Филип Дик - Ma gli androidi sognano pecore elettriche?
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- Название:Ma gli androidi sognano pecore elettriche?
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Rick annuncio: «Esco dal giro».
«E che ti metti a fare?»
«Qualsiasi cosa. Polizze d'assicurazione, come quelle che doveva fare Garland. Oppure, magari emigro. Si», annui. «Me ne andro su Marte».
«Ma qualcuno dovra pur fare questo lavoro», gli fece notare Phil Resch.
«Possono sempre usare degli androidi. Sarebbe meglio che lo facessero i droidi. Io non ce la faccio piu; ne ho avuto abbastanza. Quella li era una magnifica cantante. Il pianeta avrebbe potuto goderne. E tutta una pazzia».
«Si, ma e necessario. Ricorda: per scappare hanno ucciso degli umani. E se non ti avessi tirato fuori da quella stazione di polizia, avrebbero ucciso anche te. Ecco perche Garland aveva bisogno di me; ecco perche mi ha mandato a chiamare. E Polokov? Non ha cercato anche lui di ammazzarti? E non ci ha quasi provato anche Luba Luft? Noi ci stiamo semplicemente difendendo; loro sono qui, sul nostro pianeta... non sono altro che degli alieni clandestini e omicidi che fingono li essere...»
«Poliziotti o cacciatori di taglie», completo la frase Rick.
«E va bene; sottoponimi al test di Bonelli. Forse Garland mentiva. Secondo me, non c'e dubbio: le memorie fasulle non possono proprio essere cosi perfette. E il mio scoiattolino?»
«Gia, lo scoiattolino. M'ero scordato dello scoiattolo».
«Senti, se sono un droide e tu devi ammazzarmi, puoi tenertelo tu il mio scoiattolo. Qua, te lo metto per iscritto, te lo lascio in eredita».
«I droidi non possono lasciare niente in eredita. Non possiedono niente da lasciare in eredita».
«E allora prenditelo e basta», concluse Resch.
«Forse», disse Rick. L'ascensore era ormai arrivato al primo piano; le porte si aprirono. «Rimani qui con Luba; faccio venire una macchina della polizia per farla portare al palazzo giustizia. Per l'analisi del midollo osseo». Vide una cabina telefonica, vi s'infilo, inseri una monetina e con mani tremanti compose il numero. Nel frattempo un gruppo di persone che era in attesa dell'ascensore si era raccolto attorno a Phil Resch al corpo di Luba Luft.
Era davvero una cantante stupenda, si disse Rick, riappendendo la cornetta alla fine della telefonata. Non capisco: come fa un talento del genere a essere una minaccia per la nostra societa? Ma la minaccia non era il talento, si disse; Era lei stessa. Come lo e anche Phil Resch, penso. Anche lui e una minaccia, esattamente nello stesso modo, per gli stessi motivi. Percio non posso ancora smettere. Uscito dalla cabina si fece largo tra la folla e torno da Resch e dalla figura prona dell'androide. Qualcuno aveva steso una giacca sopra di lei. Non era quella di Resch.
Avvicinandosi a Phil - che se ne stava un po' in disparte fumando con veemenza un piccolo sigaro grigio - gli disse: «Spero tanto che il risultato del test dimostri che sei un androide».
«Ma mi vuoi proprio male», esclamo meravigliato Phil Resch. «Cosi, di colpo; quand'eravamo su a Mission Street non mi volevi mica cosi male. Eh no, non mentre ti salvavo la vita».
«Comincio a vedere lo schema. Il modo in cui hai ammazzato Garland e poi il modo come hai ammazzato Luba. Tu non ammazzi come faccio io; non cerchi di... Diavolo! Adesso capisco. A te piace ammazzare. Tutto quel che ti serve e un pretesto. Se avessi un pretesto, ammazzeresti anche me. Ecco perche ti sei attaccato subito alla possibilita che Garland fosse un androide: lo rendeva disponibile come bersaglio. Mi chiedo che cosa farai quando non passerai il test di Bonelli. Ti ammazzerai da solo? A volte gli androidi lo fanno». Ma in effetti era un'eventualita molto rara.
«Si, me ne occupero da solo», disse Phil Resch. «Tu non dovrai far niente, a parte sottopormi al test».
