«Grazie per averlo notato. Da un paio di settimane ci sto tentando inutilmente.»
«Dov’è Kyle?» chiese Michelle. «Non riesce proprio a darle una mano?»
«Non è un patologo; non può fare autopsie. E comunque, per rispondere alla sua domanda, si è dato malato. Vorrei tanto aver potuto fare lo stesso. Sono rimasta abbracciata alla tazza del cesso per gran parte della notte e ho una lunga fila di pazienti che mi aspettano. Grazie al cielo esistono gli antibiotici.»
«Che cosa le fa pensare la scelta dell’assassino di emulare Mary Martin Speck?» domandò Michelle.
«Vuole dire una donna anziché un uomo?» Michelle annuì. «Be’, non so proprio cosa pensare» dichiarò Sylvia. «Una donna avrebbe potuto benissimo uccidere Battle. È evidente che non è necessaria nessuna forza fisica per iniettare con una siringa ipodermica una soluzione in una sacca da flebo. Tuttavia sarei pronta a scommettermi la reputazione che gli omicidi di Rhonda Tyler e di Diane Hinson sono stati commessi da un uomo. Una donna non avrebbe avuto la forza di trasportare la Tyler così lontano nei boschi, e le pugnalate sulla Hinson sono molto profonde. O è stato un uomo o si tratta di una donna così forte che non vorrei incontrarla per nessuna ragione in un vicolo buio.»
«Quindi» concluse Michelle «esiste la possibilità che si tratti di due assassini, un uomo e una donna.»
«Non necessariamente» argomentò King. «L’unica prova a questo proposito è il riferimento fatto da Bailey alla Speck e alla piuma bianca. Finché non riceveremo la lettera, non sapremo se il killer stava emulando la Speck oppure no. La piuma potrebbe simboleggiare qualcos’altro, un particolare caratteristico per l’assassino.»
«Questo è vero» concesse Michelle. Sylvia annuì concordando.
King guardò le due donne. «Volete sentire un’ipotesi veramente azzardata?»
«Sono tutta orecchi» disse con prontezza Michelle.
«Bobby Battle era un uomo ricco sfondato. Mi domando chi trarrà beneficio dal suo testamento.»
Ci fu un lungo silenzio e poi Sylvia osservò: «Stai insinuando che un membro della famiglia lo abbia ucciso per denaro e abbia tentato di farlo passare per un altro delitto del serial killer?».
«Non potrebbe essere stato Eddie. È stato con noi al Sage Gentleman fin dopo le undici di sera» disse Michelle.
«Esatto» concesse King. «Ma Dorothea e Savannah sono state in visita all’ospedale poche ore prima. Non avrebbero potuto iniettare la sostanza letale allora, perché Bobby sarebbe morto molto prima che Remmy arrivasse per il suo turno serale. Ma supponiamo che una di loro abbia nascosto il cloruro di potassio in camera durante la visita pomeridiana e poi si sia introdotta di nascosto quando ha visto Remmy lasciare l’ospedale, abbia commesso il delitto e se la sia data a gambe.»
«Eddie ha detto che Dorothea era da qualche parte a una specie di cerimonia» gli rammentò Michelle.
«Questo dovremo appurarlo.»
«Be’, molti omicidi hanno come movente l’interesse» disse Sylvia. «Potresti non avere tutti i torti, Sean.»
«Già che ci sono, vi do un’altra ipotesi su cui rimuginare. Remmy è stata in camera per ore con suo marito. Chi ci dice che non sia stata lei a iniettare la sostanza nella sacca della flebo prima di andarsene?»
«E quale movente avrebbe Remmy?» domandò Sylvia. «È già straricca.»
«E se Bobby avesse ripreso le sue vecchie abitudini da dongiovanni e per Remmy fosse stata semplicemente la goccia che fa traboccare il vaso? Potrebbe non esistere al mondo una cifra sufficiente per compensare una cosa del genere.»
«Questo naturalmente cambierebbe le cose. Hai qualche prova a sostegno di questa ipotesi?»
