Jack Mars - Comando Primario - Le Origini di Luke Stone—Libro #2

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Comando Primario: Le Origini di Luke Stone—Libro #2: краткое содержание, описание и аннотация

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“Uno dei migliori thriller di quest’anno.”--Books and Movie Reviews (re A ogni costo)In COMANDO PRIMARIO (Le origini di Luke Stone—Libro #2), un travolgente thriller dello scrittore di bestseller #1 Jack Mars, il veterano della squadra d’élite Delta Force Luke Stone, 29 anni, guida il Gruppo di Intervento Speciale dell’FBI in una missione mozzafiato per salvare ostaggi americani da un sottomarino nucleare. Ma quando la situazione precipita, e il presidente sconvolge il mondo con la sua reazione, potrebbe stare proprio a Luke non solo salvare gli ostaggi, ma anche il mondo.  COMANDO PRIMARIO è un thriller militare da leggere tutto d’un fiato, un’avventura eccitante che vi terrà svegli tutta la notte. Il precursore della serie bestseller #1 LUKE STONE, ci porterà indietro dove tutto ha avuto inizio. Una serie emozionante dall’autore di bestseller Jack Mars, definito “uno dei migliori scrittori di thriller” del momento. “Il thriller al suo meglio.”--Midwest Book Review (re A ogni costo)Inoltre è disponibile la serie thriller bestseller di Jack Mars LUKE STONE (7 libri), che inizia con A ogni costo (Libro #1), un download gratuito con più di 800 recensioni a cinque stelle!

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“Luke Stone,” disse con voce piatta. Non sembrava felice di vederlo. Non sembrava neanche dispiaciuto. I suoi occhi erano duri. Come quelli di tutti gli uomini della Delta, brillavano di una luce fredda e calcolatrice.

“Facciamo un po’ di strada insieme, Murph.”

Lui scrollò le spalle. “Come preferisci.”

Ripresero a camminare fianco a fianco. Luke rallentò per adeguarsi al passo dell’altro. Avanzarono per un momento senza dire una parola.

“Come te la passi?” gli chiese. Era uno strano convenevole con cui iniziare. Era andato in guerra con quell’uomo. Avevano combattuto insieme decine di volte. Adesso che Martinez era morto, loro erano gli ultimi due sopravvissuti della notte peggiore della vita di Luke. Si sarebbe pensato che tra di loro ci fosse una certa intimità.

Ma Murphy non gli concesse niente. “Sto bene.”

E poi si azzittì.

Nessun “Come stai?” Nessun “È nato tuo figlio?” Nessun “Dobbiamo parlare”. Non aveva voglia di fare conversazione.

“Ho sentito che hai lasciato l’esercito,” riprese Luke.

Murphy sorrise e scosse la testa. “Che cosa posso fare per te, Stone?”

Luke si fermò e gli strinse una spalla. L’altro uomo si voltò, scrollandoselo di dosso.

“Ti voglio raccontare una storia.”

“Fai pure,” replicò Murphy.

“Ora lavoro per l’FBI,” iniziò. “In una piccola sezione distaccata all’interno del Bureau. Raccolta d’informazioni. Operazioni speciali. La gestisce Don Morris.”

“Buon per te,” rispose l’altro uomo. “Lo dicevano tutti, sai. Stone è come un gatto. Atterra sempre in piedi.”

Luke l’ignorò. “Abbiamo accesso a certe informazioni. Le migliori. Sappiamo tutto. Per esempio so che hai disertato all’inizio di aprile e che sei stato congedato con disonore sei settimane dopo.”

A quella dichiarazione Murphy scoppiò a ridere. “Devi aver scavato un po’ per scoprirlo, eh? Hai mandato una talpa a esaminare il mio fascicolo? O te lo sei fatto mandare per email?”

Lui insistette. “La polizia di Baltimora ha un informatore che è un luogotenente di Wesley ‘Cadillac’ Perkins, il capo della gang dei Sandtown Bloods.”

“Interessante,” rispose l’altro. “Il lavoro della polizia deve essere davvero affascinate.” Si voltò e riprese a camminare.

Luke lo seguì. “Tre settimane fa, Cadillac Perkins e due guardie del corpo sono stati aggrediti alle tre del mattino mentre stavano entrando in auto nel parcheggio di un nightclub. Secondo l’informatore, sono stati attaccati da un uomo solo. Un uomo bianco alto e magro. Ha fatto perdere i sensi alle due guardie nel giro di due o tre secondi. Poi ha colpito Perkins con la pistola e gli ha rubato una valigetta contenente almeno trentamila dollari in contanti.”

“Sembra un uomo bianco molto audace.”

“Il bianco in questione gli ha anche preso la pistola, una Smith & Wesson .38 inconfondibile, con uno slogan particolare inciso sul calcio. La forza crea il diritto. Ovviamente né l’aggressione né il furto del denaro e della pistola sono stati denunciati alla polizia. È solo una faccenda che l’informatore ha riportato al suo contatto.”

Murphy non lo guardava.

“Che cosa stai cercando di dirmi, Stone?”

