Lindsay fissò la sua pelle, liscia come la carta, la friabile precisione della sua capigliatura. Si rese conto che il suo atto di espiazione avrebbe aggiunto un altro gesto meccanico alla sua vita, una nuova forma di routine. Trattenne un sospiro. — Lascio a te stabilire la nostra causa della sessualità.
Consiglio di Stato
della Skimmers Union
26-3-’83
Constantine guardò dentro il serbatoio. Dietro la finestra di vetro, sotto la superficie dell’acqua, c’era la testa impregnata di Paolo Mavrides. I capelli scuri e ricci, uno dei tratti maggiormente caratteristici della linea genetica dei Mavrides, gli galleggiavano inzuppati intorno alle spalle e al collo. Gli occhi erano aperti, verdastri e iniettati di sangue. Le iniezioni gli avevano paralizzato il nervo ottico. Una morsa spinale gli permetteva di percepire ma non di muoversi. Cieco e sordo, intorpidito dall’acqua riscaldata dal sangue, Paolo Mavrides si trovava in isolamento sensorio da due settimane.
Veniva alimentato a ossigeno grazie a un’inserzione tracheale. Delle flebo gli impedivano di morire di fame.
Constantine toccò un interruttore nero sul serbatoio saldato e gli improvvisati altoparlanti entrarono in funzione. Il giovane assassino stava parlando fra sé, una litania borbottata con voci diverse. Constantine parlò nel microfono: — Paolo.
— Ho da fare — disse Paolo. — Torno dopo.
Constantine ridacchiò. — Molto bene. — Batté sul microfono per riprodurre il rumore d’un interruttore che scattava.
— No, aspetta! — disse subito Paolo. Constantine sorrise a quella traccia di panico. — Non importa. La recita è comunque rovinata. Le Lune del Pastore di Vetterling.
— Sono anni che non c’è una recita — replicò Constantine. — Allora dovevi essere soltanto un bambino.
— L’ho memorizzata quando avevo nove anni.
— Sono molto impressionato dalle tue risorse. Comunque i cataclisti ci credono, no? Saggiare il mondo interiore della volontà… Sei là dentro da un bel po’. Da un bel po’.
Vi fu silenzio. Constantine aspettò.
— Da quanto tempo? — sbottò infine Mavrides.
— Quasi quarantott’ore.
Mavrides esplose in una breve risata.
Constantine si unì alla risata. — Naturalmente noi sappiamo che non è così. No, è passato quasi un anno. Ti sorprenderebbe vedere quanto sei magro.
— Dovresti provarci una volta o l’altra. Potrebbe aiutare i tuoi problemi di pelle.
— Quella è la minore delle mie difficoltà, giovanotto. Ho commesso un errore tattico quando ho scelto la miglior sicurezza possibile. Ha rappresentato una sfida per me. Ti sorprenderebbe sapere quanti sciocchi si sono trovati in questo serbatoio prima di te. Hai commesso uno sbaglio, giovane Paolo.
— Dimmi una cosa — chiese Paolo. — Perché sembri Dio?
— È un manufatto tecnico. La mia voce viene indirizzata direttamente al tuo orecchio interno. È per questo che non posso sentire la tua voce reale. Io la leggo direttamente dai nervi che portano alla tua laringe.
— Capisco — rispose Paolo. — Un lavoretto da testa-di-cavo.
— Niente di irreversibile. Parlami di te, Paolo. Cos’era la vostra brigata?
— Non sono un cataclista.
— Ho qui la tua arma. — Constantine tirò fuori una piccola fiala a tempo dalla sua giacca di lino confezionata su misura e la fece rotolare fra le dita. — Produzione standard cataclista. Che cos’è? PDKL-95?
Paolo non disse niente.
— Forse conosci la droga dal nome “Infrangi” — continuò Constantine.
Paolo rise: — So bene quanto sia inutile tentare di riformare la tua mente. Se avessi potuto entrare nella stessa stanza con te, l’avrei regolata sui cinque secondi e saremmo morti tutti e due.
— Una tossina aerosol, vero? Che fretta.
— Ci sono cose più importanti della vita, plebeo.
