Vittorio Bersezio - La plebe, parte IV

Здесь есть возможность читать онлайн «Vittorio Bersezio - La plebe, parte IV» — ознакомительный отрывок электронной книги совершенно бесплатно, а после прочтения отрывка купить полную версию. В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Жанр: foreign_antique, foreign_prose, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

La plebe, parte IV: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «La plebe, parte IV»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

La plebe, parte IV — читать онлайн ознакомительный отрывок

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «La plebe, parte IV», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Si viveva da milionarii; non già essa, la moglie del fabbricante, la quale allevata fra le privazioni in una povera famiglia, non aveva disposizioni nessune, nè gusto nemmanco a comparire e scialarla da gran signora; viveva essa modestissima, rinchiusa fra le eleganti pareti del suo suntuosissimo quartiere, non vedendo alcuno mai; ma il marito non si rifiutava nulla di quanto potesse la ricchezza procacciare di sfarzo e di spassi, e l'unico loro figliuolo adoratissimo era tenuto ed allevato come l'erede di principesche fortune.

Ma, sventuratamente, ad un tratto il padre mancò. Dovendo venir appurata l'eredità del figliuolo, ancora in età minore, ne venne a risultare che cospicuo era bensì l'attivo della medesima, molti però eziandio i carichi e le passività in tal grado da ridurre di più che metà le rendite patrimoniali, quando mancassero quell'operoso spirito industriale, quell'intelligente intraprendenza che valevano al defunto fabbricante sì vistosi guadagni de' suoi capitali. Un'accorta amministrazione di quel patrimonio in mezzo a tutti quei viluppi ed imbrogli avrebbe saputo salvare all'erede una ricchezza più che considerevole; ma la vedova di Valpetrosa, donna di timidi spiriti, vissuta sempre ritratta, senza la menoma idea, senza la menoma disposizione per nessuna sorta di affari, non ne capiva nulla, non n'ebbe altra impressione che d'una gran confusione nella testa e d'un grande sgomento nell'animo. Di una cosa sola ella scongiurò gli onesti uomini che presero cura degl'interessi di lei e del pupillo, che cioè si sceverasse da ogni debito, da ogni traffico, da ogni complicazione quel tanto di più che si potesse delle fortune del marito, lo s'investisse in sicuri impieghi di capitale, da averne un reddito certo, fisso, immanchevole, in cui misurare le sue spese e la condotta e l'educazione del figliuolo.

La fabbrica fu venduta, fu ceduta ogni ragione che il defunto aveva sul principalissimo fondaco di panni che allora esistesse in Milano, e pagato ogni creditore, si ebbe tuttavia il risultamento d'un patrimonio di duecento e più mila lire austriache, cui la madre (suo marito essendo morto senza testamento) volle investire nel nome del figliuolo, come unico ed assoluto proprietario.

Questa buona e savia donna, cresciuta in mezzo agli stenti, anco fra le grandigie nel tempo della prosperità del marito, alle quali ella così poco aveva voluto partecipare, aveva sempre conservato spirito ed abitudini parsimoniose. Ora, spaventata da quel crollo che avevano subitamente sofferto le fortune dei Valpetrosa; crollo che da principio sembrava anche maggiore, e le aveva fatto temere poco meno che d'essere ridotti alla miseria, quelle sue tendenze a scemare le spese, a restringerle nel necessario, si aumentarono grandemente, ed esagerandosi benanco andarono fino alla grettezza ed all'avarizia.

Maurilio, per disgrazia, era perfettamente d'umore e di tendenze opposti. Il gusto dello scialo, l'amor dello spendere, l'ambizione dello sfarzo, e' doveva averlo recato seco fin dalla nascita; glie l'avevano radicato ed accresciuto i modi ed abitudini di vita della sua famiglia, vivente il padre; così bene che i diportamenti e le delicature dell'esistenza signorile eransi fatti per esso quasi una necessità. Un ridurlo a più modesti costumi, accompagnato da validi ragionamenti che gli ponessero in chiaro le sue condizioni, avrebbegli certo giovato e sarebbe riuscito a modificarne le propensioni; ma la madre esagerando e privandolo del tutto d'ogni suo precedente diletto, recando in tutto ciò che a lei sembrava superfluo una falce così spietata che a pochissimo invero trovavasi ridotto quel necessario che gli era concesso, ottenne anzi l'effetto contrario, suscitò quel sentimento di riazione che sta in ogni spirito umano contro ciò che gli si vuole imporre, destò più vivi ed irritò quei desiderii di godimento che acquistavano ancora, oltre tutte le altre, la seduzione del frutto proibito. La madre gli aveva pariate di povertà, ed egli era pure stato in caso di apprendere che una certa parte delle fortune paterne era salva: ignaro del vero valore del denaro, parevagli che duecento mila lire austriache fossero un gran che; si persuase quindi agevolmente che le continue ammonizioni di non ispendere, i continui lamenti sull'eccessività dei costi della roba, i continui consigli di risparmiare fossero esagerazioni cagionate da una specie di mania di sua madre, cui non bisognava contraddire, ma a cui si poteva e si doveva non dar retta. La gente in mezzo a cui soleva passare il suo tempo, non era acconcia a fargli nascere altra persuasione, nè ad inculcargli la virtù del risparmio. Mentre sua madre con infiniti risparmi riusciva in capo d'ogni anno ad aumentare d'una piccola somma il capitale, Maurilio coi debiti, che di soppiatto veniva facendo, lo intaccava senza misericordia, così che ne avrebbe dovuto fondere una gran parte quel dì che, arrivando alla maggior età, egli sarebbe stato costretto a pagare.

