Carol O'Connell - La Bambina Dagli Occhi Di Ghiaccio

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Un'anziana ex prostituta viene aggredita, ferita e poi impiccata in uno squallido monolocale di New York. Candele e barattoli pieni di insetti ne circondano il corpo senza vita. La polizia pensa al sinistro rituale di un folle, ma Kathy Mallory, agente della omicidi dai trascorsi misteriosi e dalla mente contorta non è convinta. Comincia a scavare negli archivi della centrale, a caccia di indizi su un delitto avvenuto anni prima. E scopre che da quel momento qualcuno aspetta che venga l'ora della giustizia. Della vendetta.

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Il tenente dell'East Side si fece avanti: «Scommetto che non avete mai visto niente del genere».

I lampeggianti gialli e rossi delimitavano la zona, le volanti e i vigili del fuoco deviavano il traffico tra East Village e Alphabet City. Tutto si svolgeva in una strada laterale, ma le uscite antincendio pullulavano di curiosi. Gli automobilisti, intrappolati nel traffico, suonavano il clacson e lanciavano insulti.

La berlina marrone di Mallory s'infilò nell'unico parcheggio disponibile: la fermata dell'autobus. Il vestito di Riker era stropicciato e macchiato nei punti canonici, e ora lui si stava allentando la cravatta per completare l'effetto di totale sciatteria. Un lavaggio a secco avrebbe potuto permetterselo, ma Mallory sospettava che non fosse al corrente dell'esistenza di quel servizio.

Sui marciapiedi la gente si agitava, spingeva, sbraitava. Il luogo del delitto era una specie di palcoscenico a cielo aperto. Giovani e vecchi accorrevano allo spettacolo. Due al prezzo di uno: omicidio e incendio.

La coppia di detective s'incamminò verso i lampeggianti. Gli agenti in divisa dietro le transenne tenevano a bada la folla che trangugiava pizza e bibite in lattina.

«Bella festa» disse Riker.

Mallory annuì. Una splendida messa in scena per l'omicidio di una prostituta. Il tenente dell'East Side cui spettava il caso non aveva fornito altri dettagli.

Faticarono a farsi strada prima che i poliziotti li riconoscessero e facessero spazio al grido di: «Largo, fate passare!». Un agente sollevò il nastro che delimitava il marciapiede. Riker passò davanti alla sua collega. Scese una breve rampa di scale fino a un pianerottolo di cemento sotto il livello della strada, poi sparì dietro la porta dello scantinato.

Mallory allontanò i poliziotti e rimase sul marciapiede. Nel giro di qualche minuto le avrebbero riferito una serie di informazioni: alcune sbagliate, altre inutili. Si sporse oltre la ringhiera e guardò il pianerottolo di cemento. Vicino alla finestra dello scantinato c'erano sacchi e bidoni della spazzatura, ma la lampadina sopra la porta non avrebbe permesso a un intruso di nascondersi lì nell'ombra. Non c'erano inferriate alle finestre: un chiaro invito a entrare. Infatti, una finestra era rotta.

Nella stanza, gli agenti di quartiere intralciavano i tecnici della Scientifica, intenti ai primi rilevamenti, aggirandosi per la stanza nei grossi stivali presi in prestito dai pompieri. Riker, indifferente alla sorte delle proprie scarpe, sguazzava in direzione del cadavere. Dozzine di candele rosse galleggiavano tutto intorno a lui.

La morta indossava una maglia a collo alto e una gonna lunga. Gli stivali di vernice erano di qualità scadente. Una strana tenuta per una prostituta, specie nella calura di agosto.

Mallory riconobbe l'assistente del medico legale. Il giovane patologo, con l'aria di chi si crede una divinità in terra, accese una sigaretta senza curarsi dell'agente della Scientifica che gesticolava la sua disapprovazione. Attraversò a passi lenti la stanza e finalmente si occupò del cadavere. Appoggiò lo stetoscopio, constatò il decesso, completò le formalità di rito. Non mostrò alcun interesse per i capelli della donna, per i segni evidenti di aggressione, per il tentativo di scotennamento. Né sembrò curarsi della ciocca di capelli biondi infilati nella bocca della vittima.

Mallory si domandò come mai i pompieri non avessero levato quella ciocca nel tentativo di rianimarla. Capitava spesso che distruggessero le prove sul luogo del delitto.

