Array Карло Коллоди - Приключения Пиноккио / Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino

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Приключения Пиноккио / Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino: краткое содержание, описание и аннотация

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В книгу вошел сокращенный и упрощенный текст знаменитой сказки Карло Коллоди (1826–1890) «Приключения Пиноккио», повествующей об удивительных приключениях деревянного мальчика. Текст сказки сопровождается комментариями и упражнениями на понимание прочитанного, в конце книги расположен словарь, облегчающий чтение. Книга может быть рекомендована всем, кто продолжает изучать итальянский язык (уровень 2 – для продолжающих нижней ступени).

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– No: ha imparato da sé a borbottare qualche parola.

– Povera bestia!..

– Non perdiamo il nostro tempo a veder piangere un ciuco. Rimonta a cavallo, e andiamo.

Pinocchio obbedì senza rifiatare. Il carro riprese la sua corsa: e la mattina, sul far dell’alba, arrivarono felicemente nel “Paese dei balocchi”.

Questo paese non somigliava a nessun altro paese del mondo. La sua popolazione era tutta composta di ragazzi. I più vecchi avevano 14 anni: i più giovani ne avevano 8 appena. Nelle strade, un’allegria, un chiasso! Branchi di monelli dappertutto: chi giocava alle noci, chi alla palla, chi andava in velocipede: altri, vestiti da pagliacci, mangiavano la stoppa accesa: chi recitava, chi cantava, chi faceva i salti mortali, chi si divertiva a camminare colle mani in terra e colle gambe in aria: chi rideva, chi urlava, chi chiamava, chi fischiava. Su tutte le piazze si vedevano teatrini di tela, affollati di ragazzi dalla mattina alla sera, e su tutti i muri delle case si leggevano scritte col carbone delle bellissime cose come queste: viva i balocci! (invece di balocchi ): non vogliamo più schole (invece di non vogliamo più scuole ): abbasso Larin Metica (invece di l’aritmetica ).

Pinocchio, Lucignolo e tutti gli altri ragazzi, che avevano fatto il viaggio coll’Omino, appena ebbero messo il piede dentro la città, si ficcarono subito in mezzo alla gran baraonda, e in pochi minuti diventarono gli amici di tutti. Chi più felice, chi più contento di loro?

– Oh! che bella vita! – diceva Pinocchio tutte le volte che per caso s’imbatteva in Lucignolo.

– Vedi, dunque, se avevo ragione? E dire che tu non volevi partire! Se oggi ti sei liberato dalla noia dei libri e delle scuole, lo devi a me, ai miei consigli, alle mie premure?

– È vero, Lucignolo! Se oggi io sono un ragazzo veramente contento, è tutto merito tuo.

Intanto era già da cinque mesi che durava questa bella cuccagna di baloccarsi e di divertirsi le giornate intere, senza mai vedere in faccia né un libro, né una scuola; quando una mattina Pinocchio, svegliandosi, ebbe una gran brutta sorpresa.

Упражнения

1. Выберите правильный вариант:

1. Pinocchio è andato a cavallo del Nibbio.

2. Pinocchio è andato a cavallo del Colombo.

3. Pinocchio è andato a cavallo della Rondine.

4. Pinocchio è andato a cavallo della Farfalla.

2. Подберите синонимы:

dorso ____________

garbatezza ____________

costa ____________

vergogna ____________

babbo ____________

brocca ____________

elemosina ____________

ciuco ____________

3. Выберите нужный глагол:

Non ____ il nostro tempo a veder piangere un ciuco.

1. troviamo

2. cerchiamo.

3. perdiamo

4. diamo

4. Выберите нужный предлог:

per – a – di – in – da

1. Difatti andò subito __ cercarlo __ casa, __ invitarlo __ colazione, e non lo trovò.

2. Tutti i suoi amici e compagni __ scuola dovevano essere invitati __ il giorno dopo __ una gran colazione __ casa __ Fata.

3. Intanto era già __ cinque mesi che durava questa bella cuccagna __ baloccarsi e __ divertirsi le giornate intere.

4. __ queste parole bisbigliate, il burattino, spaventato più che mai, saltò giù __ groppa __ cavalcatura, e andò __ prendere il suo ciuchino __ il muso.

