Guido Pagliarino - La Sfida

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Vi sono oggi cristiani che praticano riti segreti magico-iniziatici e spiritismo. Li troviamo, oltre che nel movimento New Age -Next Age, fra cattolici integristi dell’estrema destra che aderiscono a conventicole da considerarsi piuttosto gnostiche che cristiane, per l’atteggiamento di disdegno culturale e umano verso le persone più semplici, o soltanto ritenute tali perché non delle loro. Anche protestanti partecipano a sedute spiritiche o sono tentati o addirittura credono nella reincarnazione. Altri cristiani sono membri di confraternite esoteriche, più o meno massoniche, Rosa-Croce, o di cattoliche fratellanze che si rifanno segretamente agli antichi Templari o al Martinismo di fine ‘700.

II - L’ANTICO G NOSTICISMO

L’antico Gnosticismo attraversa tre fasi:

Il precristiano ha come aderenti pagani e, parallelamente, ebrei.

Quello intermedio, introducendo la persona di Gesú, usa alcuni concetti cristiani. Riguarda in modo particolare giudei. Il più famoso esponente, anche se non tra i più gnostici, ne è il samaritano Simon Mago.

Nell’ultima fase, dai primi decenni del II secolo, ha ormai una forte base di concetti cristiani. Questo Gnosticismo cristianeggiante trova adepti soprattutto presso greci e romani colti.

Nello Gnosticismo precristiano, come ad esempio presso i barbelognostici, la redenzione deriva dal risveglio dell’Uomo primordiale per opera di una Grande madre - Sophia, Sapienza o Barbelos - che discende nel fondo del primordiale abisso; in seguito la funzione di Salvezza è svolta dalla figura maschile di Seth, presso i sethiani; finalmente, con lo Gnosticismo cristiano, è assolta da Cristo.

Tuttavia, anche nello Gnosticismo cristiano non risulta nulla del mistero della reale incarnazione di Cristo il Figlio-Dio-uomo, della sua vera morte per crocifissione e della sua risurrezione in corpo e anima umani, concetti, anzi per i credenti fatti storici compreso l’ultimo, essenziali per il Cristianesimo. Per quegli gnostici il Salvatore, dopo che è disceso sulla terra, senza incarnarsi, e ha rivelato la vera conoscenza, ascende, senza essere mai morto, attraverso i cieli materiali che Sophia aveva posti a confine del mondo dell’universo fisico, e ricostituisce l’unità dello spirituale pleroma in una finale conflagrazione di luce splendida che elimina la materia e sigilla la redenzione degli esseri umani.

Gnostici greci ed ebrei

Gli antichi maestri gnostici impartiscono segreti insegnamenti ai loro discepoli sui fondamentali problemi dell’umanità , l’origine e il fine dell’essere umano, la struttura universale, il significato del male e del dolore: questo costituisce la parte filosofica delle loro dottrine; e offrono una via religiosa di salvezza ultraterrena. La conoscenza viene raggiunta dagli adepti massimamente in forma mistica, anche attraverso rituali magico-religiosi. C’è una gerarchia; parte delle rivelazioni occulte è riservata ai membri di grado più alto.

I sistemi filosofico-religiosi degli gnostici sono in parte diversi a seconda del contesto culturale in cui sorgono e del tempo in cui nascono, ma ci sono fondamentali punti comuni.

Il male per gli gnostici non è assenza di bene o risultato d’una colpa umana, come invece nelle religioni giudea e cristiana, e poi islamica, ma una realtà in sé che ci fronteggia angosciandoci, un caos che è regno di quella morte cui l’uomo pare inevitabilmente indirizzato e per cui la vita è vana. Ma lo gnostico si considera speciale, fondamentalmente alieno da questo mondo e destinato a sopravvivere grazie a una particolare illuminazione ricevuta da un redentore divino che l’ha indirizzato a una vera, essenziale conoscenza, di tipo soprattutto intuitivo mistico, la quale può elevare il suo spirito a Dio e condurlo alla salvezza ultraterrena.

Mito gnostico essenziale è quello dualista, che nasce dall’esigenza di spiegare il male e armonizzare l’idea d’un Dio increato perfetto e trascendente con un universo materiale immanente, compreso il corpo dell’uomo, di cui il suo spirito è prigioniero; un mito che deve spiegare come il fondamento dell’esistere, l’Uno, conservi la sua unicità e immutabilità perfette e insieme si manifesti nel molteplice divenire. Dio è infatti l’Essere ma si esprime in molteplici enti, forme intelligibili del mondo, compreso l’ente antropologico. Per gli gnostici, poiché Dio è buono e la materia è cattiva, egli non può esserne il diretto creatore. Egli crea in quanto, essendo Amore, non desidera stare solo; ma non il mondo materiale, bensì il pleroma, regno della divina pienezza popolato di sue creature spirituali (eoni). Quanto più si avvicinano ai confini del pleroma, tanto meno quegli spiriti sono perfetti.

