«Hai chiamato Charles per dirgli che stavi arrivando» affermò Mallory rivolta a Riker. Poi guardò Charles in attesa di una conferma.
Charles sorrise e scosse la testa. Aveva visto arrivare il sergente dalla finestra. E quello fu il suo esordio nell'arte del poker, dal momento che aveva deciso di non darle spiegazioni. Mentre Riker sprofondava nel divano imbottito, la mente di Charles giocava con l'insolita speranza di poter vincere alla grande al tavolo dell'indomani.
Riker estrasse dalla tasca interna del cappotto un fascio di carte ripiegate e se le posò in grembo, lisciandole nel tentativo di rimediare al danno. La prima pagina era una mappa di Central Park con linee gialle tracciate in due aree. Guardò in direzione di Mallory, che stava ancora fissando Charles.
«Heller ha localizzato il punto dove Amanda è caduta. Ha portato dei campioni di terreno al Dipartimento di Agricoltura. Lo sporco nella ferita era pieno di microscopiche creature che non vivono nella zona ombreggiata dove l'abbiamo ritrovata.»
Riker si appese una sigaretta alle labbra e si frugò in tasca alla ricerca di un fiammifero. «Allora, Mallory, sei pronta per una visita al luogo del delitto?»
Lei prese il foglio con i segni gialli. «E perché? Sono capace di leggere una mappa.»
«Come vuoi, Mallory. Ma alla maggior parte di noi piace farsi una passeggiata sulla scena del crimine, così, giusto per dare uno sguardo al posto dove è morta la vittima.»
«Tempo sprecato. Ho letto il verbale. Sul posto ci sono stati quelli della Scientifica e almeno una dozzina di sbirri con i loro giganteschi piedoni. Non riuscirei a vedere niente di niente.»
«Non si sa mai, piccola.» Nella sua mano si accese un fiammifero; la fiamma morì liberando una nuvola di fumo.
«Non chiamarmi piccola.»
La signora Ortega tornò nel soggiorno e fece per inserire la spina dell'aspirapolvere. Riker le sorrise.
«Sa, signora Ortega, abbiamo un sospetto che a lei piacerebbe molto. Tutto quello che sappiamo di lui è che vive in un palazzo di lusso, e che sa tirare a lucido un appartamento come un professionista.»
«Quindi non è nato ricco.»
«Come?»
«I bambini dei ricchi sono sempre viziati. Mallory conosce la differenza tra sporco e pulito.» Si girò verso Charles. «Sua madre, invece, la trattava come un principino. In casa sua avevate almeno una domestica a tempo pieno. Come faccio a saperlo? Lei non sa cosa sia una paglietta, né a cosa serva. Mi accorgo sempre quando è lei a pulire dopo un pasto nella cucina dell'ufficio. Mallory è stata allevata nel modo giusto, lei no.»
«Ma il nostro uomo allevato nel modo giusto è diventato un assassino» fece notare Charles, sulla difensiva.
«Secondo lei Mallory porta la pistola come zavorra contro il vento?» La signora Ortega si chinò sull'aspirapolvere e agitò un dito verso Charles. «Si distinguono sempre i bambini nati ricchi. Se il marito o la moglie se la squagliano, non mangiano per una settimana. Ti accorgi di quanto sono sconvolti dalla quantità di alcol e di pillole che ingurgitano. Ma se li lascia la donna delle pulizie, gli cade addosso il mondo intero. Tornano a vivere come animali. Per cui è facile che il vostro amico non sia nato con i soldi.»
Mallory assentiva mentre la donna parlava.
«Si capisce molto del carattere di una persona dal modo in cui pulisce e da quello che tiene in casa» aggiunse la signora Ortega, assumendo un inconsueto tono filosofico.
«Sai» disse Riker, rivolgendosi a Charles, «ho chiesto alla signora Ortega di pulire il mio appartamento circa un anno fa. Si è segnata contro il malocchio e mi ha voltato le spalle. Adesso credo che sia stata una fortuna che non l'abbia mai visto.» Un cilindro di cenere grigia cadde dalla sigaretta di Riker, sbriciolandosi sui suoi pantaloni mentre si toglieva il cappotto.
