Ezr batté ancora una mano sul tavolo. — Ordine, per favore. Questo lavoro è stato assegnato a noi. Il modo migliore in cui possiamo aiutare la nostra gente è svolgerlo con senso di responsabilità. Penso che potremo avere assistenza da parte degli Emergenti, ma dobbiamo inquadrare l’operazione in modo professionale.
Intorno a lui la discussione continuò. Quanti di loro sono fra i cospiratori? si domandò. Sicuramente non Qiwi… o sì? Poco dopo la conversazione si spense davanti a un fatto ineluttabile: non c’era altra scelta che chinare il capo e fare il lavoro. Jimmy Diem si appoggiò alla poltroncina, con un sospiro. — D’accordo, faremo quello che ci chiedono. Ma se non altro sappiamo che hanno bisogno di noi. Facciamo un po’ di pressione su Nau e convinciamolo a tirare fuori dal sonno freddo alcuni specialisti anziani.
Ci furono dei mormorii di consenso. Ezr cercò gli occhi di Jimmy, ma lui distolse lo sguardo. Forse sarebbero riusciti a far rilasciare alcuni ostaggi per quel lavoro, e forse no. Ma a un tratto Ezr aveva capito quando i cospiratori avrebbero colpito.
La stella OnOff avrebbe potuto fungere da orologio per la galassia. La sua catastrofica variabilità era stata osservata già nell’Era dell’Alba dagli astronomi della Vecchia Terra. In ottocento secondi una stella catalogata come “nana gialla, singola” era calata da una magnitudo 26 a una magnitudo 4. Nello spazio di trentacinque anni era poi diventata virtualmente invisibile, dando origine a diversi studi e ricerche durante il procedimento. Da allora la stella era stata tenuta d’occhio con attenzione, ma il mistero era diventato ancora più grande. Il suo comportamento iniziale aveva delle variazioni, tuttavia lo schema generale era incredibilmente regolare. Accesa, spenta, accesa, spenta… in un ciclo di 250 anni, con un’accensione prevedibile al secondo.
Nei millenni trascorsi dall’Era dell’Alba, l’umanità s’era sparsa senza sosia in altri sistemi solari. Le osservazioni della stella OnOff erano diventate più precise, e da distanze sempre inferiori.
Ora finalmente gli umani erano nel sistema di OnOff, e contavano i secondi che mancavano a una nuova Riaccensione.
Tomas Nau tenne un breve discorso, concludendo con: — Sarà uno spettacolo interessante. — I pezzi grossi s’erano spostati nella più grande sala comune del provvisorio per assistere. Il locale era affollato, e il suo pavimento si curvava in basso nella microgravità dell’ammasso di asteroidi. Su tutto Hammerfest i tecnici Emergenti tenevano pronta la loro strumentazione. Sulle astronavi c’erano solo equipaggi ridotti al minimo. Ezr sapeva che quasi tutti i Qeng Ho e gli Emergenti non di turno erano lì. I due gruppi erano quasi cordiali fra loro, quasi amichevoli. Dall’attacco a tradimento erano trascorsi quaranta giorni standard. Correva voce che dopo la Riaccensione gli Emergenti avrebbero rilassato molto le loro misure di sicurezza.
Ezr s’era agganciato a una ringhiera presso il soffitto. Senza lenti a contatto e altra elettronica evoluta, l’unica vista era offerta dalle finestre. Lui poteva vederne tre dalla sua posizione. Una era un’inquadratura da media distanza di OnOff, un’altra era ripresa da un microsatellite in orbita stretta attorno alla stella. Anche da cinquecento chilometri d’altezza la sua superficie non sembrava minacciosa. Faceva pensare a un panorama di nuvole sorvolato da un aereo. Se non fosse stato per la gravità schiacciante, un essere umano in tuta avrebbe potuto scendere a farci una passeggiata. Le nuvole scivolavano via lente sotto il microsatellite, lasciando intravedere bagliori rossi fra l’una e l’altra. Era il rosso della lava, di una brace dormiente. Non c’era alcun sintomo del cataclisma che si aspettava entro… seicento secondi.
Nau e il suo navigatore anziano salirono alla ringhiera, accanto a Ezr. Brughel non si vedeva da nessuna parte. Era sempre facile capire quando Nau voleva ammorbidire la gente: bastava guardare se non s’era portato dietro Ritser Brughel. Il caponave si spostò sulla sinistra di Ezr. Sorrideva come un politicante dei Clienti. — Ebbene, direttore di flotta, non è ancora tranquillo sulle incognite di questa operazione?
