“Che sta facendo? Gioca a nascondino?” Nightshade lanciò un’occhiata nervosa ai Prediletti e un’altra ai due maghi. “Usciamo di qui. Non mi piace sentir parlare di pugnalare al cuore qualcuno… anche se si tratta di un Prediletto.”
“Mina…” esordì Rhys.
“Trovato!” annunciò lei trionfante.
Era arrivata sotto un ingresso ad arco, nascosto in mezzo alle ombre, che conduceva a un’altra scala a chiocciola, più piccola.
“Venite con me”, ordinò Mina. “Dite a quegli uomini cattivi che devono restare qui.”
“Questa è la nostra torre!” ringhiò Caele.
“Non è vero!” ribatté Mina.
“Invece…”
Intervenne Basalt, afferrando con la mano il braccio di Caele.
“Non andrete da nessuna parte senza di noi”, disse freddamente Basalt.
Caele ringhiò per dirsi d’accordo e divincolò il braccio dalla stretta del compagno.
“Io e Atta li terremo d’occhio”, promise Rhys, pensando che fosse meglio avere i maghi sotto controllo anziché saperli alle loro spalle intenti a seguirli furtivamente.
Mina annuì. “Possono venire con noi, ma se cercano di farci del male dirò ad Atta di morderli.”
“Andate avanti. A me piacciono i cani”, sogghignò Caele. Arricciò il labbro. “Arrosto.”
Mina entrò sotto l’arco e prese a scendere la scala. Nightshade la seguì, con Atta alle calcagna. Rhys venne per ultimo, osservando con la coda dell’occhio i due maghi. Il mezzelfo stava parlando rapidamente all’orecchio del suo socio, dandogli dei colpetti e sottolineando l’argomento della conversazione tendendo il dito sudicio. Al nano apparentemente non piaceva quello che proponeva il mezzelfo, poiché si ritrasse, accigliato, e scrollò il capo. Il mezzelfo sussurrò qualcos’altro e il nano parve rifletterci su. Alla fine annuì e gridò.
“Aspetta, monaco! Alt! Lei ti sta conducendo alla morte”, avvertì Basalt. “C’è un drago laggiù!”
Nightshade perse l’appoggio, scivolò su un gradino e cadde pesantemente sul sedere.
“Drago? Quale drago?” Il kender si strofinò l’osso sacro dolorante. “Non so nulla di draghi!”
“Il drago è il guardiano del Solio Febalas”, disse Basalt.
“Solo Favola?” ripeté Nightshade. “Che cos’è?”
Rhys non riusciva a credere ai suoi orecchi.
“Il Solio Febalas”, disse Rhys con un’esitazione nella voce. “La Sala del Sacrilegio. Ma… non può essere. La Sala andò distrutta durante il Cataclisma.”
“Il nostro padrone l’ha ritrovata”, disse con orgoglio Basalt. “È una raccolta di tesori, piena di oggetti sacri rari e preziosi.”
“Valgono una cifra iperbolica. È per questo che il drago fa la guardia”, soggiunse Caele. “Se cercate di entrare, il drago vi ucciderà e vi mangerà.”
“Le cose vanno sempre meglio”, disse malinconicamente Nightshade.
“Bah, il drago non mangerà nessuno”, disse calma Mina. “Non ha mangiato me e io sono stata lì sotto. Il drago si chiama Midori. È una femmina di drago marino ed è vecchia. Molto vecchia.”
“Rhys”, disse Nightshade, “sono sicuro che vi siano molti kender a cui piacerebbe tanto farsi mangiare da un drago marino. Però io non sono fra questi”.
“Ecco una persona sensata! Tu e il monaco dovreste ritornare di sopra”, sollecitò Caele. “Io e Basalt andremo con la… ehm… bambina.”
“Che bell’idea!” esclamò Nightshade, iniziando a risalire le scale.
Rhys lo afferrò e lo fece voltare.
“Noi resteremo con Mina”, disse e continuò a scendere, trascinandosi dietro Nightshade.
Alle sue spalle vi furono altri sussurri.
Rhys sentì dire Basalt: “Il padrone non sarà contento se noi andiamo giù”.
“Non sarà contento nemmeno se ci rubano tutto”, ribatté Caele.
Basalt abbassò la mano per stringere il polso di Caele.
