Филип Дик - Ma gli androidi sognano pecore elettriche?

Здесь есть возможность читать онлайн «Филип Дик - Ma gli androidi sognano pecore elettriche?» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Год выпуска: 1996, Жанр: Фантастика и фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Ma gli androidi sognano pecore elettriche?: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Ma gli androidi sognano pecore elettriche?»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Ma gli androidi sognano pecore elettriche? — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Ma gli androidi sognano pecore elettriche?», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Come sempre, la terrazza del suo palazzo, cosparsa di rifiuti e deserta, lo depresse un po'. Passando dalla macchina all'ascensore, cerco di attenuare la sua visione periferica; si concentro sulle preziose cose che portava, la bottiglia e la busta, assicurandosi solo di non inciampare in qualche detrito e finire nella disperazione economica piu nera e ignominiosa con un ridicolo capitombolo. Quando la cigolante cabina dell'ascensore arrivo vi sali e scese non al suo piano, ma a quello di sotto dove ora abitava Pris Stratton, la nuova inquilina. Dopo pochi secondi era gia davanti alla sua porta e bussava con la bottiglia, mentre in petto il cuore gli andava in pezzi.

«Chi e?» La voce della ragazza era attutita dalla porta eppure si sentiva chiaramente: aveva un tono spaventato, ma acuto come una lama.

«Sono J.R. Isidore», disse allegramente, adottando il tono sicuro recentemente acquisito grazie al videofono del signor Sloat. «Ho qui alcuni articoli allettanti e credo che potremmo mettere insieme una cenetta piu che ragionevole».

La porta s'apri, seppur di poco; Pris, con il buio alle spalle, scruto la penombra del corridoio. «Ha la voce un po' diversa», disse. «Piu adulta».

«Oggi al lavoro ho dovuto sistemare un paio dei soliti problemi. Niente di eccezionale. Se m-magari m-mi fa entrare...»

«Me li racconti». Comunque, la ragazza apri quel tanto la porta da lasciarlo passare. Poi, vedendo quello che portava, lancio un'esclamazione di sorpresa; il volto le s'illumino di una gioia esuberante, da folletto. Ma quasi subito, senza alcun preavviso, un'amarezza mortale le trasformo i lineamenti e le si raggrumo in faccia come cemento. La gioia era svanita.

«Che c'e?» chiese lui; s'affretto a portare la busta e la bottiglia in cucina, poso tutto sul tavolo e torno subito da lei.

Con voce atona Pris disse: «E roba sprecata per me».

«E perche?»

«Oh...» Si strinse nelle spalle e si allontano, senza una vera meta, le mani sprofondate nelle tasche della pesante gonna di antica foggia che indossava. «Magari una volta glielo spiego». Poi rialzo lo sguardo. «Ad ogni modo, e stato molto carino da parte sua. Ora, pero, vorrei che se ne andasse. Non mi va di vedere gente». Senza molta convinzione si sposto verso la porta d'ingresso; trascinava i piedi e pareva svuotata d'ogni energia, come se le sue riserve s'andassero rapidamente esaurendo. «Ah, lo so perche si sente cosi», disse lui.

«Ah si?» La sua voce, sterile e distratta, cadde ancor piu nello scoramento mentre riapriva la porta.

«E perche non ha amici. Sta molto peggio di quando l'ho vista stamattina; e perche...»

«Io ce li ho gli amici». Un improvviso tono d'autorita le irrigidi la voce; il vigore le ritorno in modo palpabile. «O almeno, li avevo. Sette amici. Almeno all'inizio, ma ormai i cacciatori di taglie hanno avuto modo di mettersi al lavoro e percio alcuni di loro - forse tutti - sono morti». Si sposto verso la finestra e fisso l'oscurita fuori, punteggiata qua e la da qualche luce. «Puo darsi che sia l'ultima rimasta tra noi otto. Cosi puo anche darsi che lei abbia ragione».

«Che cosa sono i cacciatori di taglie?»

«Ah, gia. Voialtri non dovreste saperlo. Un cacciatore di taglie e un professionista dell'omicidio a cui viene consegnato un elenco delle persone che deve ammazzare. Gli viene pagata una somma - mi pare che la tariffa attuale sia di mille dollari - per ognuna che riesce a far fuori. Di solito ha anche un contratto con il comune e percio riceve anche uno stipendio. Pero glielo tengono basso, in modo che ha un incentivo in piu per mettersi in caccia».

«Ne e sicura?» chiese Isidore

«Si», annui. «Vuoi dire se sono sicura dell'incentivo? Si, l'incentivo c'e. E poi, ci si diverte pure».

