Sconcertata, Laura disse: «Perciò… quando questi uomini non sono riusciti a ucciderci nel loro primo viaggio stanotte, perché non hanno fatto un secondo viaggio in anticipo rispetto al primo, per ucciderci prima che il mio Custode ci avvertisse che stavano arrivando?»
«Vedi, il tuo Custode si era già presentato nella corrente temporale per avvertirci. Perciò sé fossero tornati indietro prima che ci avvertisse, allora come avrebbe potuto avvertirci la prima volta e come potremmo noi essere qui dove siamo ora, vivi? Paradosso!»
Rise e battè le mani come uno gnomo che esulta di fronte all’effetto particolarmente divertente di una parola magica.
A Laura venne invece il mal di testa nel tentativo di capire le complessità di simili concetti.
Chris disse: «Alcune persone credono che il viaggio nel tempo non sia neppure possibile, proprio per tutti questi paradossi. Alcuni invece ritengono che sia possibile fintanto che il viaggio che fai nel passato non crea un paradosso. Ora, se questo è vero, allora i killer non potevano fare un secondo viaggio in anticipo, perché due di loro erano già stati uccisi nel primo viaggio. Non potevano farlo perché erano già morti ed era un paradosso. Ma gli uomini che non hai ucciso e forse dei nuovi viaggiatori del tempo potrebbero fare un altro viaggio per tenderci una trappola mortale alla fine di questa strada». Si sporse in avanti per sbirciare di nuovo attraverso il parabrezza. «Ecco che cos’era tutto quel lampeggiare a sud, quando stavamo zigzagando per impedire loro di spararci. Degli altri uomini dal futuro stavano arrivando. Sì, scommetto che ci stanno aspettando laggiù, in qualche punto. Laggiù nel buio.»
Massaggiandosi le tempie, Laura disse: «Ma se noi torniamo indietro, se non cadiamo nella trappola che ci hanno teso più avanti, allora capiranno che noi siamo stati più furbi di loro, perciò faranno un terzo viaggio indietro nel tempo, torneranno alla Mercedes e ci uccideranno mentre cerchiamo di ritornare per quella strada. Ci prenderanno comunque, qualunque sia la strada che decidiamo di fare».
Chris scosse la testa energicamente. «No. Perché quando intuiranno che abbiamo capito i loro piani, forse fra una mezz’oretta, noi saremo già sulla via del ritorno e avremo già oltrepassato la Mercedes. » Il bambino ora stava saltando sul sedile in preda all’eccitazione. «Perciò, se cercano di fare un terzo viaggio nel tempo per ritornare all’inizio di questa strada e tenderci una trappola proprio in quel punto, non possono farlo perché noi saremo già tornati indietro e avremo già oltrepassato il pericolo. Saremo già in salvo. Paradosso! Vedi, devono giocare secondo regole precise, mamma, non sono dei maghi. Devono giocare secondo regole ben precise e possono essere battuti!»
In trentatré anni non aveva mai avuto un mal di testa così martellante. Più cercava di risolvere le difficoltà per evitare quel branco di assassini provenienti da chissà dove, più il dolore si faceva lancinante.
Alla fine disse: «Cedo. Immagino che avrei dovuto guardare Star Trek e leggere Robert Heinlein in questi anni, invece di fare la parte dell’adulta seria; ti confesso che non ci capisco proprio niente. Anzi, confiderò su di te per superarli in astuzia. Dovrai cercare di anticiparli. Ci vogliono morti. Perciò come potranno ucciderci senza creare uno di questi paradossi? Dove si presenteranno la prossima volta… e la volta dopo ancora? Adesso torneremo da dove siamo venuti, supereremo la Mercedes e, se hai ragione, non troveremo nessuno ad attenderci. Perciò, quale sarà la loro prossima mossa? Li vedremo ancora stanotte? Pensa a tutte queste cose e quando ti viene qualche idea fammela sapere».
«D’accordo, mamma.» Sprofondò nel sedile e per un attimo sul suo volto si disegnò un ampio sorriso, poi leccandosi le labbra si immerse nel suo gioco.
