Teela alzò gli occhi, perplessa. Speaker, allarmato, emise un verso di paura. Louis fece un fischio sommesso.
Quello annullava tutto il resto.
Una materia normale, anche quella compressa sino all’estremo limite nel cuore di una stella, non avrebbe trattenuto i neutrini. Nessun neutrino aveva un cinquanta per cento di probabilità di superare una barriera di piombo larga anni-luce.
Un oggetto mantenuto entro un campo statico Slaver respingeva tutti i neutrini, come facevano gli scafi della General Products. Ma nessuna materia conosciuta avrebbe fermato il quaranta per cento dei neutrini lasciando passare gli altri.
— Qualcosa di nuovo, dunque — disse Louis. — Chiron, quanto è grande l’Anello? Qual è la sua massa?
— Presenta una massa del peso di due volte dieci alla terza potenza, un raggio che misura 0,95 per dieci miglia all’ottava potenza e una larghezza di poco inferiore alle dieci miglia alla sesta potenza.
Louis non riusciva a calcolare a mente le potenze di dieci. Provò a tradurre le cifre in immagini.
Pensava a un nastro natalizio, largo due centimetri, in equilibrio su uno dei bordi e disposto in circolo. L’Anello aveva un raggio superiore ai novanta milioni di miglia — lungo seicento milioni di miglia, calcolò — ma era alto, da un bordo all’altro, meno di un milione di miglia. La massa era di poco superiore a quella di Giove…
— Eppure non sembra abbastanza solido — osservò. — Un oggetto tanto vasto dovrebbe pesare quanto un astro di discrete dimensioni.
Lo kzin si dichiarò d’accordo con lui. — È da ridere. Mi sembra di vedere bilioni di esseri che cercano di vivere sopra un manufatto dello spessore di un libro-film.
— La tua intuizione è sbagliata — ribatté il burattinaio dai riccioli d’argento. — Esamina bene le dimensioni: se l’Anello fosse un nastro di metallo per scafi, per esempio, avrebbe all’incirca uno spessore di quindici metri.
Quindici metri? Era un po’ difficile da credere.
Ma Teela teneva gli occhi fissi al soffitto e faceva calcoli mentali muovendo le labbra in silenzio. — È giusto — fece. — Il conto torna. Ma a che cosa serve ? Per quale ragione costruire una cosa simile?
— Per lo spazio vitale — precisò Louis. — Ecco di che si tratta. Una superficie di seicento trilioni di miglia quadrate corrisponde a tre milioni di volte la superficie della Terra. È come avere milioni di mondi disegnati piatti e uniti bordo a bordo. Sarebbe la risoluzione di ogni problema della sovrappopolazione.
— E che razza di problema dovevano avere!
— Un momento — disse lo kzin. — Chiron, avete esplorato le stelle vicine per scoprire l’eventuale esistenza di altri anelli?
— Sì, noi…
— Non ne avete trovati. Come immaginavo. Se la razza che ha costruito l’Anello avesse avuto la possibilità di viaggiare più velocemente della luce, avrebbe struttato anche altre stelle. Non avrebbe avuto alcun bisogno dell’Anello. Quindi esiste un anello solo.
— Sì.
— Mi sento più tranquillo. Almeno sotto questo punto di vista siamo superiori ai costruttori dell’Anello. — Lo kzin si alzò di scatto. — Esploreremo la superficie abitabile dell’Anello?
— Sbarcare fisicamente? È un’ambizione eccessiva.
— Sciocchezze. Dobbiamo ispezionare il veicolo che ci avete preparato. Quando possiamo partire?
Chiron, spaventato dall’audacia dello kzin, fece un fischio di dissenso. — Devi essere matto! Considera la potenza di chi ha costruito l’Anello! A confronto della loro civiltà la mia sembra ancora allo stato selvaggio!
— La tua potrebbe essere una civiltà di vigliacchi.
— E va bene. Potete andare a ispezionare la vostra nave quando ritornerà colui che chiamate Nessus. Prima è meglio che conosciate altri dati.
