Guido Pagliarino - Le Indagini Di Giovanni Marco Cittadino Romano

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Le Indagini Di Giovanni Marco Cittadino Romano: краткое содержание, описание и аннотация

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Guido Pagliarino

Le indagini di Giovanni Marco cittadino romano

Romanzo storico

Copyright © 2018 Guido Pagliarino

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Guido Pagliarino

Le indagini di Giovanni Marco cittadino romano

Romanzo storico

3a Edizione a Stampa e in E-book

Precedenti Edizioni:

1a edizione dell'opera, in formato cartaceo, Copyright © 2007-2012 Prospettiva Editrice

Dal 01-01-2013 i diritti su quest’opera sono ritornati interamente all’autore

2a edizione , riveduta e variata, in e-book mobi ed epub, Copyright © 2015 Guido Pagliarino

2a edizione, riveduta e variata, cartacea, Create Space, Copyright © 2016 Guido Pagliarino

L'immagine inserita nella copertina è la riproduzione d'una tempera di Raffaello su carta, montata su tela, custodita al “Victoria and Albert Museum, London” sotto il titolo “St Paul before the Proconsul”, 1515; l'opera è conosciuta in Italia anche come “Elimas il mago viene accecato da Saul dinanzi a Sergio Paolo” oppure “La conversione del proconsole” con riferimento ad Atti degli Apostoli, 13, 8-11

INDICE

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Capitolo I

Capitolo II

Capitolo III

Capitolo IV

Capitolo V

Capitolo VI

Capitolo VII

Capitolo VIII

Capitolo IX

Capitolo X

Capitolo XI

Capitolo XII

Capitolo XIII

Capitolo XIV

Capitolo XV

Capitolo XVI

Capitolo XVII

Capitolo XVIII

Capitolo XIX

Capitolo XX

Capitolo XXI

Capitolo XXII

Capitolo XXIII

“Dizionarietto essenziale storico” di Guido Pagliarino”

Note al testo

Le indagini di Giovanni Marco cittadino roman o

Romanzo storico di Guido Pagliarino

Capitolo I

(Indice)

Stranamente il paesaggio era luminoso sebbene il cielo fosse plumbeo.

Giovanni Marco camminava lungo una strada diritta lastricata, come la via romana a lui familiare che da Gerusalemme scendeva a Cesarea Marittima; ma non era quella. Il tracciato si perdeva all’orizzonte, percorrendo un ignoto territorio piatto quasi deserto, con radi pruni giallastri e cespugli grigioverdi smossi dall’andare e venire di vipere e circondati da sciami di mosconi il cui ronzio continuo infastidiva i suoi orecchi; non un essere umano, a parte lui.

All’improvviso Marco s’era trovato in una zona colma di fosse, come quelle profonde che si scavano per seppellire immondizie o carogne; ed ecco che, prima inavvertito, aveva notato steso a terra, insepolto, il cadavere insanguinato d’un cane molosso nero, la lingua di fuori e gli occhi vitrei, e aveva udito un rumore provenire dalla buca più vicina, come uno scalpiccio, un fruscio, uno stropicciare con le unghie d’un vivente che si stesse penosamente arrampicando: forse un animale ferito e buttato sul fondo ancora vivo che cercava di risalire? Un altro temibile cane da combattimento? e se fosse stata una fiera in agguato?! Aveva sofferto unto sudore tiepido dietro al collo mentre un’altra possibilità gli aveva causato un brivido alla schiena: se invece… fosse stato lì per mostrarsi un abitatore dello Sheòl?! Nel medesimo istante aveva fatto capolino dalla buca la testa d’un uomo; ed era Gionata Paolo, suo padre.

Uscito dalla fossa, il defunto se n’era trattenuto al limite. Appariva tal quale Marco l’aveva visto per l’ultima volta tanti anni prima, quando il genitore era partito per il viaggio a Perge da cui non sarebbe tornato: trentasei anni, alto, snello, folti capelli e lunga barba castani con qualche filo già bianco; indossava la stessa tunica nocciola e il medesimo mantello verdino costretto alla vita da una cintura marrone.