5. Ответьте на вопросы:

1. Perché Pinocchio non ha dato una mano al carbonaio?

2. Perché il burattino ha prestato aiuto a Alidoro?

3. Perché Pinocchio ha diventato ciuchino?

4. Dove sono andati Pinocchio e Lucignolo?

5. Raccontare il testo.

Ответы:

1. Pinocchio è andato a cavallo del Colombo.

3. perdiamo

4.1. a, a, per, alla. 2. di, per, a, in, della. 3. da, di, di. 4. a, dalla, della, a, per.

32. A Pinocchio gli vengono gli orecchi di ciuco, e poi diventa un ciuchino vero e comincia a ragliare

E questa sorpresa quale fu?

Ve lo dirò io, miei cari e piccoli lettori: la sorpresa fu che a Pinocchio, svegliandosi, gli venne fatto di grattarsi il capo; e nel grattarsi il capo si accorse…

Si accorse con suo stupore, che gli orecchi gli erano cresciuti più d’un palmo.

Voi sapete che il burattino aveva gli orecchi piccini. Immaginatevi dunque come restò, quando dovè toccar con mano che i suoi orecchi, durante la notte, erano allungati.

Andò subito in cerca di uno specchio, per potersi vedere: ma non trovando uno specchio, empì d’acqua la catinella del lavamano e vide quel che non avrebbe mai voluto vedere: vide, cioè, la sua immagine abbellita di un magnifico paio di orecchi asinini.

Cominciò a piangere, a battere la testa nel muro: ma quanto più si disperava, e più i suoi orecchi crescevano, crescevano e diventavano pelosi verso la cima.

Al rumore di quelle grida, entrò nella stanza una bella Marmotta, che abitava al piano di sopra: la quale gli domandò:

– Che cos’hai, mio caro casigliano?

– Sono malato, Marmotta mia, molto malato… e malato d’una malattia che mi fa paura! Te ne intendi tu del polso?

– Un pochino.

– Senti dunque se per caso avessi la febbre.

La Marmotta alzò la zampa destra davanti: e dopo aver tastato il polso a Pinocchio, gli disse sospirando:

– Amico mio, mi dispiace doverti dare una cattiva notizia!..

– Cioè?

– Tu hai una gran brutta febbre!

– E che febbre sarebbe?

– È la febbre del somaro.

– Non la capisco questa febbre! – rispose il burattino.

– Allora te la spiegherò io – soggiunse la Marmotta. – Sappi dunque che fra due o tre ore tu non sarai più né un burattino, né un ragazzo…

– E che cosa sarò?

– Fra due o tre ore, tu diventerai un ciuchino, come quelli che tirano il carretto e che portano i cavoli e l’insalata al mercato.

– Oh! povero me! – gridò Pinocchio pigliandosi con le mani tutt’e due gli orecchi, e tirandoli e strapazzandoli rabbiosamente.

– Caro mio, – replicò la Marmotta per consolarlo – che cosa ci vuoi tu fare? Oramai è destino. Oramai è scritto nei decreti della sapienza, che tutti quei ragazzi svogliati che, pigliando a noia i libri, le scuole e i maestri, passano le loro giornate in balocchi, in giochi e in divertimenti, debbano finire prima o poi col trasformarsi in tanti piccoli somari.

– Ma davvero è proprio così? – domandò il burattino.

– Pur troppo è così! E ora i pianti sono inutili. Bisognava pensarci prima!

– Ma la colpa non è mia: la colpa è tutta di Lucignolo!..

– E chi è questo Lucignolo?

– Un mio compagno di scuola. Io volevo tornare a casa: io volevo essere ubbidiente: io volevo seguitare a studiare e a farmi onore… ma Lucignolo mi disse: – “Perché vuoi tu annoiarti a studiare? perché vuoi andare alla scuola?… Vieni con me, nel Paese dei balocchi: lì ci divertiremo dalla mattina alla sera e staremo sempre allegri”.

– E perché seguisti il consiglio di quel falso amico? di quel cattivo compagno?

– Perché?… perché io sono un burattino senza giudizio… e senza cuore. Oh! Se avessi avuto un zinzino di cuore, non avrei mai abbandonata quella buona Fata, che mi voleva bene come una mamma e che aveva fatto tanto per me!.. e a quest’ora non sarei più un burattino… ma sarei invece un ragazzino ammodo, come ce n’è tanti! Oh!.. ma se incontro Lucignolo, guai a lui!

E fece l’atto di volere uscire. Ma quando fu sulla porta, si ricordò che aveva gli orecchi d’asino. Prese un gran berretto di cotone, e, ficcatoselo in testa.

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