avvicinandosi a passi silenziosi per via del tappeto che copriva l’atrio. — Che sorpresa!
Devan lasciò che gli stritolasse la mano come se non si fossero visti da un anno. Era uno dei principi di Orcutt questo della mano, convinto com’era che non si può mai sapere il momento in cui la mano che voi stringete oggi può divenire la mano che vi aiuterà domani. E Devan, sia pure controvoglia, doveva ammettere che più di una volta questa tattica aveva funzionato a favore della “Inland”; non si poteva davvero criticare la cerchia di amici influenti di Orcutt.
— Credevo che foste in Florida e proprio l’altro giorno ho chiesto alla signorina Treat se eravate partito. Mi disse infatti di sì.
Mentre parlava mise un braccio intorno alle spalle di Devan, guidandolo verso il corridoio. Si girò per un momento verso la segretaria che era nell’ufficio esterno. — Il signor Traylor e io vogliamo essere lasciati in pace, signorina Templeton.
Quando furono entrati nell’ufficio tutto rivestito in noce, Orcutt chiuse la porta e disse: — Che diavolo vi ha preso di tornare, ragazzo mio? Col tempo orribile che fa! — Si lasciò andare nella sua poltrona di cuoio e sorrise amichevolmente a Devan, dondolandosi lievemente.
— Lo sapete maledettamente bene perché sono tornato, Ed!
Orcutt sospirò, si mosse in avanti e cominciò a riempire la pipa.
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