Grimal, che a sua volta era convinto di aver concluso il miglior affare della sua vita, tornò alla Tour d’Argent, bevve altre due bottiglie di vino, verso mezzogiorno si trasferì al Lion d’Or sull’altra riva e là si ubriacò in modo così sfrenato che, quando a tarda sera volle trasferirsi di nuovo alla Tour d’Argent, confuse Rue Geoffroi l’Anier con Rue des Nonaindières e quindi, anziché sbucare direttamente sul Pont Marie, come aveva sperato, si ritrovò misteriosamente sul Quai des Ormes, da dove piombò lungo disteso e a faccia avanti nell’acqua come in un soffice letto. Morì sull’istante. Fu il fiume che impiegò ancora un certo tempo per trascinarlo via dalla riva poco profonda e portarlo, passando accanto alle chiatte ormeggiate, nella corrente di mezzo più forte, e soltanto nelle prime ore del mattino il conciatore Grimal, o piuttosto il suo cadavere intriso d’acqua, si diresse galleggiando a valle, verso ovest.
Quando passò sotto il Pont au Change, senza far rumore, senza urtare contro i piloni, venti metri sopra di lui Jean-Baptiste Grenouille stava andando a letto. Un tavolaccio era stato sistemato per lui nell’angolo di fondo del laboratorio di Baldini, e ora ne prese possesso, mentre il suo padrone d’un tempo stava galleggiando lungo disteso giù per la fredda Senna. Si appallottolò piacevolmente e si fece piccolo come una zecca. Con il primo sonno s’immerse sempre più e sempre più a fondo in se stesso, e fece un ingresso trionfale nella sua cittadella interna, sull’alto della quale sognò una festa vittoriosa di odori, un’orgia gigantesca con vapori d’incenso ed esalazioni di mirra, in onore di se stesso.
Con l’acquisizione di Grenouille ebbe inizio l’ascesa della Casa Giuseppe Baldini a una considerazione nazionale, anzi europea. Nel negozio sul Pont au Change il carillon persiano non aveva più pace, e gli aironi d’argento non smettevano mai di sprizzare acqua di viole.
Già la prima sera Grenouille dovette preparare un grosso pallone di «Nuit napolitaine», di cui nel corso del giorno seguente furono venduti più di ottanta flaconi. La fama del profumo si diffuse con frenetica rapidità. A Chénier vennero gli occhi vitrei dal gran contar denari e la schiena dolorante dai profondi inchini che era costretto a fare, perché in negozio comparivano importanti e importantissime personalità, o per lo meno i servitori di importanti e importantissime personalità. E una volta addirittura la porta si spalancò all’improvviso, sicché produsse un forte tintinnio, ed entrò il lacché del conte d’Argenson, e urlò, come sanno urlare soltanto i lacché, che voleva cinque bottiglie del nuovo profumo, e in seguito Chénier continuò a tremare per un quarto d’ora dal timore reverenziale, perché il conte d’Argenson era intendente e ministro della Guerra di Sua Maestà ed era l’uomo più potente di Parigi.
Mentre Chénier in negozio subiva da solo l’assalto dei clienti, Baldini si era chiuso in laboratorio con il suo nuovo apprendista. Di fronte a Chénier giustificò questa circostanza con una fantastica teoria, che definì «divisione del lavoro e razionalizzazione». Per anni, spiegò, aveva tollerato con pazienza che Pélissier e altri figuri suoi pari, sprezzanti della corporazione, gli avessero alienato la clientela e rovinato gli affari. Ma ora la sua longanimità era agli sgoccioli. Ora avrebbe accettato la sfida e restituito i colpi a questi insolenti parvenu, e proprio con i mezzi usati da loro stessi: a ogni saison, ogni mese, e se necessario anche ogni settimana, avrebbe detto la sua con profumi nuovi, e che profumi! Avrebbe lavorato con tutta la sua vena creativa. E per questo era necessario che lui — aiutato soltanto dal suo assistente non qualificato — si occupasse solo ed esclusivamente della produzione dei profumi, mentre Chénier doveva dedicarsi esclusivamente alla vendita. Con questo metodo moderno avrebbero aperto un capitolo nuovo nella storia dei profumi, avrebbero spazzato via la concorrenza e sarebbero diventati incommensurabilmente ricchi: sì, usava consapevolmente ed espressamente il plurale, perché meditava di dividere queste incommensurabili ricchezze in una certa percentuale con il suo fidato garzone.
