— Quindi quello che fa ora le piace.
— Certe volte può diventare una scocciatura, come qualunque lavoro, probabilmente. Ma a me piace costruire le cose. Molto terapeutico, molto rilassante. Ho anche avuto fortuna: buoni riscontri dai clienti, buoni affari. Come lei sa, circolano molti soldi da queste parti. E da parecchio tempo.
— Me ne sono accorta. Sono lieta di sentire come la sua nuova occupazione le stia dando soddisfazioni.
Riggs si rilassò contro lo schienale del divano, intrecciando le mani, cercando di intuire dove lei stesse andando a parare.
LuAnn si limitò a osservarlo.
Poi Riggs sbuffò impercettibilmente. — Mi faccia indovinare, Catherine. Lei ha sentito voci di Matt Riggs ex forze speciali, ex Cia, ex assassino internazionale, il quale ha appeso il fucile da cecchino al chiodo per limitarsi a inchiodare assi qui tra le verdi colline della Virginia?
— Quella del sicario internazionale non l’avevo ancora sentita. Si scambiarono un breve sorriso.
— Se lei dicesse la pura e semplice verità — rilevò LuAnn — forse quelle voci cesserebbero.
Da che pulpito veniva la predica. LuAnn si augurò che sul proprio volto ci fosse ancora sufficiente innocenza.
— Questo nel caso che a me interessi farle cessare — obiettò Riggs. — E non è il caso.
— D’accordo. Sono affari suoi.
— Ritengo sia sempre meglio non dare peso a quello che la gente pensa di te. Se cominci a farlo, diventi un perfetto candidato per la camicia di forza. A volte le persone sanno essere crudeli. Specie quelle persone che, in teoria , ti vogliono bene.
— Sembra parlare per esperienza personale.
— Esattamente.
— Forse c’entra il divorzio? — ipotizzò LuAnn.
Riggs rispose senza guardarla. — Senza toglierle niente, Catherine, perdere il proprio compagno, o compagna, può non essere così traumatico come passare attraverso un divorzio. Credo che siano tipi di dolore diversi. E due diversi modi di farci i conti.
— Capisco.
C’era qualcosa di spietatamente onesto in nelle parole di lui. LuAnn non poteva dire altrettanto di se stessa. Lei non era affatto la vedova di un marito ricco. Chi l’aveva messa incinta era stato un farabutto ubriacone spacciatore di droga. La pantomima delle menzogne era inarrestabile, simile a un treno senza freni. E la verità non l’avrebbe affatto liberata: la verità l’avrebbe distrutta. Tutta la sua esistenza sarebbe crollata su di lei come uno di quei vecchi edifici fatiscenti demoliti per implosione.
— Dovremmo essere quasi pronti — disse con un diverso registro, gettando un’occhiata all’orologio e alzandosi.
Riggs si alzò a sua volta. Sembrava lieto di aver cambiato argomento.
— Dopo, vorrei mostrarle un’area nel retro — accennò LuAnn — dove stavo pensando di far costruire quel piccolo studio di cui le ho parlato.
— Sempre pronto a mettermi al lavoro, Catherine. Charlie arrivò mentre stavano uscendo sulla veranda.
— Lieto di rivederla, Matt — esordì porgendogli la mano.
— Spero che abbia un buon appetito, Sally fa porzioni da cavallo.
Durante il pranzo, tutti e tre si tennero a prudente distanza da argomenti scottanti. Tuttavia, a Riggs non sfuggì il forte legame che c’era tra Catherine e Charlie. Forte e indissolubile. Tutto considerato, erano davvero una famiglia.
— Per cui, Matt, che tempi abbiamo per quella recinzione? — domandò Charlie.
I due uomini erano rimasti soli sulla terrazza che dominava il vasto appezzamento attorno a Wicken’s Hunt. Finito il pranzo, LuAnn era andata a prendere Lisa a scuola, chiedendo a Riggs di rimanere fino al suo ritorno in modo da parlargli del progetto dello studio. Lui si chiese se non fosse piuttosto una strategia per permettere a Charlie di tirargli fuori informazioni. Comunque fosse, restò in guardia.
— Secondo il piano di lavoro…
— Fuma? — Charlie gli stava tendendo un grosso sigaro.
