J.K. Rowling - Harry Potter e l'Ordine della Fenice

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Harry Potter e l'Ordine della Fenice: краткое содержание, описание и аннотация

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Il quarto volume delle avventure di Harry Potter ci ha lasciato con il fiato sospeso: Lord Voldemort è tornato. Che cosa succederà ora che l’Oscuro Signore è di nuovo in pieno possesso dei suoi terrificanti poteri? Quanta morte e distruzione seminerà nel tentativo di riprendere il dominio dei mondo? Sono le stesse domande che si pone Harry Potter, disperatamente segregato — come tutte le estati — nella casa dei suoi zii Babbani, lontano dal mondo magico che gli appartiene. Ma qualcosa è cambiato anche in lui. Ormai quindicenne, lo ritroviamo divorato dalla frustrazione, dalla rabbia e dall’ansia di ribellione tipiche della sua età. In uno dei libri più attesi nella storia della letteratura, J.K. Bowling non cessa di stupirci. Tessendo un’altra stupefacente trama, riesce questa volta a dar voce alle inquietudini dell’adolescenza, ad arricchire il suo già mirabolante universo di nuove creature e nuovi indimenticabili personaggi, e anche a metterci in guardia contro la stupidità del potere e di chi lo usa per combattere il talento, il coraggio, la fantasia e la diversità.

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«Kreacher mi ha confessato tutto la notte scorsa» disse Silente. «Vedi, quando gli hai gridato quell’avvertimento criptico, il professor Piton ha intuito che dovevi aver visto Sirius prigioniero nei meandri dell’Ufficio Misteri. E, come te, ha subito tentato di mettersi in contatto con lui. Naturalmente i membri dell’Ordine della Fenice possono contare su mezzi di comunicazione più affidabili del camino di Dolores Umbridge. E così il professor Piton ha scoperto che Sirius era vivo e al sicuro in Grimmauld Place.

«Poi, non vedendoti tornare dalla foresta, ha temuto che tu credessi ancora che Sirius fosse prigioniero di Lord Voldemort. Così si è affrettato ad avvertire l’Ordine».

Silente sospirò e riprese. «Quando si è messo in contatto col Quartier Generale, vi ha trovato Alastor Moody, Ninfadora Tonks, Kingsley Shacklebolt e Remus Lupin. E tutti sono stati pronti ad accorrere in tuo aiuto. Il professor Piton ha chiesto a Sirius di restare al Quartier Generale per riferirmi che cos’era successo, visto che aspettavano il mio arrivo da un momento all’altro. Nel frattempo lui, il professor Piton, ti avrebbe cercato nella foresta.

«Ma Sirius non aveva alcuna intenzione di restare con le mani in mano: perciò è andato con gli altri, affidando a Kreacher il compito di raccontarmi tutto. Così, quando sono arrivato a Grimmauld Place poco dopo la loro partenza, è stato l’elfo a dirmi — fra una risata e l’altra — dov’era andato Sirius».

«Rideva?» chiese Harry con voce soffocata.

«Oh, sì. Vedi, Kreacher non poteva tradirci fino in fondo. Non è Custode Segreto dell’Ordine, non poteva dire a Malfoy dov’era la nostra base, né riferire i nostri piani che aveva il divieto di rivelare. Era vincolato dagli incantesimi della sua specie, cioè non poteva disobbedire a un ordine diretto del suo padrone, Sirius. Però fornì a Narcissa informazioni di grande valore per Voldemort, che a Sirius devono essere sembrate troppo banali per proibirgli di riferirle».

«Per esempio?» chiese Harry.

«Per esempio il fatto che per Sirius tu eri la persona più importante del mondo» rispose Silente piano. «E che, per te, lui era un incrocio fra un padre e un fratello. Naturalmente Voldemort sapeva già che Sirius faceva parte dell’Ordine, e che tu conoscevi il suo nascondiglio… ma le informazioni di Kreacher gli fecero capire che per salvare Sirius Black tu saresti stato disposto a correre qualunque rischio».

«Allora…» chiese Harry, muovendo a fatica le labbra intorpidite, «quando ho chiesto a Kreacher dov’era Sirius…»

«I Malfoy — senza dubbio seguendo le istruzioni di Voldemort — gli avevano ordinato di trovare un modo per tenere Sirius lontano dal camino, dopo che tu lo avevi visto in sogno mentre veniva torturato. Perciò, nel caso che tu avessi cercato di parlare con Sirius, Kreacher avrebbe dovuto fingere che non ci fosse. Così ieri Kreacher ha ferito Fierobecco l’Ippogrifo, e quando tu sei comparso nel camino Sirius era di sopra a medicarlo».

A Harry sembrava di non avere più aria nei polmoni; respirava in fretta, a fatica.

«E Kreacher le ha detto tutto questo… ridendo?» chiese con voce roca.

«Non voleva dirmelo» precisò Silente. «Ma sono un Legilimens abbastanza esperto da riconoscere una bugia e l’ho… persuaso a raccontarmi tutta la storia prima di andare all’Ufficio Misteri».

