Dino Buzzati - Sessanta racconti
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- Название:Sessanta racconti
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- Издательство:Mondadori, collana Oscar classici moderni
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" Su, su, Pirolino " diceva l'uomo alla scatola facendo atto di tirare un po' lo spago " su, fatti vedere dai signori, non aver paura! Cosa volete? " e si volse, come chiedendo scusa, ai passanti che si erano fermati " oggi è in vena di capricci! È offeso. E pensare che ieri ha fatto anche il salto mortale. " Poi di nuovo alla scatola: " Andiamo, Pirolino, vuoi fare aspettare per niente questi gentili spettatori? Ci sono anche due belle signorine, non vuoi darci un'occhiata, Pirolino? ". Fece un salto: " Signori, signori, avete visto che ha messo fuoti il musetto per un attimo? L'avete visto no? Dica lei, signorina, lei l'ha visto? ". " Mah, non so " rispose ridendo la ragazza. " Forse. Ma non ho visto bene. "
" Nene, basta, andiamo " le disse la compagna dandole di gomito. " Cosa stiamo qui a perdere tempo? "
" Perché? " fece la Nene. " Tu, Minnie, dici che non venga fuori? "
" Che cosa? " " Ma la bestiolina! " La Minnie scoppiò a ridere. " Ah, sei impagabile. Non hai ancora capito che nella scatola non c'è dentro niente? È un ciarlatano. Con questo trucco fa fermar la gente e poi al momento buono tirerà fuori, da vender dei biglietti di qualche lotteria. "
Divertite, le due belle ragazze proseguirono fino a una galleria d'arte. Qui entrarono. C'era il vernissage di José Urrubia, pittore messicano. Ai muri, una ventina di grandi quadri con intricate macchie di colori per lo più sul giallo e sul marrone. Contornato da un gruppo di signore, un uomo dal naso sensibile e dai capelli bianchi in giacca di velluto teneva cattedra. " Ecco " spiegò additando una tela piena di tante piccole losanghe sbavanti l'una nell'altra " quest'opera si può considerare tipica del secondo Urrubia. Appartiene al Museo di Buffalo. L'istanza tonale come vedete si impone qui come esigenza soverchiante suila ricerca ritmica che è pur sempre presente in tutta la parabola urrubiana. Sì, voi direte, l'intensità dei moduli poetici è meno, ehm, ehm, risentita, meno pregnante, vero, che nelle esperienze originarie. In compenso, quale libertà! E, con la libertà, quale rigorosa, inesorabile direi, dialettica cromatica! Ma ora care amiche, passiamo a un documento emozionante: il Dialogo 5… Sapete come l'ha definito Albert Pitchell? ManicheisrnO, manicheismo, tout court! Manicheismo, capite? per la dualità dei contrapposti impulsi che drammatizzano la fondamentale unità del quadro, uscita di getto, è chiaro, da… da… eh sì, da un raptus orfico che solo Urrubia avrebbe potuto, come ha fatto, signoreggiare, imponendovi una geometrica scansione. Naturalmente, a questo punto, siamo tentati di identificare, vero, il pretesto lìrico determinante in una, come dire?, in una sorta di metafisica contingenza grafica… " Rapita quasi in estasi, Minnie beveva le parole ad una ad una. " Adesso, basta, andiamo! " mormorò Nene all'amica dandole di gomito. " In questi quadri non ci capisco proprio niente. " " Oh tu " replicò la compagna " tu, scusami la sincerità, ma sei piuttosto indietro, tu. Io li trovo una tale cannonata! "
45. LE PRECAUZIONI INUTILI
Leo Bussi, piazzista d'anni 30, entrò nella succursale n. 7 del Credito Nazionale per riscuotere un assegno circolare di 4000 lire (quattromila).
Non c'erano sportelli ma un lungo banco dietro al quale gli impiegati lavoravano. " Desidera? " domandò uno di questi gentilmente. " Ho un assegno da riscuotere. " " Prego " disse l'impiegato e, preso il foglietto in mano lo esaminò per diritto e per rovescio. Poi: " Si accomodi più in là, dal mio collega "
Il collega era un uomo sui cinquanta. Contemplò l'assegno a lungo (rigirandolo da una parte e dall'altra), tossicchiò, alzò gli sguardi al di sopra degli occhiali esaminando la faccia del cliente, guardò ancora l'assegno, guardò di nuovo il Bussi, quasi cercando una corrispondenza, infine chiese: " Lei ha qui un conto corrente? ". " No " lui rispose. " Documenti di riconoscimento? " Il Bussi diede i! passaporto. L'impiegato lo prese, lo portò al suo tavolo, sedette, sfogliò il libretto controllandolo, cominciò a prendere nota, registrando su un modulo nome, numero, data di rilascio, eccetera. Ma a un certo punto si fermò, aggiustandosi gli occhiali, e brontolò qualche parola.
" C'è qualcosa che non va? " disse il Bussi con la vaga sensazione di essere scambiato per un gangster. " Niente, niente " fece quello con un sorrisetto ambiguo. Così dicendo, col passaporto in mano, andò a consultare il direttore, che stava in fondo, a un tavolo più grande.
I due confabularono, alzando ogni tanto gli occhi a esaminare la faccia del piazzista. Finalmente, l'impiegato ritornò. " è la prima volta " chiese " che lei viene a questa banca? " " Sì, la prima volta Ma forse c'è qualche difficoltà? "
" Niente, niente " ripeté l'impiegato rinnovando il sorrisetto. Quindi riempì il modulo per la riscossione, lo diede da firmare, riprese il modulo, aprì di nuovo il passaporto, controllò l'uguaglianza delle firme. A questo punto, evidentemente, lo prese un nuovo dubbio. Per la seconda volta andò a consultare il direttore. Dal banco, il Bussi non poteva afferrare le parole. (" Per 4000 lire quante storie! " pensava intanto. " E se fossero state centomila? ") Quando Dio volle, l'impiegato tornò al banco, deluso si sarebbe detto di non trovare altri motivi per ampliare le sue investigazioni. " Ecco fatto, si accomodi alla cassa. " E, col passaporto, gli diede un tagliando numerato. Alla cassa, quando fu il suo turno, il Bussi consegnò il tagliando. Il cassiere, uomo grasso e autorevole, palpeggiò l'assegno attentamente, riscontrò la bolletta relativa, guardò il Bussi e poi l'assegno ancora, pure lui cercando forse una misteriosa somiglianza fra la tratta bancaria e l'uomo, infine, perforò il foglietto con uno speciale timbro a spilli, lo rimirò di nuovo, lo depose di fianco a sé in una cassetta. Dopodiché, con solennità sacerdotale, trasse le banconote, facendole schioccare tra le dita con un colpetto caratteristico: uno, due, tre, quattro fogli da 10.000 (diecimila) lire. E li passò al cliente.
Antonio Lancellotti, alto funzionario dello Stato e uomo prudentissimo, incontra al Ministero il viceispettore Modica, suo sottoposto, ma uomo da tenere in conto perché in fama di spione. " Caro Modica " chiede stupidamente, a puro titolo di cordialità " che si dice? che si dice? " " Eh " fa il Modica scuotendo il capo " meglio non avere orecchie, creda. Qui al Ministero il gran lavoro che si fa è di tagliare i panni addosso! " " Addosso a chi? " e Lancellotti ride divertito. " Ma a tutti, eccellenza illustre, a tutti, anche alle persone più oneste e intemerate. " " Anche a lei, mio vecchio Modica? " " Ma certo, certo! E pazienza se sparlano di me, che sono l'ultima ruota del carro. Anche di lei, se proprio devo essere sincero! " " Anche di me? " fa Lancellotti ansioso. " E che dicono di me? " " Ma non ci badi, per carità, sono tutte miserabili calunnie. " " Calunnie? E perché mai? " " Vuol proprio sapcr le cose fino in fondo?… No, no, è meglio non guastarsi il sangue! " Sua eccellenza Lancellotti è sulle spine: " Suvvia. caro Modica, ho pur diritto di sapere! ".
Modica, dopo molte insistenze, si decide: " Sa cosa hanno il coraggio di insinuare? Sa che cosa? Che lei è un mormoratore, che lei sparla sistematicamente del nostro grande capo, il Maresciallo Baltazano, che lei… ". " Io? io? Io che per Baltazano darei la vita! Io che tutte le sere, prima di addormentarmi, leggo qualche brano dei suoi scritti! " Modica lo guarda. " Be', sa cosa le dico? Anche se fosse!… " " Anche se fosse cosa? " " Anche se fosse vero che lei dà del cretino a Baltazano… Su, su, siamo sinceri, eccellenza illustre, diciamolo inter nos, da qualche tempo in qua lei non ha l'impressione che il nostro Maresciallo sia… be', come dire?… insomma che non sia più lui, non proprio rimbambito ma… " " Oh no, assolutamente! " reagisce Lancellotti e pensa: " ecco che l'agente provocatore salta fuori ". " Anzi! I suoi ultimi discorsi mi son sembrati, se possibile, più belli dei precedenti, più forti, eloquenti, illuminati. " " Ma quella sua presa di posizione sfavorevole, diciamo pure, ai piani di bonifica progettati dal ministro Imenez eh eh?, lei la condivide? " " Altro che se la condivido! In questo, il Maresciallo " e alza la voce per farsi udire da tre impiegati che stanno passando " il Maresciallo dimostra una geniale visione dei veri interessi del Paese! Il nostro grande Baltazano è un'aquila, caro il mio Modica, e al paragone Imenez, be' non dìco un passerotto, ma poco ci manca! Il Maresciallo, caro lei, è la mente politica più possente che abbia visto questo secolo. " I tre impiegati si sono fatti sotto e ascoltano, estremamente interessati. Poi uno si avvicina al Modica e gli passa un giornale. Con la coda dell'occhio, Lancellotti intravede un grande titolo. " Che cosa c'è? " domanda insospettito. " Nienie, niente. " " No, faccia vedere. " Su tutta la prima pagina c'è scritto: " Una risoluzione della Giunta Nazionale ". E sotto: " Baltazano lascia ii potere per incompatibilità dottrinaria – Il suo arresto sventa un tentativo di fuga all'estero – Un proclama di Imenez nuovo presidente del Consiglio ".
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