"Speravo che ballassi con mia sorella," disse Scout.
Jeff si rallegrò un po’. Aveva chiesto a Saylor di concedergli un ballo. Ma non era ancora riuscito ad andare da lei. Era stato troppo occupato a guardare le buffonate del suo ragazzo, come Saylor aveva fatto finta di non vederle.
"Dovresti ballare con Brig." Scout spinse la sua sorella minore nelle braccia di Jeff.
Con l’attenzione ancora puntata su Saylor, Jeff quasi non prese Brig. Fortunatamente, la giovane donna indossava degli stivali da cowboy e non i tacchi, quindi riuscì a bilanciarsi quando lui la prese con una mano sola.
Brig si girò per guardare la sua sorella più grande. Scout fece l’occhiolino alla Silver più giovane prima di avvolgere suo marito con le braccia e spingerlo a pochi passi di distanza. Linc alzò le spalle in segno di scusa verso Jeff prima di seguire sua moglie.
"Sembra che tu abbia preso il bastoncino più corto," disse Brig.
"Scusa?" disse Jeff.
"Scout ti voleva con me perché pensa che tu sia il più innocuo."
Jeff sapeva che Scout stava cercando di sistemare tutte le sue sorelle single con l’intento di rispettare la data di scadenza del padre. Se tutte le sorelle Silver non si fossero sposate entro tre mesi, il ranch sarebbe andato alla loro matrigna, che Jeff aveva capito volesse vendere il ranch per trarne profitto e mandarle tutte via a calci.
"Innocuo?" Ripeté Jeff. "Io?"
"Sì."
Scout non aveva idea di quanto si sbagliasse. Jeff aveva avuto una brutta reputazione fino a un anno prima. Le amava e le lasciava. Tutti gli uomini del Presidente avevano una reputazione simile prima della separazione dall'esercito. Avevano tutti tenuto le loro vite piccole e contenute abbastanza da metterle in un borsone. Una donna non c’entrava in quel bagaglio.
"Eppure non ci credo," disse Brig. "Sei troppo silenzioso per essere innocuo. Mio padre diceva sempre di guardarsi dai tipi silenziosi."
"Nemmeno tu sei silenziosa," disse Jeff mentre faceva fare una giravolta a Brig.
Il volto di Brig si trasformò in un ghigno, confermando i suoi sospetti. "Non sono neanche la sorella Silver su cui hai messo gli occhi, giusto?"
Jeff non poté farne a meno. Alzò lo sguardo. La localizzò immediatamente. Sapeva esattamente dov'era Saylor. Era come una luce per lui.
In quel momento era in piedi. Parlava con una signora più anziana. Ma lo sguardo di Saylor continuava a ritornare su Coso.
Il traditore stava ancora parlando con la donna dalla pelle scura. Almeno le sue mani non erano sul corpo di lei. Erano sul telefono. Stava battendo i tasti. Anche la donna picchiettava sul suo telefono. Si stavano scambiando i numeri?
"Penso potremmo aiutarci a vicenda," disse Brig. "Anzi penso che potresti aiutarci tutte."
"Aiutare?" disse Jeff. La sua mente non stava elaborando le parole di Brig mentre guardava i lineamenti spenti di Saylor crollare. "Come?"
"Dobbiamo liberarci di lui."
Jeff non aveva bisogno di chiedere chi intendesse Brig con lui . Sapeva anche che probabilmente era un’impresa inutile. Saylor sapeva chiaramente cosa accadesse sotto il suo naso. Di solito lo sapevano quelli che vivevano delle relazioni abusive. Perché sia chiaro, tradire il proprio partner è un abuso emotivo.
Le ragioni di una donna per stare con un uomo che la picchiava o la insultava spesso non erano molto diverse da quelle per stare con un uomo che tradiva la sua fiducia. Cercare di separare una vittima di abuso dallo sfruttatore era una missione difficile. Una missione in cui Jeff aveva già fallito in precedenza.
"Non possiamo liberarcene," disse Jeff, anche se era una pillola amara da mandar giù. "Deve farlo lei."
"Ti sembra felice?"
Coso non guardava più il suo telefono. Era sulla pista da ballo. Aveva il corpo premuto contro la donna che non era la sua ragazza mentre ballava lo shimmy davanti a lei.
Il sorriso sul volto di Saylor si spense. Stava chiaramente trattenendo le lacrime. Questa volta non erano di gioia come quando guardava sua sorella baciare il suo nuovo marito. Perfino Jeff aveva pianto in quell’occasione felice.
