Ma andava bene così. Benissimo.
Gli faceva bene uscire e socializzare dato che era disoccupato. Non avrebbe fatto bene a nessuno dei due se lui avesse dovuto subire tutti i giorni la sua ricerca di attenzioni. Era un bene che lui cercasse attenzioni altrove. Quando due persone stanno incollate in una relazione, ciò tende a soffocarle.
Saylor si lasciò sfuggire il respiro che aveva trattenuto quando Nick teneva stretta Holly mentre i due ondeggiavano lentamente al ritmo incalzante della canzone. Nick sussurrò qualcosa all’orecchio di Holly e lei sghignazzò. La musica era troppo alta, il che spiegava perché ballavano così stretti. Così che potessero sentirsi l’un l’altro.
Ma andava bene così.
Perché da un momento all’altro Nick sarebbe tornato da lei. Probabilmente dopo quella canzone. Poi misero su una hit di quando andavano a scuola insieme. Alzarono tutti le mani in alto e cominciarono una serie di passi coreografati.
Saylor rimase seduta, battendo i piedi a ritmo. Si leccò il labbro inferiore, cercando di non crollare sotto la pressione del sorriso. E poi, proprio come aveva immaginato, Nick si avvicinò a lei alla fine della canzone.
"Sembri stanca, amore." Nick allungò la mano verso la sua guancia.
Saylor appoggiò la guancia nel suo palmo. La sua mano era sudata e odorava di due marche diverse di profumo che facevano a pugni l’una con l'altra e le facevano rivoltare lo stomaco. Ma non voltò la testa dall’uomo che amava.
"Non sono belle quelle borse sotto gli occhi," disse Nick, guardandola con la testa inclinata di lato. "Dovresti andare a dormire."
"Certo, " disse Saylor mentre si alzava. "Fammi solo dare la buona notte alle mie sorelle. Ci vediamo alla macchina, così andiamo da te."
"Oh, no no. " Nick alzò le mani. "Non c’è bisogno che guidi fino in città. Perché non rimani qui con la tua famiglia stanotte?"
"Perché sono sicura che mia sorella, la neo-sposa, voglia un po’ di privacy con suo marito."
Nick si grattò il mento. "Beh, è solo che non sono ancora pronto per andare a casa. E non voglio trascinarti in giro."
"Vengo con te. Magari prendo una tazza di caffè. Tra l’altro ho bisogno di parlarti di una cosa."
Nick si morse l’interno delle labbra. Il suo sguardo si spostò oltre le spalle di Saylor. Quando lei si girò, vide Holly e Kellie che aspettavano vicino al cancello sul retro. Ghignavano con la testa inclinata, lo sguardo abbassato in quel loro modo da pettegole che Saylor ricordava dalle superiori.
"È stata una bella cerimonia, vero?" disse Saylor.
"Mmm?" Nick riportò lo sguardo su di lei. "Oh sì."
"Mi ha fatto pensare a ciò che vorrei per la mia cerimonia."
Nick la guardò in modo torvo come se stesse parlando una lingua aliena. "La tua cerimonia?"
Saylor deglutì. Si sentì lo stomaco in subbuglio. Lei e Nick stavano insieme da tre anni. Beh, il loro primo appuntamento era stato tre anni prima. Poi lui l’aveva chiamata tre mesi dopo. Poi di nuovo dopo due mesi. Ci era voluto poco più di un anno, ma presto cominciarono a uscire regolarmente svariate volte ogni mese.
Non era stata quella regolarità a suggellare l’accordo. Nella borsa di Saylor c’era qualcosa che nessun’altra donna nella sua vita aveva avuto: una chiave del suo appartamento. Gliela aveva data lo scorso inverno quando aveva avuto un brutto caso di influenza. Saylor aveva lasciato tutto e si era presa cura dell’uomo per farlo ritornare in sesto. Quando stava meglio, lui non le chiese di ridargli la chiave.
Doveva essere un segno.
Voleva dargli qualche altro mese, magari un anno. Ma lei non aveva più il lusso del tempo. Se voleva tenere il ranch, e il suo lavoro, e i cavalli di cui si era occupata fin da quando era una ragazza, e le sue sorelle con un tetto sulla testa, doveva convincere il suo ragazzo a sposarla.
"Nick, ti ricordi cosa ti ho detto sul testamento di mio padre?"