Un fotografo della polizia fece un gesto con la mano e il patologo ruotò il cadavere su un fianco, mostrando il nastro adesivo che legava le mani dietro la schiena. Il cappio fu rimosso per lo scatto successivo. L'altro capo della corda, tagliato di netto, pendeva ancora dal lampadario. Il tenente dell'East Side non aveva esagerato. Superata l'epoca dei linciaggi di massa, l'impiccagione rappresentava una forma di omicidio decisamente rara. E Mallory sapeva che quella non era stata una morte istantanea.

Tortura?

Si voltò per osservare la folla e vide un poliziotto che un tempo lavorava nel suo distretto. Aveva deciso di lasciare la polizia appena prima di perdere il posto, e adesso era nei pompieri. «Ciao, Zappata. Chi ha rotto la finestra? Voi o l'assassino?»

«Noi.» Il vigile del fuoco si avvicinò baldanzoso e Mallory pensò che meritasse una lezione. Evitava di guardarla in faccia, per convincersi di essere più alto di lei. «Ho bisogno di un favore» le disse, lo sguardo puntato all'altezza del suo petto.

Scordatelo, stronzo. «Siete venuti con una sola autopompa?» domandò Mallory a voce alta.

«Sì, non era granché come incendio. Fumo, più che altro.» Indicò un giovane biondo vestito di scuro. «Vedi quell'idiota di un novellino? Ti spiacerebbe spiegargli che non c'è bisogno che chieda una dichiarazione a ciascuno dei miei?»

«Non è con me, chiedi al suo tenente.» Il tenente Loman avrebbe dato una bella ripassata a Zappata. Una seccatura in meno per lei.

Mallory indicò il cadavere. «Allora, l'avete tirata giù voi?»

«No, sono stati gli agenti.» Zappata era orgoglioso di se stesso. «Quando siamo arrivati era morta stecchita, così non ho toccato nulla, per preservare le prove.»

«Vuoi dire… che l'hai lasciata lì appesa

«Sì, un piccolo allagamento, qualche vetro rotto, ma per il resto la scena del delitto era intatta quando gli agenti sono arrivati.»

Era una vecchia mania di Zappata quella di dirigere le operazioni come se fosse un suo diritto. Mallory osservò le facce degli altri pompieri, una squadra di pochi uomini radunati intorno all'autopompa. In vista non c'erano capi, nessun grado alto. Se Zappata non fosse stato un ex poliziotto, gli uomini non gli avrebbero mai dato retta, e ci sarebbe stata un'ambulanza parcheggiata sul marciapiede e non il furgone della Scientifica. Ora capiva perché si fossero presentati sul posto gli agenti di tre dipartimenti diversi. «Hai fatto tu tutte le telefonate?»

«Sì, una bella fortuna. La squadra della Scientifica era a pochi isolati. È arrivata prima della polizia.» Zappata sogghignò, aspettando i complimenti per il modo in cui aveva gestito la situazione.

Mallory decise di lasciarlo in pasto alla stampa che lo reclamava dall'altra parte del nastro. Le telecamere zoomarono sul viso di Zappata mentre si avvicinava ai microfoni sventolati da una selva di giornalisti. Avrebbe fatto loro un bel resoconto di tutte le irregolarità e le violazioni di cui si era macchiato quella sera.

Mallory scese le scale e si fermò di fronte alla finestra. Da quel punto distingueva chiaramente l'estremità della corda legata alla maniglia di un armadio. Sul pavimento, in corrispondenza del lampadario, non c'erano oggetti che facessero pensare a un patibolo improvvisato. Immaginò l'assassino che sistemava il cappio intorno al collo della donna e tirava l'altra estremità per sollevare il corpo da terra. Le gambe della vittima non erano legate: probabilmente aveva cercato di resistere, aveva scalciato e scalciato finché non era morta.

L'assassino era un maschio, facile deduzione. Un omicidio del genere richiedeva forza fisica. Mallory sapeva che non c'era stata passione tra vittima e assassino. Quando un uomo ama davvero una donna, l'ammazza di botte o a coltellate.

Stava fissando la schiena di Riker, quando lui si piegò per raccogliere qualcosa nell'acqua. Quando si rialzò non aveva in mano niente e si stava abbottonando la giacca. Se non l'avesse visto con i propri occhi, Mallory non l'avrebbe mai creduto. Riker era un poliziotto onesto.

Cos'hai rubato?

Perché rischiare tanto?

Riker si unì agli altri e il gruppo si allontanò dal cadavere. Non fecero caso al ragazzo che entrava dalla porta dello scantinato, un tipo con i capelli giallo fosforescente. Il biondino si chinò sulla vittima. Allungò la mano e la ciocca di capelli le cadde dalla bocca. Idiota. Cos'altro poteva andare storto quella sera?

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