∽ Xen. Symp. 8, 32καίτοι Παυσανίας γε ὁ Ἀγάθωνος τοῦ ποιητοῦ ἐραστὴς ἀπολογούμενος ὑπὲρ τῶν ἀκρασίᾳ ἐγκαλινδουμένων εἴρηκεν ὡς καὶ στράτευμα ἀλκιμώτατον ἂν γένοιτο ἐκ παιδικῶν τε καὶ ἐραστῶν.Con tutto ciò Pausania, amante del poeta Agatone, pronunciando un’apologia a favore di chi si crogiola in insane unioni, ha detto che un esercito formato da amati e amanti potrebbe essere fortissimo.
Max. Tyr. 20, 8 l. 5 Trappοὔτε Κριτόβουλος Εὐθυδήμῳ προσκνήσασθαι ἐρᾷ οὔτε Ἀυτολύκῳ Καλλίας οὔτε Ἀγάθωνι Παυσανίαςné Critobulo amerebbe strusciarsi con Eutidemo, né Callia con Autolico, né Pausania con Agatone
b. Euripides et Agathon
v. testt. 5. 15
c. Plato et Agathon
[Plat.] epigr. 1 DiehlΤὴν ψυχὴν Ἀγάθωνα φιλῶν ἐπὶ χείλεσιν ἔσχον·ἦλθε γὰρ ἡ τλήμων ὡς διαβησόμενηL’anima sulle labbra avevo, baciando Agatone:lì era infatti venuta, meschina, per andarsene via
d. Agathon pathicus, femineus
v. test. 23
Aristoph. Th. 35καὶ μὴν βεβίνηκας σύeppure te lo sei fottuto
Aristoph. Th. 50μῶν βινεῖσθαι;a farsi fottere?
Aristoph. Th. 57καὶ λαικάζει.e lo prende in bocca.
Aristoph. Th. 60–62κατὰ τοῦ θριγκοῦσυγγογγύλας καὶ συστρέψαςτουτὶ τὸ πέος χοανεῦσαι.sotto al recintodopo averlo rivoltato e rigiratoa gettare questo coso qui.
Aristoph. Th. 97sq.ἐγὼ γὰρ οὐχ ὁρῶἄνδρ’ οὐδέν’ ἐνθάδ’ ὄντα, Κυρήνην δ’ ὁρῶ.perché io non vedonessun uomo qui presente, ma Cirene vedo.
Aristoph. Th. 136–140ποδαπὸς ὁ γύννις; τίς πάτρα; τίς ἡ στολή;τίς ἡ τάραξις τοῦ βίου; τί βάρβιτοςλαλεῖ κροκωτῷ; τί δὲ λύρα κεκρυφάλῳ;τί λήκυθος καὶ στρόφιον; ὡς οὐ ξύμφορον.τίς δαὶ κατρόπτου καὶ ξίφους κοινωνία;Da dove il femminello? di quale patria? che razza di abito è?e quest’accozzaglia di costumi? che cosa può blaterare un barbitosa un vestitino zafferano? e una lira a una retina per capelli?e un lecizio e un reggipetto? che insieme proprio non ci stanno.E che c’entra lo specchio con la spada?
Aristoph. Th. 141–143σύ τ’ αὐτός ὦ παῖ πότερον ὡς ἀνὴρ τρέφει;καὶ ποῦ πέος; ποῦ χλαῖνα; ποῦ Λακωνικαί;ἀλλ’ ὡς γυνὴ δῆτ’; εἶτα ποῦ τὰ τιτθία;e tu, proprio tu, ragazzo, che razza di uomo sei cresciuto?e dov’è il cazzo? e il mantellaccio? e gli scarponi?ma quindi sei cresciuto da donna? e dove sono allora le tette?
Aristoph. Th. 159–163 (v. test. 27)
Aristoph. Th. 200sq.Καὶ μὴν σύ γ’, ὦ κατάπυγον, εὐρύπρωκτος εἶοὐ τοῖς λόγοισιν, ἀλλὰ τοῖς παθήμασιν.Ecco tu, culattone, sei un culapertonon nelle parole, ma nei patimenti.