— Che strano insulto. Vedo che hai sondato il mio passato. Sono anni che non ne sentivo uno del genere. Adesso mi dirai che non sono stato pianificato.
— Non ce n’è bisogno. Ce lo dice già tua moglie.
— Scusa?
— Natalie Constantine, tua moglie. Mai sentito parlare di lei? Non accetta facilmente l’abbandono. È diventata la prima puttana della Skimmers Union.
— Ciò mi affligge.
— Come pensi che abbia progettato di entrare a casa tua? Tua moglie è una baldracca. Mi ha pregato di farlo.
Constantine scoppiò a ridere. — lì piacerebbe che ti colpissi, non è vero? Il dolore ti darebbe qualcosa a cui aggrapparti. No, avresti dovuto rimanere a Goldreich-Tremaine, giovanotto. In quei corridoi vuoti e in quegli uffici in rovina. Tu cominci ad annoiarmi, temo.
— Lascia che ti dica che cosa mi rincresce prima che tu te ne vada. Mi rincresce di aver mirato così in basso. Di recente ho avuto tempo di pensare. — Una risata vacua. — Mi sono lasciato attirare dalla tua immagine, dalla tua linea propagandistica. L’asteroide Nysa, per esempio. A tutta prima pareva una cosa così splendida! Il Consiglio dell’Anello non sapeva che il Cartello Nysa era una discarica per i testa-di-cavo bruciati provenienti dai moli lunari. Tu facevi ancora il leccapiedi con gli aristocratici provenienti dalla Repubblica. Malgrado tutto il tuo rango, tu sei ancora un informatore da quattro soldi, Constantine, e un dannato tirapiedi.
Constantine si sentì attraversare la nuca da un familiare fremito di tensione. Sfiorò il tappo che si trovava là e infilò la mano in tasca per prendere l’inalatore. Non serviva darsi alla fuga quando il ragazzo cominciava a farfugliare ed era sul punto di cedere. — Prosegui pure — disse.
— Le grandi cose che sostieni di aver fatto sono tutte pure facciate e falsità. Non hai mai edificato niente da solo. Sei piccolo, Constantine. Molto piccolo. Conosco un uomo che potrebbe nascondere dieci individui come te sotto l’unghia del suo pollice.
— Chi? — chiese Constantine. — Il tuo amico Vetterling?
— Povero Fernand, una tua vittima? Sì, naturalmente, è mille volte più grande di te, ma non è affatto un paragone giusto, non è vero? Tu non hai mai avuto un solo atomo di talento artistico. No, intendo nella tua specialità. La politica. Lo spionaggio.
— Qualche cataclista, allora? — Constantine era annoiato.
— No. Abelard Lindsay.
Ne fu colpito. Un improvviso accesso di emicrania galoppò attraverso il suo lobo frontale sinistro. La superficie del serbatoio venne verso di lui con un lento movimento mentre cadeva. Un paesaggio pietrificato di ghiaccio d’un opaco luccichio metallico, e lui lottò per sollevare le mani, gli impulsi nervosi imprigionati in una fuga ad alta velocità che parve durare un mese.
Quando rinvenne, aveva la guancia premuta contro il gelido metallo, Mavrides stava ancora farfugliando: è … tutta la storia di Nora. Mentre tu eri qui a processare per tradimento gli artisti, Lindsay metteva a segno il più grande colpo della storia. Un disertore degli investitori… Ha un disertore degli investitori, la regina di una nave stellare, nel palmo della mano.
Constantine si schiarì la gola. — Ho sentito la notizia. Propaganda mech. È una farsa.
Mavrides se ne uscì in una risata isterica. — Sei bruciato. Sei solo una nota a pie’ di pagina. Lindsay ha guidato la rivoluzione nella tua nazione quando tu stavi ancora schiacciando le cimici nei germi e nel fango e tracciando le dimensioni del suo credito. Sei microscopico. Avrei voluto darmi da fare per ucciderti ma mi è sempre mancata del tutto la fortuna.
— Lindsay è morto. È morto da sessant’anni.
— Ma certamente, plebeo. Era quello che voleva che tu pensassi. — La risata che uscì dagli altoparlanti suonò metallica, era estratta direttamente dai nervi. — Sono vissuto nella sua casa, sciocco. Mi amava.
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