— Basta così! — Questa era la parte della commedia che irritava maggiormente tutti quanti. — Rifletta a quello che le è uscito di bocca, signorina Fong. Sicuro, ci sono degli inconvenienti, ma il caponave Nau considera la disubbidienza un atto di tradimento. Ed è una cosa che gli Emergenti puniscono con durezza. — Perciò odia pure quella tastiera, ma cerca di usarla. — Ascoltate, ho già chiesto a Nau e a Reynolt che ci forniscano altri tipi di interfaccia. Forse lo faranno. Ma ricordate che siamo a molti anni-luce dalla più vicina società industriale. Ogni nuova apparecchiatura dev’essere costruita con quello che gli Emergenti hanno qui a L1, — Ezr dubitava che si potesse costruire qualsiasi cosa. — È importante che voi e i vostri dipendenti usiate correttamente gli interfaccia. Per la vostra stessa sicurezza.
Li guardò uno dopo l’altro. Quasi tutti lo ricambiarono con sguardi roventi, ma lui vide che erano segretamente sollevati. Quando fossero tornati dai loro amici i membri del Comitato avrebbero avuto Ezr Vinh da indicare come lo smidollato leccapiedi degli Emergenti che li costringeva a sopportare tutto… e la loro infelice posizione si sarebbe un po’ alleggerita.
Ezr tacque qualche momento, sentendosi impotente. Poi si rivolse a Fong: — Lei mi stava dicendo dei nuovi arrivati. Qual è il problema?
La donna cercò di riprendere il filo del discorso e guardò la sua tastiera che fluttuava in fondo alla sala. Poi scosse il capo e disse: — Be’, al diavolo i numeri. Il fatto, in parole povere, è che non possiamo accogliere altra gente. Se potessimo controllare tutti gli automatismi come una volta, in questo pallone ci starebbero anche tremila persone. E poi questa gente chi è? Tipetti presuntuosi che si credono migliori perché comandano loro. Si fanno chiamare tecnici e impiegati, ma sono degli ignoranti a cui bisogna spiegare tutto. Il fatto è che li mettiamo a disagio perché dentro di loro sanno di valere poco. Qualcuno di noi cerca anche di farseli amici, ma ci sono delle cose su cui quelli non danno spiegazioni… ad esempio questi “mentecatti” di cui qualche volta parlano, chiunque siano. Ma io dico che se i loro capoccioni non cominciano a parlarci chiaro, allora queste cose le scopriremo da soli.
Ezr non sorrise. Hai sentito, caponave Nau? Qualunque cosa tu voglia, presto sapremo la verità. E ciò che avrebbero scoperto sarebbe stato usato da Jimmy Diem. Mentre veniva alla riunione Ezr aveva pensato soprattutto a un argomento, l’ultimo all’ordine del giorno. Ora vedeva che tutti erano collegati a quello. E capiva che forse lui non stava facendo un cattivo lavoro, dopotutto.
L’ultimo argomento della seduta era la prossima esplosione del sole. E Jimmy aveva premuto perché lui mettesse uno sciocco — sicuramente uno sciocco ignorante — a occuparsi di quel problema: Pham Trinli. L’armiere si agitò più del necessario, seduto in fondo al tavolo. — Sì, sì — disse. — Ho qui alcune foto. Solo un momento. — Sulle finestre intorno alla sala apparve una dozzina di grafici. Trinli salì metaforicamente sul podio e tenne una conferenza sui punti di stabilità di Lagrange. Per uno strano caso l’uomo aveva un tono e una voce che si sarebbero adattati a un comandante in capo, ma quello che stava dicendo erano sciocchezze che sapevano tutti.
Ezr lo lasciò andare avanti per qualche centinaio di secondi. Poi: — Mi sembra che l’argomento sia “Preparativi per la Riaccensione”, signor Trinli, non i punti di Lagrange. Ebbene, cosa ci viene chiesto di fare dagli Emergenti?
