Dino Buzzati - Sessanta racconti

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Sessanta racconti: краткое содержание, описание и аннотация

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Premio Strega 1958

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" No, no, aspetti un momentino " era un altro uomo che parlava, più garbato e insinuante, si sarebbe detto più maturo. " Signorina Clara, un momento, dopo magari non ci si incontra più! "

" Be' non sarebbe poi questa gran disgrazia. "

Ci fu allora un'irruzione di voci nuove in un garbuglio inestricabile; pressapoco così:

" E smettetela, pettegole! " (era una donna). " Pettegola sarà lei, se mai, che ficca il naso in casa d'altri! " " Io ficco il naso? Si vergogni! Io non… " " Signorina Clara, signorina Clara, mi dica " (era la voce di un uomo) " che numero di telefono ha? Non me lo vuol dire? Io, sa, per le romagnole ci ho un debole, confesso, una vera propensione. " " Glielo do io il numero fra poco! " (era una donna forse la Franchina). " E lei si può sapere chi è? " " Io sono Marlon Brando. " " Ah, ah " (risate collettive). " Dio mio, come è spirituoso. " " Avvocato, avvocato Bartesaghi! Pronto, pronto! È lei? " (parlava un'altra donna finora non udita). " Sì, sono proprio io, e come fa a saperlo lei? " " Ma io sono la Norina, non mi riconosce? le telefonavo perché stasera prima di uscire dall'ufficio mi sono dimenticata di avvertirla che da Torino… " Il Bartesaghi, con evidentissimo imbarazzo: " Be'!, signorina, mi telefoni più tardi, qui non mi sembra il caso di far sapere le nostre private faccende a tutta la città! ". " Ehi, avvocato " (era un altro uomo) " però era il caso di chiedere appuntamenti alle ragazze no? Il signor avvocato Marlon Brando ha un debole per le romagnole, ah, ah! " " E smettetela, vi prego, c'è chi non ha tempo da perdere in chiacchiere, c'è chi ha urgenza di telefonare! " (era una donna, doveva essere sui sessanta). " Ehi, sentila questa qui " (si riconobbe la voce della Franchina) " non sarà mica la regina dei telefoni lei? " " E metta giù il microfono, non è ancora stanca di parlare? Io per sua regola aspetto una chiamata interurbana e finché lei… " " Ah, dunque mi è stata ad ascoltare eh? quella che non è pettegola! " " Chiudi il becco, papera! "

Breve sospensione di silenzio. Era stato un colpo forte. Sul momento, la Franchina non trovava una replica degna. Poi, trionfante: " Ihiii! Sentila, sentila, la paperona! ".

Seguì un lungo scroscio di risate. Saranno state almeno dodici persone. Quindi di nuovo una pausa. Si erano tutti ritirati insieme? O aspettavano l'iniziativa altrui? Ascoltando bene, sul fondo del silenzio, si percepivano fruscii, palpiti, respiri.

Finalmente, col suo bell'accento spensierato, entrò la Clara: " Be', siamo sole?… E allora, Franchina, cosa dici che mi metta domani? ".

Si udì a questo punto una voce d'uomo, nuova, bellissima, giovanilmente aperta e autoritaria, che stupiva per la eccezionale carica di vita:

" Clara, se mi permette glielo dico io, lei domani si metta la gonna blu dell'anno scorso con il golf viola che ha appena dato da smacchiare… E il cappellino nero a cloche, intesi? " " Ma lei, chi è? " La voce della Clara era cambiata, adesso aveva un'incrinatura di spavento. " Mi vuol dire chi è? " L'altro tacque. Allora la Franchina: " Clara, Clara, ma come fa questo qui a sapere?… ". L'uomo rispose molto serio: " Io parecchie cose so ". La Clara: " Storie! Lei ha tirato a indovinare! ". Lui: " Ho tirato a indovinare? Vuole che le dia un'altra prova? ". La Clara, titubante: " Su, su coraggio ". Lui: " Bene. Lei, signorina, mi stia bene a sentire, lei signorina ha una lenticchia, una piccola lenticchia… ehm, ehm… non posso dirle dove… ". La Clara, vivamente: " Lei non può saperlo! ". Lui: " è vero o non è vero? ". " Lei non può saperlo! " " è vero o non è vero? " " Giuro che nessuno l'ha vista mai, giuro, tranne la mamma! " " Vede che ho detto giusto? "

