— Non ne abbiamo parlato in termini precisi — rispose Charlie scuotendo il capo. — Credo si tratti di una sua novità.
Riggs lo osservò. Il lavoretto aggiuntivo era la ricompensa perché lui continuasse a tenere il becco chiuso? O forse c’era dell’altro?
— Sa per che cosa lo userà? — riprese Riggs. — Lo studio, voglio dire.
— Che differenza fa?
— Molta. Se è uno spazio per dipingere, deve ricevere luce in abbondanza, quindi ci vogliono dei lucernari. Deve anche avere un buon sistema di aereazione, in modo da eliminare le esalazioni dei colori. Se invece vuole usarlo per leggere o stare in pace, è una storia diversa.
— Capisco — Charlie annuì con aria pensierosa. — Non sono certo di che cosa Catherine voglia farci. Ma non dipinge, che io sappia.
La conversazione stava ristagnando, quando udirono le voci di LuAnn e Lisa. Madre e figlia apparvero sulla veranda e Riggs si voltò, sorridendo a entrambe. Di persona, Lisa Marie Savage assomigliava a sua madre molto di più che in fotografia. Lo stesso fisico armonioso, lo stesso passo elastico. — Lisa, questo è il signor Riggs.
Riggs non era stato a contatto con molti bambini. Fece ciò che gli parve naturale: tese la mano.
— Il mio nome è Matt. Lieto di conoscerti, Lisa.
Lei accettò la stretta. — Lieta di conoscerti, Matt.
— Bella presa — commentò Riggs spostando uno sguardo su LuAnn. — Dev’essere nel patrimonio genetico della famiglia. Sarà meglio che la prossima volta mi metta un guanto ferrato.
Anche Lisa sorrise.
— Matt mi costruirà uno studio, Lisa. — LuAnn accennò al verde tutto attorno a loro. — Da qualche parte là fuori.
Lisa ne parve meravigliata. — Perché, la nostra casa non è abbastanza grande?
La battuta innescò una risata generale.
— A che cosa serve lo studio? — tornò alla carica Lisa.
— Diciamo che è una specie di sorpresa — disse LuAnn. — Anzi, può essere che lo faccia usare anche a te.
Il volto di Lisa si aprì in un’espressione raggiante.
— Ma solo se i voti a scuola continueranno a essere alti — intervenne Charlie. — E parlando di scuola, quella famosa interrogazione?
Stava facendo il burbero, ma era chiaro che amava la bambina quanto l’amava sua madre. Se non addirittura di più. La bocca di Lisa si piegò all’ingiù. — Non ho preso dieci…
— Be’, non ci pensare — la rincuorò Charlie. — È colpa mia. Non sono mai stato un granché in matematica.
Ma Lisa improvvisamente sorrise: — Infatti ho preso dieci e lode !
— Okay, piccola! — esclamò Charlie scompigliandole i capelli. — Hai proprio preso il gusto dell’umorismo di tua madre.
— Sally ti ha preparato qualcosa da mangiare, visto che a scuola non hai pranzato — intervenne LuAnn. — Forza, tesoro. Intanto io finisco con Matt.
LuAnn e Riggs si avviarono verso il retro della casa, mentre Charlie si ritirava adducendo come scusa alcuni affari da sbrigare.
La radura si trovava sul limite della foresta. Veduta verso le montagne lontane su un lato, l’abbraccio degli alberi scuri su altri due. Riggs si fermò sull’erba ancora umida, indicando un punto specifico. — Quello sembra un buon posto.
LuAnn era accanto a lui, la monumentale struttura della villa alle loro spalle.
— Con un terreno talmente grande — riprese Riggs — ci sono varie possibilità. Se lei mi dicesse a che cosa le serve, sarebbe più facile scegliere il posto adatto. — Si voltò verso la casa. — Lei ha parecchie strutture esterne. Perché non convertire una di quelle?
— Mi scusi, credevo di essere stata chiara. Voglio qualcosa di completamente nuovo. Nessuno degli altri edifici va bene. Lo voglio simile al suo, a due piani. Di sotto potrebbe essere una specie di laboratorio per i miei hobby… quando comincerò ad averne. Lisa sta sviluppando un talento per il disegno. A me non dispiacerebbe lavorare con la creta. Mi dà l’idea di qualcosa di molto rilassante. Al piano superiore, voglio una stufa a legna, un telescopio, mobili rustici, scaffali, lucernari, forse anche una piccola cucina.
