— Mangia qualcosa, LuAnn. Bevi un po’ di quel tè caldo — Charlie accavallò lentamente le gambe, azione che gli procurò un’altra smorfia di dolore. — Sei pallida come un cencio.
LuAnn lo accontentò. Mandò giù un paio di bocconi di uova strapazzate e bevve qualche sorso di tè.
— Mi ha fatto cenno di abbassare il finestrino. — Si passò il tovagliolo sulle labbra. — Ho aperto uno spiraglio e gli ho chiesto che cosa volesse.
— Che aspetto aveva?
— Sulla cinquantina, corporatura media, barba brizzolata, carnagione olivastra, occhiali con montatura metallica.
In quei dieci anni, per LuAnn memorizzare ogni piccolo dettaglio delle persone era diventato quasi un riflesso condizionato.
Charlie archiviò mentalmente quella descrizione. — Va’ avanti.
— Ha detto che stava cercando la villa dei Brillstein. — LuAnn ebbe un’esitazione, bevve un altro sorso di tè. — Gli ho detto che aveva sbagliato indirizzo.
Charlie si protese verso di lei: — E poi? Ora LuAnn stava leggermente tremando. — Ha detto che stava cercando qualcuno…
— Chi?… Chi?
Lo sguardo assente di lei cadde sul pavimento.
Quando rialzò la testa, con un filo di voce rispose: — LuAnn Tyler, di Rikersville, Georgia.
Charlie si abbandonò contro lo schienale del divano. Dopo dieci anni, pensavano di essere stati dimenticati, che il passato fosse stato sepolto.
— Che altro ha detto?
— Che voleva parlarmi. E a quel punto… — LuAnn si umettò le labbra aride e sollevò nuovamente gli occhi su di lui — non ho capito più niente, sono partita a razzo e c’è mancato poco che lo investissi sul serio.
— E lui ti ha inseguita?
LuAnn annuì. — Ho i nervi saldi, Charlie, lo sai, ma ho anch’io i miei limiti. Esci in auto alla mattina presto per fare un giretto rilassante e ti arriva addosso una cosa del genere… — Scosse il capo. — Proprio quando cominciavo a sentirmi bene qui. Jackson non s’era visto, a Lisa piace la scuola, il posto è splendido.
— E quell’altro… Riggs. Dice la verità?
LuAnn si alzò e camminò su e giù davanti al fuoco. D’improvviso si fermò e lasciò scorrere la mano sul dorso di alcuni libri allineati sugli scaffali. Aveva letto pressoché ognuno dei volumi contenuti in quella stanza. Dieci anni d’intensa educazione impartita da insegnanti privati avevano generato una donna raffinata, eclettica e cosmopolita. La sempliciotta del profondo Sud che si era lasciata dietro due cadaveri in una roulotte fatiscente assediata dalla spazzatura era ormai persa nel passato. Ma quelle immagini sporche di sangue sarebbero rimaste per sempre nella sua mente.
— Dice la verità — confermò LuAnn. — Si è davvero buttato nella mischia. Probabilmente sarei riuscita a seminare l’individuo con la barba anche da sola, ma a tutti gli effetti, Riggs è venuto in mio aiuto. Avrei voluto ringraziarlo, però se lo avessi fatto — LuAnn ebbe un moto di rabbia e tornò a sedersi — avrei implicitamente ammesso che qualcosa di strano era effettivamente accaduto.
— Da un punto di vista legale — disse Charlie passandosi una mano sul mento con aria cogitabonda — la frode alla lotteria implica una bella massa di reati. Ma dopo dieci anni sono tutti caduti in prescrizione. Chiunque sia quel tizio, non può farti niente.
— Come la mettiamo con l’accusa di omicidio? Anche quella cade in prescrizione, Charlie?
Lui rimase in silenzio.
— Io ho ucciso un uomo. Legittima difesa, d’accordo. Ma chi mi crederà ora?
— La polizia ha smesso di indagare da anni.
— Quindi che cosa suggerisci, che vada a costituirmi?
— Non sto dicendo niente del genere, LuAnn.
— Che cosa stai dicendo, quindi?
— Che forse stai gonfiando un po’ troppo l’incidente di stamattina.