Le braccia abbandonate lungo il corpo, fisso come un pertica aveva iniziato senza preamboli uno dei sermoni ch’era solito indirizzare al figlio: “Caro Marco, tu non sei sulla buona via ma sul cammino dell’aridità . I nazareni faticano senza posa per dare al mondo la buona notizia, mentre tu continui a occuparti solo dei tuoi interessi. Sì, è vero, rispetti i precetti della Legge, ma se questo era sufficiente per me che non sapevo, a te non può bastare: ora che la notizia s’è posata ai tuoi piedi, devi raccoglierla e sparpagliarla, e tanto più lo puoi, essendo tu favorito dalla cittadinanza di Roma che ti dà pieni diritti nell’impero. Segui dunque l’esempio di tuo cugino Giuseppe Barnaba e, quando andrà a Perge per diffondere la notizia, va’ con lui; una volta giunto, per prima cosa onora la mia tomba e quindi indaga: scoprirai chi m’assassinò e, grazie a te, sarà fatta giustizia”.

“Perché non me lo dici tu adesso, chi t’uccise?!”.

Il padre non gli aveva risposto e, come se neppure avesse udito, aveva preso a salire adagio verso il cielo, mentre nel bigio delle nuvole s’era aperta lentamente una fessura di luce; e Marco s’era svegliato.

Capitolo II

(Indice)

Diciassette anni prima, in un giorno di marzo del 781 a.U.c. 1secondo il calendario di Roma, anno 4080 dalla creazione del mondo per gl’israeliti, Gionata padre di Marco, fariseo, era entrato raggiante nella propria bella dimora in Gerusalemme, di ritorno da Cesarea Marittima dove sedeva il rappresentante di Tiberio Cesare per la provincia di Giudea, Samaria e Idumea: dopo tanto tempo e denaro spesi in doni al suo protettore Marco Paolo Rufo, aiutante del procuratore Ponzio Pilato, finalmente gli era stata concessa la cittadinanza romana. I suoi affari ne sarebbero stati agevolati, tripudiava, ed egli si sarebbe arricchito ancora di più, nella piena benedizione dell’Altissimo.

Gionata era nato ad Asut, sul corso del basso Nilo, secondogenito di un’abbiente famiglia d’agricoltori. Alla morte del padre i terreni sarebbero andati al fratello maggiore ed egli s’era dedicato pertanto al commercio di vino e datteri facendo base a Gerusalemme, dove aveva contemporaneamente frequentato la casa di Hillel, maestro biblico originario di Babilonia. Durante questo soggiorno era entrato in amicizia con un altro allievo di quella scuola farisaica, Samuele, più anziano e padre della sua futura moglie, la tredicenne Maria: si trattava d’un’importante famiglia appartenente alla tribù di Levi e addirittura discendente dal sommo sacerdote Aronne fratello di Mosè. Maria aveva avuto dal proprio padre una buona cultura, contrariamente all’uso del tempo verso le figlie femmine. Dopo il matrimonio, seguendo i propri commerci Gionata aveva preso domicilio con la sposa a Salamina, dove già risiedeva il fratello di lei, un levita proprietario d’un podere che li aveva provvisoriamente ospitati; ma già mesi dopo, di fronte a prospettive migliori la coppia s’era trasferita a Chairouan di Cirenaica dove, a buon prezzo, Gionata aveva comprato terre e dov’era nato Marco. Alcuni anni dopo però, la regione era stata invasa da bellicose tribù arabe costringendo la famiglia alla fuga. Senza perdersi d’animo, il fariseo aveva condotto i suoi cari a Gerusalemme presso i genitori della moglie. Con monete e gioielli ch’egli e Maria s’erano nascosti addosso, aveva comprato un uliveto nei pressi della città , lungo una sponda del torrente Cedron in località Getzemani, piantando così di nuovo il benessere familiare. Entro pochi anni aveva allargato il podere acquistando una vigna sull’altra riva, comprato casa e rilevato un bazar di tappeti.

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