Il vecchio lo fulminò con uno sguardo intimidatore da capoequipaggio. — Io sono l’armiere Trinli, se non le spiace, direttore di flotta. — Lo sguardo restò su di lui un altro secondo. — Bene, veniamo al punto. Noi abbiamo qui all’incirca cinque milioni di tonnellate di diamanti. — Sulla finestra alle sue spalle un puntatore rosso indicò l’ammasso di rocce che ruotavano lente, tutto il materiale che il comandante Park aveva reperito in quel sistema solare. Il ghiaccio e i minerali prelevati da Arachna erano in un angoletto fra due asteroidi. — Queste rocce sono al momento in contatto gravitazionale, e la nostra flotta è ormeggiata alle rocce o in orbita intorno a esse. Ora, come stavo cercando di spiegare pochi secondi fa, gli Emergenti vogliono che noi montiamo e mettiamo in funzione un sistema di jet elettrici sulle masse ora in movimento libero.
Diem chiese: — Prima della Riaccensione?
— Proprio così.
— Vogliono mantenere le rocce dell’ammasso in contatto stabile durante la Riaccensione?
— La loro intenzione è questa, sì.
Intorno al tavolo ci furono smorfie poco entusiaste. Mantenere stabili le posizioni orbitali era una tecnica antica. Se fatto bene, lo stazionamento in un punto L1 costava pochissimo carburante. Il punto si trovava a un milione e mezzo di chilometri da Arachna, quasi direttamente sulla linea fra il pianeta e il sole. Nei primi anni assai luminosi, loro sarebbero stati nascosti dal suo bagliore. Ma gli Emergenti non pensavano in piccolo; avevano già costruito varie strutture, compresa la loro Hammerfest, perciò ora volevano che i jet per il mantenimento posizionale fossero a posto prima della Riaccensione. La luminosità di OnOff sarebbe stata da cinquanta a cento volte superiore al normale, prima di scemare e stabilizzarsi. Era comprensibile che gli Emergenti non volessero che gli asteroidi si urtassero, influenzati da quella turbolenza. Tuttavia usare dei jet, invece di separare gli asteroidi a distanza di sicurezza, era una pericolosa imbecillità. Ma i padroni erano loro. E questo darà a Jimmy l’opportunità di uscire.
— In realtà io non vedo problemi insuperabili, qui — disse Qiwi Lisolet, alzandosi dalla sua poltroncina. Passò davanti alle mappe di Trinli, interrompendo ciò che lui stava per dire. — Mentre eravamo in viaggio io ho fatto delle esercitazioni su questo genere di lavori. Mia madre voleva che diventassi ingegnere, e mantenere gli equilibri gravitazionali può essere una parte importante di questa missione. — Qiwi sembrava più adulta del solito. Era la prima volta che Ezr la vedeva indossare l’uniforme verde dei Lisolet. La ragazzina fluttuò davanti a una finestra per il tempo di leggere alcune cifre, e il suo atteggiamento adulto s’incrinò. — Signore Iddio, però ci chiedono molto! Questo materiale sfuso è un’incognita; anche calibrando tutti i vettori non c’è modo di tenerlo ben fermo all’interno dell’ammasso. E quando la luce solare scalderà i gas congelati, avremo un altro problema. — Fece un fischio fra i denti ed ebbe un sorrisetto infantile. — Dovremo spostare i jet durante la Riaccensione. Io…
Pham Trinli la stava fulminando con lo sguardo. La ragazzina aveva rubato almeno mille secondi alla sua presentazione. — Infatti sarà un lavoro complesso — disse il vecchio. — Disponiamo soltanto di cento jet elettrici per l’intera operazione. Sarà necessario che una squadra sia sull’ammasso a orario continuato.
— No, questo non è necessariamente vero. I jet, voglio dire. Sulla Brisgo Gap abbiamo anche altri propulsori. Questo lavoro non sarà più difficile di quelli che ho già fatto, è solo in scala molto più grande. — Qiwi si faceva prendere la mano dall’entusiasmo, ma per una volta Ezr era d’accordo col suo ragionamento.
Non tutti accettarono quella novità tranquillamente. Gli ufficiali più giovani, compreso Diem, dissero che bisognava allontanare il materiale sfuso durante la Riaccensione, e spostare i gas congelati sul lato in ombra del diamante più grosso. Nau, dissero, era un dannato incompetente; la cosa era troppo rischiosa. Trinli lo prese come un insulto diretto a lui e s’inalberò, affermando che aveva già esposto quelle critiche agli Emergenti.
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