“Non essere sciocco”, disse il nano, soggiungendo qualcosa in una lingua che Rhys non capì.
Caele grugnì e strattonò la manica per rimetterla a posto, ma non prima che Rhys cogliesse il luccichio dell’acciaio.
Rhys si voltò. I due chiaramente avevano cattive intenzioni, e lui immaginava che tutto questo avesse a che fare col Solio Febalas, la Sala del Sacrilegio. Se dicevano la verità e Nuitari aveva davvero ritrovato la sala perduta, allora quello che aveva detto il mezzelfo sul fatto che valesse una cifra iperbolica era vero. Una cifra cento volte iperbolica! Si diceva che i soldati del Re-Sacerdote avessero confiscato oggetti sacri, reliquie, pozioni benedette a tutti gli dei. Davvero una miniera di tesori per chiunque, perfino per due seguaci di Nuitari.
Questi oggetti sacri erano stati forgiati nell’Era del Potere, quando la forza dei chierici era insuperata. Sacerdoti di tutti gli dei avrebbero pagato profumatamente per acquisire reliquie sacre e potenti da tempo ritenute perdute. I più preziosi, i più desiderati sarebbero stati gli oggetti sacri benedetti da Takhisis e da Paladine. Anche se queste due divinità erano scomparse dal pantheon, i loro antichi oggetti sacri potevano ancora conservare il loro potere. La ricchezza delle nazioni sarebbe stata un piccolo prezzo da pagare per un simile tesoro.
Voglio portare un dono a Goldmoon…
Rhys si fermò all’improvviso. Ecco perché Mina era venuta nella torre. Stava andando verso la Sala del Sacrilegio.
Nightshade, sentendolo fermarsi, voltò la testa all’indietro.
“Le scale sono viscide”, disse il kender. “Devi stare attento. Non che importi molto se cadiamo e ci rompiamo l’osso del collo, poiché verremo tutti mangiati da un malvagio drago marino!” soggiunse ad alta voce.
“No, non verremo mangiati!” gridò Mina. Risalì le scale saltellando. “Il drago se n’è andato.”
“Andato!” Caele rimase senza fiato.
“È nostra!” ansimò Basalt.
I due maghi spinsero via Rhys oltrepassandolo, si diedero gomitate l’un l’altro e strepitarono nella fretta di raggiungere il fondo.
I maghi oltrepassarono una curva della scala a chiocciola e scomparvero. Rhys li rincorse, lasciando Nightshade ad affannarsi per raggiungerlo. Il monaco trovò Basalt e Caele che barcollavano pericolosamente sull’ultimo gradino, con lo sguardo fisso per lo sgomento.
Per tenere lontani i ladri dai preziosi conservati all’interno della Sala del Sacrilegio, Nuitari aveva racchiuso il Solio Febalas dentro un globo enorme pieno di acqua di mare. La Sala era custodita da squali, pastinache e varie altre forme di vita marine micidiali, fra cui un antico drago.
Ma ora dell’ingegnosa cassaforte acquatica di Nuitari restavano solo cumuli di sabbia umida sui quali luccicavano frammenti di vetro.
Il sollevamento della torre aveva mandato in frantumi il globo. L’acqua di mare si era riversata fuori, portando con sé i mostri marini. A quanto pareva Midori, destata rudemente dal colpo, aveva deciso che ne aveva abbastanza e se n’era andata a cercare una sistemazione più stabile. La devastazione si estendeva a perdita d’occhio. “No! Atta, ferma!” gridò Nightshade, afferrando la cagna per la collottola perché stava per avventurarsi sulla sabbia. “Ti ridurrai a brandelli le zampe! Dov’è la Fievole Soglia?” domandò a Mina.
La bambina, in silenzio e con aria infelice, puntò il dito verso le macerie.
“Oh, bene. Immagino che non possiamo andarci”, disse allegramente Nightshade. “Ehi, ho un’idea. Andiamo in barca fino a Flotsam. Conosco una taverna che serve bistecche e patatine croccanti con contorno di piselli e…”
“Nightshade”, lo ammonì Rhys.
“Non gliel’ho chiesto!” sussurrò il kender sulla difensiva. “Mi è capitato di menzionare la bistecca casomai lei avesse fame.”
“Era tutto così bello”, disse Mina, e si mise a piangere.
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