Lui si accigliò di nuovo. La sua fronte si aggrottò a formare quella V di confusione che aveva sempre quando lei cercava di spiegargli la matematica alle superiori. Quello sguardo che voleva dire che non ricordava cosa gli avesse detto un minuto prima.
"Dobbiamo tutte sposarci per salvare il ranch."
La V sulla sua fronte si inclinò verso l’alto a formare una linea dritta. Nick indietreggiò. "Senti, Saylor, sai cosa provo per te... Ma il matrimonio? Alla mia età?"
Beh, almeno ricordava la loro conversazione. Era un buon inizio. Desiderava solo che ne parlassero fuori dalla portata d’orecchio delle sue due ex.
"Senti, amore, sai che ti sposerò."
Il mondo si fermò. Il tempo si fermò. Il cuore di Saylor si fermò.
Non era esattamente una proposta perché non aveva fatto una domanda. Ma andava bene così. Anzi era ancora meglio. Per Nick il loro matrimonio era una cosa scontata, quindi non aveva bisogno di chiederlo.
"Sai," continuò lui, "...un giorno."
"Beh, il fatto è che dobbiamo tutte sposarci entro la fine dell’anno."
A quel punto le sue sopracciglia si raggrinzirono, nel modo in cui facevano quando lui cercava di risolvere un semplice problema di matematica.
"Mancano solo tre mesi," Saylor rispose per lui.
Nick arricciò le labbra nel modo in cui faceva quando sbagliava la risposta. "Sai cosa ti dico: se per te è davvero importante, e tutte le tue sorelle si sposano in tempo, allora noi saremo gli ultimi. Che te ne pare?"
Di nuovo, non era l’approccio più romantico, ma Nick non era un tipo romantico. Aveva difficoltà a compitare quella parola fin dalle elementari. Riusciva a compitare ‘romano’ perché si riferiva ai soldati. Ma aggiungeva sempre la I invece della T e della I.
Eppure, era esattamente ciò che voleva Saylor. Il ragazzo per cui aveva una cotta dall’asilo, il ragazzo per cui si struggeva alle medie, l’uomo che aveva sognato alle superiori acconsentiva finalmente a passare il resto della sua vita con lei.
Era troppo. Era tutto. Saylor non riusciva a formulare delle parole. Così annuì.
Nick le stampò un bacio delicato sulle labbra. Le sue labbra sapevano di burro di cacao alla ciliegia, come quello che portava Kellie. Quel dolce sapore era amaro sulla lingua di Saylor. Lo ingerì comunque.
"Perché non ti riposi un po’?" disse Nick dopo essersi scostato da lei. "Non ti reggi in piedi."
Saylor guardò Kellie e Holly, che andavano verso le macchine parcheggiate fuori sul retro. "Dove andate?"
Nick alzò le spalle. "Recuperiamo un po’ di tempo. Ci abbandoniamo ai ricordi dei vecchi tempi. Non c’eri, quindi ti annoieresti a morte."
Perché Saylor non frequentava quelli popolari alle superiori. O all’università. O in quel momento del resto.
"Ti chiamo, va bene?"
"Sì, va bene."
Nick si girò e si diresse verso la macchina con Holly e Kellie che presero un braccio per ciascuna. Stavano già ridendo e ridacchiando mentre la lasciavano lì.
Ma andava bene così. Perché in realtà Saylor era stanca. Si strofinò le palpebre inferiori. Non riusciva a sentire delle borse, ma sentiva una fonte di lacrime pronte a sgorgare senza più pressione.
Saylor si allontanò dall’area del ricevimento. Non voleva andare in casa nella camera da letto. Voleva qualche momento da sola per ricomporsi. Così si diresse alla volta della sua casetta sul retro della casa.
Avrebbe dovuto essere felice. Nick l’avrebbe sposata. I suoi sogni si stavano realizzando. Andava tutto bene, davvero bene.
I suoni del ricevimento nuziale di sua sorella si affievolirono mentre raggiungeva la porta della casetta. Il cielo era terso sopra di lei, ma Saylor sentì delle gocce rigarle le guance. Dovette affrettarsi dentro prima che cominciasse il diluvio.
Girò il pomello ed entrò dentro giusto in tempo. Le lacrime le sgorgavano dagli occhi. I suoi singhiozzi sembravano dei tuoni nelle sue orecchie. Fortunatamente, andò in una zona buia. Ma qualcosa si muoveva nelle tenebre.
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