Beatrice Gavazza - Agatone e la tragedia attica di fine V sec. a.C.

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Agatone e la tragedia attica di fine V sec. a.C.: краткое содержание, описание и аннотация

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Il libro approfondisce la figura del tragediografo Agatone (fine V secolo a.C.) e fornisce ai 34 frammenti superstiti della sua opera un'edizione critica con commento. Questo lavoro s'inserisce nell'attuale tendenza degli studi classici a dedicare particolare attenzione a testi frammentari. Sebbene le tragedie di Agatone risultino dimenticate già in epoca antica, sembra che in ambito tragico egli sia stato un autore di successo, nonché d'avanguardia. Il contributo più importante che diede alla storia del teatro fu la sostituzione delle parti corali tradizionali con intermezzi del tutto slegati rispetto al contenuto della trama. L'analisi svolge un'indagine quanto più possibile completa intorno a una figura determinante del genere tragico e pone le basi per una più profonda comprensione delle trasformazioni del teatro tra il V e il IV secolo a.C.
Beatrice Gavazza è assistente alla cattedra di Filologia e Letteratura Greca dell'Università Albert Ludwig di Friburgo in Brisgovia. Per il suo lavoro sul poeta tragico Agatone ha ricevuto nel 2020 il premio Günter Wöhrle, promosso dalla fondazione Humanismus Heute per tesi dottorali eccellenti inerenti al campo dell'Antichistica e composte presso l'Università Albert Ludwig di Friburgo.

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Nell’ambito della letteratura latina, si tramandano due versi di una satira menippea di Varrone (II–I sec. a.C.) intitolata Agatho (vd. test. 12). Il contenuto del frammento superstite sembra avvalorare l’ipotesi di un riferimento nel titolo all’Agatone del Simposio platonico, assunto come esempio paradigmatico del giovane ricco e ciononostante desideroso di seguire gli insegnamenti dei sapienti.

Agatone è citato anche nel Purgatorio di Dante (XXII 107): insieme ad altri illustri poeti dell’antichità, il tragediografo si trova nel primo cerchio dell’Inferno, nel Limbo. La ricezione non è avvenuta in questo caso attraverso Aristofane o Platone, bensì attraverso Aristotele, conosciuto da Dante grazie ai commenti aristotelici di Tommaso d’Aquino. Lo stagirita esprime un’alta opinione dell’attività poetica di Agatone, e infatti nell’opera dantesca questi compare tra i grandi poeti dell’antichità.1

Agatone è inoltre il nome del protagonista del romanzo di formazione Geschichte des Agathon (pubblicato per la prima volta in due volumi nel 1766–1767) di Christoph Martin Wieland (1733–1813), esponente di rilievo della cultura illuminista tedesca. La storia è ambientata nel mondo greco–mediterraneo nel periodo a cavallo tra V e IV sec. a.C. Per dichiarazione dell’autore, la figura del protagonista è ispirata soprattutto al personaggio di Ione dell’omonima tragedia euripidea. Tuttavia, per quanto riguarda alcuni caratteri fondamentali del suo Agatone (a partire dal nome), Wieland riconosce di essersi ispirato proprio alla figura tratteggiata da Platone.2 A distanza di secoli, l’immagine del giovane poeta καλòς καὶ ἀγαθός e desideroso di seguire le orme dei sapienti non ha cessato di esercitare il suo fascino.

8. Studi moderni sui frammenti

I frammenti di Agatone sono stati editi diverse volte a partire dalla prima metà del XVII sec.:

Grotius, H., Excerpta ex tragœdiis et comœdiis Graecis , Parigi 1626, pp. 436–439;

Ritschl, F.W., Commentationis de Agathonis vita, arte et tragoediarum reliquiis particula , Halis Saxonum 1829 (pubblicazione dei soli capitoli dedicati alla cronologia, ossia i capitoli V–VII, e delle Sententiae controversae );

Welcker, F.G., Die griechischen Tragödien , vol. 3, Bonn 1841, pp. 989–1006;

Kayser, W.C., Quaestionum tragicarum pars 1: fragmenta Agathonis collecta , Sorau 1845;

Martini, C.B., De tragoedia Agathonis pauca quaedam disputavit et fragmenta poetae edidit , Deutsch–Crone 1846;

Wagner, F.W., Poetarum tragicorum Graecorum fragmenta , vol. 3, Bratislava 1848, pp. 73–83;

Reichardt, R., De Agathonis poetae tragici vita et poesi , Ratibor 1853;

Nauck, A., Tragicorum Graecorum fragmenta , Leipzig 1889 (1856), pp. 592–596;

Snell, B.–Kannicht, R., Tragicorum Graecorum fragmenta , vol. 1, Editio correctior et addendis aucta curavit Richard Kannicht , Göttingen 1986 (1971).