Sulla parte interna dell’Anello esisteva l’atmosfera. La spettroanalisi rivelava che la densità dell’aria corrispondeva a quella della Terra ed era di analoga composizione: respirabile per l’uomo, come per lo kzin e il burattinaio. Che cosa impediva all’aria di disperdersi? Era impossibile indovinarlo. Dovevano andare a vedere.
Nel sistema del sole K9 non esisteva niente altro che l’Anello. Niente pianeti, niente asteroidi né comete.
— Hanno ripulito tutto — osservò Louis. — Non volevano niente intorno che potesse entrare in collisione con l’Anello.
— È naturale — disse il burattinaio dai riccioli d’argento. — Se qualcosa dovesse urtare l’Anello, lo farebbe a una velocità minima di 770 miglia al secondo, la velocità di rotazione dell’Anello stesso. Non importa quanto sia resistente il materiale di cui è composto l’Anello: c’è sempre il pericolo che un oggetto invece di colpire la superficie esterna vada a urtare la superficie interna abitata, attraverso il sole.
L’astro era una stella nana gialla un po’ più fredda del Sole e anche di poco più piccola. — Sull’Anello avremo bisogno di tute termofore — disse lo kzin. Per grattarcisi dentro , pensò Louis.
— No — rispose Chiron. — La temperatura della superficie interna è assolutamente tollerabile per tutti noi.
— Come lo sai?
— La frequenza delle radiazioni infrarosse emesse dalla superficie esterna…
— Devi credermi pazzo…
— Ti dico di no. Noi abbiamo studiato l’Anello sin dal tempo della sua scoperta e voi invece lo conoscete da pochi minuti. La frequenza degli infrarossi indica una temperatura media di 290 gradi di Assoluto, che naturalmente si riferisce sia alla superficie interna che a quella esterna dell’Anello. Per Speaker-agli-Animali sarà di circa dieci gradi superiore all’optimum.
— Per me e per Teela è perfetta.
— Ecco Nessus che ritorna — disse Chiron. Il burattinaio si voltò, e trotterellò verso il parco.
— Che villano! — disse Teela.
— Chiron non vuole incontrarsi con Nessus. Non te l’avevo detto? Sono convinti che Nessus sia pazzo!
— Sono tutti pazzi.
— Be’, loro non la pensano così. Teela, hai sempre l’intenzione di venire?
Teela lo guardò con la stessa aria smarrita che aveva quando lui tentava di spiegarle il significato di frustata al cuore. - Sì, vuoi ancora venire — disse Louis con tristezza.
— Certo, perché no? Che cosa temono i burattinai?
— Lo so io — disse Speaker-agli-Animali. — I burattinai sono dei vigliacchi. Però non riesco ad afferrare per quale ragione insistono tanto nel volere maggiori informazioni sull’Anello.
— Per me è chiarissimo.
— Devo prenderlo per un insulto?
— Ma no, no. Tutto verte sul problema della sovrappopolazione. Non puoi capire.
— Proprio così. Spiegati, una buona volta.
Louis stava scrutando la giungla domestica in attesa dell’arrivo di Nessus. — Nessus saprebbe spiegartelo meglio di me. Peccato! Be’, prova a immaginare un trilione di burattinai su questo mondo. Ci riesci?
— Sento l’odore di tutti, uno per uno. Al solo pensiero mi viene il prurito.
— Adesso immaginali sull’Anello. Va meglio, no?
— Grr. Sì. Con uno spazio moltiplicato otto volte alla settima potenza… Credi che stiano progettando di conquistarlo? E come riuscirebbero a trasferirsi sull’anello? Non credono nei mezzi spaziali.
— Non lo so. Non fanno neanche le guerre. Ma il problema è un altro: il Mondo ad Anello è sicuro, per viverci?
— Grr!
— Capisci? A meno che non abbiano l’intenzione di costruirsene uno anche per loro. O sperano di trovarne uno vuoto, lassù nella Nebulosa di Magellano. Una speranza plausibile. Ma questo non c’entra. Ciò che a loro interessa di sapere, prima di fare qualcosa , è il grado di sicurezza che il Mondo ad Anello offre.
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