Giovanni Pascoli - Nuovi poemetti (1909)

Здесь есть возможность читать онлайн «Giovanni Pascoli - Nuovi poemetti (1909)» — ознакомительный отрывок электронной книги совершенно бесплатно, а после прочтения отрывка купить полную версию. В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Жанр: foreign_antique, foreign_prose, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Nuovi poemetti (1909): краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Nuovi poemetti (1909)»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Nuovi poemetti (1909) — читать онлайн ознакомительный отрывок

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Nuovi poemetti (1909)», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

o il solitario scroscio del torrente
dopo un’acquata, o il conversar tranquillo,
presso le bianche nuvole, di gente,

che non si vede, intorno cui lo squillo
de’ campanacci va per le pratina
odorate di menta e di serpillo.

La vecchietta filava. A lei vicina
una sua pecorella da guadagno
strappava ciuffi d’erba pannocchina.

Essa filava all’ombra d’un castagno
centenario, e parlava alla sua recchia.
Infilato nel braccio era il cavagno.

E tra ch’ell’era dura un po’ d’orecchia,
e che il cielo echeggiava di cicale,
aspre dal sole, a mezzodì; la vecchia

«Chi?» disse. «Il Papa». «Il Papa, che?» «Sta male».

II

Alzò le braccia col cavagno e il fuso,
al cielo azzurro, e mormorò: «Madonna
del Carmine!» La recchia levò il muso.

«Siete d’età,» l’uomo riprese: «eh nonna?
Ma voi siete altra tiglia! A voi fa prode
l’aria di monte e l’acqua di Corsonna».

Ma la vecchina non sentì la lode.
Smerlucciò tra i castagni, quasi intorno
fosse, a qualch’ombra, l’angiolo custode.

Ell’era nata lo stesso anno e giorno!
E da vent’anni le diceva il cuore
che farebbero insieme anche il ritorno.

«O dunque c’è la diceria, che muore?»
«Più troppo!» Dunque non vedrebbe il rosso
delle fragole e il nero delle more!

«Addio ‘n salute!» «Addio». «L’uno pel fosso,
e l’altra prese per uno sgaruglio.
Avea le gambe flosce, il fiato grosso.

Tornava a casa. O Vergine di luglio!
o bianca nuviletta del Carmelo!
La recchia dietro lei qualche cespuglio

brucava, e poi stradava con un belo.

III

«Ta ta, Nina, ta ta». Come gagliardi
eran quei tre castagni suoi! Che mèsse!
che cimi! E la chioccetta era nei cardi!

Il suo figliolo quando vi cogliesse,
nella sera che accecano il metato,
sì, penserebbe a farle dir due mésse.

Buttar due lire uguanno non fa stato.
Uguanno è annata, se non è lo strino
che c’entri prima ch’abbiano animato.

La vecchietta era giunta al casalino;
ma non l’antico suo paiòl di rame
appese alla catena del camino.

Era avvilita, e non le facea fame!
Mise un lenzuolo bianco al sacconcello,
ma prima un poco ne rumò lo strame.

Poi si portò su l’uscio uno sgabello.
Sedé movendo ad or ad or la bocca.
Aspettò che venisse il suo gemello.

Sgranava qualche rappa nella cocca
del pannello, e chiamava Curre! Curre!
Poi, rinfilata nel pensier la rócca,

filava in mezzo alle montagne azzurre.

IV

Dan dan… dan dan… Passava un carbonaio
col suo muletto. «O Chiozza, se vedete
il Ciampa, il mi’ figliolo di Renaio,

ditegli, se non è per le faggete,
che non l’ho visto da non so mai quanto,
e che cammini. E ditel anco al prete.

Venga di quella via con l’olio santo».
«Servirò. Ma che avete? O che vi sente?»
«O Chiozza, è l’ora che par poco il tanto!»

«Che dite, nonna?» «Anzi non par più niente!»
«Coraggio!» «Più che vecchi, non si campa.
Da Roma il Papa ha da venire…» «O gente!»

«E voi sapete leggere?» «La stampa».
«Che scrivono?» «Che muore». «Ecco, tra poco
andrò con lui. Se lo vedete, il Ciampa,

il mi’ figliolo…» Ella parlava fioco,
l’altro ripiva. Le montagne in faccia
brillavano d’un grande orlo di fuoco.

