Bob Shaw - Cosmo selvaggio

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Cosmo selvaggio: краткое содержание, описание и аннотация

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Un’astronave stellare da esplorazione spedisce su un pianeta sconosciuto sei moduli di atterraggio e ne vede tornare sette. Su quel pianeta c’и chiaramente “qualcosa che non va”… Ma nelle zone piщ remote e selvagge del Cosmo, si sa, le cose non vanno mai perfettamente lisce e gli esploratori devono sempre stare in guardia, devono sempre aspettarsi di tutto. Giustamente Bob Shaw ha messo in epigrafe alla strabiliante saga dell’astronave “Sarafand” questi memorabili versi di R. L. Stevenson: “Per il Cosmo strano e selvaggio me ne vado, da eterno straniero. Il mio amore sono le tue strade e i brillanti occhi del pericolo”.

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Gettò un’occhiata alla fila di poltroncine girevoli, facendo l’inventario di quelli che si apprestavano ancora una volta a balzare nell’ignoto, insieme a lui. Dei dodici presenti solo quattro, Victor Voysey, Sig Carlen, Mike Targett e Al Gillespie, erano veterani della Sarafand . Degli altri, qualcuno aveva fatto una breve esperienza su altre navi e i rimanenti, come nel caso di Christine Holmes, erano principianti.

Da un punto di vista ufficiale, la durata del servizio non faceva nessuna differenza: un nuovo venuto aveva praticamente la stessa paga e gli stessi diritti di un veterano; ma Surgenor si ostinava a credere che l’esperienza fosse importante, e avrebbe preferito che fra l’equipaggio vi fosse un numero maggiore di veterani. Gli venne in mente, mentre aspettava, che stava cominciando a preoccuparsi esageratamente dei fattori di rischio, una cosa che non gli era mai successa ai vecchi tempi. Era forse questa la ragione per cui aveva perso le staffe in maniera a lui così poco abituale, con Christine Holmes?

Un brivido di eccitazione attraversò la sala, mentre la curva e luminosa solidità del pianeta Delos spariva, provocando un brusco abbassamento di luce. Al suo posto, sullo sfondo stellato, era apparso un punto intensamente luminoso. Surgenor sapeva che in quell’istante avevano percorso mezzo anno-luce, mentre Aesop, immune dalla paura e dallo stupore, si stava preparando per il balzo seguente, che li avrebbe portati nelle profondità inesplorate dello spazio. La loro destinazione si trovava al di fuori dei confini della Via Lattea, un gruppo di cinque soli che brillavano come fuochi di sentinelle ai confini dello spazio intergalattico.

Anche su Delos, Surgenor era stato acutamente conscio della scarsezza di stelle nel settore del cielo notturno rivolto verso il nord galattico; ma ora si rese conto con un brivido che dopo il prossimo balzo non ci sarebbe stato più niente fra lui e il grande vuoto. La sala d’osservazione aveva due schermi emisferici: uno era pieno di stelle, i soli della galassia che si stavano lasciando alle spalle, mentre l’altro era quasi vuoto, tranne che per pochi puntini indistinti che rappresentavano i lontani universi isola. «La Bolla sta diventando troppo grande» pensò Surgenor a disagio. Certo, la sfera dell’attività umana si stendeva solo su un piccolo settore della ruota galattica, mentre la maggior parte del suo diametro e gli innumerevoli sistemi del mozzo giacevano al di là del suo dominio, ma nonostante questo un confine era stato raggiunto. Era il segno tangibile che la galassia era finita. E quell’essere irrequieto, chiacchierone e presuntuoso dell’Homo Sapiens aveva la passione dell’infinito…

— Ehi, Dave! — Victor Voysey, che gli era seduto a fianco, si chinò verso di lui, parlando a bassa voce.

— Ho appena avuto un battibecco con il sostituto di Marc. E c’è qualcuno che dice che è una donna…

— Ha passato dei brutti momenti — disse Surgenor, dando un’occhiata alla donna, qualche posto più avanti. Vista di profilo, la sua faccia appariva quasi scavata.

— Non lo metto in dubbio, ma… Cristo, le ho detto solo che non si può fumare nelle sale asettiche.

Surgenor trattenne un sorriso. — Attenzione, infinito… stiamo arrivando a sporcarti di cenere.

— Sei sicuro di star bene, Dave?