Quando quest'epoca dell'età maggiore del figlio fu arrivata, la madre si spogliò senza indugio dell'amministrazione del patrimonio che era proprietà assoluta di Maurilio, e cui pure ella mercè l'economia ed i risparmi aveva di qualche poco accresciuto; e il giovane trovatosi di poter disporre di una somma che a lui in quei primi momenti pareva inesauribile, la diede per mezzo ai dispendi, senza che servissero di valevol freno gli ammonimenti prima, e poi, visto inutile ogni parola, i bronci della madre. Di siffatta guisa non andò gran tempo che Valpetrosa ebbe consumata una gran parte di quelle sostanze salvate alla liquidazione dell'avere paterno. Ardente di carattere, generoso dell'animo, aperto e inchinevole ad ogni nobile impulso, Maurilio era entrato nella congiura dei patrioti che volevano francare dallo straniero l'Italia e sognavano nella monarchia, nell'esercito e nel popolo piemontesi un aiuto alla santa difficilissima impresa.

Trattandosi di fermare più stretti gli accordi fra i congiurati dell'una e dell'altra parie del Ticino, si pensò mandare in Piemonte uno dei lombardi che seguisse attentamente lo svolgersi dei fatti, si mettesse in giorno d'ogni processo della congiura, e di là comunicasse notizie, cenni, istruzioni; e niuno fu pensato poter meglio adempire questo ufficio di Maurilio Valpetrosa di scelte maniere, di vivacissimo ingegno, di simpatiche sembianze e di animo sicurissimamente incrollabile. Da ciò quelle tante ed efficaci lettere di favore dell'aristocrazia milanese che l'avevano introdotto nell'intimità della superba aristocrazia di Torino; per ciò quelle sue lettere di credito per somme vistose, di cui egli usava così largamente, cui egli aveva ritenute assolutamente indispensabili alla riuscita del suo compito e per ottenere le quali egli aveva impegnato tutto o quasi tutto il restante suo patrimonio.

Le cose gli erano andate perfettamente a seconda. Aveva egli mandato innanzi con uguale buon esito e di pari passo gl'interessi della patria causa e quelli del suo amore; aveva udito dalla bocca di Carlo Alberto parole che erano più d'una speranza, che potevano dirsi promesse; coi capi della cospirazione mezzo civile, mezzo militare, che si rannodava intorno al palazzo Carignano, aveva inteso i modi d'esecuzione del vasto disegno; aveva ottenuto da Aurora le massime prove d'amore. Ogni causa di suo soggiorno a Torino era cessata; partì come vedemmo e rapì alla sua famiglia la sedotta figliuola del marchese di Baldissero.

La madre di Valpetrosa non accolse Aurora come una figlia, sibbene con e una straniera intrusa nel loro domestico affetto. La sua timidità, l'amore misto ad una soggezione che aveva per suo figlio, non le lasciarono manifestare in modi aperti e positivi questo suo sentimento verso la nuora; ma esso apparve continuatamente nella freddezza poco meno che ostile, nell'impaccioso silenzio, nella costante musoneria che teneva con Aurora. Dopo alcun tempo, venutole un maggiore coraggio, si mostrò eziandio in certe indirette rampogne, in velate lamentazioni che ella faceva ad alta voce seco stessa in presenza della nuora, senza volgere a lei la parola, ma perchè andassero a ferirla. Aurora non aveva mezzo alcuno, nè credeva manco sua dignità, di rispondere; curvava il capo e taceva, come se quello non fosse fatto suo; ma sentiva intanto invaderla un'immensa amarezza.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «La plebe, parte IV»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «La plebe, parte IV» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «La plebe, parte IV»

Обсуждение, отзывы о книге «La plebe, parte IV» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x