Beatrice Gavazza
Agatone e la tragedia attica di fine V sec. a.C.
Studio delle testimonianze e dei frammenti
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Gavazza, Beatrice Maria Vittoria, La tragedia attica di fine V sec. a.C.: La poetica di Agatone attraverso l’esame delle testimonianze e dei frammenti, Diss. Freiburg (Br.) 2020.
Gedruckt mit einem Zuschuss der Landesstiftung Humanismus heute
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Dischingerweg 5 • D-72070 Tübingen
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ISSN 1862-7005
ISBN 978-3-8233-8475-5 (Print)
ISBN 978-3-8233-0285-8 (ePub)
Il presente studio è il frutto della rielaborazione della mia tesi di Dottorato, realizzata nell′ambito di una collaborazione tra l’Università degli Studi di Perugia e l’Università Albert–Ludwig di Freiburg e discussa nel luglio 2020.
Vorrei ringraziare la professoressa Antonietta Gostoli e il professor Bernhard Zimmermann per avermi accompagnata negli anni di Dottorato con la loro attenta supervisione e le loro preziose osservazioni, che mi hanno aperto nuove prospettive e mi hanno consentito di approfondire e indirizzare al meglio il mio lavoro. Per la loro gentile disponibilità e attenzione nel leggere parti del lavoro o nel discutere questioni inerenti a esso, ringrazio i professori Giovanni Cerri, Eric Csapo e Nigel Wilson, e le professoresse Ester Cerbo e Maria Grazia Fileni per l’utile revisione. Resta mia la responsabilità di quanto qui sostenuto, così come io sola sono responsabile di ogni errore o omissione.
Al professor Bernhard Zimmermann rivolgo inoltre un sentito ringraziamento per aver accolto lo studio nella collana da lui diretta.
La mia riconoscenza va anche a coloro con i quali ho condiviso l′ambiente di lavoro (e non solo), le dottoresse Cristina Pagnotta ed Elena Sportolari a Perugia, le dottoresse Loredana Di Virgilio, Virginia Mastellari, Katharina Rilling, Cecilia Wezel e i dottori Francesco Paolo Bianchi e Massimiliano Ornaghi a Freiburg, per il confronto scientifico e per la loro amicizia.
Riservo a queste ultime righe il pensiero di gratitudine profonda che rivolgo alla mia grande famiglia e che non posso esprimere a parole senza sminuirlo.
Il lavoro di edizione, traduzione e commento dei frammenti di Agatone s’inserisce nell’attuale tendenza degli studi filologici classici a concentrarsi su autori le cui opere, a causa dell’inevitabile processo di selezione dettato dal tempo e dall’evoluzione culturale, sono state tramandate soltanto in forma frammentaria. Agatone costituisce inoltre un caso particolare nel panorama dei poeti antichi: il tragediografo compare infatti in qualità di personaggio in alcune opere di Aristofane e Platone. Questa situazione consente di studiarne la personalità artistica sulla base di dati diversi rispetto a quelli contenuti nei frammenti. Le testimonianze meritano pertanto grande attenzione, in quanto risultano più significative dei frammenti per una ricostruzione – nei limiti del possibile – della poetica dell’autore. Per questo motivo ho approfondito e discusso ogni singola testimonianza.
