Kate Wilhelm - La casa che uccide

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La casa che uccide: краткое содержание, описание и аннотация

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L’espressione di Dwight era cambiata, non sembrava più impaziente, annoiata o tollerante. Il capitano annuì e il suo sguardo si fece più penetrante. «Sì, i minatori, i sommozzatori, gli speleologi conoscono bene l’eventualità di imbattersi in sacche d’aria come quelle.»

«E i vigili del fuoco» aggiunse Charlie cupamente. «Se si entra in un grande palazzo di una qualsiasi città e lo scantinato non è stato utilizzato da qualche tempo, be’, allora si capisce cosa può accadere. Insomma, è esattamente una di quelle sacche che si è formata nel pozzo di quell’ascensore. Il biossido di carbonio rimane in basso perché è più pesante, gli elementi più leggeri in alto, ma pur sempre nocivi.»

«Buon Dio!» esclamò Constance sommessamente. «Quei poveretti!»

«Già» disse Charlie quasi bruscamente. «E così restano intrappolati nell’ascensore. Il calore stesso del loro corpo crea una sorta di corrente ascensionale sufficiente ad annullare l’effetto delle prese d’aria, che in realtà aggravano la situazione perché la pesante miscela di biossido di carbonio viene spinta dentro dal basso, mentre l’aria più pulita esce dall’alto. Ogni minuto che passa consumano circa settecento centimetri cubi di ossigeno, e producono da cinquecento a seicento centimetri cubi di anidride carbonica.» Il tono della sua voce era divenuto del tutto inespressivo, quasi meccanico. «S’imparano queste cose per essere pronti ad affrontare qualsiasi situazione durante un incendio, quando ci si domanda se le persone all’interno della sacca d’aria sono ancora vive, se stanno respirando, se l’ossigeno si è esaurito.» Charlie s’interruppe all’improvviso, poi riprese il discorso. «A ogni modo, nel momento in cui Gary e Rich si sono resi conto che avrebbero potuto morire, probabilmente era troppo tardi per fare qualcosa. Innanzitutto dopo solo un paio di minuti si viene assaliti dallo sconforto, dal mal di testa, e poi da una particolare condizione emotiva che prima mi avevano solo descritto ma che adesso posso testimoniare, uno stato che assomiglia al risveglio da un incubo, quando ci si rende conto che bisogna muoversi ma si è incapaci di individuare le parti del corpo per farlo. Sono sufficienti cinque minuti al massimo, dopodiché è troppo tardi. Subentrano il collasso, la perdita di coscienza, e tutto accade molto velocemente.»

Dwight cominciò a dire qualcosa ma poi rinunciò, come se si fosse reso conto che in quel momento Charlie non doveva essere interrotto, che stava arrivando a mettere a fuoco qualcosa che nessun altro era riuscito a vedere.

Il silenzio continuò finché Charlie scrollò leggermente le spalle e disse: «Ma come dice lei, le due vittime non sono morte nell’ascensore per poi essere spostate in un secondo tempo. I loro corpi senza vita non sono stati gettati in un posto qualsiasi, e di sicuro non ci sono andati con le loro gambe. È quella dannata casa la responsabile delle prime due morti, ma l’atto finale si è concluso fuori dall’ascensore e per mano di qualcun altro. Quando la porta si è aperta dovevano essere ancora vivi, anche se in condizioni critiche. A chiunque li abbia trovati dev’essere venuto un colpo, e istantaneamente deve aver capito che occorreva portarli altrove, altrimenti ogni colpa sarebbe stata imputata alla casa. Forse in quel momento potevano ancora essere rianimati, ma se fosse morto anche solo uno dei due ogni responsabilità sarebbe ricaduta sulla casa, e di conseguenza sulla società. Uno dei due, o entrambi, avrebbero potuto subire lesioni cerebrali. Se uno dei due si fosse ristabilito avrebbe potuto accusare chi li aveva chiusi dentro all’ascensore, e l’assassino non poteva rischiare nulla di tutto questo. Probabilmente ha mandato il piccolo ascensore sul tetto mentre lui ha preso quello principale. Il tetto è l’unico punto in cui i due ascensori sono uno di fianco all’altro. Il suo primo pensiero dev’essere stato tirarli fuori dall’ascensore segreto, allontanarli dall’ufficio di Gary o dalla sua stanza dove, battendo sulle pareti, l’ascensore segreto avrebbe potuto essere scoperto. O forse l’assassino si trovava già sul tetto, e quando ha chiamato l’ascensore e l’ha aperto vi ha trovato Gary e Rich agonizzanti. A ogni modo l’operazione successiva dev’essersi svolta sul tetto, un luogo in cui poteva passare da un ascensore all’altro riducendo al massimo il rischio di essere visto. Penso che prima abbia rimesso in piedi Rich, lo abbia fatto entrare nell’ascensore principale e poi lo abbia finito lì dentro. O forse Rich è collassato e si è ferito il viso cadendo a terra. Sicuramente è stato l’assassino a dargli il colpo di grazia perché qualunque ferita al volto non sarebbe stata sufficiente a provocare la morte. Forse l’assassino gli ha causato delle lesioni al volto ed è ricorso alla borsa di rete per nasconderne i segni, ma molto più probabilmente l’ha usata per assicurarsi che la polizia non considerasse quella morte accidentale. A quel punto l’assassino è tornato da Gary, è sceso insieme a lui al pianterreno, è uscito dalla piccola porta posteriore dell’ascensore segreto e ha attraversato il corridoio sul retro. Nel frattempo Gary doveva essersi ripreso, aprendo la porta dell’ascensore l’aria avvelenata era stata rimpiazzata da quella pulita. Sappiamo che Gary era in grado di camminare, i tabulati originali confermano che è entrato nella sala idromassaggio, ma era intontito. Sono questi infatti i sintomi che le vittime dell’anossia avvertono prima di morire. L’assassino quindi ha accompagnato Gary lungo il corridoio buio sul retro della casa fino alla sala idromassaggio, gli ha dato una leggera spinta per farlo cadere in acqua e ha coperto la vasca. Stava tentando in tutti i modi di assicurarsi che la polizia cercasse un assassino e non archiviasse nessuna delle due morti come accidentale. La sua grande intelligenza però ha finito per fargli combinare dei pasticci. Troppe piste, troppi falsi indizi che portavano in ogni direzione.