Aristoph. Th. 253–263Εὐ.Κη.Εὐ.Κη.Ευ.Ἀγ.Εὐ.Κη.Εὐ.Ἀγ.Εὐ.Ἀγ.ὅ τι; τὸν κροκωτὸν πρῶτον ἐνδύου λαβών.νὴ τὴν Ἀφροδίτην ἡδύ γ’ ὄζει ποσθίου.σύζωσον ἁνύσας.αἶρέ νῦν στρόφιον.ἰδού.ἴθι νῦν, κατάστειλόν με τὰ περὶ τὼ σκέλει.κεκρύάλου δεῖ καὶ μίτρας.ἡδὶ μὲν οὖνκεφαλὴ περίθετος, ἣν ἐγὼ νύκτωρ φορῶ.νὴ τὸν Δί’ ἀλλὰ κἀπιτηδεία πάνυ.ἆρ’ ἁρμόσει μοι;νὴ Δί’ ἀλλ’ ἄριστ’ ἔχει.φέρ’ ἔγκυκλον.τουτὶ λάβ’ ἀπὸ τῆς κλινίδος.ὑποδημάτων δεῖ.τἀμὰ ταυτὶ λάμβανε.Eu.Par.Eu.Par.Eu.Ag.Eu.Par.Eu.Ag.Eu.Ag.Quale? Quello zafferano indossa, prima.Per Afrodite, puzza di dolce, di pisellino.Dai veloce, legami la cintura.Prendi ora il reggipetto.Ecco.Avanti, ora sistemami sulle cosce.C’è bisogno di una retina e di una fascia per i capelli.Ecco quila parrucca, che porto sempre la notte.Per Zeus, ma fa proprio al caso nostro!Mi sta bene?Per Zeus, ma benissimo!Ora, un mantellino.Prendi dal lettino quello lì.C’è bisogno delle scarpe.Prendi qui le mie
vocatur γύννις Aristoph. Th. 136; vocatur θηλυδρίας Liban. or. 64, 83 (IV p. 474, l. 1 Foerster)
Plut. qu.conv. II 1, 12, 634dτῶν κωμικῶν ἔνιοι τὴν πικρίαν ἀφαιρεῖν δοκοῦσι τῷ σκώπτειν ἑαυτούς, ὡς Ἀριστοφάνης (Aristoph. Pax 767. 771) εἰς τὴν φαλακρότητα καὶ τὴν Ἀγάθωνος (lac., 5 litt.) λιψιν (ψίλωσιν vel ἀποψίλωσιν Borthwick).Alcuni dei comici pensano di togliere la mordacità facendo ironia su sé stessi, come Aristofane [ Pax 767.771] per la sua calvizie e la [lac. di 5 lett.] lipsin di Agatone.
Interpretazione
La testimonianza raccoglie le fonti delle relazioni erotiche e dell’effeminatezza di Agatone. Se la situazione dipinta dalla test. 3, dove Agatone – ancora nella fascia d’età del μειράκιον – è definito il παιδικά di Pausania, rientra in un tipo di rapporti omoerotici codificati nel comportamento degli ateniesi di fine V sec. a.C., diverso è il caso dell’assunzione da parte di un cittadino di un ruolo sessuale passivo entro una coppia di uomini adulti. Gli autori antichi evidenziano una deviazione del comportamento erotico e sessuale del poeta rispetto alle aspettative della cultura a lui contemporanea nei confronti di un cittadino adulto di sesso maschile.17 Il legame omoerotico tra due pari, entrambi cittadini adulti, non è infatti contemplato tra i comportamenti virtuosi codificati dalla polis ateniese, e la condanna investe in particolare il partner passivo.18 La satira aristofanea contro politici, poeti e in generale cittadini definiti con irriverenza καταπύγονες nasce da questa condanna sociale dell’omosessualità passiva.
a) Pausania e Agatone: Confrontando la probabile età di Agatone nel periodo in cui Platone ambienta il Protagora (poco prima del 430 a.C., vd. test. 3) e il Simposio (416 a.C., vd. testt. 1–3) si conclude che nel 416 il poeta sia ormai un uomo sui trent’anni; il trasferimento in Macedonia avviene ancora più tardi (vd. test. 15). Ciononostante, i termini che descrivono la relazione del tragico con Pausania all’epoca del Simposio e del soggiorno macedone restano nell’ambito lessicale dei rapporti pederastici: Agatone παιδικά […] Παυσανίου (vd. test. 5); Ἀγάθωνος ἤρα […] Παυσανίας […] ὅ τε ἐραστὴς καὶ ὁ ἐρώμενος e simili (vd. test. 16); Παυσανίας […] Ἀγάθωνος […] ἐραστής (Xen. Symp . 8, 32, con riferimento al discorso attribuito da Platone a Pausania in Symp . 180c 1–185c 3); προσκνήσασθαι ἐρᾷ […] Ἀγάθωνι Παυσανίας (Max. Tyr. 20, 8 l. 5 Trapp). Platone ( Symp . 177d–e. 193 b–c) non utilizza i termini ἐραστής e ἐρώμενος/παιδικά in riferimento rispettivamente a Pausania e Agatone, ma rende comunque chiara la relazione erotica tra i due.
b) Euripide e Agatone: Sul rapporto tra Agatone ed Euripide, entrambi residenti negli ultimi anni del V sec. presso la corte di Archelao, diverse fonti (vd. test. 15 = Ael. VH XIII 4; [Plut.] apophth . reg . 177a; am . 24, 770c) tramandano un aneddoto relativo alla bellezza di Agatone anche da uomo maturo, tanto bello da suscitare ancora i desideri che un ἐραστής (in questo caso Euripide) può provare nei confronti di un ἐρώμενος.
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