«E pensare che Hermione» sussurrò Harry, stringendo i pugni gelati sulle ginocchia, «continuava a ripeterci di essere gentili con lui…»

«Aveva ragione, Harry. Quando decidemmo di stabilire a Grimmauld Place il nostro Quartier Generale, avvertii Sirius di trattare Kreacher con gentilezza e rispetto. E gli dissi anche che quell’elfo domestico poteva diventare pericoloso. Ma temo che non mi abbia preso molto sul serio, né che abbia mai visto Kreacher come una creatura dotata di sentimenti profondi quanto quelli di un essere umano…»

«Non dia la colpa… non… parli… di Sirius come se…» Harry aveva il fiato mozzo, non riusciva quasi a parlare; ma la collera che per un po’ si era placata avvampò di nuovo: non avrebbe permesso a Silente di criticare Sirius. «Kreacher è un ripugnante… bugiardo… si meritava…»

«Kreacher è come i maghi lo hanno fatto diventare, Harry» replicò Silente. «Sì, va compatito. La sua esistenza è stata miserabile come quella del tuo amico Dobby. È stato costretto a eseguire gli ordini di Sirius perché era l’ultimo discendente della famiglia dei suoi padroni, ma non provava la minima lealtà nei suoi confronti. E quali che siano le colpe di Kreacher, va detto che Sirius non ha fatto nulla per rendergli le cose più facili…»

«NON PARLI IN QUESTO MODO DI SIRIUS!» urlò Harry.

Scattò in piedi furioso, pronto a lanciarsi contro Silente, che non aveva capito affatto Sirius, il suo coraggio, le sue sofferenze…

«E Piton?» ringhiò. «Di lui non parla, eh? Quando gli ho detto di Sirius non ha fatto altro che sogghignare come al solito…»

«Sai benissimo che davanti a Dolores Umbridge non aveva scelta: doveva fingere di non prenderti sul serio» ribatté Silente. «Ma come ti ho già detto, si è affrettato a informare l’Ordine appena possibile. È stato lui a intuire dov’eri andato quando non sei tornato dalla foresta. Ed è stato lui a fornire alla professoressa Umbridge un falso Veritaserum quando lei ha tentato di costringerti a dirle dov’era Sirius».

Ma Harry non lo ascoltava: provava una gioia selvaggia nell’accusare Piton, come se questo alleviasse il suo senso di colpa, e voleva che Silente fosse d’accordo con lui.

«Piton… lui… non faceva che farsi b-beffe di Sirius perché restava chiuso in casa… diceva che era un codardo…»

«Sirius era un uomo adulto, troppo intelligente per lasciarsi ferire da sciocche punzecchiature» rispose Silente.

«Piton ha smesso di darmi lezioni di Occlumanzia!» ruggì Harry. «Mi ha buttato fuori dal suo ufficio!»

«Lo so» disse Silente in tono grave. «Ho già ammesso di aver sbagliato a non darti lezioni io stesso, anche se ero convinto che nulla fosse più pericoloso che aprire ancora di più la tua mente a Voldemort in mia presenza…»

«Stavo sempre peggio, dopo quelle lezioni; la cicatrice mi faceva più male…» Ricordò i sospetti di Ron e proseguì d’impeto: «Come fa a sapere che non stesse cercando d’indebolirmi per aiutare Voldemort, per rendergli più facile penetrare nella mia…»

«Mi fido di Severus Piton» rispose Silente con semplicità. «Ma avevo scordato — altro errore di un vecchio — che alcune ferite sono troppo profonde per guarire. Pensavo che il professor Piton sarebbe riuscito a superare i suoi sentimenti per tuo padre… mi sbagliavo».

«Ma per lui va bene, eh?» urlò Harry, ignorando le facce scandalizzate e i mormorii di disapprovazione dei ritratti. «Per Piton va bene odiare mio padre, ma per Sirius non andava bene odiare Kreacher!»

«Sirius non odiava Kreacher» disse Silente. «Lo riteneva un servo indegno di qualunque interesse o attenzione. E spesso l’indifferenza e il disprezzo fanno più danni dell’odio… la fontana che è andata distrutta questa notte mentiva. Per troppo tempo noi maghi abbiamo maltrattato e sfruttato i nostri compagni, e ora ne paghiamo le conseguenze».

«INSOMMA SIRIUS SI MERITAVA QUELLO CHE GLI È SUCCESSO, VERO?» urlò Harry.

«Non ho detto questo, né mi sentirai mai dire una cosa del genere» replicò pacato Silente. «Sirius non era crudele, e in genere trattava con gentilezza gli elfi domestici. Ma non Kreacher, perché gli ricordava troppo la casa che odiava».

«La odiava, sì!» esclamò Harry con voce spezzata. Di scatto gli diede le spalle e si allontanò dalla scrivania. Il sole ormai illuminava la stanza; sotto gli occhi dei ritratti, Harry andava avanti e indietro nell’ufficio senza vederlo, senza sapere che cosa faceva. «E lei lo ha costretto a starsene rinchiuso là dentro, e lui non lo sopportava, ecco perché ieri notte è voluto uscire…»

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