No, Saylor non sembrava felice in quel momento.
"Ma perché sta con lui?" chiese Jeff.
"È stato il suo primo ragazzo. Continua a tornare da lui. Proprio come ha fatto mamma con nostro padre. Nel caso non l’avessi notato, abbiamo tutte complessi legati a nostro padre."
Jeff non riusciva a capire perché. Avrebbe pagato oro per essere cresciuto da un uomo come il generale. Invece era stato cresciuto da un mostro a cui piaceva mettere le mani su sua madre.
Jeff sentì un formicolio nel palmo della mano sinistra. Di tanto in tanto l’intorpidimento retrocedeva, lasciandolo con una scarica di sensazioni. Non sperava più di riavere indietro l’uso completo del suo braccio. Ma se avesse potuto usarlo di nuovo, sapeva esattamente cosa avrebbe fatto.
No, non l’avrebbe usato per commettere atti di violenza. L’avrebbe usato per far innamorare Saylor Silver e portarla via da quel mezzo uomo. Poi l’avrebbe stretta forte a sé e non l’avrebbe lasciata più andare.
Ma quello era solo un sogno. Lei rimase immobile, irraggiungibile dall’altra parte della pista da ballo. Lui rimase paralizzato a guardarla.
Saylor aveva un volto stanco. La sua visione divenne offuscata per lo sforzo di tenere gli occhi aperti. Le sue labbra si separarono con un suono secco sotto la pressione di un sorriso falso a cui si era aggrappata durante tutto il ricevimento nuziale della sorella. Le faceva male la fronte per la pressione di far finta che fosse perfettamente felice e contenta della sua vita.
Non lo era. Ma andava bene così. Ce l’avrebbe fatta.
Saylor si sedette in disparte nel giardino di sua madre, sola e inosservata. Nel frattempo, Linc faceva volteggiare ripetutamente Scout in cerchi vertiginosi, che facevano ridacchiare la sua seriosa sorella maggiore. Saylor non riusciva a ricordare l’ultima volta che avesse sentito Scout ridacchiare. Non riusciva a ricordare l’ultima volta che le sue stesse labbra si fossero allungate così tanto in un sorriso di pura felicità. Ma immaginava che l’amore di un brav’uomo avesse quell'effetto su una ragazza.
Lo sguardo di Saylor si spostò dall'altra parte della pista da ballo improvvisata. Sembrava che in quel momento anche il suo uomo si stesse divertendo. Saylor lo guardava muoversi e ondeggiare il corpo a ritmo di musica.
Nick era un ballerino fantastico. Aveva una grazia e un ritmo naturali. La prima e unica volta in cui Saylor aveva cercato di imitare i suoi passi, lui aveva riso di lei.
Ma andava bene così dato che non era stato l’unico. Al ballo del liceo tutti quelli attorno a loro avevano riso di lei. Saylor aveva finto di essersi slogata la caviglia e non ballò per il resto della canzone. Non si alzò mai più per andare su una pista da ballo.
Ecco perché il suo ragazzo stava ballando con la sua ex Holly Marks e l‘altra sua ex Kellie Dustin. Ai suoi due lati le due donne muovevano i fianchi e facevano ondeggiare le spalle. Nick fece volteggiare prima Holly, con cui era uscito al terzo anno, e poi Kellie, che Saylor era certa di aver visto con lui anche al terzo anno.
Erano rimasti tutti amici anche dopo i drammi delle superiori. Uscivano ancora insieme di tanto in tanto. Avevano perfino fatto un paio di gite notturne in spiaggia e in località sciistiche.
Saylor immaginava fossero divertenti. Non poteva saperlo. Non era stata invitata. Nick pensava che lei si sarebbe sentita a disagio col gruppo di cui non aveva mai fatto parte. Ma andava bene così, perché Saylor aveva sempre un mucchio di lavoro al ranch e, in quanto veterinaria, doveva occuparsi delle ferite di altri animali della contea.
Nick attirò a sé Holly e le fece fare una mossa che Saylor aveva sempre voluto provare. Ma lei era un pezzo di legno e di sicuro avrebbe fatto schiantare sia lei che il suo partner sulla pista da ballo. Nick e Holly erano bravi con i passi, i loro corpi erano così stretti che non riusciva a distinguerli tra di loro.
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