King rifletté sul cassetto segreto di Bobby e sul fatto che Remmy non portasse più al dito la fede, ma decise di tacere questi particolari a Sylvia. «Non sto dicendo che ci sono prove. Solo che non ho intenzione di scartare nessuna ipotesi. E forse perfino più del fattore venale, una donna disprezzata è uno dei più vecchi moventi di omicidio che esistano. Perciò mettiamo che se ne sia andata con un alibi di ferro e abbia lasciato la piuma e l’orologio per trarre in inganno gli inquirenti. Le modalità di comportamento del serial killer sono state sciorinate in lungo e in largo in tutti i telegiornali e su tutti i quotidiani, e di conseguenza Remmy poteva essere a conoscenza dei dettagli.»
«Ma il fatto che lei fosse ancora presente nella camera di Bobby la rende una persona sospetta, in particolare nel caso di una morte per avvelenamento» ribatté Sylvia. «Si potrebbe obiettare che se proprio aveva intenzione di commettere una cosa del genere si sarebbe introdotta in camera in un altro momento, avrebbe commesso il fattaccio e se la sarebbe filata prima che qualcuno la vedesse. Da come stanno le cose, invece, Remmy non ha proprio nessun alibi.»
«Be’» intervenne Michelle «se fossi la persona che ha ucciso Battle e avessi tentato di far ricadere la colpa sul serial killer locale, mi guarderei le spalle con il fiato sospeso.»
«Perché?» disse Sylvia.
«Se fossi il vero assassino, sarei alquanto infastidito.»
«Non riesco ancora a seguirla» insistette Sylvia.
«Consideri la cosa da questo punto di vista. Gli omicidi seriali sono stati meticolosamente pianificati ed eseguiti. A ogni omicidio è seguita una lettera di sfida alla polizia. Chiaramente questo tizio è un mostro con un’ossessione del dominio e un piano grandioso in testa. Dunque, se un’altra persona ha ucciso Bobby Battle e ha tentato di attribuirne la colpa al serial killer, il nostro mostro potrebbe considerare la cosa uno sfregio del suo capolavoro. E vorrà vendicarsi della persona che ha ucciso Battle.»
«Perciò, in effetti, potremmo avere in circolazione un assassino che dà la caccia a un altro assassino» disse King.
«Esattamente» concluse Michelle.
«Vi assumo entrambi perché facciate le mie veci» disse il capo Williams il giorno dopo, sedendosi di fronte a King e Michelle nel loro ufficio e fissandoli negli occhi. I due soci lo fissarono a loro volta, esterrefatti.
«Scusa?» disse King. «Sono già stato una volta uno dei tuoi vice. Non ho alcun desiderio di tornare in servizio, Todd.»
«Non ve lo sto chiedendo. Ho bisogno di voi!»
«La schiavitù è stata abolita un bel po’ di anni fa» ribatté King a muso duro.
«I federali mi stanno estromettendo, questo è quanto.»
«Ma hai voluto tu il loro aiuto» esclamò King.
«Ma non volevo di certo che mi sottraessero il caso, proprio qui nella mia città. Non voglio che la gente pensi che non so fare il mio lavoro. Naturalmente sono disposto a collaborare con i federali, e perfino a lasciargli condurre l’inchiesta con me. Ma che io sia dannato se permetterò che mi estromettano dalle indagini nella mia giurisdizione.»
King scosse la testa con espressione sconcertata. «Todd, mi sa tanto che ti sei sorbito troppe autopsie. Perché non lasci che si occupino loro del caso? Hanno tutti gli uomini che vogliono e una vasta esperienza. Lascia che si facciano venire loro il mal di testa.»
«Non posso star zitto, ho il mio orgoglio, Sean» insistette Williams in tono offeso. «E voi due avete già dedicato un sacco di tempo a questo caso. Avete formulato ipotesi e idee. Chi ci dice che se lavoriamo insieme non possiamo risolvere il caso più in fretta dell’onnipotente FBI? Diavolo, Chip Bailey se ne va già in giro dove gli pare come se fosse il padrone della zona. Ci manca solo che mi dica di preparargli il caffè. Non aspetto altro. Prima gli pianto un proiettile in testa, a quel figlio di puttana!» Williams li guardò con aria implorante. «Dai, voi due avete altrettanta esperienza di chiunque altro di quegli individui. So che insieme possiamo benissimo risolvere questa rogna. E ricordate che noi viviamo qui, loro no. Dobbiamo di nuovo rendere Wrightsburg un luogo sicuro in cui vivere in pace. È casa nostra. Tutti contano su di noi.»
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