Ma ovviamente non era un gioco. Le loro vite erano in pericolo. Dovevano eludere i killer con un’abilità quasi sovrumana e le loro speranze di sopravvivenza erano affidate all’immaginazione di un bambino di otto anni.
Laura mise in moto la jeep, inserì la retromarcia e fece circa duecento metri finché trovò un punto della strada abbastanza ampio per poter girare. Poi ripercorsero a ritroso la stessa strada, diretti verso la Mercedes impantanata nel fosso, verso Big Bear.
Laura era terrorizzata. Il terrore non era come la felicità e la depressione, era una condizione acuta che per la sua natura stessa non poteva durare a lungo. Il terrore si spegneva con grande rapidità, oppure cresceva finché l’individuo non sveniva o moriva, spaventato a morte. Spaventato a tal punto da urlare finché un vaso sanguigno non esplodeva nel cervello. Ma Laura non stava urlando e nonostante l’emicrania pensava che nessun vaso sarebbe scoppiato. Si adattò a una paura cronica, sommessa, appena superiore all’ansia.
Che giornata. Che anno. Che vita.
Superarono la Mercedes impantanata e percorsero tutta la strada fino all’estremità nord senza incontrare uomini armati. In prossimità dell’incrocio con la superstrada che costeggiava il lago, Laura si fermò e guardò Chris. «Allora?»
«Finché giriamo intorno», disse, «e finché andiamo in un posto dove non siamo mai stati prima e in cui solitamente non andiamo, siamo abbastanza al sicuro. Non possono trovarci se non hanno alcuna idea di dove possiamo essere. Proprio come i tirapiedi dei tuoi romanzi.»
Tirapiedi? pensò Laura.
Chris continuò: «Vedi, ora che gli siamo sfuggiti, quei tipi torneranno nel futuro e scartabelleranno nei registri, dove c’è tutta la tua storia e vedranno qual è il posto in cui farai la tua comparsa, per esempio quando deciderai di andare nuovamente a vivere nella tua casa. Oppure se ti sei nascosta per un anno a scrivere un altro libro e poi hai deciso di andare in giro per pubblicizzarlo. A quel punto si faranno vivi nel negozio in cui stai firmando autografi perché ci sarà una documentazione di tutto questo nel futuro; sapranno che potranno trovarti in quella libreria a una certa ora e in un certo giorno».
Laura si accigliò. «Vuoi dire che l’unico modo che ho per evitarli per il resto della mia vita è quello di cambiare nome, fuggire per sempre e non lasciare traccia di me nei registri pubblici; svanire semplicemente dalla storia da ora in poi?»
«Sì, credo che forse questo è ciò che dovrai fare», concluse Chris in tono eccitato.
Era stato sufficientemente intelligente da capire come sconfiggere un branco di assassini venuti dal futuro, ma non era abbastanza adulto da intuire come sarebbe stato difficile per loro rinunciare a tutto ciò che possedevano e ricominciare da capo con i quattro soldi che avevano in tasca. In un certo senso era come un sapiente sciocco, dotato di un grande intuito e talento in un campo ristretto, ma ingenuo e tremendamente limitato per tutto il resto. Per quanto riguardava la teoria del viaggio nel tempo Chris poteva avere mille anni, ma per altri aspetti era un bambino di otto anni.
Laura replicò: «Non potrò più scrivere libri perché dovrei avere dei contatti con gli editori, gli agenti, anche se solo per telefono. Ci sarà una documentazione delle telefonate che potrà essere rintracciata. E non potrò ritirare i diritti d’autore perché indipendentemente da quanti nascondigli utilizzerò, indipendentemente dal numero di conti correnti su cui farò depositare i miei soldi, prima o poi dovrò andare a ritirarli io stessa e ciò significa che rimarrà una traccia di questo. Perciò nel futuro avranno questo dato registrato e arriveranno nella banca in cui io mi presenterò per uccidermi. Come diavolo faccio a mettere le mani sui soldi che già abbiamo? Come posso incassare un assegno senza lasciare una traccia che venga riportata nel futuro?» Laura lo guardò di sottecchi. «Santo Dio, Chris, siamo in un vicolo cieco!»
Читать дальше