«Non ho bisogno di vedere il suo appartamento, signor Riker.» La signora Ortega esaminò con occhio critico il completo spiegazzato e le scarpe logore del sergente. «Lei ha almeno tre sacchi di spazzatura ammucchiati in cucina. Non cambia le lenzuola da un mese, e ci sono delle bottiglie di birra sotto il letto. Nella credenza devono esserci al massimo due piatti puliti. Si trova bene in compagnia dei ragni, e stasera vedrà una donna.»
Tre teste si girarono verso la signora Ortega.
«Come fa a sapere della donna?» chiese Riker.
«Stamattina lei ha usato uno smacchiatore da pochi soldi. Lo si capisce da quegli aloni intorno alle macchie. Normalmente non si sarebbe mai preoccupato di tentare di camuffarle.»
Mallory assentì e si diresse alla porta del suo ufficio. «Devo prendere la mia attrezzatura. Torno subito.»
«È bello vederti di nuovo, sergente» disse Charles. «Posso offrirti una tazza di caffè?»
«È ancora mattina?»
«No.»
«Allora prenderò una birra.»
L'aspirapolvere si muoveva lentamente verso di loro, risucchiando la loro conversazione. Quando la signora Ortega ebbe spento l'attrezzo e iniziato a spolverare, Charles allungò a Riker una birra gelata.
«Quello che Mallory si prepara a fare è piuttosto pericoloso, non credi? Mi sorprende che tu le dia corda.»
« Deve fare così, Charles, non ha scelta. Non ci sono prove, niente arma, né testimoni, né movente. Potrebbe essere stato chiunque in grado di reggere una pietra. Il luogo del delitto è a sei minuti dall'edificio. Potrebbe essere stato anche il portiere. Capisci qual è il problema? Se non riesce a fare in modo che esca allo scoperto al più presto, il bastardo rischia di farla franca.»
Charles era perplesso. Niente movente, aveva detto? Possibile che Riker non sapesse del romanzo posato sulla scrivania tra di loro? Mentre gli occhi di Riker scivolavano sul mucchio di carta, l'istinto suggerì a Charles di distoglierne l'attenzione dell'uomo.
«Sai, a Markowitz non sarebbe per niente piaciuto. Le starai sempre vicino, non è vero?»
«Non ha bisogno di me. Non è più una bambina. Non aveva bisogno di nessuno neanche quando lo era». Sorseggiò con calma la sua birra.
«Ma Louis riteneva che Helen…»
«Helen vedeva solo il lato buono delle cose, quando c'era di mezzo Kathy. Ricordo la sua gioia quando Lou cominciò a portare Kathy con sé al lavoro dopo la scuola: era l'unico modo per impedire alla bambina di svaligiare mezza New York. Ma Helen pensava solo al modello di comportamento positivo che gli agenti avrebbero costituito per la piccola.»
«Beh, evidentemente aveva ragione, o Mallory oggi non sarebbe un'agente.»
«Per cinque pomeriggi alla settimana la piccola viveva in mezzo agli assassini, mentre le sue amichette giocavano con le bambole.»
«Mallory non giocava mai con gli altri bambini?»
«Giocava con Markowitz. Adesso gioca da sola.»
«Che tipo di giochi le piacevano?»
«Una volta, poteva avere tredici anni, le chiesi quale fosse il suo gioco preferito. "Il gioco più bello è l'omicidio", mi rispose. Provai una strana sensazione. Era il modo in cui l'aveva detto. Chiesi a Markowitz se pensava che la bambina fosse capace di uccidere. "Oh, certo", fece lui, come se gli avessi chiesto se Kathy sapeva andare in bicicletta.»
«Tutto ciò non spiega la tua fiducia nel fatto che possa incastrare l'assassino senza lasciarci le penne.»
«Se i sospettati di questo palazzo non fossero ricchi contribuenti dei quartieri alti dotati di ottimi avvocati, li metteremmo tutti sotto torchio. Quando Mallory metterà le mani sull'assassino, non ci saranno avvocati in giro. Lo metterà alle strette. Gli si scioglierà la lingua e lei registrerà tutto. La gente del genere parla sempre, anche dopo che gli abbiamo letto i loro diritti. Mentono, ma parlano, si contraddicono. Se non a sbrighiamo, se un avvocato fa in tempo a chiudergli la bocca, lo perdiamo. Niente prove, niente caso. Bisogna fare in fretta. Deve portarlo allo scoperto e incastrarlo, o se la svignerà.»
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