LuAnn rimase a osservarlo. Finire in galera per frode o per omicidio non era nemmeno il suo problema più grosso. Dopo un attimo di silenzio improvvisamente disse:
— Benjamin Herbert Tyler.
Charlie corrugò la fronte. — Chi?
— Mio padre — spiegò LuAnn. — In tutta la sua miserabile esistenza, non mi ha mai detto una sola parola di verità. Ce l’ha sempre messa tutta per fare in modo che mi sentissi come l’ultimo essere sulla faccia della Terra. Nell’attimo stesso in cui riuscivo a mettere insieme un briciolo di stima per me stessa, faceva di tutto per demolirlo. A sentire Benjamin Herbert Tyler, ero buona solamente per vestire sexy e per sfornare bambini.
— So che per te le cose non sono state facili, LuAnn…
— Quello che forse non sai è che ho giurato, Charlie, che mai avrei riservato un trattamento simile ai miei figli. L’ho giurato su Dio, sulla Bibbia e sulla tomba di mia madre. L’ho giurato a Lisa sussurrandoglielo nell’orecchio ogni notte, ogni singola notte per i suoi primi sei mesi di vita… — LuAnn si alzò di nuovo. — Ma vuoi sapere la vera beffa, Charlie? Nemmeno io, in tutta la mia miserabile esistenza, ho mai detto a mia figlia una sola parola di verità. Ogni cosa che Lisa crede di te, di me e della sua stessa vita, non è che una sporca menzogna. Tutto inventato, Charlie. Tutto fasullo. Certo, la frode alla Lotteria Nazionale degli Stati Uniti è caduta in prescrizione. Certo, alla polizia non frega più un accidenti di niente se ho sfondato il cranio a uno spacciatore di droga. Ma se quell’ometto con la barba grigia sa , e porta tutto allo scoperto… Allora anche mia figlia saprà! Saprà che sua madre le ha raccontato una montagna di bugie ancora più alta di quella che mio padre possa aver mai raccontato a me. — LuAnn strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche. — E se questo accadrà, io finirò col perderla, Charlie. Io perderò mia figlia!
— Scusami, LuAnn — Charlie non riuscì a sostenere il suo sguardo. — Non avevo considerato tutto questo…
— E se tutto questo accade, Charlie, finire in galera per me sarà una specie di scampagnata di primavera. Perché io non avrò più mia figlia. E se non avrò più mia figlia, non avrò più ragione di esistere… Nonostante tutto questo — LuAnn accennò alla sontuosa stanza in cui si trovavano. — Più nessuna ragione.
Restarono in silenzio per molto tempo.
Fu Charlie a parlare per primo: — Riggs ha preso i numeri di targa di entrambe le macchine. — Esitò un istante. — E Riggs potrebbe essere un ex poliziotto, LuAnn.
— Magnifico! — esclamò LuAnn roteando gli occhi. — Proprio quello che ci serviva.
— Ascolta, se anche facesse una verifica sulla tua, di targa, troverebbe solamente Catherine Savage residente a Wicken’s Hunt. Catherine Savage munita di regolare numero della Sicurezza Sociale, di regolare patente di guida, di regolare tutto quanto. Non ci sono buchi nella tua identità, LuAnn. Non dopo tutti gli anni passati a costruirla.
— Il buco, quello più largo di tutti, è il tizio della Honda.
— Non stiamo parlando del tizio della Honda — ribatté Charlie. — Stiamo parlando di Matthew Riggs. E per lui, tu sei a posto.
— Ma supponi che Riggs si metta a cercare l’altro tizio, che lo trovi e che gli parli.
— Allora saremmo nei guai — ammise Charlie. — E anche grossi.
— E Riggs potrebbe farlo, secondo te?
— Chi lo sa? Di certo non si è bevuto la tua storiella più o meno tranquillizzante. Non hai fatto male a dirgli quello che gli hai detto… Ma un poliziotto rimane sempre un poliziotto. È molto difficile che ci metta una pietra sopra e che se ne dimentichi.
LuAnn si scostò i capelli dalla fronte. — E allora cosa facciamo?
— Tu non fai proprio un bel niente, LuAnn. Tu lasci che sia lo zio Charlie a vedere che cosa può saltar fuori. Siamo già stati parecchie altre volte sul filo del rasoio, se ricordi.
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