Dan dan… Sul petto ella piegò le braccia.
Dovean sonare Avemarie dintorno.
Dan dan… dan dan… Era finita l’accia,

e pieno il fuso, e terminato il giorno.

V

Il giorno dopo il Ciampa (era ai vincigli
poco lontano) entrò senza picchiare
col più piccino dei suoi sottofigli.

La trovò che sfaceva col cucchiare
nel laveggino nero una brancata
di farina, in ginocchio al focolare.

«Ch’ha detto il Chiozza, ch’érite malata?»
«Oh! Gigi! Ahimè che tremo ho fatto! Provo
se mi fa bono un po’ di farinata».

«Più bono, o mamma, vi farebbe un ovo».
«Con l’ova abbiamo da comprare il sale».
«O dunque, mamma, cosa c’è di novo?»

«Forse, figliolo, c’è più ben che male».
«Dio v’ascolti». «O codesto rapacchiotto?»
«È il Gigino del mi’ pover Natale».

«Dio lo riposi. E in quanti sono?» «In otto».
«Polenta vi ci vuole ora e coraggio!»
«Su dunque, Nini: porgigli il ricotto».

Nelle sue frasche e’ lo tenea, di faggio,
verdi, col cimo in dentro e fuori il calcio:
un fardelletto bello come un maggio,

legato con un torchiettin di salcio.

VI

Ella guardò, mestando. «O che gli porti,
Nini, alla nonna? O che tu l’hai saputo
ch’io vado in pace, a ritrovare i morti?

Che glielo faccio a babbo, omo, un saluto?
Che gli dico del bimbo? Eh! gli vuol detto
ch’è savio, che dà retta, ch’è d’aiuto;

ch’ha il grembialino, ch’ha il rastellinetto,
che va colle sue genti alle faccende,
anco alla ruspa dopo fatto appietto;

e ch’abbada alle pecore, e contende
se vanno al danno, e poi che fa in Corsonna
le vetrici e le monda e le rivende.

Va colassù, va colassù la nonna,
con uno che ci sa; che può, se vuole,
anco portarla avanti alla Madonna.

Da lui si farà dire le parole
per benedire i figli de’ suoi figli
coi lor figlioli e colle lor figliole;

perché Dio vi protegga e vi consigli,
e abbiate ogni anno lo stabbiato e il frutto,
e lana e legna, e le fronde e i vincigli,

e la polenta d’ogni giorno, e tutto.»

VII

La fronte e gli occhi si spazzò col dosso
della mano. S’alzò. Prese in un godo
del soppianello due cucchiai di bosso.

Prese anche il suo ch’era attaccato al chiodo.
Staccò il laveggio, a stento, dall’uncino:
riempì tre pianette: il tutto a modo.

Poi prese il fior di latte: anche, a modino,
aprì le frasche, e giù, per non lo sfare,
lo sbacchiò sopra un borracciòl di lino.

E mangiarono avanti il focolare
in pace e amore, con di tanto in tanto
quattro parole, a cucchiaiate rare.

Il bimbo in terra era seduto accanto
alla bisnonna, e spesso dalle dita
di lei pigliava un suo bocconcin santo.

L’uscio era aperto. I fior di margherita
non aprivano ancora le corolle
di su le crepe della soglia erbita.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Nuovi poemetti (1909)»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Nuovi poemetti (1909)» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Giovanni Arpino - Scent of a Woman
Giovanni Arpino
Maurizio de Giovanni - Everyone in Their Place
Maurizio de Giovanni
Giovanni Boccaccio - Das Decameron
Giovanni Boccaccio
Johann Widmer - Le Veglie Di Giovanni
Johann Widmer
Giovanni Zarella - Italienische Trennkost
Giovanni Zarella
Giovanni Boccaccio - Decameron
Giovanni Boccaccio
Giovanni Mongiovì - Небосвод Надиры
Giovanni Mongiovì
Giovanni Boccaccio - Dekameron, Dzień trzeci
Giovanni Boccaccio
Giovanni Boccaccio - Dekameron, Dzień siódmy
Giovanni Boccaccio
Mongiovì Giovanni - Il Cercatore Di Coralli
Mongiovì Giovanni
Giovanni Pascoli - Primi poemetti (1904)
Giovanni Pascoli
Giovanni Pascoli - Il fanciullino(1897)
Giovanni Pascoli
Отзывы о книге «Nuovi poemetti (1909)»

Обсуждение, отзывы о книге «Nuovi poemetti (1909)» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x