«Ma in realtà lo era già,» sottolineò Hilary. «È stata la vittima di suo padre. È stato lui a obbligarla, non il contrario.
«E vero,» confermò Tony. «Ma è molto probabile che Leo abbia passato gran parte del suo tempo a farle il lavaggio del cervello, nel tentativo di convincerla che la colpa di quell’insano rapporto era soltanto sua. Spesso i malati di mente hanno la tendenza a trasferire le proprie colpe sui figli, per sfuggire al senso di colpa. E questo atteggiamento calza perfettamente con la personalità autoritaria di Leo.»
«Va bene,» concesse Joshua mentre l’aereo proseguiva verso il cielo più tranquillo del nord. «Fino a questo punto posso anche essere d’accordo. Forse non è andata proprio così, ma ha una certa logica e può dare una svolta all’intera faccenda. Quindi, Katherine ha dato alla luce due gemelli, ha perso la ragione per tre giorni, poi è tornata in sé, grazie a una nuova fantasia, una nuova allucinazione. Convinta di essere stata violentata dal demonio, è stata capace di dimenticare che il vero colpevole era suo padre. È riuscita a dimenticare l’incesto e ha riguadagnato il rispetto per se stessa. Anzi, con tutta probabilità non si è mai sentita tanto bene in vita sua.»
«Esattamente,» confermò Tony.
Hilary s’intromise dicendo: «Mrs Yancy era l’unica persona a cui avesse raccontato dell’incesto, quindi, dopo essersi messa il cuore in pace con la nuova fantasia, non ha visto l’ora di confidarle la sua ’verità’. Temeva di essere scambiata per una peccatrice impenitente e intendeva mettere in chiaro di essere stata soltanto la vittima di qualcosa di soprannaturale. Ecco perché ha continuato a parlarne.»
«Ma quando ha visto che Mrs Yancy non le credeva,» proseguì Tony, «ha preferito tenere tutto per sé. Deve aver pensato che a quel punto nessuno le avrebbe creduto. Ma ormai non aveva più alcuna importanza, perché lei era convinta di conoscere la verità e la verità era il diavolo. Sarebbe stato un segreto ben più facile da mantenere, rispetto a quello di Leo.»
«Oltretutto Leo era morto da qualche settimana e non poteva più ricordarle ciò che aveva deciso di dimenticare,» rincarò Hilary.
Joshua lasciò per un breve istante i controlli dell’aereo per asciugarsi le mani sulla camicia. «Pensavo di essere troppo vecchio e cinico per provare qualsiasi tipo di reazione nei confronti di una storia dell’orrore come questa. Invece mi vengono ancora i sudori freddi. Ma c’è un altro particolare terribile, legato a quanto appena esposto da Hilary. Ormai Leo non era più presente a ricordarle quello che era successo, ma Katherine aveva bisogno di tenersi vicini i due gemelli per rafforzare le sue nuove convinzioni. I due figli rappresentavano la prova vivente della sua teoria e non avrebbe mai potuto darli in adozione.»
«Esattamente,» esclamò Tony. «Il fatto di tenerli con sé l’aiutava a tenere in vita la sua fantasia. Quando guardava le due creature indubitabilmente umane e perfettamente sane, vedeva realmente qualche differenza nei loro organi sessuali, come aveva raccontato a Mrs Yancy. Le vedeva nella sua mente, le immaginava, per autofornirsi la prova che quelli erano davvero figli del demonio. I gemelli erano parte integrante della sua fantasia, decisamente più comoda rispetto agli incubi che era stata costretta a vivere fino a quel momento.»
