Dino Buzzati - Sessanta racconti

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Sessanta racconti: краткое содержание, описание и аннотация

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Premio Strega 1958

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La massa degli invitati si interessava d'altro. Una diversa strage e non quella degli innocenti li preoccupava. Che si prevedesse un'azione dei Morzi non era più il segreto di pochi bene informati. La voce, a forza di girare, aveva ormai raggiunto anche coloro che erano soliti stare nella luna, come il maestro Claudio Cottes. Ma in fondo, per dire la verità, non molti ci credevano. " Anche in questo mese la polizia è stata rinforzata. Sono più di ventimila agenti nella sola città. E poi i carabinieri… E poi l'esercito… " Dicevano. " L'esercito! Ma chi ci garantisce che cosa farà la truppa al momento buono? Se ci fosse l'ordine di aprire il fuoco, sparerebbero? " " Io ho parlato proprio l'altro giorno col generale De Matteis. Lui dice che può rispondere del morale delle truppe… Certo che le armi non sono adatte… " " Adatte a che cosa? " " Adatte alle operazioni di ordine pubblico… Ci vorrebbero più bombe lacrimogene… e poi diceva che in questi casi non c'era niente di meglio che la cavalleria… Ma dove è adesso la cavalleria?… Pressoché innocua, di effetto strepitoso… " " Ma senti, caro, non sarebbe meglio andare a casa? " " A casa? Perché a casa? Credi che a casa saremmo più sicuri? " " Per carità, signora, adesso non esageriamo. Prima di tutto bisogna vedere se succederà… e poi, se succederà sarà questione di domani, domani l'altro… Mai si è vista una rivoluzione scoppiare nella notte… le case chiuse… le strade deserte… per la forza pubblica sarebbe come andare a nozze…! " " Rivoluzione? Misericordia, hai sentito, Beppe?… Quel signore ha detto che c'è rivoluzione… Beppe, dimmi, che cosa faremo?… Ma parla, Beppe, scuotiti… stai lì come una mummia! " " Avete notato? Al terzo atto, nel palco dei Morzi, non c'era più nessuno. " " Ma neppure in quello della Questura e della Prefettura, caro mio… e neanche in quelli dell'esercito, neanche le signore… fuga generale… sembrava una parola d'ordine. " " Ah, non dormono mica in Prefettura… ci sanno… tra i Morzi ci sono informatori del Governo anche nelle logge periferiche. " E così via. Ciascuno in cuor suo avrebbe preferito trovarsi a quell'ora in casa sua. D'altra parte non osava andar via. Avevano paura di sentirsi soli, paura del silenzio, di non aver notizie, di aspettare, fumando in letto, l'esplosione delle prime urla. Mentre là, tra tanta gente conosciuta, in un ambiente estraneo alla politica, con tanti personaggi pieni di autorità, si sentivano quasi protetti, in terra intoccabile, come se la Scala fosse una sede diplomatica. Era poi immaginabile che tutto questo vecchio mondo, lieto, nobile e civile, ancora così solido, tutti questi uomini d'ingegno, tutte queste donne così gentili e amanti delle cose buone, possibile che venisse spazzato via d'un colpo?

Con mondano cinismo che a lui pareva molto di buon gusto, Teodoro Clissi, l' " Anatole France italiano " come era stato definito trent'anni prima, ben portante, il volto roseo da cherubino vizzo, due baffi grigi fedeli a un modello tramontatissimo di intellettuale, descriveva piacevolmente, poco più in là, quello che tutti temevano avvenisse.

" Prima fase " diceva in finto tono cattedratico, prendendo con le dita della mano destra il pollice sinistro come quando si insegna ai bambini la numerazione " prima fase: occupazione dei cosiddetti centri nevralgici della città… e il Cielo non voglia che si sia già a buon punto ", consultò ridendo l'orologio da polso. " Seconda fase, cari signori miei: prelevamento degli elementi ostili… " " Dio mio " scappò detto a Mariù Gabrielli, la moglie del finanziere. " I miei piccoli, soli, a casa! " " Niente piccoli, cara signora, non abbia paura " fece Clissi. " Questa è caccia grossa: niente bambini, soltanto adulti, e bene sviluppati! " Rise della facezia. " E poi a casa non hai la nurse? " esclamò la bella Ketti Introzzi, oca come al solito. Intervenne una voce fresca e petulante insieme. " Ma scusi, Clissi, le trova proprio spiritose queste storie? "

Era Liselore Bini, forse la giovane signora più brillante di Milano, simpatica ugualmente per la faccia piena di vita e per la sincerità senza freni, quale danno soltanto o grande spirito o forte superiorità sociale.

