Giorgio Faletti - Io sono Dio

Здесь есть возможность читать онлайн «Giorgio Faletti - Io sono Dio» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Город: Milano, Год выпуска: 2009, ISBN: 2009, Издательство: Baldini&Castoldi Dalai editore S.p.A., Жанр: Триллер, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Io sono Dio: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Io sono Dio»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Non c’è morbosità apparente dietro le azioni del serial killer che tiene in scacco la città di New York. Non sceglie le vittime seguendo complicati percorsi mentali. Non le guarda negli occhi a una a una mentre muoiono, anche perché non avrebbe abbastanza occhi per farlo. Una giovane detective che nasconde i propri drammi personali dietro a una solida immagine e un fotoreporter con un passato discutibile da farsi perdonare sono l’unica speranza di poter fermare uno psicopatico che nemmeno rivendica le proprie azioni. Un uomo che sta compiendo una vendetta terribile per un dolore che affonda le radici in una delle più grandi tragedie americane. Un uomo che dice di essere dio.

Io sono Dio — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Io sono Dio», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Russell era rimasto assorto per tutto il tempo della conversazione fra Vivien e Bellew, come seguendo un filo logico suo personale.

A quel punto intervenne per farne partecipi gli altri.

«L’unica cosa che ci lega alla persona che ha messo le bombe è Mitch Sparrow. Mi pare non ci siano più dubbi che il tipo murato è lui. È anche certo che il portadocumenti con le foto non è suo, per cui è probabile che l’abbia perso chi ha infilato nel cemento quel poveretto. Dunque nelle due foto, quella col gatto e quella scattata in Vietnam, c’è ritratto il suo assassino. Secondo me, Sparrow ha scoperto quello che stava facendo e per farlo tacere lui lo ha ucciso.»

Da parte del capitano arrivò una conclusione che era la diretta conseguenza di quello che aveva appena detto Russell.

«Dunque lavoravano insieme.»

«In via continuativa o saltuariamente, non so. Una cosa è sicura. Che lavoravano nello stesso posto quando Sparrow è scomparso.»

Russell rimase un attimo assorto, come per riordinare le idee. Vivien era affascinata da quella concentrazione.

«La persona a cui diamo la caccia è chiaramente il figlio di quello che ha messo le mine. Il padre forse era un reduce del Vietnam, che deve essere tornato con delle ferite psicologiche enormi. Molti soldati sono stati trasformati dalla guerra. Alcuni non hanno perso l’abitudine ma soprattutto il gusto di uccidere e hanno continuato a farlo anche quando sono rientrati nella vita civile. Mio fratello ne è stato testimone più volte.»

Vivien sentì il fantasma di Robert Wade comparire senza ansia nella voce di Russell. Lo guardò e vide un viso che conosceva portare in giro occhi diversi. Sentì dentro un piccolo affanno felice. Subito le preoccupazioni per la storia che stavano vivendo presero il sopravvento.

Russell continuò nella sua razionale esposizione dei fatti senza accorgersi di nulla.

«Purtroppo è chiaro che, se chi ha scritto la lettera e piazzato le bombe aveva problemi di mente, il figlio li ha ricevuti moltiplicati in eredità. Dal tenore del messaggio mi pare che non abbia mai avuto modo di conoscere il padre, che si è rivelato a lui solo dopo la morte. Mi chiedo perché.»

Russell fece una pausa, lasciando sospeso quell’interrogativo al quale era vitale dare una risposta.

Come per concedere una pausa di riflessione ai presenti, il telefono posato sulla scrivania prese a suonare. Il capitano allungò una mano e portò la cornetta all’orecchio.

«Bellew.»

Rimase ad ascoltare in silenzio quello che la persona dall’altra parte gli riferiva. Vivien e Russell videro a mano a mano la sua mascella contrarsi.

Riagganciò con dipinta in viso la voglia di spaccare il telefono.

«Era il capo della squadra di artificieri che ha esaminato le macerie sull’Hudson.»

Fece una pausa. Poi disse quello che tutti si aspettavano.

«È di nuovo lui. Stesso esplosivo, stesso tipo di innesco.»

Russell si alzò in piedi, come se dopo quella conferma avesse bisogno di muoversi.

«Mi è venuta in mente una cosa. Non sono un esperto, ma costui, per decidere di mettere in pratica quello che il padre aveva solo progettato, deve per forza essere uno psicopatico asociale o qualcosa del genere, con tutte le implicazioni e le caratteristiche del caso.»

Si girò a guardare Vivien e Bellew.

«Ho letto che queste persone di solito hanno un meccanismo ben preciso di ricarica dei loro impulsi. E di conseguenza un comportamento ripetitivo.