La mente di Hilary aveva preso a viaggiare più velocemente dell’aereo di Joshua. La sua eccitazione cresceva di pari passo con le considerazioni di Tony. «E allora Katherine si è portata a casa i due gemelli, senza però smettere di tenere in piedi la storia di Mary Gunther. Ma certo! Per prima cosa, doveva pensare alla propria reputazione, ma c’era anche un’altra ragione, molto più importante del semplice buon nome. Le psicosi hanno le proprie radici nell’inconscio, ma, da quel che ne so, le fantasie che uno psicotico usa per controbilanciare il tumulto interiore sono un prodotto della coscienza. Quindi… mentre Katherine credeva, a livello conscio, al demonio, nel più profondo di se stessa sapeva che se fosse tornata a St. Helena con i due gemelli, facendo crollare la storia di Mary Gunther, la gente avrebbe iniziato a sospettare che erano figli di Leo. E se avesse dovuto sopportare quell’affronto non sarebbe più stata capace di sostenere la fantasia del diavolo che la sua coscienza aveva fabbricato. Sarebbe ripiombata quindi nelle vecchie e tristi fantasie di un tempo. Ecco che allora, per conservare nella sua mente la teoria del diavolo, si è presentata in pubblico con un unico figlio. Ha dato lo stesso nome ai due bambini. Ne faceva uscire solo uno per volta. Li ha costretti a condurre un’unica esistenza in due.»
«E i due ragazzini hanno finito per considerarsi un’unica persona,» concluse Tony.
«Aspettate, aspettate,» li interruppe Joshua. «Forse sono stati veramente capaci di vivere sotto un unico nome, sotto un’unica identità in pubblico. Anche se questo per me è decisamente troppo, cercherò di crederci. Ma sono sicuro che in privato sono stati individui ben distinti.»
«Forse no,» azzardò Tony. «Abbiamo una prova in base alla quale si può ipotizzare che si considerassero… un’unica persona, divisa in due corpi.»
«Una prova? Quale?» domandò Joshua.
«La lettera che ha trovato nella cassetta di sicurezza della banca di San Francisco. In quella lettera, Bruno aveva scritto di essere stato ammazzato a Los Angeles. Non ha detto che era stato ucciso suo fratello. Ha detto che lui era morto.»
«Non è possibile provare niente con quella lettera,» ribattè Joshua. «Era soltanto uno sproloquio, non aveva alcun senso.»
«A modo suo, invece, aveva un senso,» insistè Tony. «Dal punto di vista di Bruno ha molto senso se non pensa a suo fratello come a un essere ben distinto. Se considera il suo gemello come parte integrante di se stesso, come un’estensione del suo corpo e non come una persona umana diversa da sé, la lettera ha una sua logica.»
Joshua scosse la testa. «Ancora non riesco a capire come sia possibile far credere a due persone di essere una sola.»
«In genere si sente parlare di casi di personalità scissa,» spiegò Tony. «Il dottor Jekyll e Mr Hyde. La storia realmente accaduta e raccontata nel libro I tre volti di Eva. Per non parlare di un altro libro dello stesso genere: Sybil. E stato un best seller qualche anno fa. La protagonista aveva addirittura sedici personalità ben distinte. Dunque, se ho fatto centro con la mia teoria sui gemelli Frye, il loro caso è esattamente opposto allo sdoppiamento di personalità. Non si sono scissi in sei, sette, otto menti diverse, ma, al contrario, si sono fusi psicologicamente in un’unica persona, e questo a causa della tremenda pressione esercitata dalla madre. Con tutta probabilità non è mai successo niente del genere e forse non succederà mai più, ma questo non esclude che possa essere andata così.»
«Per loro potrebbe essere stato di vitale importanza il fatto di sviluppare personalità assolutamente identiche, per potersi intercambiare nel mondo esterno,» aggiunse Hilary. «Anche la minima differenza poteva significare il crollo totale della loro messinscena.»
«Ma come ?» chiese Joshua. «Che cosa ha fatto Katherine ai suoi figli? Come può esserci riuscita?»
«Probabilmente non lo sapremo mai con esattezza,» rispose Hilary. «Ma avrei un paio di idee.»
«Anch’io,» rincarò Tony. «Ma inizia prima tu.»
Nel pomeriggio inoltrato, la luce che filtrava dalle finestre dell’attico cominciò ad affievolirsi, modificando anche le proprie caratteristiche e riducendo sensibilmente l’ampiezza del suo fascio. Dagli angoli della stanza cominciarono ad allungarsi le ombre.
Mentre l’oscurità si insinuava strisciando, Bruno cominciò a temere di essere catturato dalle tenebre. Non poteva accendere la luce, semplicemente perché le lampade della casa non funzionavano. L’elettricità era stata staccata cinque anni prima, quando sua madre era morta per la prima volta. Nemmeno la torcia poteva essergli di aiuto in quanto le batterie erano ormai scariche.
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