— Molto volentieri. — Riggs ne tagliò il terminale con l’utensile che Charlie gli porgeva. — Dopo un pranzo simile, come dire di no?
— A chi lo dice! — I due uomini si accesero i sigari.
— Tornando al perimetro — riprese Riggs esalando la prima boccata — contiamo una settimana per gli scavi della palificazione, due settimane per preparare il terreno e per installare la recinzione vera e propria, un’altra settimana per i cancelli di accesso e il sistema di sicurezza… Diciamo un mese in tutto. Esattamente come da progetto.
Charlie gli scoccò un’occhiata allusiva: — Ma tra le stime su carta e la realtà dei fatti a volte c’è di mezzo il mare.
— Benvenuto nell’eccitante mondo dei costruttori — concordò Riggs. — Vedrà che ce la faremo prima dei freddi dell’inverno. E dopo una giornata come quella di ieri… — e stavolta fu lui a scoccare a Charlie un’occhiata allusiva — non sarebbe affatto male avere quella recinzione già in piedi fin da oggi. O sbaglio?
Charlie prese la palla al balzo, accennando a un paio di sedie di ferro battuto sistemate vicino alla balaustra della veranda.
— Si accomodi, Matt. — Charlie sedette a sua volta, agitandosi sulla sedia con palese disagio. — Quanto li odio questi affari di ferro, costano un occhio della testa e ti spezzano le vertebre. — Charlie emise una nube di fumo azzurrino e studiò il paesaggio. — Ma forse vale la pena di spezzarsi le vertebre… per ritrovarsi di fronte tutto questo.
— È una delle ragioni per le quali ho deciso di venire qui — approvò Riggs.
— Ce ne sono altre? — Charlie ebbe un sogghigno e subito si schermì. — Come non detto: sono affari suoi.
Riggs, percepì l’enfasi sulle ultime parole, ma non reagì.
Charlie cercò una posizione più comoda per le sue vertebre. — Catherine mi ha parlato della vostra piccola discussione di ieri.
— Non dovrebbe insinuarsi nelle case della gente. Può essere pericoloso.
— È quello che le ho detto anch’io. Ma è piuttosto testarda.
— Già.
— In ogni caso, Matt, apprezzo che lei abbia convenuto di lasciar perdere.
— Le ripeto: finché il tizio della Honda non viene a cercare me, io non vado a cercare lui.
— Nessuna obiezione in merito. Catherine è una donna molto ricca, questo è fin troppo evidente. E con la ricchezza arriva anche ogni sorta di truffe, imbrogli e minacce. E abbiamo anche Lisa di cui preoccuparci. Per questo la teniamo molto d’occhio.
— Quindi l’episodio di ieri non è stato il primo, nel suo genere.
— E nemmeno sarà l’ultimo. Ma uno non può comunque mettersi in trincea. Certo, Catherine potrebbe comprarsi un’isola deserta in capo al mondo, dove nessuno possa raggiungerla. Ma che razza di vita sarebbe per lei? Per Lisa?
— E lei, Charlie? Non mi sembra affatto uno che abbia già un piede nella fossa. Quasi quasi potrebbe scendere in campo domenica prossima con i Redskins.
— Amico mio, si fa di tutto pur di combattere i guasti del tempo — disse Charlie non disdegnando il complimento. — Un po’ di palestra continuo a farla, e Catherine mi martella sul mangiare e sulle sigarette. — Osservò la brace del sigaro. — Mi sa che mi permette di fumare questi per pura compassione. Ma anche a me non va di vivere su un’isola deserta.
— Che mi dice della Honda? — fece Riggs. — Trovato qualcosa?
— Ci sto lavorando.
— Supponiamo che lei riesca a trovarli, sia la Honda sia quel tizio. A quel punto cosa farà?
— Lei cosa farebbe, Matt?
— Dipende dal tizio. E dalle sue intenzioni.
— Difatti. Per cui, fino a quando non scoprirò quali sono le sue intenzioni, non posso farmi un’idea precisa su come procedere.
C’era una vaga traccia di ostilità nel tono di Charlie, che comunque Riggs volle ignorare. Il suo sguardo tornò sul paesaggio. — Catherine ha accennato a costruire uno studio. Lei sa dove?
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