Il primo botto è avvenuto nella sera di sabato. Il secondo nella notte fra lunedì e martedì. Sono passati tre giorni, più o meno. Se quel pazzo ha fissato nella sua mente questo intervallo fra una esplosione e l’altra, dovremmo avere altri tre giorni di tempo per prenderlo, prima che decida di agire di nuovo. Non voglio nemmeno pensare…»

Lasciò in sospeso la frase. Poi la concluse, riuscendo a esprimere nel tono e nelle parole la gravità della situazione.

«Non voglio nemmeno pensare a cosa accadrebbe se si verificasse una nuova esplosione. Magari in un palazzo dove lavorano migliaia di uomini e donne.»

E infine aggiunse la peggiore delle ipotesi.

«Senza contare che potrebbe anche decidere di far saltare tutti gli edifici nello stesso giorno.»

Vivien vide che il capitano lo guardava come se, nonostante tutto, ancora si chiedesse chi era quel tipo e che cosa ci faceva nel suo ufficio. Un civile che ragionava con loro di fatti che stando alle regole avrebbero dovuto riguardare solo la Polizia. La situazione che si era creata era assurda ma perfetta nella sua logica a incastro. Erano tre persone legate a un’indagine da un segreto che a nessun costo doveva essere divulgato e che nessuno aveva interesse a divulgare.

Bellew si alzò in piedi e si appoggiò con i pugni serrati alla scrivania.

«Ci serve con urgenza assoluta un nome da abbinare a quelle foto. Non possiamo pubblicarle con sotto scritto «Chi conosce quest’uomo?» Se le vedesse il figlio potrebbe capire che siamo sulle sue tracce, farsi prendere dal panico e iniziare a far esplodere gli edifici uno dopo l’altro.»

Vivien si rese conto che si stavano riferendo a due persone sconosciute chiamandoli il padre e il figlio. Ricordi della sua infanzia arrivarono derisori a sottolineare la tragica ironia della situazione.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo…

L’immagine di se stessa, ancora bambina, in una chiesa col profumo d’incenso venne cancellata da quelle di edifici in fiamme e corpi trasportati sulle ambulanze.

Bussarono alla porta. Bellew invitò la persona che si intravedeva oltre il vetro smerigliato a entrare. Il detective Tyler si affacciò ed entrò nell’ufficio reggendo un fascicolo. Aveva la barba lunga e l’aria trasandata di chi ha passato una notte in bianco. Quando vide Russell, una smorfia di disappunto comparve per un attimo sul suo volto.

Ignorò del tutto lui e Vivien e si rivolse al suo superiore.

«Capitano, ho qui i risultati delle ricerche che aveva chiesto.»

Il tono di voce era quello di chi aveva svolto un lavoro duro e noioso e sapeva che non gli sarebbe stato riconosciuto. Il capitano allungò una mano, aprì l’incartamento e lo scorse velocemente.

Parlò senza alzare gli occhi dal foglio.

«Molto bene, Tyler. Vai pure.»

Il detective abbandonò la stanza lasciandosi dietro una scia di sigarette mal fumate e cattivo umore. Bellew attese che si fosse allontanato dalla porta, prima di informare Vivien e Russell su quello che aveva appena letto.

«Ho messo al lavoro diverse squadre di tre uomini. Spiegando il minimo indispensabile. Ecco quello che abbiamo.»

Tornò a rivolgere la sua attenzione ai fogli che teneva fra le mani.

«La casa esplosa a Long Island apparteneva a un militare, un certo maggiore Mistnick. Pare che avesse prestato servizio in Vietnam. Questo non significa nulla, ma è tuttavia un fatto curioso. La ditta che la costruì era in effetti una piccola impresa di Brooklyn, la Newborn Brothers. La società che ha costruito il palazzo nel Lower East Side invece si chiama Pike’s Peak Buildings. E qui ci troviamo davanti a un vero colpo di fortuna. La direzione ha affidato da tempo l’archiviazione dei suoi dati a una società informatica. Tutto è su file, dunque è di completa e rapida consultazione. Anche le cose più datate.»

«Questa è una bella notizia», disse Vivien.

«Ce n’è un’altra.»

Non c’era esultanza nella voce del capitano.

«Stiamo risalendo alla compagnia che ha sistemato la Dodicesima Avenue e costruito il capannone a Hell’s Kitchen, quello esploso stanotte.

È un appalto comunale, per cui la ditta deve essere stata per forza costretta a servirsi delle Unions. Quelli sono obbligati a conservare i dati per anni.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Io sono Dio»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Io sono Dio» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «Io sono Dio»

Обсуждение, отзывы о книге «Io sono Dio» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x