Un lavoro fondamentale sulla produzione agatonea condotto sulla base dei frammenti è pubblicato da W. Rhys Roberts nel 1900, Aristophanes and Agathon («JHS» [20], pp. 44–56). Nella prima metà del XX sec. si riscontra una particolare attenzione per la tragedia di argomento non mitologico Antheus / Anthos , con la pubblicazione degli articoli The Anthus of Agathon di S.M. Pitcher (1939, in «AJPh» [60.2], pp. 145–169) e L’Anteo di Agatone di C. Corbato (1948, in «Dioniso» [11], pp. 163–172). Un picco d’interesse per i frammenti nel loro complesso si registra negli anni ‘50, in particolare nel biennio 1955–1956. Nel 1955 è pubblicata la monografia Agathon di P. Lévêque, suddivisa in due parti corrispondenti rispettivamente alla vita e all’opera del poeta. La vita è ricostruita per temi (origini, vita privata, attività artistica, trasferimento alla corte di Pella) sulla base delle diverse testimonianze. Lo stesso tipo di approccio è adottato nella trattazione dell’opera: testimonianze e frammenti sono utilizzati per la ricostruzione delle singole tragedie e per la trattazione delle scelte drammatiche, stilistiche e metrico–musicali del poeta. Non tutti i frammenti trovano però spazio nell’opera di Lévêque. Sempre nel 1955 è pubblicato in «Dioniso» 18 l’articolo Le tragedie di Agatone di I. Machina: si tratta di un’analisi complessiva dei frammenti unita al tentativo di ricostruire il contenuto delle opere di Agatone. Un’impostazione simile si riscontra nell’articolo di I. Waern, Zum Tragiker Agathon , pubblicato l’anno seguente in «Eranos» 54, che ripropone i 31 frammenti dell’edizione Nauck, accompagnati da una traduzione in tedesco e seguiti da un commento sintetico, teso a riassumere le caratteristiche linguistiche, metriche e stilistiche dei versi. Nel 1958, un articolo in lingua giapponese di R. Takebe ( Agathon, the Tragic Poet , in «JCS» [6], 33–46) tratta alcuni frammenti di Agatone parallelamente a passaggi delle opere di Gorgia, ed evidenzia i legami stilistici tra i due autori.1 Più recentemente, nel 1991, il lavoro di un gruppo di filologi di Gottinga ha prodotto un’edizione bilingue greco antico/tedesco di una scelta delle testimonianze e dei frammenti dei TrGF voll. 1–2, accompagnata da note critiche ( Musa tragica. Die griechische Tragödie von Thespis bis Ezechiel ); per Agatone sono selezionati 13 testimonianze e 22 frammenti.

Testimonianze

I. La vita

I.1. Identità, cronologia e carriera (testt. 1–6)

Test. 1 (1 S.–K.)

Ath. V 216f–217a. 217a–b. b. c

216f–217a Ἀριστίων, ἐφ’ οὗ (a. 421/420) τὸ συμπόσιον (Xenophontis) ὑπόκειται συνηγμένον, πρὸ τεσσάρων ἐτῶν Εὐφήμου πρότερος ἦρξεν, καθ’ ὃν Πλάτων τὰ Ἀγάθωνος νικητήρια γέγραφεν

217a–b ὅτε γὰρ Ἀγάθων ἐνίκα, Πλάτων ἦν δεκατεσσάρων ἐτῶν. ὃ μὲν γὰρ ἐπὶ ἄρχοντος Εὐφήμου στεφανοῦται Ληναίοις (a. 416), Πλάτων δὲ γεννᾶται ἐπὶ Ἀπολλοδώρου (a. 430/429)

217b ἀπὸ δὲ Ἀπολλοδώρου καὶ τῆς Πλάτωνος γενέσεως τεσσαρεσκαιδέκατός ἐστιν ἄρχων Εὔφημος, ἐφ’ οὗ τὰ ἐπινίκια Ἀγάθωνος ἑστιῶνται.

217c ὅτι δὲ πολλὰ ὁ Πλάτων παρὰ τοὺς χρόνους ἁμαρτάνει δῆλόν ἐστιν ἐκ πολλῶν.

216f–217b Aristione, durante il cui arcontato [421/420 a.C.] si colloca lo svolgimento del simposio [di Senofonte], fu magistrato quattro anni prima di Eufemo, al tempo del quale Platone ha scritto che avvennero i festeggiamenti per la vittoria di Agatone

217a–b quando Agatone vinse, Platone aveva quattordici anni. Il poeta fu infatti incoronato vincitore alle Lenee sotto l’arcontato di Eufemo [416 a.C.], mentre Platone nacque sotto l’arcontato di Apollodoro [430/429 a.C.]

217b dall’arcontato di Apollodoro e dalla nascita di Platone, Eufemo è il quattordicesimo arconte, sotto il quale si festeggia con un banchetto la vittoria di Agatone.

217c che Platone faccia parecchi errori di cronologia, è chiaro da molti passi.

Interpretazione

Nel V libro dei Deipnosofisti Ateneo riferisce l’argomentazione proposta polemicamente da uno dei convitati, Masurio, contro le testimonianze a sostegno del valore militare di Socrate, attingendo a un filone di tradizione antiplatonica.1 Masurio discute la cronologia di alcuni eventi attribuiti alla vita di Socrate da Senofonte e Platone in opere filo–socratiche per dimostrare l’incoerenza delle loro informazioni, e considera le difficoltà cronologiche poste dal confronto tra il Simposio senofonteo e il Simposio platonico. Nell’argomentazione volta a smentire le notizie filo–socratiche, Masurio (V 216f) fissa i festeggiamenti per la vittoria di Agatone nel Simposio platonico sotto l’arcontato di Eufemo (417/416 a.C.) in occasione delle feste Lenee, che si tenevano nel mese attico di Gamelione, corrispondente a gennaio/febbraio.2 Diversamente dal testo di Platone (vd. test. 2), qui non si definisce la vittoria come la prima del poeta tragico.3 Stabilito che gli eventi narrati dal Simposio platonico si collocano durante l’arcontato di Eufemo, Masurio contesta l’attendibilità della testimonianza di Platone, che, nato sotto l’arcontato di Apollodoro (430/429 a.C.), appena quattordicenne al tempo dei festeggiamenti, non vi avrebbe preso parte (V 217a–c), ma avrebbe raccolto il racconto degli eventi solo molti anni dopo.

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