«Deve aver avuto un paio di minuti di tempo per rimettere tutto a posto, ben sapendo che nessuno dei due cadaveri sarebbe stato ritrovato molto presto. Dopo aver utilizzato l’ascensore principale l’assassino lo ha tenuto bloccato utilizzando il computer portatile, consapevole del fatto che il corpo di Gary non era visibile. Ha messo l’altro computer portatile e le copie cianografiche nell’ascensore segreto, deciso a evitare che per il momento qualcuno ne scoprisse l’esistenza, ha preparato i popcorn e imitato la risata di Gary per far pensare che fosse ancora vivo e procurarsi così un alibi. Poi ha sbloccato l’ascensore principale, ha raggiunto il resto del gruppo e ha aspettato.»

Dwight mangiava il panino meccanicamente. Masticò per parecchi minuti e infine scosse la testa. «È una ricostruzione plausibile, lo ammetto. Ci sono dei passaggi poco chiari, però. Per esempio mi chiedo come mai ha spostato Gary mentre avrebbe potuto lasciare anche lui nell’ascensore principale.»

«E se fosse stato disturbato dall’arrivo di qualcuno?» domandò Charlie. «In effetti un paio di persone sono salite sul tetto proprio nel momento sbagliato per l’assassino. Non poteva rischiare che con l’aria fresca Gary rinvenisse e magari cominciasse a fare rumore. Per questo ha dovuto bloccare le porte dell’ascensore principale, chiudersi con Gary nell’ascensore segreto e condurlo dove avrebbe potuto portare a termine ciò che aveva iniziato, ovvero dimostrare l’innocenza di Smart House.»

Dwight sospirò. Era ancora dubbioso, poco convinto di quella versione dei fatti. «E cos’è questa storia dei popcorn? Come diavolo è arrivato a pensare una cosa simile?»

«Quella sera, prima delle undici, Gary aveva preso in cucina la macchina per i popcorn» disse Charlie. «Era uscito dalla porta secondaria della cucina, diretto certamente al piccolo ascensore che lo avrebbe portato nel suo ufficio o nella sua stanza. D’abitudine preparava i popcorn ogni sera nel suo ufficio, come mai quella sera non l’ha fatto? Perché portarsi dietro quell’aggeggio per quindici, venti minuti? In quel lasso di tempo sicuramente Gary non si è fermato in giardino, c’era troppa gente che andava e veniva per passare inosservato. No, uscito dalla cucina è andato da qualche altra parte e ha posato l’aggeggio per i popcorn. In seguito, l’assassino, vedendo la macchina per i popcorn, deve aver pensato fosse un modo perfetto per far credere che alle undici e un quarto Gary fosse ancora vivo e affamato. Quando ha preso le copie cianografiche e i computer per nasconderli nell’ascensore segreto, li ha presi dall’ufficio di Gary. La macchina per popcorn probabilmente era lì e l’assassino non si è lasciato sfuggire l’occasione.»

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