Ancora pochi giorni prima Chénier avrebbe interpretato discorsi simili da parte del suo principale come il segnale di una incipiente follia senile. «Adesso è maturo per la Charité», avrebbe pensato, «adesso non ci vorrà più molto perché deponga il pestello definitivamente.» Ma ora non lo pensava più. Non aveva più il tempo di pensarlo, aveva semplicemente troppo da fare. Aveva talmente da fare, che la sera dallo sfinimento riusciva a malapena a vuotare la cassa traboccante e a prendersi la sua parte. Non aveva il minimo dubbio che tutto fosse regolare, quando Baldini usciva quasi ogni giorno dal laboratorio con un nuovo aroma.
E che aromi erano! Non soltanto profumi di grande, grandissima scuola, ma anche creme e ciprie, saponi, lozioni per capelli, lavande, olii… Tutto ciò che doveva avere un profumo ora ne aveva uno nuovo, e diverso e più splendido di prima. E su tutto, ma proprio su tutto, perfino sui nuovi nastri profumati per capelli, creati un giorno dal ghiribizzo fantastico di Baldini, il pubblico si gettava come stregato, e i prezzi non avevano alcuna importanza. Tutto quello che Baldini produceva diventava un successo. E il successo era così sconvolgente, che Chénier lo accettava come un evento naturale e non indagava oltre sulle sue origini. Che il nuovo apprendista — quello gnomo maldestro che si era installato nel laboratorio come un cane e che talvolta, quando il principale usciva, si poteva vedere sullo sfondo mentre lavava recipienti di vetro e puliva mortai — che quella nullità d’uomo potesse in qualche modo aver qualcosa a che fare con la favolosa prosperità degli affari, Chénier non l’avrebbe creduto neppure se gliel’avessero detto in modo esplicito.
Naturalmente lo gnomo aveva tutto a che fare con quella. Tutto ciò che Baldini portava in negozio e consegnava a Chénier da vendere era solo una minima parte di quello che Grenouille miscelava dietro le porte chiuse. Baldini non riusciva più a seguire il proprio olfatto. Talvolta era un vero e proprio tormento operare una scelta tra le meraviglie che Grenouille creava. Questo apprendista stregone avrebbe potuto rifornire di ricette tutti i profumieri di Francia senza ripetersi, senza produrre una sola volta qualcosa di inferiore o di medio. O meglio, avrebbe potuto rifornirli ma non di ricette, cioé di formule, perché Grenouille per il momento componeva i suoi profumi ancora nel modo caotico e totalmente privo di professionalità che Baldini ben conosceva, vale a dire mescolando a mano libera gli ingredienti in un caos apparentemente selvaggio. Per poter almeno capire quel lavoro folle, se non per controllarlo, Baldini un giorno pretese che Grenouille si servisse della bilancia, del misurino e della pipetta per preparare le sue miscele, anche se non lo riteneva necessario; e che inoltre si abituasse a usare l’alcool etilico non come sostanza aromatica, bensì come solvente, da aggiungersi soltanto in un secondo tempo; e che per l’amor di Dio facesse il piacere di lavorare lentamente, con calma e lentamente, come si conveniva a un artigiano.
Grenouille lo fece. E per la prima volta Baldini fu in grado di seguire e di documentare i singoli maneggi dello stregone. Con carta e penna sedette accanto a Grenouille e annotò, sempre invitandolo alla lentezza, quanti grammi di questo, quante misure di quello, quante gocce di un terzo ingrediente emigravano nella bottiglia della miscela. In questo modo singolare, cioé analizzando a posteriori un procedimento proprio con quei mezzi senza la cui utilizzazione precedente in realtà esso non avrebbe potuto aver luogo, Baldini alla fine riuscì a entrare in possesso della sintetica prescrizione. Come Grenouille senza quest’ultima fosse in grado di preparare i suoi profumi, continuava a restare un enigma per Baldini, o piuttosto un miracolo, ma per lo meno ora aveva ridotto il miracolo in una formula, e con ciò aveva in qualche modo soddisfatto il suo spirito assetato di regole e aveva salvato la sua immagine del mondo dei profumi dal collasso totale.
Читать дальше