Arrivo la macchina della polizia; due agenti saltarono fuori, si avvicinarono, videro la folla che si era radunata e si fecero largo tra di essa. Uno di loro riconobbe subito Rick e lo saluto con un cenno del capo. E cosi, adesso possiamo andare, si rese conto Rick. Il nostro compito qui e finito. Era ora.
Mentre si dirigevano a piedi verso il teatro dell'opera, sulla cui terrazza avevano lasciato l'auto, Resch gli disse: «Ora ti consegno la mia torcia laser, cosi non ti dovrai preoccupare di come reagiro dopo il test. Riguardo alla tua sicurezza personale». Gli porse la torcia e Rick la prese.
«Come farai ad ammazzarti senza un'arma? Voglio dire, se non dovessi passare il test», chiese Rick. «Tratterro il fiato».
«Cristo santo!» esclamo Rick, «Non e possibile».
«Non c'e mica il passaggio automatico al nervo vago negli androidi», spiego Phil Resch. «Non e come negli umani. Non te l'hanno spiegato quando ti hanno addestrato? A me l'hanno insegnato anni fa».
«Si, pero, morire in quel modo!» protesto Rick.
«Non si sente mica dolore. Che c'e di strano?»
«E che...» fece un gesto. Non riusciva a trovare le parole giuste.
«Non credo proprio che saro costretto a farlo», disse Phil Resch.
Insieme salirono in ascensore sulla terrazza del teatro dell'Opera e raggiunsero l'aereomobile che vi era parcheggiata.
Scivolando dietro al volante e chiudendo la portiera, Phil Resch disse, «preferirei che usassi il test di Bonelli».
«Non posso. Non so come valutarlo». Dovrei fidarmi della tua interpretazione deirisultat, si rese conto Rick. Ed e una cosa da escludere a priori.
«Pero mi dirai la verita, vero?» chiese Phil Resch. «Se risulto essere un androide me lo dirai, vero?»
«Certo».
«Perche lo voglio proprio sapere. Lo devo sapere». Phil Resch si riaccese il sigaro, si sposto nel sedile avvolgente della macchina per mettersi piu comodo. Evidentemente qualcosa, pero, glielo impediva. «Ma ti piaceva veramente quel quadro di Munch che Luba Luft guardava?» chiese poi. «A me non diceva niente. L'arte realista non mi interessa; a me piacciono Picasso e...»
«Puberta e del 1894», taglio corto Rick. «All'epoca c'era solo il realismo; devi tener conto di questo».
«Si, pero, l'altro quadro, quello dell'uomo che si tiene la testa tra le mani e grida... quello non era mica tanto figurativo».
Rick apri la valigetta e tiro fuori la sua apparecchiatura per fare il test.
«Complicato», osservo Phil. «Quante domande devi fare prima di poter prendere una decisione?»
«Sei o sette». Porse a Phil Resch il sensore adesivo. «Attaccatelo sulla guancia. Spingi bene. E questa lucetta...» gliela punto nell'occhio, «questa rimane a fuoco sulla tua pupilla. Non ti muovere; tieni l'occhio piu fermo che puoi».
«Fluttuazioni dei riflessi», disse acutamente Phil Resch. «Ma non quelle determinate dallo stimolo fisico; non misuri l'intervallo, per esempio. Ma la reazione alle domande; quella che si chiama reazione di difesa».
«Credi di poterla controllare?»
«No davvero. Con il tempo, forse. Ma non l'ampiezza iniziale; quella e fuori dal controllo conscio. Se non fosse per...» s'interruppe. «Spicciati. Sono un po' teso; scusa se parlo troppo».
«Puoi parlare quanto ti pare», rispose Rick. Puoipure parlare fino a seppellirti da solo, disse tra se e se. Se proprio ti va. A lui non gliene fregava niente.
«Se risulto essere un androide», continuo a dire Phil Resch, «la tua fede nel genere umano subira un rafforzamento.
Ma siccome non credo che andra cosi, ti suggerisco di cominciare a farti un quadro ideologico che giustifichi la...»
«Ecco la prima domanda», taglio corto Rick; l'apparecchiatura era ormai pronta e gli aghi dei due quadranti avevano cominciato a vibrare. «Il tempo di reazione e uno dei fattori di cui si tiene conto, percio cerca di rispondere il piu rapidamente possibile». Pesco dalla memoria la domanda iniziale. Il test era cominciato.
Alla fine, Rick rimase per un bel po' in silenzio. Poi comincio a raccogliere l'apparecchiatura e a rimetterla nella valigetta.
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