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Nel più ingenuo paese che prosperi in Europa sotto il sole della civiltà, gli ottusi che leggono senza comprendere sono in numero sterminato. Quando apparve per la prima volta nel poco ammirabile paese lʼopuscoletto di Roboamo Puffista, i volghi letterati urlarono allo scandalo, e il clamore della indignazione esplose così impetuoso e brutale, che i venditori girovaghi di stampati, atterriti dalle invettive, riportarono allʼeditore le copie dello incriminato volumetto protestando di non voler più oltre prestarsi allo spaccio della merce abbominevole. Allarmarsi per un titolo, condannare un libro prima di leggerlo e riprovarlo senza averlo compreso, son casi che avvengono ogni giorno, laddove lʼintelligenza umana, evirata dai gesuiti e dai pedanti, è inevitabilmente condotta ad incaponire. Benedetta la Francia! benedetta la nazione dello spirito e della tolleranza, dove si possono scrivere e pubblicare dei libri intitolati: Lʼarte di rendersi antipatico, Lʼarte di ingannare il prossimo , Lʼarte di rubare, ecc, ecc. senza incorrere la scomunica dei citrulli. Nellʼopuscoletto di Roboamo Puffista, che è da capo a fondo una satirica ironia, diretta a smascherare la frode, si contengono delle osservazioni le quali importerebbero un più serio sviluppo. Vi siete mai chiesti se il debito sia un crimine, o in quali casi lo sia, e come avvenga che nellʼordine delle moderne istituzioni, la condizione inesorabilmente imposta a tutti gli enti individuali e collettivi, è quella di doversi indebitare? Avete mai considerato che il debito, nellʼabominevole condizione creata dalla società a milliaja e milliaja di individui diseredati, rappresenta lʼunica valvola di salvezza fra la disperazione e il delitto?
Credete voi che il puffista , se questa valvola si chiudesse, non si darebbe al ladroneggio, forsʼanco allʼassasinio? Allorquando i governi ed i popoli ignoravano la grandʼarte di reggersi sul debito, non avvenivano più frequenti le invasioni, le guerre di conquista brutalmente coronate dalla rapina e del saccheggio? Provatevi un poco, o citrulli, a procedere su questa via di considerazioni; vedrete allora, capirete forse, ciò che in altri paesi meno gaglioffi fu capito da un pezzo, che lʼironia e la satira vestite delle apparenze più frivole, sono le lanterne magiche dalle quali si sprigiona la luce più atta a porre in evidenza le verità meno apparenti o meno esplorate.
Evidentemente, lʼopuscolo dellʼottimo Roboamo fu scritto in quellʼepoca barbara, quando ancora esisteva, a frenare la baldanza del puffismo invadente, lo spauracchio dellʼarresto personale. Noi dobbiamo a Napoleone III, imperatore dei francesi, lʼiniziativa della provvida riforma che emancipò i debitori dalle antiche tirannidi del codice commerciale. Quando le nuove franchigie vennero proclamate in Francia, lʼonorevole corpo accademico dei reclusi di Clichy improvisò una splendida luminaria. La Bastiglia dei debitori era demolita, e il santo diritto del libero puff affermato allʼumanità. La costituzione del secondo impero era basata sul puff ; fino a quando Napoleone III tenne le redini dello Stato, i puffisti ottennero protezioni, favori, privilegi. Via! Non disconosciamo i benefizii resi da quel potente sovrano alla causa dei diseredati! Sulla base del monumento che fra poco vedremo erigersi in Milano alla memoria di Lui, proporrei che si scolpisse lʼepigrafe: