La macchina. Quale? PLYR 1? PLYR 0? Una delle altre? Ramsey, con tutti i suoi mezzi di trasporto, le sue case, i suoi recinti e cancelli, il suo Larry Schick, era un indiziato da incubo. Il crimine paga se hai le tasche già ben imbottite.
Erano quasi le undici quando varcò la soglia di casa. Troppo tardi per chiamarlo? Lo fece lo stesso. Quattro squilli, poi una vocina di bimba disse: «Quando sentite il bip, lasciate un messaggio. Bip. E bip e bip e…»
Intervenne Ron. «Banks.»
«Ciao, sono Petra.»
«Petra.» Pronunciò il suo nome con piacere. Aveva bisogno di sentirsi adulata. «Come va?»
Gli riferì della Porsche, del nuovo racconto di Breshear, della cronologia che ne risultava.
«Pensi che sia sporco?»
«Se la fidanzata non ci sta raccontando balle galattiche sul suo alibi, non avrebbe avuto il tempo. Ma chi può dirlo. Che cosa c’è?»
«Avevo chiesto allo sceriffo di Carpenteria se potevano tenermi un occhio sulla casa di Ramsey. Mi avevano assicurato che avevano già disposto delle pattuglie e oggi alle sette meno un quarto mi hanno telefonato dopo averti cercato al tuo ufficio, dove non ti hanno trovata. Risulta che Ramsey non si è visto per un po’, ma stamattina è arrivato Greg Balch, ha lasciato la sua Lexus ed è ripartito a bordo della Jeep di proprietà di Ramsey, quella con la targa…»
«PLYR 0», lo precedette Petra.
«Allora lo sai già.»
«Sapevo che Ramsey possiede una Jeep, ma non che l’avesse presa Balch.»
«Non volevo calpestarti i piedi chiamando Carpenteria, ma… siccome ero già stato in contatto con loro, mi è sembrata una buona mossa. Un aiuto sceriffo ha fermato Balch che usciva dalla casa verso mezzogiorno. Balch gli ha mostrato le sue credenziali, un biglietto da visita, una foto di lui con Ramsey, le chiavi della villa. Ha detto che era passato a prendere la macchina perché doveva portarla dal meccanico per un controllo. Abbastanza strano, visto che non mancano i meccanici a Santa Barbara.»
«Una pulizia particolarmente approfondita?» ipotizzò Petra. O Ramsey voleva avere a disposizione una vettura a trazione integrale perché aveva in progetto un po’ di fuoristrada? Tutte quelle colline…
«Forse adesso che c’è un possibile testimone oculare Ramsey non è più tranquillo come prima.»
«Forse.» Lo mise al corrente dell’intervento di Larry Schick.
«Allora quadra», concluse lui. «Comunque…»
«Grazie di nuovo, Ron. Tua figlia ha una vocina simpatica.»
«Cosa… ah, era Bee. È un’esibizionista. Adesso dormono tutt’e due. Finalmente.»
«È un bell’impegno, vero?»
«Ci vuole un po’ perché chiudano gli occhi. Mia madre dice che si approfittano di me. Comunque domani posso dormire fino a tardi. È il mio giorno libero. Le accompagna a scuola la nonna.»
«Buon per te», ribatté Petra. «Io potrei fare un salto a Montecito. Ti va di accompagnarmi?»
«Senz’altro», accettò prontamente lui. «È una bella passeggiata.»
Sdraiata in un’oscurità così densa da sentirsi sospesa, rifletté su Lisa che veniva rapita e squartata, su Balch che saliva alla villa a prendere la Jeep.
Ramsey sulle spine per colpa di un bambino che rubava libri… dovunque fosse.
Il fatto che nel giro dei senzacasa non lo conoscesse nessuno la lasciava perplessa. Non si era aggregato ad altri fuggiaschi, non aveva cercato aiuto in qualche centro di assistenza. Un solitario. Eppure una logica c’era. Un bambino con la passione dei libri rappresentava un caso anomalo. Era probabilmente un emarginato anche a casa sua. Ma perché nessuno ne aveva denunciato la scomparsa? Dov’erano i suoi genitori?
La spiegazione più immediata era che aveva subito qualche violenza. Un intellettuale undicenne… che scappava da Dio solo sapeva che cosa. Un bambino così testimone di un delitto. Comprensibile che non si fidasse di nessuno.