" Ecco " disse il romanziere, un po' interdetto, sempre scherzando. " Trovo opportuno instradare queste dame verso la novità che… " " Scusi, sa?, Clissi, ma mi risponda: farebbe qui, stasera, questi discorsi, se lei non si sentisse assicurato? " " Perché assicurato? "

" Oh, Clissi, non mi costringa a dire quello che tutti sanno. Del resto, perché rimproverarla se lei ha dei buoni amici anche tra, come dire, anche tra i rivoluzionari?… Anzi, ha fatto bene, benissimo. Forse tra poco lo constateremo… Lo sa bene anche lei di poter contare sull'esonero… " " Che esonero? Che esonero? " disse lui impallidito. " Diamine! L'esonero dal muro! " E gli voltò le spalle tra le soffocate risa dei presenti. Il gruppo si divise. Clissi restò pressoché solo. Gli altri fecero circolo poco più in là, intorno a Liselore. Come se quello fosse una specie di bivacco, l'ultimo disperato bivacco del suo mondo, la Bini si accoccolò languidamente a terra, spiegazzando tra i mozziconi di sigaretta e le chiazze di champagne la toilette di Balmain costata a occhio e croce duecentomila lire. E vivamente polemizzò con un accusatore immaginario, prendendo le difese della sua classe. Ma siccome non c'era alcuno che la contraddicesse, aveva l'impressione di non essere capita bene, e infantilmente si accaniva, alzando il capo agli amici rimasti in piedi. " Sanno o non sanno i sacrifici che si sono fatti? Sanno o no che non abbiamo più un soldo in banca?… I gioielli! Ecco, i gioielli! " e faceva l'atto di sfilare un braccialetto d'oro con un topazio di due etti. " Bella roba! quand'anche dessimo la chincaglieria, che cosa si risolverebbe?… No, non è per questo " la voce si faceva prossima al pianto. " è proprio perché odiano le nostre facce… Non sopportano che ci sia gente civile… non sopportano che noi non puzziamo come loro… ecco la " nuova giustizia " che vogliono quei porci!… " " Prudenza, Liselore " disse un giovanotto. " Non si sa mai chi ci sta a sentire. " " Prudenza un corno! Credi che non sappia che mio marito ed io siamo i primi nella lista? Prudenza anche ci vorrebbe? Ne abbiamo avuta troppa di prudenza, questo il guaio. E adesso forse… " si interruppe. " Be', è meglio che la smetta. "

L'unico tra tutti, a perdere subito la testa, era stato proprio il maestro Claudio Cottes. Come un esploratore, per fare un paragone di vecchio stampo, che, costeggiata a gran distanza, per non aver noie, la plaga dei cannibali, dopo parecchi giorni di continuo viaggio per terre sicure, quando ormai non ci si pensa più, vede spuntare dai cespugli dietro la sua tenda, a centinaia, i giavellotti dei niam niam e scorge, di tra i rami, brillare fameliche pupille, così il vecchio pianista tremò alla notizia che i Morzi entravano in azione. Tutto era piombato su di lui nello spazio di poche ore: il primo disagio premonitore per la telefonata, le ambigue parole del Bombassei, il monito del problematico signore e adesso la catastrofe imminente. Quell'imbecille di Arduino! Se succedeva un patatrac i Morzi lo avrebbero sistemato tra i primissimi. E ormai era troppo tardi per rimediare. Poi per consolarsi si diceva: " Ma se il signore di poco fa mi ha avvertito, non è buon segno? Non significa che contro Arduino ci sono soltanto dei sospetti? Già " interveniva dentro di lui una voce opposta " perché nelle insurrezioni si guarda tanto per il sottile! E come escludere che l'avvertimento sia stato fatto proprio questa sera, a scopo di pura malvagità, non essendoci più per Arduino il tempo di salvarsi? ". Fuori di sé, il vecchio passava da gruppo a gruppo, nervosamente, il volto ansioso, nella speranza di raccogliere qualche notizia tranquillizzante. Ma di buone notizie non ce n'erano. Abituato a vederlo sempre gioviale e di lingua lesta, gli amici si meravigliavano che fosse così stravolto. Ma avevano da pensare abbastanza ai propri casi per preoccuparsi di quell'innocuo vecchio, proprio di lui che non aveva motivo di temere nulla.

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