Luke guardò davanti a sé e notò che si stavano avvicinando al cimitero John F. Kennedy. Una folla di turisti era radunata attorno al lastricato per fotografare la fiamma eterna.

A un’estremità della lapide commemorativa c’era un basso muretto di granito. Appena sopra si vedeva il monumento a Washington dall’altra parte del fiume. Incise sul muro stesso c’erano diverse citazioni del discorso di inaugurazione di Kennedy. Una particolarmente famosa catturò l’attenzione di Luke:

NON CHIEDERTI CHE COSA IL TUO PAESE PUO’ FARE PER TE…

“La pistola che Martinez ha usato per uccidersi aveva la frase La forza crea il diritto incisa sul calcio. Il Bureau ha fatto risalire l’arma a due omicidi in stile esecuzione collegati alle guerre per la droga a Baltimora. Uno era l’assassinio e la tortura di Jamie “Il Padrino” Young, l’ex capo dei Sandtown Blood.”

MA CHE COSA PUOI FARE TU PER IL TUO PAESE.

Murphy scrollò le spalle. “Tutti questi soprannomi. Il Padrino, Cadillac. Deve essere dura tenerli a mente.”

Luke continuò. “Chissà come, quella pistola ha lasciato Baltimora ed è finita nel North Carolina, nella stanza d’ospedale di Martinez.”

L’altro uomo riportò lo sguardo su di lui. I suoi occhi erano piatti e morti, come quelli di un assassino. Murphy non aveva ucciso un solo uomo nella sua vita, ne aveva ammazzati a centinaia.

“Perché non arrivi al punto, Stone? Di’ che cosa hai in mente, invece di raccontarmi una favola per bambini su signori della droga e ladri.”

Luke era tanto arrabbiato che avrebbe potuto prenderlo a pugni. Era stanco. Era irritato. Era affranto dalla morte di Martinez.

“Sapevi che Martinez voleva uccidersi…” iniziò.

Murphy non esitò. “Lo hai ammazzato tu,” ribatté. “Hai ammazzato l’intera squadra. Tu, Luke Stone. Hai ammazzato tutti. Ero lì, ricordi? Hai accettato una missione che sapevi essere impossibile perché non volevi revocare l’ordine di un pazzo con un desiderio di morte. Ed è stato solo per… cosa? Fare carriera?”

“Gli hai dato la pistola,” lo interruppe Luke.

Lui scosse la testa. “Martinez è morto quella notte sulla collina. Come tutti gli altri. Ma il suo corpo era troppo forte per rendersene conto, quindi ha avuto bisogno di una spinta.”

Si fissarono per un lungo momento. Per un istante, nella sua mente, Luke fu di nuovo nella stanza d’ospedale di Martinez. Le gambe dell’uomo erano state maciullate e salvarle era stato impossibile. Gliene avevano amputata una sotto il bacino, e l’altra al ginocchio. Aveva ancora l’uso delle braccia, ma era paralizzato dalla cassa toracica in giù. Era un incubo.

Sul suo volto erano colate lacrime. Stava colpendo il letto con i pugni.

“Ti avevo detto di uccidermi,” stava dicendo a denti stretti. “Ti avevo detto… di… uccidermi. E ora guarda questo… questo casino.”

Luke lo aveva fissato. “Non potevo farlo. Sei mio amico.”

“Non dirlo!” aveva esclamato Martinez. “Non sono tuo amico.”

Allontanò quel ricordo. Ritornò su una collina verde ad Arlington, in un assolato giorno di inizio estate. Era vivo e stava per lo più bene. E Murphy era ancora lì, a fargli la sua versione di una ramanzina. E Luke non la voleva sentire.

Erano circondati da una folla, persone intente ad ammirare la fiamma di Kennedy e a mormorare a bassa voce.

“Come al solito,” stava dicendo l’altro uomo, “Luke Stone ha fallito ma è stato promosso. Ora lavora per il suo vecchio ufficiale in comando in un’agenzia di spionaggio civile super segreta. Hanno dei bei giocattoli lì, Stone? Certo che sì, se la gestisce Don Morris. Ci sono segretarie carine? Auto veloci? Elicotteri neri? È come stare in una serie televisiva, non è vero?”

Lui scosse la testa. Era il momento di cambiare argomento.

“Murphy, da quando hai disertato hai commesso una serie di rapine a mano armata nelle città del nord-est. Hai preso di mira membri di gang e spacciatori di droga, dato che sai che hanno addosso grandi quantità di contanti e che non sporgono denuncia…”

Senza preavviso l’ex commilitone gli sferrò un pugno. Si mosse come un pistone, e atterrò in faccia a Luke appena sotto un occhio, facendogli scattare la testa all’indietro.

“Stai zitto,” gli ordinò. “Parli troppo.”

Luke barcollò e crollò contro un turista alle sue spalle. Lì vicino qualcuno ansimò. Fu un suono rumoroso, simile a una pompa idraulica.

Poi fece diversi passi all’indietro, spintonando varie persone. Per un istante provò una sensazione familiare di stordimento. Scosse la testa per allontanare la confusione. Murphy lo aveva colpito bene.

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