Un sopravvissuto. E ora la polizia aveva fatto di lui una preda.
Lei era la polizia.
Si era appena assopita quando squillò il telefono. Era passata da molto la mezzanotte e il cuore le salì in gola per un orribile momento di panico irrazionale sulla sorte di suo padre. Poi ricordò che per lui le sofferenze erano un capitolo chiuso per sempre. Uno dei fratelli? Kathy?
«Detective Connor?» chiese una nervosa voce femminile. «Sono di nuovo Adele, dalla stazione. Sono davvero spiacente di disturbarla a quest’ora, ma è arrivata una chiamata per il detective Bishop, intercontinentale, e a casa sua non risponde nessuno. Lei è la sua partner e visto che è un’intercontinentale, ho pensato…»
«Intercontinentale da dove?»
«Vienna. Un ispettore di polizia di nome Tauber. Deve aver dimenticato la differenza di fuso orario.»
«Grazie, me lo passi.»
«Detective Bishop?» disse una voce ruvida.
«Sono la sua partner, detective Connor.»
«Ah. Sì, sì, sono l’ispettore Ottemar Tauber, chiamo da Vienna.»
La comunicazione era priva di disturbi, la ruvidezza era tutta nella voce dell’austriaco. Tossì, si schiarì la gola un paio di volte.
«Salve, ispettore. Mi chiama per Karlheinz Lauch?»
«Due giorni fa il detective Bishop ha inoltrato una richiesta di indagine sul conto di Herr Lauch», spiegò Tauber. «Lo abbiamo localizzato. Purtroppo non vi sarà possibile interrogarlo perché è deceduto.»
«Quando è morto?»
«Quindici mesi fa, pare.»
«Causa del decesso, ispettore?»
«Cirrosi epatica, pare.»
«Un uomo così giovane», commentò Petra.
Tauber fece schioccare la lingua. «Cose che capitano.»
Lauch depennato dalla lista degli indiziati per l’assassinio di Lisa. Valeva a dire che le analogie tra il caso di Lisa e quello di Ilse Eggermann non valevano niente.
O no?
Ramsey nei panni del pluriomicida? No, troppo fantasioso.
La telefonata di Tauber le aveva pregiudicato il sonno oltre ogni speranza. Era tesa, sveglissima. Andò in cucina, bevve acqua gelata, passeggiò, si sedette al tavolo, si alzò e accese lo stereo. Derek and the Dominos. Non aveva più ascoltato musica dopo la visita di Ron.
Pensa, pensa… L’eliminazione di Lauch obbligava a concentrarsi su Ramsey. L’aveva spiata, pedinata. I responsabili di violenza coniugale erano spesso ossessivi. L’ipotesi reggeva.
Se aveva spedito Balch a prendere la Jeep era perché aveva usato il fuoristrada per l’omicidio? E la Mercedes era stata solo un diversivo? Ricordò quando Ramsey aveva acceso per lei le luci del suo museo e le aveva mostrato la berlina grigia. Probabilmente nella speranza che lei gli chiedesse di esaminarla, sapendo che non avrebbe trovato niente.
Balch che faceva il lavoro sporco per il suo padrone.
Tutt’a un tratto, forse per il buio, forse per i nervi a fior di pelle, la sua mente ebbe un violento sussulto.
E se Balch avesse avuto una parte attiva?
O avesse agito per proprio conto?
Tesa come una corda di violino, ricontemplò il caso da una prospettiva nuova.
Basta spostare un poco la testa e l’angolazione cambia completamente.
Balch come protagonista principale. Tornando all’inizio di tutte le sue ipotesi, sostituendo Balch a Ramsey.
Quadrava.
Lisa e Balch… un altro uomo maturo. Una storia di cuore… e denaro?
Poiché era Balch a firmare gli assegni, a gestire le finanze di Ramsey, era probabilmente a conoscenza della sua situazione economica meglio del principale. Un manager che si arricchiva con i soldi del divo di cui manovrava le sostanze: niente di nuovo sotto il sole.
Balch in combutta con Lisa per derubare Ramsey? L’ex moglie e il lacchè invidioso che trovavano comunione di sentimenti nel loro odio per l’uomo di successo?
Lisa aveva contattato quel broker, Ghadoomian, preannunciando un’imminente indipendenza economica, il desiderio di studiare un piano di investimenti. Poi tutto si era dissolto nel nulla.
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