Prodiit hac auctor Trojanae cladis Achilles.
Virgilio nel libro secondo dell'Eneide ( Larissaeus Achilles ) aggiugne forza alla supposizione del Pugliese (l. I, p. 275), supposizione non giustificata dalle geografiche descrizioni che si trovano in Omero.
L'ignoranza ha tradotto των πεδιλων προαλματα, ( punte de' talari ) Speroni ; e questi impacciavano i cavalieri che combattevano a piedi (Anna Comnena, Alexias , lib. V, p. 140). Il Ducange ha dedotto il vero significato di queste parole da una usanza ridicola, ed incomoda, durata dall'undicesimo secolo fino al decimoquinto. I ridetti speroni, configurati a guisa di scorpione, aveano talvolta due piedi e una catenella d'argento che gli attaccava al ginocchio.
Tutta questa lettera merita di essere letta ( Alexias , l. III, p. 93, 94, 95). Il Ducange non ha intese le seguenti parole αστροπελεκυν δεδεμενον μετα χρυμαφις. Ho procurato di dar loro una interpretazione possibilmente plausibile: χρυμαφιου significa corona d'oro. Simone Porzio ( in Lexico graeco-barbar. ) dice che ασροπελεκυς equivale a κεραυνος, πρηστηρ, lampo.
Intorno a questi principali fatti rimetto i leggitori agli storici Sigonio, Baronio, Muratori, Mosheim, Saint-Marc etc.
Le vite di Gregorio VII sono o leggende, o invettive (Saint-Marc, Abrégé ; t. III. p. 233; ec.), e i moderni leggitori non crederanno più ai suoi miracoli che ai suoi sortilegi. Nel Leclerc ( Vie de Hildebrand, Bibliothèque ancienne et moderne , t. VIII) si trovano diverse nozioni instruttive a tale proposito, e molte dilettevoli nel Bayle ( Dictionaire critique, Grégoire VII ). Questo pontefice fu, non v'ha dubbio, un uomo sommo, un secondo Atanasio, in un secolo più fortunato per la Chiesa. Mi sarà egli lecito aggiugnere che il ritratto di Atanasio da me offerto nel Capitolo XXI è uno de' tratti della mia storia de' quali mi trovo meno scontento?
Ciò che qui dice l'autore di Gregorio VII forse è esagerato; vegga il lettore ciò che abbiamo scritto di questo Papa famoso in una Nota al vol. IX. (Nota di N. N.)
Anna, col rancore proprio ad una scismatica greca, chiama Gregorio καταπτυσος ουτς Παπας (lib. I, pag. 32), un Papa e un prete degno che gli sia sputato addosso; lo accusa di aver fatto frustare gli ambasciatori di Enrico, di aver fatto ad essi rader la barba; forse d'averli privati degli organi della virilità (p. 31-33); ma questo crudele oltraggio è poco verisimile, nè ben provato. V. la sensata prefazione del Cousin.
… Sic uno tempore victi
Sunt terrae Domini duo: rex Alemannicus iste,
Imperii rector romani maximus ille.
Alter ad arma ruens armis superatur: et alter
Nominis auditi sola formidine cessit.
È cosa non poco singolare che questo poeta latino parli dell'Imperatore greco come se governasse l'Impero romano (t. IV, p. 274).
La narrazione del Malaterra (l. III, c. 37; pag. 587, 588) è autentica, minuta, imparziale. Dux ignem exclamans urbi incensa , etc. Il Pugliese attenua la disgrazia: inde quibusdam aedibus exustis , disgrazia che alcune Cronache parziali si studiano esagerare (Muratori, Annali , t. IX, pag. 147).
Il Gesuita Donato ( De Roma veteri et nova , l. IV, c. 8, p. 489) dopo avere parlato di una tale devastazione, aggiugne con grazia: Duraret hodieque in Caelio monte interque ipsum et Capitolium miserabilis facies prostratae urbis, nisi in hortorum vinetorumque amenitatem Roma resurrexisset, ut perpetua viriditate contegeret vulnera et ruinas suas.
Il titolo di Re promesso, o conferito a Roberto dal sommo Pontefice ( Anna l. I, p. 32) è a bastanza provato dal Poeta Pugliese (l. IV, p. 270):
Romani regni sibi promisisse coronam
Papa ferebatur.
e non intendo il perchè questo nuovo tratto di giurisdizione apostolica spiaceva al Gretser e ad alcuni altri difensori del Papa.
V. Omero Iliade B. (quanto detesto questo metodo pedantesco di citare i libri dell'Iliade colle lettere dell'alfabeto greco!) 87 ec. Le api di Omero offrono l'immagine di una turba disordinata; perchè la loro disciplina, e i lavori repubblicani sembrano idee di un secolo posteriore ( V. Eneide , lib. I).
Guglielmo Pugliesi (l. V, p. 276). L'ammirabile porto di Brindisi ne formava due; il porto esterno offeriva un golfo coperto da un'isola, il quale per gradi si restringeva, e comunicava, mediante un canale, nel porto interno che da due bande comprendea la città. Cesare e la natura, sonosi adoperati a rovinarlo: e a petto di siffatte potenze che valgono i deboli sforzi del governo Napolitano? (Swinburne's Travels in the two Sicilies , vol. I, p. 384-390).
Abbiamo ora una traduzione degli Annali di Nestore eseguita dall'erudito Schloetzer che vi ha aggiunte note, preziose massimamente per coloro che di conoscere le antichità russa hanno vaghezza. (Nota dell'Editore)