«Secondo me, si sbaglia», disse Isidore. Mai, in vita sua, aveva sentito una cosa del genere. Per esempio, Buster Friendly non ne aveva mai parlato. «Non e una cosa che s'accorda agli attuali principi etici del Mercerianesimo», le fece notare. «La vita e tutta uguale: "Nessun uomo e un'isola" come disse Shakespeare, tanto tempo fa».

«Veramente era John Donne».

Isidore era visibilmente agitato: «E la cosa piu brutta che abbia mai sentito. Ma non puo rivolgersi alla polizia?» «No».

«E danno la caccia anche a lei? Cioe, possono venire anche qui ad ammazzarla?» Adesso capiva perche la ragazza si comportava in modo cosi circospetto. «Per forza che ha paura e non vuoi vedere nessuno». Ma intanto pensava: Senz'altro si sbaglia. Deve essere matta, soffre di manie di persecuzione. Forse e una lesione cerebrale provocata dalla polvere; magari e una speciale anche lei. «Dovranno prima fare i conti con me».

«E come?» Sorrise, seppur debolmente; mise in mostra una dentatura bianchissima, minuta e regolare.

«Faro domanda per avere la licenza di portare una torcia laser. Non e difficile ottenerla, da queste parti dove non gira quasi nessuno; la polizia non pattuglia il quartiere - ci si aspetta che ognuno si difenda da solo».

«E quando e al lavoro?»

«Prendero un periodo di aspettativa!»

«E molto gentile da parte sua, J.R. Isidore. Ma se i cacciatori di taglie hanno beccato gli altri, se hanno beccato Max Polokov e Garland, Luba, Hasking e Roy Baty...» S'interruppe. «Roy e Irmgard Baty. Se sono morti anche loro, allora davvero non ne vale piu la pena. Sono i miei migliori amici. Chissa perche diavolo non si fanno vivi?» Impreco dalla rabbia.

Isidore rientro in cucina e tiro giu piatti, scodelle e bicchieri polverosi, da lungo inutilizzati; comincio a lavarli, lasciando scorrere l'acqua calda rugginosa finche non torno limpida. Ben presto arrivo anche Pris e si sedette al tavolo di cucina. Lui stappo la bottiglia di Chablis e divise le pesche, il formaggio e il tofu.

«Che cos'e quella roba bianca vicino al formaggio?» chiese lei, indicandola.

«E ricavata dal siero di soia. Vorrei tanto averne un po'...» s'interruppe e arrossi. «Una volta si mangiava mischiata alla salsa d'arrosto».

«Un androide», mormoro Pris. «Questo e un tipico lapsus da androide. Ecco come ci si tradisce». Gli si avvicino, rimase in piedi accanto a lui, poi, lasciandolo di stucco, gli cinse la vita con un braccio e per un istante si strinse a lui. «Assaggero una fetta di pesca», disse e con estrema cautela prese tra le lunghe dita una fettina rosa-arancio, liscia e vellutata. Poi, mentre la mangiava, si mise a piangere. Lacrime fredde le colarono sulle guance e andarono a infrangersi sul davanti del vestito. «Accidenti!» esclamo, furiosa. «Be'...» Si stacco da lui e comincio a camminare avanti e indietro nella stanza con passi lenti e misurati. «...Vede, noi vivevamo su Marte. Ecco perche m'intendo di androidi». La voce le tremava, ma riusci a continuare: evidentemente, avere qualcuno con cui parlare voleva dire molto per lei.

«E le uniche persone che conosce sulla Terra», intervenne Isidore, «sono i suoi amici ex emigranti?»

«Ci conoscevamo anche prima del viaggio. Una colonia vicina a Nuova NuovaYork. Roy Baty e Irmgard avevano una farmacia: lui faceva il farmacista e lei si occupava dei cosmetici, le creme e gli unguenti; su Marte si usano un sacco di prodotti dermatologici. Io...» esito, «io mi facevo dare diversi farmaci da Roy... Ne avevo bisogno, all'inizio perche... be', insomma, quel posto e tremendo. Tutto questo...» con un gesto violento indico la stanza, l'appartamento, «questo e niente, al confronto. Lei crede che io soffra perche mi sento sola. Diavolo! Su tutto Marte ci si sente soli. E molto peggio di qui».

«Ma gli androidi non vi tengono compagnia? Ho sentito la pubblicita che diceva...» Isidore si sedette e comincio a mangiare. Dopo qualche istante anche lei prese il bicchiere del vino. Lo sorseggio senza cambiare espressione. «Credevo che gli androidi fossero un po' d'aiuto».

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Ma gli androidi sognano pecore elettriche?»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Ma gli androidi sognano pecore elettriche?» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «Ma gli androidi sognano pecore elettriche?»

Обсуждение, отзывы о книге «Ma gli androidi sognano pecore elettriche?» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x