La scelta di questo stile ebbe diverse ragioni ideologiche e pratiche: staccandosi dal precedente voluto da Stalin, era in linea con la destalinizzazione avviata da Mosca dopo la sua morte, che impose un nuovo corso non solo alla politica ma anche all’architettura dei Paesi socialisti; si avvicinava a ciò che andava di moda e quindi avrebbe potuto ottenere maggiore riconoscimento in Occidente, mentre lo stile stalinista era stato ridicolizzato come stile da torta di matrimonio; comportava tempi di costruzione e costi inferiori, con l’uso esclusivo di grandi pezzi prefabbricati.
Non solo cambiò lo stile architettonico, ma anche l’utilizzazione del verde pubblico: rispetto al lotto precedente, fu eliminato dal centro del viale e dai marciapiedi per creare uno spazio più adatto alle parate, dove poter facilmente erigere dei palchi.
18. La facciata e la parete laterale del Cinema Internazionale in occasione della parata per il 39° anniversario della fondazione della DDR, il 7 ottobre 1988.
Il Cinema Internazionale (Kino International) è un’icona del modernismo socialista. È anche un edificio simbolo della DDR che dopo la caduta del Muro non ha cambiato né la sua funzione né il suo aspetto interno ed esterno: un caso eccezionale per Berlino, che rende questo cinema molto prezioso dal punto di vista storico. La facciata, con l’enorme vetrata che illumina il famoso “Panorama Bar” di fronte alle porte della sala e la scritta che la sovrasta, le pareti esterne interamente decorate a rilievo, l’elegante foyer e tutta la sala, tranne le poltrone, sono originali.
Dall’inaugurazione nel 1963 si proiettavano qui le prime dei film prodotti dalla DDR, ma anche di film stranieri, alla presenza delle massime autorità del regime. A esse erano riservati la fila 8, che affacciandosi sul corridoio offriva più spazio per le gambe ma anche una via di fuga più veloce in caso di attentati, una sala privata, oggi ribattezzata ironicamente Honecker Lounge, e il bunker antiatomico sotterraneo. Il cinema era anche il centro sociale e culturale della zona: ospitava una biblioteca, sale conferenze, spazi per attività sportive e un club musicale ed era circondato da hotel, bar, ristoranti e negozi.
I rilievi su lastre di cemento delle pareti esterne, nello stile del cosiddetto realismo socialista, sono un ottimo esempio della funzione politico-didattica dell’arte, molto presente negli edifici pubblici della DDR (soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta) e fondamentale qui, dove si dovevano rappresentare ideologia e lusso. Il tema è la vita quotidiana nella società socialista, caratterizzata da gioia di vivere e ottimismo anziché dallo sfruttamento imposto dal capitalismo.
Il Kino International, come punto di riferimento sia del paesaggio urbano che della vita sociale di Berlino Est, ebbe un ruolo anche al momento della caduta del Muro. Il 9 novembre 1989, proprio durante la conferenza stampa in cui fu annunciata la libertà di viaggio per i cittadini della DDR (v. Ministero della Giustizia), era in corso la prima proiezione di “Coming Out”, primo film della DDR che trattava esplicitamente il tema dell’omosessualità. Solo alla fine del film gli spettatori, increduli, iniziarono ad avere qualche notizia, da chi aveva una radio portatile, su ciò che stava per diventare realtà: la possibilità di “uscire” per tutti i cittadini della DDR.
19. Il centro di intrattenimento intorno al Kino International nel 1965. Dall’alto a sinistra il Berolina Hotel (oggi abbattuto), di fronte il Kino International, alla destra del cinema lo storico locale Mokka-Milch-Eisbar e di fronte il Ristorante Mosca. Nell’angolo in alto a sinistra del ristorante si vede una piccola sfera in cima a un palo: è la riproduzione dello Sputnik.
Proprio di fronte al Kino International e parte integrante del centro ricreativo fondato nella zona era il Ristorante Mosca (Restaurant Moskau, ora location per eventi nota come Cafè Moskau). Si trattava di uno dei tanti cosiddetti “ristoranti delle nazionalità”, diffusi lungo Stalinallee/Karl-Marx-Allee, ma non solo, che avevano l’obiettivo di avvicinare i cittadini della DDR alla cucina e alla cultura degli altri Paesi socialisti, da cui di solito proveniva il personale stesso dei ristoranti. Fra gli elementi che aveva in comune con il cinema, e con altri edifici significativi del modernismo socialista, si notano tuttora la grande vetrata, che unisce l’esterno e l’interno dando grande luminosità (sempre simbolo di un futuro radioso), e il mosaico murale intorno all’ingresso, intitolato “La vita dei popoli dell’Unione Sovietica”. Come ulteriore segno di fratellanza fra Berlino Est e Mosca, e simbolo dei successi socialisti nell’industria aerospaziale, per l’inaugurazione del ristorante l’ambasciatore sovietico regalò una riproduzione in scala 1:1 dello Sputnik, il primo satellite artificiale mandato in orbita intorno alla terra nel 1957, che fu installata sopra il tetto.
20. Il mosaico di Bert Heller che decora la facciata del Café Moskau.
Questo lotto di Stalinallee fu completato con la costruzione fra il 1961 e il 1964 della Casa degli Insegnanti (Haus des Lehrers): il primo edificio della nuova Alexanderplatz, rifatta completamente fra la metà degli anni Sessanta e gli anni Ottanta. La scelta di iniziare proprio da questo palazzo non fu casuale ma chiaramente ideologica: prima della guerra vi era la sede dell’associazione degli insegnanti berlinesi, dove si erano svolte nel 1919 la commemorazione dopo l’omicidio dei rivoluzionari comunisti Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht (v. Palazzo del Consiglio di Stato) e nel 1920 la fusione fra il Partito comunista tedesco e il Partito socialdemocratico indipendente. Questo era quindi il punto perfetto su cui fondare, ideologicamente e fisicamente, il nuovo centro della Berlino socialista.
La Casa degli Insegnanti e la Casa del Viaggio (Haus des Reisens), entrambe all’incrocio dell’attuale Karl-Marx-Allee con Alexanderstraβe e Otto-Braun-Straβe, segnalano appunto l’ingresso ad Alexanderplatz: continua così, dopo le torri-grattacieli di Frankfurter Tor e Strausberger Platz, il percorso delle piazze che si susseguono lungo il viale monumentale da cui entra in città il viaggiatore proveniente da est.
21. Alexanderplatz oggi. 1. Casa degli Insegnanti. 2. Casa del Viaggio. 3. Fontana dell’Amicizia fra i popoli. 4. Orologio universale (dietro all’edificio, non visibile). 5. Torre della Televisione. 6. Hotel Park Inn. 7. Alexanderhaus e Berolinahaus.
L’elemento più emblematico della Casa degli Insegnanti è la fascia che avvolge il 3° e 4° piano dell’edificio, dove si trovava la Biblioteca pedagogica centrale: un mosaico colorato alto 7 metri e lungo 125, composto da circa 800.000 tessere, che rappresenta la visione ideale della società socialista, basata su progresso tecnologico, pace, amicizia fra i popoli ed eliminazione delle classi sociali.
22. Il mosaico di Walter Womacka che adorna la Casa degli Insegnanti.
Читать дальше