Ezr scosse il capo. — Lei sa cos’hanno consigliato i miei tecnici. Per questa evento avremmo dovuto spostare i gas solidi dietro un asteroide e allontanarlo. Noi stessi dovremmo essere assai più distanti dalla stella. — Le astronavi e tutti gli habitat di entrambe le flotte erano all’ormeggio dietro l’asteroide di diamante più grosso. Questo li avrebbe schermati dalla Riaccensione, ma se ci fossero stati degli imprevisti…
Il navigatore di Nau non era di quel parere. — Siamo ben ancorati, qui. E abbiamo consumato un bel po’ di quei gas nei lavori di quest’ultimo mese. — Si chiamava Jau Xin, e aveva all’incirca l’età di Ezr. Era un giovanotto abbastanza simpatico, ma non aveva la competenza che Ezr era abituato a vedere negli ufficiali anziani Qeng Ho. — I vostri ingegneri mi hanno fatto un’ottima impressione — continuò Xin accennando verso le altre finestre. — Nel maneggiare quel gran mucchio di materie prime noi non saremmo stati altrettanto competenti. È interessante vedere come riescono a essere così veloci senza i… — Qui s’interruppe. C’erano ancora dei segreti. Le cose sarebbero cambiate prima di quel che gli Emergenti si aspettassero.
Nau fu svelto a riempire la pausa nel discorso di Xin. — I vostri tecnici sanno lavorare, Ezr. Sul serio, penso che sia per questo se hanno fatto tante obiezioni al nostro progetto; sono esigenti in materia di sicurezza. — Guardò OnOff su una delle finestre. — Qui stiamo facendo la storia, comunque, ci pensi.
Intorno a loro la gente chiacchierava, e c’erano anche gruppetti misti di Qeng Ho e di Emergenti. Non parlavano solo del fatto del giorno. Su una delle finestre più lontane era inquadrato il grosso mucchio delle materie prime. La squadra di Jimmy Diem stava stendendo un grande telone argenteo sui blocchi di ghiaccio. Nau li osservò corrugando le sopracciglia.
— È necessario coprire l’acqua congelata e l’aria-neve, signore — disse Ezr. — La cima del mucchio non è in ombra rispetto a OnOff. Senza una protezione perderemmo una certa quantità di quel materiale volatile.
— Ah. — Nau annuì.
Sulla superficie dell’asteroide maggiore c’erano dodici o tredici figure in tuta. Alcune avevano cavi di sicurezza, altre fluttuavano libere. La gravità era praticamente zero. Stavano assicurando i cavi intorno alla montagna di ghiaccio con la semplicità di chi esegue operazioni del genere da una vita… e con alle spalle i millenni di esperienza Qeng Ho. Ezr guardò le figure e cercò di immaginare chi fossero. Ma sopra le tute indossavano giacche termiche, e sembravano tutte uguali. Nell’emisfero in ombra ne scorse molte altre. Non era stato messo al corrente dei particolari della cospirazione, tuttavia Diem gli aveva detto alcune cose e lui immaginava il resto. Forse un’opportunità più adatta non si sarebbe ripresentata mai più: avevano acceso gli eiettori a bordo della Brisgo Gap. All’esterno potevano andare dove volevano, poiché gli Emergenti si limitavano a controllarli da lontano. Nei momenti che precedevano la Riaccensione era inoltre lecito aspettarsi imprevisti, un po’ di confusione… e i Qeng Ho che si occupavano di tutte le operazioni esterne potevano volgere quella confusione a favore della rivolta. Ma tutto ciò che io posso fare è rimanere qui con Tomas Nau… e recitare la parte dell’ingenuo.
Ezr sorrise al caponave.
Qiwi Lisolet era furibonda quando rientrò nel compartimento stagno. — Maledizione e poi maledizione a questo fottuto… — ringhiò, mentre si toglieva la giacca e i pantaloni termici. Con un angolo della mente si ripromise di frequentare di più Gonle Fong per imparare qualche imprecazione migliore, quando quella faccenda fosse finita. Gettò i termici in un armadietto e si spinse giù nel tunnel assiale senza togliersi la tuta e il casco.
Читать дальше