— Un giorno o l’altro, Victor, imparerai a non prendertela tanto se… — Surgenor si afferrò ai braccioli, mentre nel giro di due secondi il nucleo splendente del lontano sole di Delos spariva alla vista, per lasciare il posto a una cappa d’oscurità, in cui si muovevano nebulosi bagliori di luce, simili a lucciole, e questa veniva a sua volta sostituita da una diversa conformazione di puntini nebulosi. Alla fine, i due emisferi si riempirono di una folla di stelle, ammassate le une vicino alle altre e splendenti in ammassi stravaganti.

A Surgenor sembrò che il cuore smettesse di battergli, mentre si rendeva conto che qualcosa non aveva funzionato. Era del tutto inconsueto che una nave facesse tre balzi uno di seguito all’altro; e inoltre era chiaro che la loro posizione, qualunque fosse, non era ai confini dello spazio intergalattico.

— Dave? — Voysey parlò a voce bassa. — Cos’è stato, una gita di piacere?

— Una gita di piacere? — non poté fare a meno di ripetere Surgenor, tanto gli pareva improprio quel termine. — Spero di sbagliarmi, ma ho avuto l’impressione che… per un attimo… siamo stati “fuori”.

— Ma Aesop non lo farebbe mai. Lo dicono tutti i libri, che i flussi gravitonici sono troppo forti per mantenere il controllo di una nave. Voglio dire, se siamo usciti dalla galassia, non potremmo più…

— Ne parleremo dopo — disse Surgenor, accennando con la testa agli altri.

— Anche se c’è stato un guasto nei sistemi di guida, non sarà difficile ripararlo, e non è il caso di suscitare un’ondata di panico.

— Ma perché Aesop non fa una comunicazione?

— Forse pensa che non ne valga la pena. — Surgenor gettò un’occhiata lungo la fila di sedili, e vide che Carlen e Gillespie si erano alzati a metà e lo guardavano, come raggelati. — Andiamo nella mia cabina, e interroghiamo Aesop in privato. — Si avviò verso la porta della sala d’osservazione, seguito da Voysey, e a una certa distanza da Carlen e Gillespie.

— Ehi, voi, dove state andando? — La voce, carica di nervosismo e di tensione, era quella di Billy Narvik, un ragazzo di vent’anni, dalla barba rada, che era sulla Sarafand da tre viaggi.

— A farci una bevuta — disse Surgenor. — Ne abbiamo già visti un sacco di questi balzi stellari.

— Non cercare di darmela a bere, Dave… non hai mai visto niente di simile, prima. — Un mormorio preoccupato seguì le parole di Narvik, e in cuor suo Surgenor si augurò che il ragazzo tornasse a sedersi e tenesse la bocca chiusa.

— Che cosa credi di aver visto?

— Ho visto tre o quattro balzi, uno dietro l’altro. Prima ci sono state galassie, solo galassie, e adesso questa roba. — Narvik indicò con un gesto le stelle che li circondavano. — Questo non è il gruppo dei Cinque Soli.

— Tanto perché tu lo sappia, Billy — disse Surgenor, calmo — tu non hai visto nessuna galassia, e adesso non stai vedendo nessuna stella. È solo una proiezione fatta da Aesop a nostro beneficio. Niente di quello che si vede in questa sala corrisponde necessariamente a quello che c’è fuori dalla nave. — Ma di solito è così, no?

— Di solito. — Surgenor fece una pausa, cercando un’ispirazione. — Ma se il nuovo impianto di astronavigazione ha qualche difetto, può darsi che stiamo guardando una parte della memoria di Aesop.

Narvik fece una smorfia di derisione. — Anche un cieco si accorgerebbe che racconti balle, Dave. Aesop non ha nessuna memoria dello spazio intergalattico.

— Come facciamo a saperlo? Tutti i computer di astronavi fanno il punto in base alla ventina di galassie che formano il Gruppo Locale, e Aesop può simulare il loro…

— Stai cercando ancora di darcela a bere! Per chi mi hai preso? — Narvik si lanciò verso Surgenor, con gli occhi sbarrati. — Credi che sia scemo? — Sig Carlen e Al Gillespie lo afferrarono per le braccia, e il ragazzo cominciò a lottare. Gli altri osservarono la scena a disagio.

— Calmatevi, tutti quanti — ordinò Surgenor alzando la voce. -Anche se ci fosse stato qualche inconveniente nei sistemi di navigazione spaziale o beta — spaziale, Aesop ce lo comunicherebbe, e…

— Qui il controllo della Sarafand . Comunicato a tutti i membri dell’equipaggio. — Era la voce omnidirezionale di Aesop. — A causa di un grave guasto nel complesso di astronavigazione e di localizzazione, la Missione numero 837/LM/4002a è stata cancellata.

— Ci siamo persi! — gridò qualcuno. — Billy aveva ragione… ci siamo persi!

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