— Ho capito — Riggs annuì guardandosi intorno. — Ho visto la piscina. Ha in mente di costruire un capanno, forse anche un campo da tennis?
— La primavera prossima. Perché?
— Si potrebbe integrare lo studio in un sistema unico. Usare gli stessi materiali, o una loro combinazione, sia per il capanno sia per lo studio.
— No, Matt. Lo voglio separato — insistette LuAnn. — Per gli eventi all’aperto, sistemerò un gazebo. Quanto alla piscina e al campo da tennis, sarà soprattutto Lisa a farne uso. Per questo li voglio in prossimità della casa. Ma lo studio… è meglio a distanza, anche un po’ nascosto.
— Nessun problema. Specialmente per quanto riguarda la disponibilità di spazio. — Riggs studiò la pendenza del terreno. — Quindi niente nuoto o tennis per lei?
— So nuotare, ma non ho mai giocato a tennis. Né ho alcuna voglia di cominciare adesso.
— E io che credevo che tutti i ricchi giocassero a tennis. E a golf.
— Forse i ricchi che i soldi li hanno dalla nascita. Per me non è sempre stato così.
— Georgia.
LuAnn gli allungò un’occhiata penetrante. — Che cosa?
— Il suo accento. È un po’ che cerco d’individuarlo. Quello di Lisa è irriconoscibile. Il suo è molto debole, ma qualche traccia è rimasta. Immagino che abbia trascorso molti anni in Europa — disse Riggs sorridendo. — Lo sa come si dice: puoi togliere una ragazzina dalla Georgia, ma non puoi togliere la Georgia da una ragazzina.
LuAnn esitò un istante, poi replicò: — Mai stata in Georgia.
— È strano. — Riggs aggrottò la fronte. — Di solito ci azzecco.
— Non questa volta. — Lo sguardo di LuAnn tornò alla radura di fronte a loro. — Allora, cosa ne pensa?
Riggs le studiò il volto per un momento, prima di rispondere. — Per prima cosa, dovremo stendere un progetto. In modo da poter sapere bene che cosa vuole, anche se ha già le idee abbastanza chiare. Il tempo di realizzazione dipenderà dalle dimensioni e dalla complessità della struttura. Diciamo da due a sei mesi.
— Quando può cominciare?
— Non quest’anno, Catherine.
— Ha davvero così tanto lavoro?
— Nulla a che vedere con la mole di lavoro. La realtà è che nessun costruttore che sappia il suo mestiere darebbe inizio a dei lavori in questa stagione. Ci vuole tempo per arrivare ai disegni definitivi, altro tempo per ottenere i permessi di costruzione. Presto, il terreno comincerà a gelare. Colare cemento in quelle condizioni sarebbe un grosso errore. Inoltre, non riusciremmo a chiudere il tetto prima dell’inverno. E da queste parti, l’inverno non scherza.
— Mi rendo conto. — Ma la voce di lei era piena di disappunto. LuAnn osservò la radura in silenzio, quasi potesse vedere le linee del suo immaginario rifugio.
— Il tempo passa in fretta, Catherine — la incoraggiò Riggs. — E durante l’inverno, metteremo insieme un ottimo progetto. Conosco un eccellente architetto e posso organizzarle tutti gli appuntamenti che vuole. Guardiamo alla prossima primavera, Catherine. E stiamo sul sicuro.
LuAnn represse una smorfia. Non aveva nemmeno idea se sarebbero stati ancora lì, la primavera successiva. — D’accordo, grazie.
Voltò le spalle alla radura e si avviò verso la villa. Riggs le si mise al fianco. — Catherine, se potessi costruirglielo oggi, all’istante, lo farei. — Le toccò leggermente la spalla. — Qualche costruttore privo di scrupoli potrebbe accettare l’incarico, farle pagare il doppio e poi consegnarle una catapecchia che in un paio di anni cade a pezzi. Non è il mio stile. E voglio che lei abbia qualcosa di valido, qualcosa che duri.
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