Il pescatore di perle s’aggrappò ad alcune piante parassite di nepentes che portavano i loro vasi semiricolmi d’acqua più o meno limpida e, raggiunto un ramo, fece cadere al suolo una dozzina di quelle grosse palle.
Stava per discendere, quando verso la spiaggia udirono Jody urlare: «Preso, accorrete o mi scappa!»
Il quartiermastro fece un salto verso la carabina che aveva appoggiato al tronco dell’albero, mentre il malabaro si lasciava cadere a terra. -
«Presto, Palicur, – disse Will, slanciandosi a corsa sfrenata. – Qualcuno può minacciare Jody.»
Attraversarono come un lampo il lembo della foresta e si slanciarono verso la spiaggia, dove il mulatto pareva lottasse contro qualche cosa di enorme e di non ben definito, che egli tempestava di legnate poderose.
«Che c›è, Jody?» gridò il quartiermastro, preparandosi a far fuoco.
«Aiutatemi a rovesciare questa montagna di carne, prima che fugga in mare, – rispose il macchinista. – Ci vorrebbe una gru!»
Il quartiermastro ed il malabaro si erano fermati dinanzi ad una testuggine di dimensioni così enormi che prima di allora non ne avevano visto l’eguale, ma che riconobbero subito.
«Una tartaruga elefantina! – esclamò Will. – Hai ragione di dire che è una vera montagna di carne e che noi tre non la potremo rovesciare. Ci vorrebbero dieci facchini per muovere questa massa.»
Quel rettile era infatti straordinariamente grosso. Non era più lungo di un metro e mezzo, ma il suo guscio nero e robustissimo s’innalzava formando una specie di cupola, sotto cui dovevano trovarsi per lo meno duecento chilogrammi di carne. Quei mostri, la cui vista fa pensare agli animalacci dell’epoca antidiluviana, non sono rari nell’Oceano Indiano, anzi abbondano in certe isole come nelle Maldive, nelle Nicobare e soprattutto in quelle mascarine, nelle isole di Francia e della Riunione, dove anzi si allevano entro recinti chiusi per servire di svago ai ragazzi, potendone esse portare e trascinare parecchi sul poderoso dorso.
Il rettile scoperto dal macchinista, sotto la grandine di legnate somministrategli, aveva ritirato la testa e si era fermato, sicuro che nessuno lo avrebbe scovato entro la sua fortezza ossea né sarebbe stato capace di rovesciarlo sul dorso. Aveva però fatto male i conti, perché Will, visto che non voleva offrire la sua testa al coltello del malabaro, gli sparò dentro un colpo di pistola, fracassandogli il cranio.
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