— È lui che mi ha salvata — disse Teela.
Stavano oltrepassando l’Occhio. Il vento ruggiva lungo le scale, e fischiava nei corridoi. I vestiboli erano inondati di pioggia. Teela aveva mangiato e si era riposata.
Erano tutti riuniti nella stanza di Louis, che fungeva da plancia e da soggiorno.
— Coraggio — disse Speaker a Teela. — Racconta.
Il congegno della polizia aveva quasi fatto saltare in aria il volociclo di Teela Brown. Il localizzatore, l’interfono e la cucina si era bruciati in un colpo solo.
Teela era ancora viva perché il campo sonico aveva attuato, per contatto, un’onda permanente. La ragazza aveva attivato il retrocampo, prima che la velocità Mach due le facesse esplodere il cranio. In pochi secondi era discesa sotto il limite di velocità consentito dalle autorità. Il campo-trappola aveva fatto saltare il motore frenante. Cercò un posto per atterrare planando. Era scesa, bruscamente, nei giardini di un viale.
Aveva appena messo piede a terra quando il veicolo si era sollevato da solo.
— Ero perduta — disse Teela. — Non sapevo dove mi trovavo… Non c’era nessuno. Allora, mi sono seduta su una panchina, e mi sono messa a piangere.
Si era disperata per ore. Aveva paura di andarsene, perché pensava che i suoi compagni l’avrebbero cercata nella zona.
— Poi è arrivato lui.
Teela indicò Seeker, il quale sorrise. Anche Louis sorrise: Teela aveva fiducia in chiunque. Era inevitabile che chiedesse aiuto e conforto al primo estraneo. Ed era altrettanto inevitabile che, con la sua fortuna ricorrente, le andasse bene.
— Seeker mi ha nutrita e mi ha difesa. Ieri, quattro uomini hanno tentato di aggredirmi, e Seeker li ha stesi con un colpo di spada. Così ho imparato un mucchio di parole in lingua locale.
— E che cosa fa, per vivere?
— Va a caccia. E intanto è impegnato in una ricerca. Ha giurato, cento anni fa, che sarebbe arrivato alla base dell’Arco.
— La base dell’Arco?
Teela fece segno di sì con la testa, sorridendo maliziosamente. Non si capiva, nelle sue mosse da ochetta simpatica, se facesse sul serio o se scherzasse.
— Piccola idiota — disse Louis, — non sai che l’Arco non esiste, e che noi siamo dentro a un cerchio?
— Certo che lo so. Mi hai preso per una stupida?
— Allora perché non glielo dici?
— Louis, se glielo dici tu ti odierò per tutta la vita. Ha passato quasi tutta la vita a cercare la base dell’Arco.
— Non mi sembra molto intelligente.
— No, non lo è — rispose Teela come se la cosa non avesse la minima importanza. — Però, se viaggio con lui, potrò insegnare un mucchio di cose alla gente di qui.
Louis non volle pensare a cos’altro avesse fatto Teela con il suo eroe ammazza-draghi. La invitò a continuare il racconto.
— Seeker ha cominciato a verificare i motori delle macchine vecchie — disse la ragazza. — Lui dice che i guidatori, quando vengono catturati, spengono i motori. Così evitano di bruciarli.
Nessus, Speaker e Louis si guardarono. Seeker raccontava frottole, perché quasi tutte le macchine sospese nel labirinto erano rimaste in funzione.
— Ne abbiamo presa una in buono stato — disse Teela. — Vi stavamo correndo dietro, poi ci siamo persi nel buio. Per fortuna, siamo stati catturati dal campo del vostro… del vostro grattacielo volante.
— Per fortuna, vero? — disse Nessus con la testa di sinistra.
Seeker non aveva ancora detto una parola. Placidamente seduto in poltrona, fissava Speaker con molto interesse. Halrloprillalar, invece, guardava oltre la finestra. L’ululato del vento si stava riducendo a un sibilo sottile.
— Seeker mi ha parlato di Halrlar… Horlapr… di una dea, insomma, e del palazzo che catturava le macchine. Ecco perché siamo venuti qui. Per cercarvi.
Fortuna? Teela era anche intelligente.
