Il tenente, con tutta probabilità, si chiedeva per quale motivo un civile fosse stato invitato a partecipare alla riunione. Riker si preparò ad assistere a una sfuriata del capo. Mallory l'avrebbe lasciato fare e poi avrebbe sganciato la bomba: la presenza del tenente Loman sul luogo del delitto di Natalie Homer.
Non c'erano sedie libere e Charles Butler, con la sua altezza, faceva sembrare persone e mobili innoque miniature. Si appoggiò alla parete, sperando così di apparire più piccolo. «Le incongruenze sono comprensibili.»
Il tenente sorrideva, con poca convinzione. «Dunque sei d'accordo con Mallory?»
Che sorpresa.
«Del tutto d'accordo» rispose Charles. «Lo spaventapasseri si basa su ricordi di vent'anni fa, probabilmente distorti. Se non altro ha un'idea di quante mosche c'erano sulla prima scena del delitto. Se ho capito bene, le ha portate in un barattolo.»
Coffey squadrò Mallory accusandola di aver violato il segreto d'ufficio, ma prima che potesse aprir bocca, Mallory disse: «È il nostro consulente psicologico. So quanto detesti lo strizzacervelli del dipartimento».
Il tenente annuì. Lo psicologo ufficiale della Crimini Speciali era un vero incompetente, che oltretutto stava antipatico a tutti. Un anno prima aveva offerto quel lavoro a Charles Butler, per poi scoprire che la città di New York non poteva permettersi uno psicologo con più di una laurea. «Peccato che non possiamo permettercelo.»
«Non è un problema.» Mallory tornò ad armeggiare con il mucchio di giornali. «Non può guadagnare altri soldi questo semestre.»
«Giusto» disse Charles. «Per via delle tasse. Sono a vostra totale disposizione, gratis.»
Tanta disponibilità insospettì il tenente.
Mallory piegò l'ultimo giornale della pila. «Qui non c'è niente su Kennedy Harper, e i giornalisti continuano a parlare di gioco sessuale a proposito di Sparrow. Come se si fosse trattato di un incidente. Charles pensa che questo spingerà lo spaventapasseri a commettere altri omicidi. Potrebbe succedere in qualsiasi momento.»
Riker capì che quell'opinione era una novità per il consulente psicologico. «Chiunque legga i giornali penserà che a essere in pericolo siano solo le prostitute» disse. «Dobbiamo organizzare una conferenza stampa.»
«D'accordo» disse Coffey. «Sportivamente, daremo alle aspiranti attrici almeno una possibilità di salvare la pelle.» Si voltò per guardare il regalo che gli aveva fatto Kathy Mallory, il consulente Charles Butler. «Diciamo che hai ragione sullo spaventapasseri, diciamo che è incazzato. Perché allora non chiama la stampa e non racconta come stanno veramente le cose?»
«È una mia impressione, ma credo che voglia mettere alla prova la polizia.»
«E sta già puntando la sua prossima vittima» disse Mallory. «Non c'è tempo da perdere.»
Coffey scosse la testa. «Non possiamo gettare nel panico tutte le donne bionde di New York, solo quelle che corrispondono al profilo delle vittime, e non dobbiamo accennare alla stampa del caso di Natalie Homer.» Si voltò verso Charles Butler. «Altre idee sullo spaventapasseri?»
«Io credo che fosse molto legato a Natalie Homer. Ha ripetuto il suo omicidio due volte.»
«Può darsi, ma è solo una teoria.» Coffey si rivolse ai detective: «Io metto Gary Zappata sulla lista dei sospetti».
Il pugno di Mallory si abbatté sul bracciolo della sedia. «Cosa diavolo…»
«Detective Mallory.» Il tenente sollevò la mano per zittirla. «Lo sapevi che suo padre era un detective? Proprio così, e anche Zappata voleva diventarlo.» Coffey si voltò verso Charles. «E quasi riuscito a farsi licenziare. Per questo il sergente Bell gli ha suggerito di entrare nei pompieri, nella squadra del capo. Così avrebbe potuto portare una pistola e giocare al detective.»
Riker annuì. Era tipico di Bell: cercare di farsi amico un poliziotto psicopatico.
«L'altra notte,» disse Coffey «Zappata è comparso sulla scena del delitto e ha preso in mano la situazione.»
Le unghie rosse di Mallory tamburellavano sul bracciolo. «Sicché Zappata impiccherebbe le donne per fare carriera.»