Il lavoro si basa sull’edizione di Agatone curata da Snell–Kannicht ( TrGF I 39), di cui si rispetta la numerazione dei frammenti. Per quanto riguarda le testimonianze, la fortuna della figura di Agatone si rispecchia in una quantità relativamente abbondante di testi dove compare il suo nome e, nel caso di Aristofane e Platone, dove è lui stesso a diventare personaggio. La difficoltà consiste nel dare un ordine a delle fonti in cui informazioni di diversa natura si sovrappongono e si moltiplicano, con i problemi di catalogazione che ne derivano. Ho pertanto preferito individuare delle categorie tematiche e raggruppare e rinumerare le testimonianze di conseguenza. Ho mantenuto il testo di Snell–Kannicht segnalando eventuali varianti rilevanti per l’interpretazione della testimonianza e ricorrendo in alcuni casi alle edizioni più recenti. Ho ampliato la quantità di testo citata ogni volta che ciò mi sia sembrato utile, e per segnalare aggiunte o modifiche significative rispetto a Snell–Kannicht ho utilizzato l’asterisco (*): il carattere complesso di alcune testimonianze ha reso infatti necessaria una più chiara articolazione, talvolta anche un’integrazione, dei passi compresi sotto una medesima testimonianza. In alcuni casi ho preferito modificare o aggiungere sottotitoli. Se utile alla discussione, ho preferito riportare in più sedi il testo del medesimo passo anziché avvalermi di semplici rimandi.
Le abbreviazioni dei nomi degli autori antichi e delle loro opere seguono le norme di LSJ (9 aed.), a eccezione dei casi in cui l’eccessiva concisione renda la citazione poco perspicua (p. es. Aeschyl. per Eschilo, Aristoph. per Aristofane). Per gli autori latini ho seguito le norme del TLL ; per gli autori bizantini, le abbreviazioni seguono le norme del Lexikon zur byzantinischen Gräzität. Verzeichnis der Abkürzungen (Wien 2017). Le traduzioni, dove non altrimenti segnalato, sono mie.
Introduzione
1. Identità e cronologia
Sull’identità, la cronologia e la carriera di Agatone siamo ben informati soprattutto grazie alle opere di Platone e di Aristofane, dove il poeta compare in veste di personaggio, ma anche grazie ai commenti antichi a queste stesse opere e ad altri testi che raccolgono tradizioni aneddotiche sulla figura del poeta.
Figlio di Tisameno di Atene (testt. 5. 6. 8c*), Agatone nacque poco dopo il 450 a.C. (testt. 2. 3. 4. 15) in una famiglia agiata, appartenente probabilmente all’aristocrazia ateniese (testt. 3. 12. 17). La sua educazione fu affidata a maestri riconosciuti come sofisti (test. 3); particolare influsso su di lui fu esercitato dall’insegnamento retorico di Gorgia (testt. 5. 21). Si può ricondurre alla probabile provenienza di Agatone dalle file dell’aristocrazia la sua adesione, in qualità di eromenos , all’istituzione della pederastia (test. 3). Interessante e già notevole per gli autori antichi dovette essere il duraturo rapporto tra Agatone e il suo erastes , Pausania di Ceramei, protrattosi anche oltre i termini di età usualmente previsti per una relazione pederastica (testt. 1. 3. 5. 14. 16). Il tema della relazione omosessuale (test. 15) si lega frequentemente a quello della bellezza di Agatone, il quale, già bellissimo da adolescente (test. 3), attraverso accorgimenti estetici mantenne col passare degli anni una bellezza efebica, indicata talvolta criticamente come femminea (testt. 4. 5. 6. 13. 15).
Agatone entrò in giovane età nella cerchia socratica: i primi contatti furono nell’ambito di circoli legati all’ambiente aristocratico (test. 3); poco dopo i trent’anni il poeta ne risulta essere un membro attivo e stimato (testt. 1. 2. 6. 9). Dal punto di vista politico non è testimoniata una sua diretta partecipazione alla gestione della cosa pubblica, ma le sue simpatie dovettero andare alla fazione oligarchica ateniese (testt. 2. 17); sembra comunque che la riflessione politica abbia fatto parte degli interessi del poeta (test. 18). Tra il 411 a.C. (test. 4) e il 405 a.C. (test. 8a), forse più precisamente tra gli anni 407 e 406 a.C. (testt. 5. 6. 15), Agatone si trasferì presso la corte macedone dietro invito del re Archelao (testt. 5. 7. 8b–c*. 9. 10. 15. 16). La morte lo colse con ogni probabilità qui, in una data compresa tra il 403 a.C. e il 399 a.C. (testt. 8b. 9).
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