Prill continuava a fissare fuori dalla finestra, e rabbrividì. Forse aveva già visto formazioni come quella dell’Occhio. Piccole trafitture di asteroidi, rapidamente riparate, dovevano capitare ovunque e venivano fotografate per i giornali o i nastri d’informazione, o per che cosa diavolo ne faceva le veci, sul Mondo ad Anello. La tempesta dell’Occhio era paurosa per tutti. L’aria respirabile si disperdeva nello spazio interstellare.
Teela aggrottò le sopracciglia per l’ansietà. — Spero che l’edificio sia abbastanza solido — disse.
Louis era stupefatto. Com’era cambiata! Forse era solo perché era stata travolta da un vortice.
— Ho bisogno di te — disse la ragazza. — Voglio Seeker.
— D’accordo.
— Anche lui mi vuole, ma ha uno strano senso dell’onore. Ho cercato di parlargli di te per portarlo sul palazzo. Era a disagio, e non ha più voluto dormire con me. Crede che tu sia il mio padrone.
— Siamo alla schiavitù?
— Solo per le donne, credo. Gli dirai che non sei il mio padrone, vero?
Louis si sentì stringere la gola. — Potrei evitare tante spiegazioni vendendoti a lui, se è questo che vuoi.
— È proprio ciò che voglio: viaggiare con lui sull’Anello. Lo amo, Louis.
— Certo che lo ami. Siete fatti uno per l’altra.
Lei lo guardò, colta dal dubbio. — Non starai facendo… del sarcasmo, spero.
— Un mese fa non distinguevi il sarcasmo da un transistor. No, il bello è che non sto facendo del sarcasmo. I milioni di coppie non c’entrano perché non partecipavano all’esperimento di procreazione progettato dei burattinai.
Di colpo l’attenzione di tutti si concentrò su di lui. Persino Seeker, che lo fissava cercando di capire di che cosa stessero parlando.
Louis aveva occhi solo per Teela Brown: — Siamo precipitati sul Mondo ad Anello — le disse gentilmente, — perché era il tuo ambiente ideale. Qui avresti imparato le cose che non potevi imparare sulla Terra. Forse c’erano anche altre ragioni: una droga più efficace, per esempio, e maggiore spazio per respirare, ma la ragione principale che ti ha portato qui è imparare.
— Che cosa?
— Il dolore. La paura. La sconfitta. Da quando sei arrivata qui sei diventata un’altra donna. Prima eri una specie di astrazione. Hai mai inciampato con la punta di un piede?
— Non lo so.
— Ti sei mai scottata un dito?
Lei lo fissò. Non se lo ricordava.
— Ecco perché è precipitata la Liar. Per portarti qui. Per portarti da Seeker. Il tuo volociclo ti ha sbarcato sulla sua testa, e si è infilato nella trappola della polizia al momento giusto perché Seeker era l’uomo che sei destinata ad amare sin dalla nascita.
A questo pensiero Teela sorrise.
— Ti eri innamorata di me — continuò Louis, — perché io rappresentavo il modo per unirti a noi. Non mi ami più perché non ti servo più. E io mi sono innamorato di te perché la fortuna di Teela Brown si servisse di me come di una marionetta.
— Louis non ti capisco.
— Ma la vera marionetta sei tu, mia cara ragazza. Ballerai, attaccata al filo della tua fortuna, per tutto il resto della vita. Solo Finaglo sa se sei libera di pensare e di volere. Io non lo credo.
Teela, pallidissima, si era irrigidita stringendosi nelle spalle. Non piangeva. Aveva imparato a dominarsi. Seeker si inginocchiò davanti a lei, allarmato, tenendo d’occhio Louis, e passò il dito sulla spada. Intuiva, anche senza capirne il motivo, l’infelicità di Teela. Forse la credeva ancora proprietà di Louis Wu.
L’umano si rivolse a Nessus. Non era sorpreso che il burattinaio si fosse raggomitolato a palla, con le teste sulla pancia, isolato dall’intero universo. Lo afferrò per la caviglia, e lo rovesciò sulla schiena. Nessus tremava di paura.
— Colpa tua, burattinaio di Pierson. C’è una cosa che non capisco: come tu possa essere così potente, e nello stesso tempo così stupido. Ti rendi conto che il nostro viaggio non è che un effetto collaterale della fortuna di Teela?
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