La Clara quasi si metteva a piangere: " Nessuno l'ha mai vista, questi sono scherzi odiosi! " Allora lui rasserenante: " Ma io non dico mica di averla vista, la sua piccola lenticchia, io ho detto soltanto che lei ce l'ha! ". Un'altra voce d'uomo: " E piantala, buffone! ". L'altro, pronto: " Adagio lei, Giorgio Marcozi fu Enrico, di anni 32, abitante in passaggio Chiabrera 7, altezza uno e 70, ammogliato, da due giorni ha mal di gola, ciononostante sta fumando una nazionale esportazione. Le basta?… tutto esatto? ". Il Marcozzi, intimidito: " Ma lei chi è? Come si permette?… Io… io. ". L'uomo: " Non se la prenda. Piuttosto, cerchiamo di stare un poco allegri, anche lei Clara… È così raro trovarci in una così bella e cara compagnia ". Nessuno osò più contraddirlo o sbeffeggiarlo. Un timore oscuro, la sensazione di una presenza misteriosa era entrata nei fili del telefono. Chi era? Un mago? Un essere soprannaturale che manovrava i centralini al posto degli scioperanti? Un diavolo? Una specie di folletto? Ma la voce non era demoniaca, anzi, se ne sprigionava un fascino incantevole. " Su, su, ragazzi, di che avete paura adesso? Volete che vi faccia una bella cantatina? " Voci: " Sì, sì ". Lui: " Che cosa canto? ". Voci. " Scalinatella… no, no, una samba… no, Moulin Rouge… Aggio perduto 'o suonno… Aveva un bavero… El baion, el baion! ". Lui: " Eh, se non vi decidete… Lei. Clara, che cosa preferisce? ". " Oh, a me piace Ufemia " Cantò. Sarà stata suggestione o altro, mai avevo udito in vita mia una voce simile. Un brivido saliva su per la schiena, da tanto era splendente, fresca, umile e pura. Mentre cantava, nessuno osò fiatare. Poi fu un'esplosione di evviva, bravo, bis. " Ma sa che lei è un cannone! Ma sa che lei è un artista!… lei deve andare alla radio, farà milioni glielo dico io. Natalino Otto può andare a nascondersi! Su, su ci canti qualche cosa ancora! " " A un patto: che anche tutti voi cantiate insieme. " Fu una curiosa festa, di gente col microfono all'orecchio, sparsa in case lontanissime dei più opposti quartieri, chi in piedi in anticamera, chi seduto, chi sdraiato sul letto, legati l'uno all'altro da esilissimi chilometri di filo. Non c'era più, come al principio, il gusto del dispetto e della burla, la volgarità e la stupidaggine. Per merito di quel problematico individuo che non volle dirci il nome, né l'età, né tanto meno l'indirizzo, una quindicina di persone che non si erano viste mai e probabilmente non si sarebbeto nemmeno mai vedute per l'eternità dei secoli, si sentivano fratelli. E ciascuno credette di parlare con donne giovani e bellissime, ciascuna si illudeva che dall'altra parte dei fili ci fossero uomini di magnifico aspetto, ricchi, interessanti, dal passato avventuroso; e, in mezzo, quel meraviglioso direttore d'orchestra che li faceva volare in alto sopra i tetti neri della città, portati via da un fanciullesco incanto. Fu lui – era quasi mezzanotte – a dare il segnale della fine. " Bene, ragazzi, adesso basta. È tardi. Domattina devo levarmi presto… E grazie per la bella compagnia. " Un coro di proteste: " No, no, non ci faccia questo tradimento!… Ancora un poco, ancora una canzone, per piacere! ". " Sul serio, devo andare… Perdonatemi… Signore e signori, cari amici, buonanotte. "

Tutti restarono con l'amaro in bocca. Flaccidi e tristi, furono scambiati gli ultimi saluti: " Beh, quand'è così, allora buonanotte a tutti, buonanotte… chissà chi era quello lì… mah, chissà… buonanotte… buonanotte ".

Se ne andarono chi da una parte chi dall'altra. La solitudine della notte discese di colpo sulle case. Ma io stavo ancora in ascolto. Difatti, dopo un paio di minuti, lui, l'enigma, ricominciò a parlare sottovoce: " Sono io, sono ancora io… Clara, mi senti, Clara? " " Sì " fece lei con un tenero bisbiglio " ti sento… Ma sei sicuro che gli altri se ne siano tutti andati? " " Tutti meno uno " rispose lui bonario " meno uno che finora è stato tutto il tempo ad ascoltare ma non ha mai aperto bocca. " Ero io. Col batticuore, misi giù immediatamente la cornetta. Chi era? Un angelo? Un veggente? Mefistofele? O lo spirito eterno dell'avventura? L'incarnazione dell'ignoto che ci aspetta all'angolo? O semplicemente la speranza? L'antica, indomita speranza la quale si va annidando nei posti più assurdi e improbabili, perfino nei labirinti del telefono quando c'è lo sciopero, per riscattare la meschinità dell'uomo?

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