«Lasciami finire, Mallory.» Non era una richiesta. Coffey le stava ordinando di tapparsi la bocca. «Era presente anche sulla scena del delitto Harper. La sua faccia spicca tra la folla nelle fotografie.»
«Avrà intercettato la radio della polizia» disse Riker.
Il tenente lo ignorò. Si rivolse a Butler: «Dopo che ebbe lasciato la polizia fu giudicato capace di tornare armato di fucile per vendicarsi degli ex colleghi. Questo ti aiuta a inquadrare il personaggio». Coffey frugò tra le carte sul tavolo finché non trovò il rapporto che voleva. «Zappata è entrato in servizio nel momento in cui il pronto intervento riceveva la chiamata a proposito di Sparrow. La caserma dei pompieri si trova a due isolati dalla scena del delitto. Sono sorpreso che il loro cane non abbia fiutato l'incendio prima.»
«Stai dicendo che l'avrebbe impiccata e poi si sarebbe fatto due isolati di corsa fino alla caserma per crearsi un alibi?»
«Sì, Mallory.» Coffey fece una pausa, per sottolineare che qualunque forma di sarcasmo poteva essere considerata insubordinazione. «Quel nodo e una morte lenta gli hanno fatto guadagnare del tempo. Ma voleva che morisse.» Si voltò di nuovo verso Charles. «Secondo il rapporto dei colleghi, ha ostacolato gli altri pompieri che volevano tirare giù Sparrow.»
Riker osservò Mallory. «Potrebbe essere.» Ma in realtà intendeva: Vacci piano, o non riuscirai a far unificare i casi. Quando avrebbe tirato fuori la faccenda di Loman? La rivelazione le avrebbe fatto guadagnare l'attenzione del capo. Incrociò lo sguardo di Mallory, ma lei scosse la testa, poi si voltò verso Coffey. «Come avrebbe fatto Zappata a scoprire i particolari di un delitto di vent'anni fa?»
«Potrebbe avergliene parlato suo padre» disse Coffey. «Considera tutti i dettagli che non quadrano. Sapeva che c'erano delle candele, ma non sapeva quante. Sapeva che c'era un cappio, ma non sapeva di che tipo. Informazioni di terza mano. Vent'anni fa il padre di Zappata può aver avuto qualche contatto con uno dei poliziotti coinvolti. Stiamo verificando…»
«Non c'è stato nessun incendio nell'appartamento di Kennedy Harper. Se Zappata fosse…»
«Forse stava facendo pratica, Mallory. O forse conosceva quella donna. Supponi che abbia ucciso Sparrow solo per sviarci…»
«No» disse Mallory. «Tu vuoi che sia lui. Neanche a me piace quell'idiota, ma c'è un problema con la tua teoria. Sparrow avrebbe potuto metterlo al tappeto con un coltello da cucina.» Pronunciò la frase con una punta di orgoglio verso la sua vecchia nemica. «Anche senza un'arma, quella donna avrebbe potuto fargli molto male. È un osso duro.»
Riker poteva testimoniarlo. Era difficile mettere paura a Sparrow. Era sopravvissuta a un accoltellamento che avrebbe ucciso una donna meno tenace. Quindici anni più tardi dimostrava di essere ancora dura a morire.
A dispetto di quanto dichiarato dal suo medico, era sopravvissuta un'altra notte.
Jack Coffey sorrideva a Mallory: cattivo segno, sempre. «Allora perché Sparrow non ha fatto fuori l'assassino. Non lo sai? Te lo dico io. L'ha aggredita al buio, la lampadina sopra la porta era svitata.»
Riker si guardò le scarpe. Sapeva cosa sarebbe successo. Aveva dimenticato di dirle…
«Ancora una cosa» disse Coffey. «Riker ha richiamato la Scientifica perché rilevasse le impronte sulla lampadina: c'erano quelle di Zappata.»
Riker guardò Mallory. Sorrideva e scuoteva la testa. «E con questo,» disse «non è certo strano trovare le impronte di un pompiere sul luogo di un incendio.»
Bel colpo. Elegante, semplice. Non rimaneva che far incidere il suo nome sulla coppa del vincitore, ma il capo sorrise e disse: «Questa è la mia proposta. Teniamo il movente in sospeso, e anche i sospetti. Ma tu e Riker continuate a occuparvi del caso di Natalie». Allargò le mani come per dire: "Vedete, sono un uomo giusto e leale".
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