La letteratura gnostica ha forma mitologica, precisamente i fondamentali problemi dell’uomo sono espressi tramite miti; ma altrimenti dalle mitologie primordiali della natura, che raccontavano il rapporto fra l’uomo e il cosmo, nei testi gnostici il rapporto dell’uomo col divino è narrato in forma allegorica; non si tratta solo del dramma dell’uomo, in esso è coinvolto anche il dio gnostico, un Uno che ha l’idea, senza però voler esprimerla nel mondo, dell’Anthropos primordiale, archetipo dell’ente uomo; e le anime degli illuminati possono risalire dopo morti a quell’idea di Dio. È concezione diversa da quella delle religioni ortodosse giudea e cristiana, per le quali non ci sono preesistenti anime e Dio crea l’uomo a sua immagine e somiglianza, nel senso che soffia in lui un alito della sua Vita e della sua Ragione rendendolo non solo vivo come gli animali e le piante, ma capace di ragionare a fondo, fare libere scelte e intuire il Trascendente.

Per una parte degli gnostici, l’eone più lontano dall’Uno, a volte chiamato Sophia, Sapienza, è stato preso o meglio presa da Lussuria; e da Sophia è nato un Demiurgo, quello stesso di cui scriveva Platone, cioè un plasmatore – non creatore – del mondo materiale: la materia, sia pur buia, inattiva, sterile, per la maggior parte degli gnostici è coeterna a Dio. Da altri, in particolare in ambiente giudaico e, poi, cristiano, il Demiurgo è identificato col Dio crudele dell’Antico Testamento Jahvè 18Da altri ancora, questi è ritenuto generato dal Demiurgo.

Il Demiurgo, o suo figlio, malamente realizza il modello ideale del mondo che esiste da sempre e per sempre nella mente di Dio, il quale è all’oscuro dell’iniziativa oppure per qualche motivo non può o non vuole impedire che si plasmi l’universo e, in questo, gli esseri umani. Quel maldestro Artigiano modella il corpo dell’uomo, dotato di psiche, o ragione, e gli dona vita, o anima vegetativa. Sophia infonde allora all’essere umano la sua essenza spirituale: spirito, o pneuma, o animo; ma per la maggior parte dei sistemi gnostici, il dono è fatto solo ad alcuni, gli pneumatici appunto, o spirituali; non ai molti altri esseri umani: ilici, cioè materiali; per certi gnostici vi sono però uomini dotati di un’ottima psiche (o anima, alla latina), detti appunto psichici, che ricercando possono faticosamente giungere a ottenere l’animo, la scintilla divina quasi come gli spirituali. Il Demiurgo plasma pure i sette pianeti allora conosciuti, compresa la Luna, detti Governatori in quanto, secondo astrologia, essi governano tramite il destino il mondo terrestre e tutta la materia in genere. Oltre le loro sfere, vive Dio, il Bene, che dunque non è onnipresente: non è nei pianeti e non è nel nostro mondo nei quali c’è solo il male. I pianeti, considerati spiriti personali, eoni - presso gli ebrei gnostici, angeli maligni -, esercitano un’influenza malefica sugli esseri umani. Secondo certi gruppi, non dal Demiurgo ma dalla Mente Prima è emanato a propria immagine un archetipo d’Uomo, l’Anthropos, che dovrebbe restare nel pleroma ma, desideroso di creare, scende dalle sfere celesti e, accoppiandosi con Natura, dà vita al genere umano; l’uomo immanente trae il corpo dalla madre e l’animo immortale dal padre. È stato supposto che questa diversa visione abbia base non solo in antiche tradizioni ebraiche ma nell’Ermetica, di cui è fondatore il leggendario Ermete Trimegisto, nome greco del dio egiziano Toth. Vi sono peraltro studiosi che pensano non ci sia rapporto fra Ermetica e Gnosticismo. Certo è che le due filosofie esoteriche hanno in comune il platonismo, dalla cui dottrina delle idee, o essenze, traggono il concetto che ogni entità del mondo è copia imperfetta dell’Idea divina immateriale che sta nella mente di Dio, unica realtà ; ad esempio, l’Idea del cavallo: essa si riferisce a tutti i cavalli esistenti ma ciascuno di questi è più o meno lontano dall’Idea che ne ha Dio, a seconda della bellezza, della forza, della velocità , dell’età e, in genere, della ipposità , o cavallinità del singolo equino, che come ogni cosa del mondo materiale è mera ombra dell’essenziale realtà ideale divina. Gli ermetici e gli gnostici hanno un sentire comune non solo sulla teoria delle idee; tanto in un testo ermetico, il Poimandres, quanto nei libri gnostici detti “ortodossi”, si parla della liberazione dell’animo umano dalla schiavitù dei pianeti, perché possa ascendere le sfere fino al cielo più elevato da cui era sceso suo padre. Più che l’Ermetismo è però la gnosi mistica che conosce bene “i cancelli delle sfere” e i nomi dei demoni che ne sono guardiani, e ha le parole esoteriche necessarie a passare da una sfera all’altra. Nel Libro di Enoch si dice appunto d’una salita di questo personaggio attraverso le sette sfere dei cieli. È un testo apocrifo ebraico che influenza, forse, un’allegoria della I Lettera di Pietro del Nuovo testamento, relativa all’Ascensione di Cristo.

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